Tradimento con il cuore dunque, e seppure il marito Camillo Casati Stampa credeva che tutto ciò fosse il "capriccio" di un momento di sua moglie, Anna Fallarino, (foto) e che presto tutto sarebbe ritornato come prima, le cose non andarono affatto così. Lo vedeva del resto che la consorte non era più la stessa, distratta con lui e allegra e sorridente quando invece era al cospetto di quel Massimo Minorenti, l'unico tra i tanti amanti a non essere considerato dalla donna solo un oggetto del piacere ma qualcosa di più. E Camillino si macerava nell'osservare, furtivo, gli sguardi che sempre più spesso questa lanciava al giovane durante feste o incontri "fortuiti" che stranamente avvenivano sempre più frequentemente, ma che di certo invece, erano programmati. Le sue angosce il marchese le affidava a quel diario che aveva cominciato a scrivere da quando si era legato alla bella Anna, tanto che in una pagina si legge: "Sono schifato da quanto sta succedendo. Questa è la più grande delusione della mia vita, vorrei essere morto e sepolto per non assistere a tutto ciò. Ho il voltastomaco per tanta piccineria dimostrata da Anna. Solo lei, con la mentalità da piccolo borghese che si ritrova, avrebbe potuto farmi una cosa losca di questo genere. Pensavo fossimo una coppia, l'unica, legata veramente..." No, Camillo Casati un tradimento simile proprio non poteva sopportarlo, non lo accettava, anche perché la situazione ormai stava precipitando. Anna, infatti, non nascondendo più la sua "sbandata" per Massimo, sempre più spesso si faceva vedere in giro abbracciata al giovane, a volte in atteggiamenti intimi talmente spinti da mettere in imbarazzo chi si trovasse nei paraggi. E tutto ciò naturalmente -e immancabilmente-, giungeva agli orecchi del marito Camillo, il quale, più di una volta, invitò la moglie ad un comportamento più serio e discreto. Stranamente, cercava di salvare la reputazione, sebbene fosse stato lui ad iniziare quel "gioco" di letto. Difficile afferrarne il concetto o se vogliamo, le differenze, ma per il marchese, pilotare e assistere agli amplessi della moglie con altri, per lui non significava tradimento, ma questo lo diventava invece quando era la donna a decidere con chi, dove e quando andare, e soprattutto, di nascosto a lui. Al di là di queste "quisquiglie", mai il marchese si lasciò andare a scenate di gelosia con la moglie, finché non scoprì che Anna aveva cominciato a regalare soldi a piene mani al suo amante. In una discussione piuttosto accesa tra i due coniugi, Camillo infatti chiamò spregiativamente "pappone" il giovane, vietando a quest'ultima di incontrarsi ancora con lui. Lo aveva capito però che la crisi con Anna era ormai irreversibile e tutto ciò non poteva sopportarlo. Così come non sopportava che qualcuno avesse "inceppato" quel gioco di sesso perverso che lui stesso aveva creato. (Gericus) [fine quinta parte. continua]
domenica 31 agosto 2008
ANNA FALLARINO CASATI: AMORE E MORTE #5
Tradimento con il cuore dunque, e seppure il marito Camillo Casati Stampa credeva che tutto ciò fosse il "capriccio" di un momento di sua moglie, Anna Fallarino, (foto) e che presto tutto sarebbe ritornato come prima, le cose non andarono affatto così. Lo vedeva del resto che la consorte non era più la stessa, distratta con lui e allegra e sorridente quando invece era al cospetto di quel Massimo Minorenti, l'unico tra i tanti amanti a non essere considerato dalla donna solo un oggetto del piacere ma qualcosa di più. E Camillino si macerava nell'osservare, furtivo, gli sguardi che sempre più spesso questa lanciava al giovane durante feste o incontri "fortuiti" che stranamente avvenivano sempre più frequentemente, ma che di certo invece, erano programmati. Le sue angosce il marchese le affidava a quel diario che aveva cominciato a scrivere da quando si era legato alla bella Anna, tanto che in una pagina si legge: "Sono schifato da quanto sta succedendo. Questa è la più grande delusione della mia vita, vorrei essere morto e sepolto per non assistere a tutto ciò. Ho il voltastomaco per tanta piccineria dimostrata da Anna. Solo lei, con la mentalità da piccolo borghese che si ritrova, avrebbe potuto farmi una cosa losca di questo genere. Pensavo fossimo una coppia, l'unica, legata veramente..." No, Camillo Casati un tradimento simile proprio non poteva sopportarlo, non lo accettava, anche perché la situazione ormai stava precipitando. Anna, infatti, non nascondendo più la sua "sbandata" per Massimo, sempre più spesso si faceva vedere in giro abbracciata al giovane, a volte in atteggiamenti intimi talmente spinti da mettere in imbarazzo chi si trovasse nei paraggi. E tutto ciò naturalmente -e immancabilmente-, giungeva agli orecchi del marito Camillo, il quale, più di una volta, invitò la moglie ad un comportamento più serio e discreto. Stranamente, cercava di salvare la reputazione, sebbene fosse stato lui ad iniziare quel "gioco" di letto. Difficile afferrarne il concetto o se vogliamo, le differenze, ma per il marchese, pilotare e assistere agli amplessi della moglie con altri, per lui non significava tradimento, ma questo lo diventava invece quando era la donna a decidere con chi, dove e quando andare, e soprattutto, di nascosto a lui. Al di là di queste "quisquiglie", mai il marchese si lasciò andare a scenate di gelosia con la moglie, finché non scoprì che Anna aveva cominciato a regalare soldi a piene mani al suo amante. In una discussione piuttosto accesa tra i due coniugi, Camillo infatti chiamò spregiativamente "pappone" il giovane, vietando a quest'ultima di incontrarsi ancora con lui. Lo aveva capito però che la crisi con Anna era ormai irreversibile e tutto ciò non poteva sopportarlo. Così come non sopportava che qualcuno avesse "inceppato" quel gioco di sesso perverso che lui stesso aveva creato. (Gericus) [fine quinta parte. continua]
