mercoledì 11 aprile 2007

TRAFORO FERROVIARIO AOSTA/MARTGNY (1988)

Un progetto che fino ad ora era considerato da molti un'utopia ha trovato il parere favorevole del Senato. Per la prima volta dunque, il progetto del traforo ferroviario del Gran San Bernardo verrà discusso dal governo. E' il Senato a sollecitare l'esame: un ordine del giorno presentato dal parlamentare valdostano Cesare Dujany è stato approvato alle 22,10 di lunedì dopo l'esame e il voto definitivo per la Finanziaria. Nella premessa del documento, il senatore Dujany ha ricordato gli studi del Centro nazionale delle ricerche che indicano una futura e "irrimediabile" congestione del traffico ai trafori e sulle arterie stradali delle Alpi occidentali e quelli dell'Università di Trieste che sottolineano come "neppure la realizzazione di altri trafori stradali permetterà di risolvere il problema del traffico merci nell'area Nord-occidentale". Durante l'incontro organizzato dalla Regione con il mondo dell'imprenditoria valdostana, Pietro Dante Oddone, rappresentante per il Nord Italia della direzione marketing del porto di Genova, è stato esplicito: "Noi siamo entusiasti del vostro progetto". Il presidente della giunta regionale Augusto Rollandin ha detto in apertura dei lavori: "Il pronunciamento del Senato è una risposta concreta che smentisce quanti guardano il nostro progetto di traforo ferroviario con sospetto e ironia. Il 26 febbraio presenteremo a Milano il piano finanziario nel convegno internazionale sui grandi progetti". E gli svizzeri? Per il momento i più interessati al progetto non hanno ancora deciso il da farsi. Gli unici "si" vengono dal cantone Vallese che ha partecipato allo studio dell'opera con la Regione valdostana. L'ampiamento e il miglioramento delle comunicazioni sono giudicati "fondamentali" per lo sviluppo futuro della Valle, tanto che in chiusura dei lavori, il presidente Augusto Rollandin ha sostenuto che "In questa logica, non è contraddittorio l'idea della Regione di perseguire due obiettivi, autostrada e traforo ferroviario con la Svizzera". (La Stampa)

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