venerdì 10 ottobre 2008
LA MALEDIZIONE DEL MONTE BIANCO #1
AOSTA - Il 10 novembre 1950, è una giornata grigia e fredda sulla Valle d'Aosta. Nubi basse e precipitazioni di neve qua e là attanagliano la regione nel pieno dell'inverno. In quella stessa giornata e a migliaia di chilometri di distanza, un Lockheed Constellation, (foto di repertorio) un quadrimotore di linea dell'Air India battezzato "Malabar Princess", si stacca dall'aeroporto di Bombay con a bordo 40 passeggeri della Marina mercantile diretti in Inghilterra e destinati ad armare una nave da carico, oltre ad otto membri dell'equipaggio. Ai comandi dell'aereo, un pilota inglese con alle spalle numerose ore di volo. Terminato il lungo tragitto sopra il Mediterraneo e dopo aver sorvolato il Nord/Ovest dell'Italia, da un altezza di 5000 metri il potente quadrimotore inizia la discesa per uno scalo tecnico in Svizzera, il secondo, dopo quello effettuato al Cairo in Egitto. E' sopra la città di Voiron (Francia) che il pilota avvisa la torre di controllo dell'aeroporto di Genève-Cointrin dell'imminente arrivo, ricevendo l'ok dai controllori di terra svizzeri. In quella tarda mattina di novembre, i primi amanti della neve sono già arrivati a Courmayeur (Valle d'Aosta), in quella che tutti considerano, viste le abbondanti nevicate già avvenute, una stagione eccezionale dal punto di vista turistico. E' verso le 10,45 che un immenso boato scuote la zona. In molti alzano gli occhi al cielo, poiché un attimo prima era sembrato di udire anche il rumore di un aereo, ma quelle nubi grigie e basse che nascondono la catena delle Alpi non lasciano intravedere niente. Chissà, forse un tuono lontano... All'aeroporto di Ginevra intanto c'è un certo scompiglio. Le tracce sui radar dell'aereo indiano sono scomparse dai monitor. Ancora non viene lanciato l'allarme, poiché si spera in un oscuramento dovuto a chissà quale causa naturale, e tra queste, in primo luogo, le condizioni del tempo, pessime nella zona in cui vola il Constellation. E' allo scadere delle tre ore di autonomia di volo stimata in base alla capienza dei serbatoi dell'aereo che la certezza di un disastro è ormai chiara, tanto più che alcune telefonate nel frattempo giunte, parlavano di un sinistro boato percepito sia al di qua che al di là del Monte Bianco. E' allarme generale dunque, trasmesso da tutte le antenne dell'arco alpino, dove Forze dell'ordine e Soccorso di montagna sia italiani che francesi si mettono in movimento. [Fine Prima parte] (Gericus)
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