sabato 18 ottobre 2008

CINQUANTANNI DI "DOLCE VITA"

ROMA - A volte il mito nasce per caso. Se non ci fosse stata la ballerina turca Aiché Nanà, chissà, forse il successo di Roma con la sua "Dolce vita" di via Veneto non sarebbe mai scoppiato. Si, perché il tutto nacque da un ritmo di batteria della "Roman New Orleans Jazz Band" che nel novembre del 1950, suonava al Rugantino, un locale di gaudenti vivacchioni della capitale. E' lì infatti, esattamente il 5 di quel mese, complice qualche bicchiere di champagne di troppo e quel suono martellante di batteria, che la 'nostra' Aiché Nanà improvvisò in una Roma bigotta e bacchettona un "bollente" -per l'epoca- strip tease. Ad uno ad uno pertanto, caddero i suoi indumenti, mentre intorno a sé ormai, l'euforia aumentava, come il sudore sulla fronte degli uomini. Rimasta in sole mutandine -che la stampa ricorderà "nere velate di merletto"- , la donna ballò, si sdraio su di un tappeto di giacche e si inarcò con una carica erotica come solo una ballerina turca sa fare, poi, al culmine dell'entusiasmo, arrivò la polizia a mettere fine -come si scrisse allora- "a quello sconcio". Richiesta di documenti ai presenti con tanto di segnalazione in questura, e per la donna, colei che "aveva osato tanto", un processo per atti osceni in luogo pubblico con un inevitabile condanna della Corte d'appello a due mesi di reclusione. Ma se questo interessò cronaca e aule giudiziarie, il fatto varcò perfino i confini nazionali segnando in positivo il nome di una via e di un'intera città, ovvero, la Roma della Dolce vita. Tutto ciò che seguì era, in qualche modo scontato; Anita Ekberg che si bagna nella fontana di Trevi, Fellini che porta nel mondo quest'angolo di città, Linda Christian che si innamora al Cafè de Paris di Tyron Power, i "Paparazzi" con i loro appostamenti e le molte scazzottate con i vip tra i dehors di via Veneto e infine, Cinecittà che per incanto diventa Hollywood. Diventata così l'ombelico del mondo, per anni Roma ha vissuto di questo splendore riflesso, poi, il mito, piano piano è scemato. Dove c'era il Rugantino, oggi per esempio c'è un McDonald's, segno inequivocabile della fine di un era, che era poi quella di Carosello se vogliamo, della legge Merlin e della cagnetta Laika. Quella della rapina di via Osoppo, del secondo governo Fanfani, del delitto Martirano e di Papa Giovanni XXIII°. In poche parole, quella di un Italia 'piccola piccola' che non c'è più. Avessero fatto almeno una statua a Aiché Nanà... (Gericus)
[FOTO: Aiché Nanà durante la famosa esibizione al Rugantino]

Nessun commento: