venerdì 23 febbraio 2007

ZONA FRANCA (1980)

Torna d'attualità un argomento che divide i valdostani: zona franca sì zona franca no. Tra le migliaia di valdostani che ritengono ormai la zona franca entrata nel mondo delle favole c'è anche Claudio Manganoni, ex assessore Pci: "Ho letto che si sta di nuovo tirando in ballo la storia della zona franca. Volete sapere come la penso? Nel 1932/35 ho prestato servizio come Guardia forestale a Postuma, Pola e Fiume, allora Venezia Giulia, zona nella quale il governo fascista aveva concesso appunto la zona franca per calmare le ire di quelle popolazioni di origine e lingua slava che ignoravano quella italiana. Conosco pertanto la zona franca per averci vissuto tre anni. Ma ritorniamo in Valle. E' vero che l'articolo 14 del nostro statuto speciale dice che "la Valle d'Aosta è posta fuori dal confine doganale e costituisce zona franca", ma per applicare integralmente l'articolo 14 dovremmo costruire lungo la linea di confine della nostra regione delle caserme di guardia di finanza, compreso Pont Saint Martin per controllare tutti gli automezzi per evitare il contrabbando di merci". Rigorosità quindi nei controlli, che Manganoni semplifica con un esempio: "Ai tempi del ministro Scelba, la piccola repubblica di San Marino, 20 mila abitanti, voleva creare una casa da gioco che avrebbe fatto concorrenza a Saint Vincent e a Sanremo, allora Scelba ordinò alla Guardia di Finanza di controllare accuratamente tutti gli automezzi in entrata e in uscita dalla piccola Repubblica, smontando se necessario anche i pneumatici, bloccando di fatti il traffico. Gli amministratori di San Marino capirono al volo che non bisognava farlo, pertanto non se ne parlò più di casinò. A Pont Saint Martin potrebbe succedere la stessa cosa, pertanto spero che questo lo abbiano capito coloro che vogliono la zona franca in Valle d'Aosta". (Gazzetta del Popolo)

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