lunedì 18 agosto 2008

LE ZECCHE D'ITALIA

Anche le zecche vanno in ferie. Una volta viaggiavano tra i comodi peli di Fido, una succhiata qua e una succhiata là, poi, visto che Fido veniva sempre più spesso abbandonato in autostrada e il suo viaggio finiva tra le ruote di un Tir, le zecche si sono fatte furbe: viaggiano su treni e navi, sicure che almeno al mare o in montagna ci arrivano. La realtà dunque che anche le zecche nel loro piccolo "non sono poi così stupide" arriva dall'ennesimo titolo sui giornali: "Viaggio da incubo tra insetti e sporcizia". Qui le "care bestioline" avevano preso l'Espresso 806 Napoli/Torino, un treno a quanto pare caro a questo tipo di viaggiatori, dato che su quello stesso convoglio, il 31 marzo scorso c'era già stato un incontro tra zecca e uomo, finito con l'umano al pronto soccorso per alcune punture ricevute dallo sgradito "compagno di viaggio". Un treno del resto più per le zecche che non per gli uomini, perché nelle denunce si parla di "macchie di unto su sedili e poggiatesta, finestrini lerci da impedire la visuale esterna, cestini ricolmi di rifiuti e addirittura un paio di boxer sporchi tra i cuscini di una poltrona". Ce n'è quanto basta per invogliare un esodo in massa di zecche, pulci o cimici che dir si voglia... Pertanto, prima che qualcuno si alzi e dica "che anche gli insetti hanno gli stessi diritti degli uomini", perché non si ritorna all'antico, disinfestando le carrozze a fine corsa, e la notte controllare che non diventino preda di sbandati, barboni e clandestini, tutta gente insomma in perenne astinenza di acqua e sapone. Non era poi così sgradevole quel periodo, perché allora le zecche viaggiavano sugli animali e le persone sul treno... (Gericus)

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