venerdì 13 aprile 2007
DAL DENTISTA? ALL'ESTERO (1989)
Senza attendere il 1992, cioè l'abbattimento delle frontiere che favorirà scambi ed esperienze professionali, da anni parecchi valdostani come altri italiani hanno guardato all'estero con maggiore fiducia di quella concessa al proprio Paese. E' nel settore sanitario che si riscontra una più spiccata tendenza all'esterofilia, talvolta immotivata. In Valle, come in altre zone transfrontaliere d'Italia, per esempio è rimarchevole il numero degli espatri per cure odontoiatriche, per recarsi cioè 'dal dentista'. Ad Aosta così, su circa quattromila domande pervenute per il rimborso delle spese sostenute per le cure -dati dell'Unità sanitaria locale- ben il 25 per cento si riferiscono a lavori prestati all'estero (Francia e Svizzera), mentre lo stesso fenomeno è molto meno marcato nella Basse Valle dove negli uffici della Saub di Chatillon e Donnas, questo tipo di richieste non supera il 5 per cento del totale. Ma perchè all'estero? Risponde Luciano Oggero, presidente dell'Ordine dei medici e degli odontoiatri della Valle d'Aosta: "In una certa misura credo che il fenomeno sia dovuto alla vicinanza con il confine e in parte a una questione di convenienza economica, sulla quale però sarei critico". Ed il punto è proprio qui, ovvero sulla convenienza e conomica, poichè si sostiene che andare in Francia o Svizzera si risparmia fino al 40 per cento rispetto ai costi applicati in Valle. E' possibile? "Il dentista è un prestatore d'opera intellettuale -dice René Vierin, vicepresidente dell'associazione medici dentisti- un professionista che non vende manufatti ma progettazione. Per un dente si possono spendere 60 mila lire per l'estrazione come mezzo milione per la cura con la differenza che se salvato quel dente eviterà la spesa di interventi alternativi". (La Stampa)
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