venerdì 6 giugno 2008
LA 'DERIVA' DEL '68...
Ma il Sessantotto, fu vera gloria? E' un quesito che sempre più spesso trova spazio sui giornali, impegna filosofi e risveglia coscienze di chi quel periodo lo ha vissuto, da una o l'altra parte. Io me li ricordo quei tempi, le agitazioni studentesche, i primi sonori 'vaffa' rivolti ai professori, e i cortei delle femministe che al grido di "Col dito, col dito, l'orgasmo è garantito!" annunciavano la loro 'emancipazione'. Alla base di tutto, spinelli fumati in piena libertà, 'carburante' ideologico per un viaggio verso una scuola diversa e ancora tutta da inventare. Qualcosa si deve essere inceppato in quel viaggio, se oggi gli studenti del liceo Virgilio di Roma, dopo che i carabinieri in borghese hanno identificato quattro di questi che fumavano hashish, commentando negativamente il fatto dichiarano che "un operazione di questo tipo all'interno della scuola è inaccettabile". Scuola dunque come mondo a parte? Scuola zona franca per qualsiasi azione illegale? "La generazione del '68 ha rovinato la scuola" dichiara Francesco De Gregori, vate di una certa cultura di quei tempi, e palcoscenico per queste sue parole, Omnibus, una trasmissione televisiva su La7. "La responsabilità maggiore del '68 -continua- è stata quella di screditare la scuola, di interrompere il principio di autorità ed eliminare totalmente la meritocrazia". Ma è l'Italia il Paese dove il '68 ha fallito maggiormente, poiché come ammette ancora De Gregori, "mentre in altri Paesi vediamo gente di responsabilità di governo venuta da quella cultura, che ha modernizzato le proprie società, non credo si possa dire lo stesso per l'Italia". Se lo spirito della contestazione è stato nobile, quei valori auspicati di libertà e cambiamento sono ben presto affogati nell'anarchia più totale. "E' di quel periodo storico infatti la responsabilità del decadimento di oggi". Parole -e musica- di Francesco De Gregori... (Gericus)
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