lunedì 12 novembre 2007

TUTTO QUESTO E' CALCIO? (2007)

Ha un senso mettere a ferro e fuoco una città? Ha senso scatenare una rivolta feroce contro le forze dell'ordine per la malaugurata azione di un singolo agente, reo di aver impugnato un arma in un momento inopportuno? Che senso ha poi incendiare un auto, sfasciare una vetrina, bastonare un giornalista? Sfugge il motivo di tutto ciò, poiché dall'orrore per la morte di un giovane sportivo, dal dolore provocato da questa assurda tragedia, il terremoto scatenato offusca il senso nobile della rabbia stessa. Il calcio che "esce" dagli stadi sotto forma di violenza non è più "passione sportiva" né tanto meno attaccamento ai propri colori. E' delinquenza e basta. Ed è qui che bisogna puntare il dito, perché troppi morti si sono immolati sull'altare del "Dio pallone" e tra questi ci sono agenti delle forze dell'ordine, sportivi senza "bandiera" e "ultras di fede estrema". Morire per un pallone, magari per la decisione non condivisa di un arbitro.... Che stronzata perdere la vita "per il nulla". Scatenare poi una guerriglia urbana supera la fantasia più accesa. Abbassiamo i toni dunque, e riflettiamo finché siamo a tempo ponendoci una domanda: siamo sicuri che così facendo, si onora la tragica scomparsa della vittima del momento? Gabriele Sandri non era un violento. Era uno sportivo. Onoriamo la sua memoria da sportivi allora... (Gericus)

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