giovedì 17 gennaio 2008

L'INTOLLERANZA CHE PREVALE (2008)

Oggi, in quest'Italia da operetta dove tutto è possibile, un manipolo di studenti può anche decidere chi deve intervenire all'inaugurazione dell'anno accademico e chi no. Praticamente stilare la lista degli "invitati" non è più compito di un rettore, bensì del gruppetto politico più esagitato, più facinoroso, più incontrollato. In questo caso, lo stop ad intervenire è stato rivolto nientemeno che al Santo Padre, fermato dalle contestazioni espresse all'interno da una minoranza di studenti dell'Università Sapienza di Roma. Laicismo anticlericale dunque, una prova "di forza" il cui punto focale è dimostrare al mondo che qui in Italia "riusciamo a chiudere la bocca pure al Pontefice". Dalle pagine del Giornale, Paolo Granzotto rispondendo ad un lettore che chiedeva quali fossero i motivi di questa protesta, risponde con l'acuto e intelligente sarcasmo di sempre: "Per la raccolta dei pomodori o per i servizi domestici ormai ci dobbiamo rivolgere agli extracomunitari. E fin qui pazienza. Ma che ci si sia ridotti a ciò per avere dissennatamente sottratto braccia alle zappe, al Mocio Vileda onde catapultarne negli atenei coi risultati che abbiamo sott'occhio, no, questo non va. Quella emersa alla Sapienza non è questione Papa o non Papa, di Galileo o non Galileo, di laicismo o non laicismo. E' questione di ignoranza crassa: la relazione dei pasdaran alla annunciata lectio di Benedetto XVI è figlia dell'asineria a sua volta madre della villania. Lo scandalo non sono le barricate contro il "dottor Ratzinger", ma che si consenta ai barricadieri di dirsi studenti -studenti!- universitari. Ai campi, ai lavelli, che ce n'è tanto bisogno". (Gericus)

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