sabato 30 agosto 2008
LA CAMBIALE LIBICA
E' come l'influenza, che periodicamente si manifesta. La "cambiale libica" ormai ci accompagna da anni, e nonostante il secolo ormai passato dall'occupazione della Libia -1911-12- da parte dell'Italia, il leader libico Muammar Gheddafi (foto) continua a batter cassa verso il nostro Governo. Partendo dal presupposto che l'Italia di oggi non ha niente a che vedere con il regime di allora, trovo umiliante che qualsiasi nostro premier succedutosi negli anni si sia sempre cosparso il capo di cenere di fronte a tali richieste, senza mai fare il punto della situazione, ricordando al signor Gheddafi, che negli anni dell'occupazione, gli italiani costruirono di tutto in quella terra, strade, ponti e abitazioni, e che al nostro ritiro -o alla nostra disfatta...- tutto restò in loco, ad esclusivo e totale vantaggio della popolazione libica. Oltre a questo poi, come la mettiamo con la cacciata degli italiani -avvenuta il 25 luglio del 1970- ancora residenti colà e la conseguente confisca di tutti i loro averi? Ma se a questo aggiungiamo poi che già nei tempi andati c'era già stato un accordo finanziario tra l'Italia e la Libia per chiudere il contenzioso, perché si continua a batter cassa? Questa volta è Silvio Berlusconi a genuflettersi davanti al leader libico, con l'offerta di un investimento di 5 miliardi di dollari, per la costruzione di un autostrada costiera che unisca il confine egiziano a quello della Libia. Tutto questo però, con la vaga speranza che le autorità libiche "chiudano i cancelli" a quella marea di disperati che quotidianamente partono da lì verso le nostre coste. Praticamente "un ricatto", accettato a testa china -è il nostro stile ormai...- anche da Berlusconi. Ma in questo momento di "volemoci bene", un regalo extra per il Colonnello: la restituzione alla Libia della Venere di Cirene, la statua scoperta da archeologi italiani nel 1913 e da allora custodita nel Museo nazionale di Roma. Genuflessioni dunque davanti ad un interlocutore che non usa il linguaggio della diplomazia, ma addirittura lancia delle minacce -oltre ai tre missili che fortunatamente finirono al largo di Lampedusa anni fa-, come quando nel 2006, davanti alla sua folla, urlò che "Se Roma si rifiuterà di indennizzare Tripoli, ci saranno delle aggressioni". Questo dunque è il punto della situazione, il punto in cui i pronipoti pagano per le colpe commesse dai trisavoli. Un precedente che speriamo non apra altre vertenze storiche. I Romani, nostri antenati, invasero mezzo mondo... (Gericus)
venerdì 29 agosto 2008
ERA IL TEMPO DELLE MELE...
In quel lontano martedì del 14 marzo 1967, Kevin Bradley e Terry Romano, 23 anni lui e 18 lei si trovavano sulla spiaggia di Malibù, California. Il rumore del traffico sulla Pacific Coast Highway che scorreva poco distante, per loro era inesistente, nonostante il frastuono dei grossi "truck" a 18 ruote che incrociavano l'arteria. L'amore, in fin dei conti, fa anche questo. Una giornata di cielo azzurro quel giorno, e loro due, nella distesa bianca della spiaggia a guardare il tramonto, abbracciati in un unico corpo. Ultima giornata di vacanza per il fante Bradly, che il giorno dopo sarebbe partito per il Vietnam, dove la sua Compagnia era attestata nella zona di Saigon. Non ci furono parole né lacrime per questo distacco, ma un impegno tra i due innamorati. Su una cartolina comprata poco prima infatti, Kevin e Terry scrissero solo poche parole: "Me and you forever, till the end of the world", quindi i loro nomi. Arrotolata e messa dentro ad una busta di plastica, la cartolina fu a sua volta inserita dentro ad un contenitore in alluminio nel quale si conservano i sigari, poi il tutto fu nascosto sotto mezzo metro di sabbia. Il sole tingeva di rosso il cielo quando i due innamorati se ne andarono e poi, nella notte, baci carezze e amore. Un mese dopo, il 23enne maggiore di fanteria Kevin Bradley venne dato per 'disperso in zona di guerra'. La vita non tiene molto in considerazione i sentimenti, gioia, lacrime o voglia di vivere, né tanto meno un impegno d'amore come quello sigillato dai due giovani innamorati. Terry attese notizie del suo Kevin per anni, poi con la famiglia si trasferì a Scottsdale in Arizona. Scorrono veloci i giorni, e gli anni, poi un matrimonio finito male dopo appena solo sei anni, quindi lo scandire del tempo che segna l'esistenza. Fu una sera sul finire di febbraio del 2007 che dalle nebbie dei ricordi saltò fuori una frase: "Torneremo a riprendere questa cartolina tra 40 anni precisi". Una lacrima rigò il volto di Terry, perché questa frase che ora le era tornata a mente la pronunciò il suo Kevin quel giorno sulla spiaggia di Malibù in quel 14 marzo del 1967. Quarant'anni volati come un soffio, e per di più con la scadenza che avveniva tra un paio di settimane esatte. Il 14 marzo del 2007, Terry Romano, ormai 59enne si ritrovò sulla spiaggia di Malibù. Molte cose erano cambiate da allora, e solo il rumore del traffico che giungeva dalla Pacific Coast Highway era rimasto lo stesso. A colpo sicuro si recò dove credeva di aver nascosto la cartolina, poi cominciò a smuovere con le mani la sabbia bianca. "Cercavi forse questa"? qualcuno pronunciò alle sue spalle. Terry si girò lentamente verso quella voce. Kevin Bradley, 64 anni, con la cartolina in mano la aiutò ad alzarsi: "Sei ancora bella Terry". Non ci furono altre parole, solo un lungo abbraccio, mentre il cielo in quel tramonto si tingeva di rosso. Lo stesso intenso colore come quello di 40 anni prima... (Gericus)
martedì 26 agosto 2008
L'ANIMA GEMELLA? OGGI LA TROVI COSI'...
