sabato 14 giugno 2008

QUESTA EUROPA CHE NON PIACE

L'Irlanda, con il suo 53,4% di voti contrari, ha detto NO al trattato di Lisbona, ovvero a quel Testo redatto dall'Unione Europea per sostituire la Costituzione. E non è l'unico Paese ad aver 'stoppato' la 'casa europea', poiché Francia e Olanda bocciarono lo stesso Trattato già nel 2005. Ma seppur gli europeisti convinti e di prima leva parlano di "grave intoppo", gli 'euroscettici' -e tra questi Francia, Inghilterra e Repubblica ceca- plaudono a questo risultato: "E' la vittoria della libertà e della ragione sui progetti elitari artificiali e sulla burocrazia europea" dice il presidente ceco Vaclav Klaus, mentre Parigi, più accomodante, fa sapere che "bisogna andare avanti, naturalmente aggiustando questo testo". Compiaciuto del risultato irlandese, il leader conservatore inglese David Cameron però non ha dubbi: "Il trattato deve essere dichiarato morto". Alcuni mugugni europei del resto li avevamo già sentiti, per questa Europa che vuole annullare culture e diversità nazionali e vuole rendere tutti orfani di usanze ormai radicate nei diversi popoli. Anche in casa nostra c'è chi esulta, e tra questi il ministro delle Politiche comunitarie Andrea Rocchi: "E' la sconfitta ad un modello di Europa tecnocratica e burocratica, rifiutata perché non lascia spazio a sogni e speranze". Un Europa tutta da ripensare dunque, perché come scrive Vittorio Macioce sulle pagine de Il Giornale, "è la delusione di un intera generazione che ha creduto davvero nell'Europa viaggiando sacco in spalla sui binari dell'Interail e affogando le notti nell'Erasmus, a cui hanno detto: servono sacrifici, l'Europa ci chiede di far quadrare i conti dello Stato, pagate, pagate, rinunciate alla pensione, siamo cittadini di un sogno". Felicità, dolce chimera sei tu, diceva una vecchissima canzone, anticipando sogni e bisogni di tempi a venire, ben sapendo -forse- "che la casta dei burocrati, dei sacrifici continui, non ha mai conquistato i cuori della gente". (Gericus)

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