Il Monte Rosa? "E' in Lombardia". Beh, siamo abituati a sentire strafalcioni simili usciti dalla bocca di studenti esaminandi, ma se lo dice addirittura il portale ufficiale "Italia" costato la bellezza di 45 milioni di euro, allora c'è da rabbrividire. E così, la pagina Web più costosa del globo, quella che quotidianamente veniva cliccata da migliaia di turisti stranieri ansiosi di conoscere la nostra realtà prima di intraprendere il viaggio verso di noi, dal 18 gennaio è stata bandita dalla faccia di Internet, ed oggi un laconico "The page cannot be displayed" appare sul video di ogni computer. Ma non è stato solo il Monte Rosa "trasferitosi dalla Valle d'Aosta in Lombardia" a decretare la morte del sito, bensì un insieme di strafalcioni da far diventare rosso dalla vergogna anche il più rosso dei Sioux. Tanto per cominciare in Italia non appare San Marino, così come non esistono le Dolomiti e neppure le Cinque Terre, Pesaro -pensate un po'- è la "patria di Gioacchino Fellini" -che tra l'altro si chiama Federico ma è nato a Rimini-, Portofino è ubicato nel "Ponente ligure", San Remo è scritta come fosse il nome di un santo, l'Abruzzo "non ha coste" e Genova è priva delle sue possenti mura "perché abbattute 10 anni fa" e non, come è successo, da circa un secolo. Qualche altra chicca? Napoleone Bonaparte è "nato in Toscana" e poi, per ultima e superando se stesso, citando l'A.N.A.S. il portale lo identifica come "Associazione Nazionale Allevatori Suini". Quarantacinque milioni di euro stanziati di cui quasi sei già spesi, per un lavoro che gli esperti ammettono poteva costare si e no qualche centinaio di migliaia di euro. Ora la responsabilità per questa 'vergognosa debacle' viene palleggiate da vari responsabili e altrettante legislature, dimostrando comunque la "pochezza" di chi governa questa povera Italia da "Speriamo che io me la cavo"... (Gericus)
(foto: logo di Italia.it)
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