lunedì 25 agosto 2008
OMOFOBIA O SESSOFOBIA...
LA MALEDIZIONE ARRIVA DA EST
[foto da sinistra: Andrei Vasile Bohus e Paul Petre]
domenica 24 agosto 2008
C'E' MAMMA E MAMMA...
E' quando una certa civiltà è in decadenza che altre prendono il suo posto, e chissà che non sia quella degli animali a sostituirci nel mondo del futuro. Ultimo segno che va in questa direzione -ma quanti altri ce ne sono stati!- ce lo racconta China, (foto) una cagnetta meticcia in quel di Abastos, un paesino a 50 chilometri da Buenos Aires. Nella notte del freddo inverno argentino, un 'guaito' insolito ha destato la curiosità di China. Guidata dall'istinto, la cagnetta si è diretta verso quella fonte del suono per vedere di cosa si trattasse: era il corpicino nudo di un neonato appena partorito e subito gettato in strada. Per China, tutto ciò non ha fatto nessuna differenza, tra quel "cucciolo di uomo " e i suoi sei partoriti da alcune settimane e nel caldo della cuccia poco distante. Con la dolcezza e tenerezza di una mamma, China così ha preso tra i denti il neonato -con ancora il cordone ombelicale attaccato- , e lo ha portato nella sua cuccia, mettendolo tra i suoi cuccioli. E' il gesto istintivo di quella cagnolina dunque, che ha salvato da morte certa per assideramento il neonato, oltre alla prontezza del padrone del cane Favio Anzé, che svegliatosi a causa di alcuni strani "vagiti" provenienti dalla cuccia, si è vestito ed è sceso a guardare al suo interno: sporca di sangue e fango e al sicuro tra gli animali, ha scorto il bebè. La corsa disperata all'ospedale Alejandro Korn e le cure immediate per quel "fagottino", che altro non era che una bambina venuta al mondo da poche ore. La madre naturale e "snaturata", scovata poco dopo dalla polizia, è una ragazza di 14 anni, che durante la notte aveva partorito da sola la bambina e subito se ne era disfatta. Orribile storia sul lato umano ma una bella fiaba come quelle raccontate da Rudyard Kipling, dove gli animali -e questa è la realtà, e se vogliamo un ulteriore conferma, leggiamo il post precedente sul balenottero Colin- dimostrano sempre più amore che non gli uomini. Lo ha detto anche il dottor Egidio Melia, il primario che ha preso in consegna il neonato: "L'istinto materno della cagnetta è stato più forte dell'istinto materno della madre". C'è dunque una morale tra i due gesti? (Gericus)
venerdì 22 agosto 2008
COLIN, UNA BARCA PER MAMMA
SIDNEY - Non so se sia stato fatto tutto il possibile per salvare la vita di questo cucciolo di balena, fatto sta che Colin, questo è il nome dato al cetaceo, è stato soppresso questa mattina dai responsabili del Servizio Parchi Nazionali dell'Australia. La sua storia aveva fatto il giro del mondo, per quelle toccanti immagini del piccolo balenottero attaccato ad ogni barca che incontrava, convinto che questa fosse la madre. Inutili gli sforzi di farlo ritornare al largo in cerca magari dei suoi simili, poiché al primo passaggio di uno yacht, Colin vi si attaccava col muso cercando le mammelle da succhiare, come del resto fanno tutti i cuccioli di animale. Affamato quindi e soprattutto ferito da un attacco -sicuramente- degli squali, Colin vagava così da giorni nello specchio di mare dell'insenatura di Pittwater Bay, presso Sidney, senza possibilità di aiuto. Tre settimane appena di vita e bisognoso di latte materno, Colin piano piano si è indebolito, tanto che per i soccorritori del Servizio Parchi, si è prospettata solo una decisione, cioè la soppressione, tutto ciò -come ha asserito Chris McIntosh, responsabile del Parco, "per abbreviare la sua agonia". Di tutt'altro avviso però è stato Brett Devine, del Devine Marine Group, un associazione di animalisti, il quale ha urlato che "ci avevate promesso altre 24 ore prima di passare all'azione", tempo necessario cioè per mettere a punto un apparecchio speciale per poter allattare il balenottero. Per gli scienziati, tutto ciò era inevitabile, "perché stava soffrendo troppo, e l'eutanasia era l'unica soluzione rimasta". Neppure il contributo di un aborigeno, esperto nel canto delle balene, ha potuto migliorare la situazione, quindi un veterinario questa mattina ha iniettato al balenottero una forte dose di sonnifero, poi, trasportato a riva, Colin ha ricevuto l'iniezione letale. "IL cucciolo è stato sottoposto a eutanasia in maniera discreta e umana" ha commentato McIntosh. "E' stato un momento molto triste, ma Colin si è addormentato dolcemente". (Gericus)
