venerdì 24 ottobre 2008

LA SVENTURA DEL NOME...

Il caso fa scuola. La strada della moralizzazione dei nomi parte dalla Liguria, dove uno zelante ufficiale dell'anagrafe si è rifiutato di accettare un nome cui i genitori avevano deciso di dare al proprio figlio: Venerdì. "E' un nome di carattere ridicolo" ha sentenziato l'impiegato, "che può arrecare un grave nocumento al bambino. Pertanto o si cambia o lo registrerò col nome di Gregorio" che altro non era che il nome del santo del giorno. E così è stato. Finalmente "un filtro" alle assurdità -o alla megalomania- di certi genitori, ai quali, in certi casi eclatanti, andrebbe tolta d'ufficio la patria potestà, tanto sono pericolosi nell'affibbiare nomi ai propri pargoli. Ma anche a cognomi -e qui le colpe cadono lontane nel tempo- le cose non vanno poi tanto bene, ma se la sorte ha riservato a qualcuno la "gioia" -si fa per dire- di avere nominativi "un po' strani", non vedo quale cervello può pensare di battezzare il figlio Guido se di cognome fa Labarca. Ma la casistica è lunga, perché sull'elenco telefonico è possibile trovare un Felice Mastronzo -beato lui...-; Domenica Trippa; Culetto Rosa; Massimo Orgasmo; Vito Maiale Brontolone; Pasta Agnese; Piscia Tranquillo e altri ancora. Non sono semplici battute, unioni di parole fatte al bar per ridere tra amici, ma vere e proprie "calamità" aiutate dalla tragedia di avere genitori che "genitori non sono". Perché se il mio cognome è Birra, come posso pensare di chiamare mio figlio Urino? Urino Birra... Suvvia, siamo seri. Mi ricordo che da ragazzo si rideva come matti passando davanti all'insegna di un negozio con su scritto "Ditta Trombella & Chiavaccini", ma penso che potrebbero prenderci le convulsioni dal ridere se un giorno, incontrando una bella ragazza, questa al momento delle presentazioni rispondesse: "Piacere, Vera Zoccola". C'è poco da ridere. Esiste davvero purtroppo... (Gericus)

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