"Questo è un sistema a diffusa omertà: l'opinione pubblica deve essere informata e sapere certe cose". Il procuratore della repubblica Mario Vaudano (foto) chiarisce le voci, le ipotesi di trasferimento e le minacce che da qualche mese lo circondano. Seduto nel suo ufficio, tra fascicoli di inchieste scottanti e agende fitte di appuntamenti, ritiene suo dovere far sapere all'esterno del palazzo di giustizia come è stato costretto a lavorare negli ultimi mesi. Dice: "Da novembre, quando è cominciata la vicenda degli appalti truccati, ho ricevuto minacce e insinuazioni denigratorie rivolte alla mia persona e al mio ufficio". Da tempo il magistrato viaggia su un'auto blindata ed è scortato 24 ore su 24 da agenti col giubbotto antiproiettile. Quando ci fu il blitz degli appalti, i servizi di sicurezza del ministero dell'Interno informarono Vaudano che gli sarebbero successi alcuni "fatti", dagli atteggiamenti intimidatori agli avvertimenti anonimi. "Tutto quello che mi era stato previsto -dice il procuratore- si è poi puntualmente verificato".
(La Stampa)
Nessun commento:
Posta un commento