O.K. CORRAL ITALIANO
[foto tratta da "Tombstone" di Walter Noble Burns]
mercoledì 20 agosto 2008
ANNA FALLARINO CASATI: AMORE E MORTE #4
Massimo Minorenti ha qualcosa che la intriga. Sarà l'arte amatoria, gli occhi sempre con una punta di malinconia, o la giovane età, che però, se andiamo ben a guardare, è la stessa di altri giovani che l'hanno stretta tra le braccia con ardore. Sicuramente è uno che "a letto ci sa fare", perché si racconta che fin dai tempi della scuola, questo giovane "play boy" marinava la scuola per scivolare tra le lenzuola di qualche bella signora. Si racconta pure che questi avesse avuto come "insegnante", donne del tipo di Lola Falana, a quei tempi famosa soubrette televisiva soprannominata la "Venere nera", oltre che una parentesi sentimentale con Zorica Milosevic, sorella di un body-guard di Alain Delon. Con un passato alle spalle di tutto rispetto dunque, Massimo Minorenti era così entrato nelle grazie e nel letto -oltre che nel cuore- della bella e sensuale Anna Fallarino Casati Stampa di Soncino (foto). Quel "colpo di fulmine" della donna però era l'imprevisto che non doveva accadere. Mai prima di allora infatti, la marchesa aveva fatto sbocciaredei sentimenti verso uno dei tanti partner che occasionalmente il marito le procurava, mentre invece adesso, solo Massimo aveva nei pensieri e solo a lui voleva concedersi. E il dilemma era, non farlo sapere a Camillo. Un sentimento -o una forte attrazione?- che provava anche Massimo verso la donna, tanto che a quest'ultimo ormai non interessavano più come una volta, le avventure di letto con altre bellissime e corteggiatissime signore della Roma bene, sempre pronte ad accaparrarsi le prestazioni di questo giovane amante. E per non destare sospetti, Anna Fallarino, coinvolgendo il marito, cominciò ad organizzare festini invitando molte persone, tra le quali non mancava mai però il "suo" Massimo, una cosa questa che non passò inosservata a Camillino, tanto che una sera, tra amici, sbottò con un "E' la prima volta che mia moglie mi tradisce con il cuore", poi, con una certa sicurezza, aggiunse: "Ma sono certo che le passerà". (Gericus)[fine quarta parte. continua]
martedì 19 agosto 2008
LA VITA BREVE
lunedì 18 agosto 2008
LE ZECCHE D'ITALIA
Anche le zecche vanno in ferie. Una volta viaggiavano tra i comodi peli di Fido, una succhiata qua e una succhiata là, poi, visto che Fido veniva sempre più spesso abbandonato in autostrada e il suo viaggio finiva tra le ruote di un Tir, le zecche si sono fatte furbe: viaggiano su treni e navi, sicure che almeno al mare o in montagna ci arrivano. La realtà dunque che anche le zecche nel loro piccolo "non sono poi così stupide" arriva dall'ennesimo titolo sui giornali: "Viaggio da incubo tra insetti e sporcizia". Qui le "care bestioline" avevano preso l'Espresso 806 Napoli/Torino, un treno a quanto pare caro a questo tipo di viaggiatori, dato che su quello stesso convoglio, il 31 marzo scorso c'era già stato un incontro tra zecca e uomo, finito con l'umano al pronto soccorso per alcune punture ricevute dallo sgradito "compagno di viaggio". Un treno del resto più per le zecche che non per gli uomini, perché nelle denunce si parla di "macchie di unto su sedili e poggiatesta, finestrini lerci da impedire la visuale esterna, cestini ricolmi di rifiuti e addirittura un paio di boxer sporchi tra i cuscini di una poltrona". Ce n'è quanto basta per invogliare un esodo in massa di zecche, pulci o cimici che dir si voglia... Pertanto, prima che qualcuno si alzi e dica "che anche gli insetti hanno gli stessi diritti degli uomini", perché non si ritorna all'antico, disinfestando le carrozze a fine corsa, e la notte controllare che non diventino preda di sbandati, barboni e clandestini, tutta gente insomma in perenne astinenza di acqua e sapone. Non era poi così sgradevole quel periodo, perché allora le zecche viaggiavano sugli animali e le persone sul treno... (Gericus)
sabato 16 agosto 2008
LO "SFIGATO" DEI MIEI TEMPI...
