martedì 1 luglio 2008

"CULTURA NOMADE"...

AOSTA - Nella fredda mattina di un dicembre di qualche anno fa, una donna valdostana notò nella zona di Saint Martin de Corleans, una nomade con in braccio un bambino di un paio d'anni. Quello che però colpì la valdostana, fu quel bambino a piedi scalzi nel gelo di quell'inverno. La zingara, incurante di tutto ciò, tendeva con insistenza la mano ai passanti della via. Intenerita da quella visione e tanto più madre anche lei di un bambino all'incirca della stessa età, la signora valdostana corse in casa e tornò in strada con un paio di calze di lana e un paio di scarponcini con pelo che aveva comprato per suo figlio. "Tieni, mettili ai piedi del bambino, che con questo gelo potrebbe prendersi una polmonite". La zingara non mostrò nessun interesse a quel dono inatteso, ma nonostante ciò, mise calze e scarpe al bambino. Senza un grazie riprese la sua opera di mendicità. Tre giorni dopo, in un altra zona della città, la 'donatrice' notò la stessa nomade con lo stesso bambino in braccio rimanendo scioccata: era di nuovo a piedi scalzi. Non c'è da meravigliarsi dunque dello sfruttamento dei piccoli, non è una novità, ma grazie a dio oggi una legge tutelerà i piccoli rom dagli abusi di genitori o pseudo tali. Lo scandalo -ma chi lo metteva in dubbio?- è esploso giusto ieri, quando attraverso intelligenti investigazioni, la squadra mobile di Verona è riuscita a mettere le manette ad una banda di genitori rom che mandavano i figli, bambini tra i 7 e i 12 anni a rubare, dirigendoli addirittura via cellulare durante le intrusioni in ville o appartamenti. La ricompensa? Botte o violenza sessuale per chi non riusciva a portare a casa una buona refurtiva, tutto registrato su nastri durante numerose intercettazioni telefoniche. Otto "genitori", (sic!) tutti di nazionalità croata, sono finiti dunque in manette e i sei bambini, quattro femmine e un maschietto -che solo a Verona nel giro di 23 giorni hanno messo a segno 47 colpi-, spediti in un centro di accoglienza. Fine del business dunque sulla pelle dei figli, entrate sicure che avevano permesso loro di comprare tre o quattro ville nel loro Paese, e che con tanta sfacciataggine avevano immortalato in foto rinvenute sulle loro vetture. Non catorci, ma fiammanti Mercedes o Bmw... (Gericus)

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