sabato 2 agosto 2008

L'IMPORTANTE E' PARTECIPARE?

Bartali, Coppi, Boniperti, capitan Picchi, Mennea, Panatta, Benvenuti... Altri tempi. Campioni senza macchia e senza paura, dove il sacrificio e l'abnegazione erano il vero motore dei loro traguardi vittoriosi, delle loro medaglie. Poi venne il doping e lo sport, quello romanticamente inteso come "esaltazione delle proprie virtù", finì a puttane, offeso, vilipeso e ucciso. Il primo a dare una mazzata a "l'importante è partecipare" fu il martellista azzurro Giampaolo Urlando, pizzicato nel 1984 per aver fatto uso di testosterone. Il doping entra poi nell'atletica, e a finire nella lista dei 'dopati' è il mezzofondista Andrea Longo, positivo al 'nandrolone'. Nel calcio -e qui siamo negli anni '90- , vengono scoperti positivi alla 'fentermina' Peruzzi e Carnevale in Roma-Bari, poi, è la volta di Marco Pantani. E' il 1999 e viene fermato al Giro, poiché l'ematocrito nel suo sangue è oltre il 50%, e secondo i regolamenti di allora, non è doping, ma per tutelare la sua salute viene fermato. Nel 2006 è Ivan Basso ad essere coinvolto nello scandalo spagnolo e sospeso per due anni, poi è la volta di Riccardo Riccò, altro ciclista scoperto positivo all'Epo, e spedito a casa. Ancora un atleta nell'occhio del ciclone. E' Marta Bastianelli, campionessa del mondo in carica di ciclismo femminile, prima donna a cadere nella rete dei dopati. Ultimo, per il momento, è il livornese Andrea Baldini, (foto) il fiorettista trovato positivo agli Europei di luglio e per questo escluso dalla squadra azzurra in partenza per le Olimpiadi di Pechino. E' lo "Spoon River" del nostro sport, il "C'era una volta il campione". Soldi, interessi privati e di sponsor hanno cancellato tutto. Quanta amerezza per noi e per il barone de Coubertain...

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