Mi ricordo che nelle prime festicciole in casa, chi "metteva i dischi" era sempre il più sfigato della combriccola. Si, perché mentre gli altri "si davano da fare" con le ragazzine, lui, il povero diavolo, non trovava altro di meglio che abbinare un pezzo di Celentano ad un rock di Gene Vincent, un lento di Mina ad un brano dei Champs. Un certo Danny Tenaglia, (foto) americano, quell'assurdo lavoro lo ha tramutato in oro, si, perché diventato un D.j. professionista, il tipo si fa pagare cifre da capogiro per far ballare la gente, tanto che nella sua unica tappa italiana, saranno ben 72.000 gli euro che i proprietari della discoteca "Cocoricò" di Riccione dovranno scucire, suddivisi così: 47 mila per le saccocce del Tenaglia, e altri 25.000 per spesucce varie. A cosa si riferiscono queste voci? Presto detto: all'aereo privato, a dieci cartoni di champagne, a dieci di acqua minerale e un secchiello del ghiaccio che deve essere cambiato ogni 15 minuti, oltre ad un ala intera di un lussuoso albergo di Cattolica prenotata per ben quattro giorni. Follie da star, capricci da prime donne se vogliamo, tant'è che i proprietari del Cocoricò non hanno battuto ciglio. Ma una cifra del genere, sarà un investimento o una sicura rimessa? Davide Nicolò, uno dei pr della serata, ricorda che quando Danny Tenaglia arrivò per la prima volta al Cocoricò nell'estate dell'anno scorso, -sono recidivi allora!- in discoteca si contarono 700 persone che spesero 50 euro a testa. Pertanto? "Questa volta si spera che ne arrivino di più"... Il 'nostro' Tenaglia a queste "formalità" non guarda. Poche apparizioni e poi via, (domani 16 sarà a Riccione; il 23 al South West4 di Londra; il 25 al Dreamer di Marbella; il 19 settembre al Tripod di Dublino e il 27 al Sankeys di Manchester) senza neppure dare la soddisfazione alle "teste paganti" di poterlo 'ammirare', dal momento che -non fanno così anche le star?- si nasconderà dietro un vetro scuro fatto installare per l'occasione intorno alla consolle. Chi l'avrebbe mai detto che "lo sfigato" dei miei tempi sarebbe arrivato a tanto... (Gericus)
venerdì 15 agosto 2008
BRUCIA CADAVERE, BRUCIA
Più che fantasia bisogna "aver pelo". Si, perché non so come si faccia ad arrivare a concepire una simile nefandezza pur di far quattrini: cremare i cadaveri per finta. E' successo in quel di Massa Carrara, quella parte della Toscana che va a finire in Liguria, ed è lì che i carabinieri stanno indagando per far luce su uno dei più macabri e immorali crimini commessi sulla pelle dei morti. Come dicono le statistiche, le cremazioni in Italia hanno avuto un incremento esponenziale nel corso degli ultimi vent'anni, passando dalle 3650 del 1988, alle oltre 56.000 del 2007. Un "mercato" dunque in crescita, e che ha fatto gola a qualcuno, pensando che tra funerale, cremazione e consegna delle ceneri, la spesa si aggira mediamente sui 2.500/3000 euro. Ecco dunque il "business", che non teneva conto né del dolore dei familiari dello scomparso né della pietà dei defunti, perché quest'ultimi, erano considerati solo "oggetti da smaltire". Come? Se mettere un cadavere nel forno crematorio ha un prezzo di gestione, metterne dentro una decina avrebbe abbassato i costi base innalzando il guadagno netto. E se invece i corpi, una volta incassato il compenso, non fossero addirittura stati cremati? E così è partito il losco affare. Per far fronte alle esigenze, cadaveri che venivano "stivati" in scantinati e celle frigorifero -assieme a carogne di animali- in attesa di cremazione, e di conseguenza ceneri rese ai parenti appartenenti a chissà chi, in questo raggiro che non rispettava nessun valore morale, neppure quello della morte e del dolore. Tredici persone arrestate -speriamo solo che siano marziani...-, un impresario di pompe funebri, dipendenti comunali ed anche un ex capitano dei Carabinieri oggi in pensione. A far scattare le indagini, oggetti funebri -maniglie delle bare e croci- che venivano rivenduti con troppa disinvoltura. Chi avrebbe mai detto che da quel semplice sospetto dei carabinieri, la nostra società sarebbe ripiombata ai tempi delle streghe... (Gericus)[Foto: involuzione dell'Uomo]
giovedì 14 agosto 2008
BRIATORE: MENU 'LOW COST'...
La crisi c'è, e purtroppo bisogna correre ai ripari. Anche dal settore del commercio, sempre attento sulla situazione economica del Paese, è partito recentemente infatti quel "abbassiamo i prezzi se vogliamo che i turisti spendano", un saggio consiglio che ha trovato subito una marea di consensi tra i vacanzieri, indecisi se spendere una fortuna per sdraio e ombrellone o per un pasto al ristorante. Ed è proprio nel settore della ristorazione che subito si è fatto a gara nel calmierare i prezzi, e questo è avvenuto a qualsiasi livello, sia dalla "piola" più scadente al ristorante "cinque forchette e sei cappelli", quelli per intenderci visionati e incoronati dalle guide gastronomiche. Primo tra i proprietari dei locali più esclusivi di casa nostra a ritoccare i prezzi, nientemeno che Flavio Briatore, padre e padrone del Billionaire, il ritrovo Vip della Costa Smeralda: "La crisi c'è, eccome" ha ammesso Briatore, "e proprio per questo, per cercare di superarla, abbiamo appena varato un menù turistico a 200 euro". Si, avete letto giusto: 200 euro a testa, per un pranzo. Certo, per uno che spende cifre da capogiro per un matrimonio, uno che se la spassa dalla mattina alla sera tra moglie, veline e starlette, fiumi di champagne e Formule Uno, yacht e disco music, 200 euro hanno il sapore di una miseria... Conosco un padre di famiglia invece -e come lui ce ne sono milioni!- che 200 euro rappresentano un quinto dello stipendio, di quello stipendio che a metà mese si è già volatizzato, e che al massimo, se una sera proprio vuole portare la famiglia a mangiare fuori, la porta "dal Puzzone", la trattoria all'ingresso della città, dove con 50 euro ci mangiano in tre. Diavolo di un Briatore! Risparmiaci battute come queste, e continua -in silenzio magari- a gongolarti in quel mondo di "Leli, Costantini e Yespiche", un mondo arrivato ormai agli sgoccioli del suo essere, e dove i primi sintomi di repulsione, espressi per il momento a gavettoni d'acqua, sono comparsi improvvisamente in questi giorni. Ammettere candidamente di aver abbassato i prezzi a 200 euro per un pranzo, chissà perché mi ha fatto ritornare a mente il simpatico Alberto Sordi, che nel film "I Vitelloni" faceva il classico gesto dell'ombrello a chi si guadagna la vita duramente, salvo poi darsela a gambe per non prendersi le conseguenze di quel gesto... (Gericus)
mercoledì 13 agosto 2008
CHIARA, UN ANNO FA...
Era un afoso lunedì quel 13 agosto del 2007 quando venne ritrovato il corpo massacrato di Chiara Poggi, la studentessa 26enne di Garlasco. A un anno esatto di distanza, l'unica cosa certa è la sua morte, poi il buio. Un delitto brutale, senza senso , un unico indiziato, Alberto Stasi, il fidanzato. Giuseppe e Rita Poggi, i genitori di Chiara, affrontano questa triste ricorrenza con tutta la loro dignità, dignità del resto dimostrata fin dai giorni più crudi. Un unico e grande rimpianto: "Se fossi stato un po' più severo, oggi mia figlia sarebbe ancora viva" sussurra il padre di Chiara. Ma come fai ad essere severo con una figlia come Chiara, una ragazza semplice e senza grilli per la testa, con una laurea appena presa e un impiego appagante, insomma, una figlia che ogni padre desidererebbe avere. Tant'è che quell'estate, la prima volta in assoluto, la famiglia non partì unita per le vacanze in Alto Adige, poiché Chiara, la dolce Chiara, decise di restare a casa, "perché la montagna mi annoia e poi perché Alberto ritorna da Londra proprio in questi giorni". Pur con un certo disappunto, Giuseppe Poggi non fu capace di opporsi a quel desiderio della figlia, perché il cuore, l'amore paterno per quella "bambina" che cresce, prese il sopravvento. Una lista di note scritte dalla madre -chi non lo fa- e appese in giro per ricordare a Chiara di non aprire la porta a estranei, istruzioni sul gas, luce, porta basculante... Domenica 12 agosto, al telefono, è l'ultima volta che Giuseppe e Rita Poggi hanno sentito la voce della figlia: "Va tutto bene, non preoccupatevi" è la risposta rassicurante di Chiara. Chissà, forse l'assassino è già vicino a lei, pronto a colpire, chissà poi chi e chissà poi perché. Il resto è solo cronaca nera, sangue, due occhi socchiusi nell'agonia della morte. Ieri, per Chiara Poggi una marea di rose, orchidee, fiori di campo, mandati da amici, parenti e semplici conoscenti. Per i genitori, il solito dolore e una domanda che nasce nel profondo nel cuore: "Aspetto solo che mi dicano come è andata, tutto qui..." (Gericus)
lunedì 11 agosto 2008
L'AMORE VIGLIACCO
La vendetta più bieca, volgare e umiliante. Non c'è scampo. L'idiota, quando finisce un amore, viene fuori con tutte sue limitazioni, con tutto il suo lerciume. Quel "non ti amo più", sussurrato dall'amata, è vissuto come un affronto troppo sfacciato. L'ego non ha limiti. A Rovigo, una storia simile -come altre milioni di storie nel mondo- è finita pressappoco così, un paio di anni fa. Lei, una dolce ragazzina di 16 anni, lui, pochi di più. Giorni e mesi felici, certo, romanticherie da adolescenti, serate in discoteca e "ti amo", "io di più", poi, come spesso accade alla fine di ogni bella stagione, il vento che arriva e spazza tutto. Chissà quale sarà stato il motivo e chissà con quanto coraggio lei, la ragazzina sedicenne, avrà sussurrato il "basta, finiamola qui". Charles Aznavour cantava "Devi sapere, lasciar la tavola, quando all'amor non servi più"... Troppo giovane questo "lui" per aver ascoltato in musica il dolore di un amore che muore, e fatto oro di certe parole... Allora non c'erano certo i "telefonini" a "impicciare" gli addii, perché proprio sul telefonino, il "lui" di questa storia si è affidato, ma non per scrivere messaggi d'amore indirizzati alla sua "lei", bensì per ricattarla, per ferirla nella sua intimità più profonda. Quando l'amore arriva dirompente, anche la voglia di donarsi scatena passioni, e così era stato. Momenti di fuoco immortalati "come pegno d'amore" proprio sul telefonino, che se prima erano il loro segreto, ora diventavano un arma contro di lei, la "perfida che ha osato lasciarmi". Internet è l'arrivo -spesso- di ogni bestialità. Quelle immagini, messe in rete per una lurida rivalsa, due anni dopo hanno dato i loro nefasto risultato. Era profondamente cambiata la piccola donna sedicenne. Via il sorriso e via la voglia degli amici, della vita tutta da vivere. L'altra sera ha salutato i genitori e si è apprestata per andare a dormire. Prima però ha preso la pistola del padre che questi teneva in una cassaforte, poi si è rinchiusa in camera. Un solo colpo dritto al cuore, ed è volata via... (Gericus)
sabato 9 agosto 2008
LA GUERRA NON FA... AUDIENCE
[foto da Il Corriere online: il dolore davanti alla morte]
IL CRISTO DELLE VETTE
[foto (copyright): la statua nel giardino del Seminario Maggiore di Aosta]
venerdì 8 agosto 2008
CASE CHIUSE... COMPUTER APERTI...
Una finestra aperta sul mondo, ma anche sui vizi più nascosti della gente. Oggi tutto passa attraverso internet: acquisti online, informazione, cultura, lavoro... Ma se uno si sofferma un minuto in più del dovuto, ecco il lato "nascosto", quello degli annunci "sottobanco", primo dei quali quello del sesso. Si, sesso per tutti i gusti e per tute le età, sado, etero e homo, basta scegliere la pagina. Ma proprio su queste pagine, scopriamo anche vizi e ... virtù del mondo femminile curiosando in chat a loro dedicate, e dove la frase più casta è "come sei messo a misure". Studentesse e sposate non fa differenza, perché quello che conta, è un sano incontro di sesso e niente più. Una certa Tiziana, 22 anni, (foto) studentessa, unisce l'utile al dilettevole: "Ciao, mi chiamo Tiziana e sono tutta accaldata... Mi piace il pisello. Effettuo show in cam per puro esibizionismo, mi piacciono quegli incontri "cam to cam". Domandami ciò che vuoi durante lo show, io lo esaudirò. In cambio dello show, ricevo esclusivamente come pagamento ricarica Tim con Ricaricard a codici. Le mie tariffe sono: 10 euro per 15 minuti; 20 euro per 30 minuti e 30 euro per 50 minuti. Il mio contatto è: (omesso...). Ti sto aspettando, dai, raggiungimi, sono troppo accaldata in questi giorni...." E mentre la nostra studentessa cerca di 'abbassare la sua temperatura corporea', altre cercano contatti per rompere la monotonia quotidiana, e tra queste, molte -se non tutte- sono donne "felicemente" (?) sposate, benestanti e in carriera. Fiore66, genovese, senza preamboli avverte subito: "Devi essere carino, superdotato, pulito e sui trent'anni. Devi essere libero dal lunedì al mercoledì, perché poi rientra mio marito". Ma c'è anche chi va oltre, come Erika di Torino, 45 anni: "Sono disinibita e aperta a qualsiasi emozione. Adoro fare sesso in tre. Graditi 25/30enni, italiani e non sposati". Manu73 ,studentessa di Pescara cerca una "lei": "Delusa dagli uomini, cerco dolce compagna per fare sesso, etero/gay nessuna differenza. Solo nel week end e a casa mia". Ma c'è anche la moglie che trova eccitazione nel "rimorchiare" sconosciuti: "Senza coinvolgimento dei sentimenti. Sesso puro. Preferibilmente con uomini max. trentenni della mia città. Coniglietto70". Ecco fatto. Questo -ed altro!- è ciò che si vede da questa finestra aperta sul mondo... (Gericus)
mercoledì 6 agosto 2008
OCCHIO ALLE TRUFFE #11
NON RISPONDERE! CESTINARE!!!
Oltre a questo, una certa Lenore E. Benson mi sbatte in faccia una domanda che spesso un uomo, nel suo intimo, si pone:
"Is your girl satisfied or not due to your small dick"? che in parole nostre vuol dire se "la mia ragazza è soddisfatta o no del mio piccolo... pisello". A parte che bisognerebbe chiederlo proprio alla mia ragazza, la tipa in questione aumenta la dose: "Grow your small dick... rock solid hardness that feels bigger, wider and fuller (to you and to her), throbbing powerful blood flow to the penis, all night stayng power" [sviluppa il tuo piccolo pene, rigido come una pietra che sembra più grosso, spropositato e abbondante per te e per lei, pulsante di sangue e tutta la notte in tiro...". Caspita, è tutto un programma. Certo questa Lenore se ne deve intendere...
NON CERCATE ALTERNATIVE IMPOSSIBILI!!!
E passiamo all'ultima -per il momento- mail. Chi la manda, dice di chiamarsi Elena, ha 31 anni e vive in una provincia della Russia. Ha una figlia di 6 anni, e suo marito, e padre se ne è andato di casa, costringendo Elena a vivere da sua madre, rimasta da poco senza lavoro. "During last months, prices for gas and electricity became very high in our region and we cannot use it to heat our home anymore", cioè, a causa dei prezzi del gas e della elettricità saliti vertiginosamente negli ultimi mesi, noi non possiamo più permetterci di riscaldare la nostra casa". Lei, Elena, dice che lavorando saltuariamente in biblioteca, per caso ha trovato il mio indirizzo telematico, e spera che io possa aiutarla. Come? Aiutandola a comprarle una stufa a legna, che per noi europei ha un prezzo accessibile, ma non per loro, quindi avrebbe bisogno di 193 euro per togliersi dal freddo. Non sarebbe una grande cifra dunque, e la storia che ci racconta è molto triste, se solo non fosse tutta una truffa...
LASCIATE PERDERE...
Questo è tutto per il momento... (Gericus)
NIENTE DI PIU' NIENTE DI MENO...
martedì 5 agosto 2008
ANNA FALLARINO CASATI: AMORE E MORTE #3
Il gioco a tre è iniziato, e Camillino, un po' su con l'età rispetto alla giovanissima moglie Anna Fallarino, si compiace nell'osservare quei giovani che di volta in volta si susseguono nel talamo matrimoniale, e forse, inconsciamente, immedesimandosi nelle arti amatorie che questi dimostrano. E la bramosia di non perdere un attimo di quegli amplessi, lo spinge, Polaroid in mano, a scattare migliaia di foto, dove soggetto principale è la moglie, nuda e felice tra le braccia di quegli sconosciuti e i luoghi sono i più disparati: camera da letto, spiaggia, cabine ed altro ancora. Con foto e commenti, Camillino affidava al diario i suoi deliri, oltre ai particolari intimi di ogni incontro. Su una pagina infatti si legge: "Ho fatto rotolare nuda sulla spiaggia Anna e poi ho chiamato due militari affinché con la lingua togliessero dalla pelle ogni granello di sabbia". Ma si spinge anche oltre: "Oggi sono impazzito dal piacere vedendo Anna fare l'amore con un soldatino. Lo ha fatto talmente in modo efficace che anche io, da lontano, ho partecipato alla sua gioia". E poi un 'appunto di cassa': "Mi è costato 30 mila lire, ma ne è valsa la pena". Sesso dunque, ma non 'amore' ne coinvolgimenti di cuore. Per Camillo Casati tutto ciò doveva restare un gioco, un qualcosa insomma che non intaccasse la loro unione, anomala se vogliamo ma pur sempre un unione. Ed anche per Anna Fallarino fino allora tutto era scivolato nell'indifferenza totale per quei giovani, tra l'altro aitanti, che erano passati tra le sue braccia, fino a quando il destino gli mette davanti un giovane 25enne, Massimo Minorenti, conosciuto proprio in una di queste occasioni. E quel perfetto "gioco di ingranaggi" si inceppa, perché come dice qualcuno, "al cuor non si comanda". (Gericus) [fine terza parte. continua]
AL ROGO L'ARTE SCOSCIATA...
Mutande per il Davide di Michelangelo e perizoma per i Bronzi di Riace. E poi come la mettiamo con "Le tre grazie di Raffaello"? E per la "Betsabea al bagno" di Rubens con quelle cosce e il seno in bella mostra? E per la Venere di Tiziano con quella nuda oscenità e con quella mano sinistra in posizione sospetta? Via, rivestiamole tutte, che diamine, un po' di buon senso non guasta mai. Al rogo dunque anche "Gli amanti" di Schiele, con quei corpi nudi e abbracciati nell'orgasmo, suvvia, un po' di decoro! Ma quali 'bacchettoni e bacchettoni', qui si tratta di salvare il comune senso del pudore, perché anche i nostri politici hanno capito che è l'ora di cambiare. Al diavolo questi grandi artisti, e se vogliamo, anche un po' tutti depravatelli! C'era proprio bisogno di mettere a nudo seni, natiche, peni, fianchi e vagine dei loro modelli? Non potevano, di grazia, lasciarli vestiti anziché spogliarli? Vabbè, il danno ormai è stato fatto, tanto che ora, i nostri politici, corrono ai ripari. Come? Ma intanto coprendo il seno attraverso un intervento di restauro al celebre dipinto della "Verità del Tempo", un opera nientemeno che del Tiepolo e risalente al 1600, e che appariva con tutta la sua "oscenità" alle spalle del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante le sue conferenze stampa da Palazzo Chigi. Questo "rivestimento" è il primo della serie, ma sembra che già si stia programmando un "appalto internazionale" per chi offrirà al miglior prezzo "Mutande in marmo", per coprire le nudità del Davide, mentre già si cerca un "fabbro maestro" per i perizomi in acciaio da fare indossare a quegli sfacciati dei Bronzi calabresi... (Gericus)
lunedì 4 agosto 2008
SE IO DO UNA COSA A TE, POI TU DAI UNA COSA A ME...
sabato 2 agosto 2008
L'IMPORTANTE E' PARTECIPARE?
BOLOGNA: 2 AGOSTO 1980
Iscriviti a:
Commenti (Atom)