La notizia -che ha dell'incredibile- è stata pubblicata nella cronaca di Savona dal SecoloXIX. Titolo: "Allontanate da un musulmano perchè indossavano il bikini". In breve: Tre giovani italiane si mettono in bikini in una spiaggia libera. Un attimo prima le ragazze avevano visto uscire dall'acqua due donne che indossavano una lunga tunica. "Abbiamo pensato fossero monache" diranno in seguito. Ma non lo erano. Infatti poco dopo arriva uno dei tre uomini che erano in compagnia delle 'monache' che aggredisce verbalmente le tre giovani, urlando se non "provavano vergogna a mostrare le loro nudità", che erano "indecenti", ordinandogli infine di "rivestirsi velocemente e andarsene". Pochissime persone a quell'ora erano sulla spiaggia, perchiò le tre giovani in bikini se ne andavano imbarazzate lasciando la spiaggia al gruppetto di musulmani. Questo è il fatto dunque, una brutta storia che una volta letta, spinge un lettore della testata genovese a inviarla sotto forma di lettera -e pubblicata in data odierna- al quotidiano milanese "il Giornale" di Maurizio Belpietro.
E questa è la risposta -che io sintetizzo- di Paolo Granzotto:
"Avere risposto per le rime il giorno dopo una certa stampa lo avrebbe bollato come un rigurgito di 'razzismo e intolleranza'. Ormai le cose vanno così. Comunque, che dopo averle invase di vuccumprà vengano a dettare legge anche sulle nostre spiagge, questo è il colmo. Con tutto il rispetto per il loro credo, le loro usanze e le loro tradizioni, quando si tratta di bagnanti meglio farebbero a tenere la boccsa chiusa. Tutti ci ricordiamo di quel fattaccio riportato dai giornali, avvenuto su una spiaggia turca (di quella Turchia che Romano Prodi vorrebbe europea). Un gruppo di giovanette, ovviamente avvolte nelle palandre regolamentari, stava facendo il bagno quando il reflusso di un onda le trascina al largo di qualche metro, in acque dove non avevano più piede. Alle loro grida di aiuto accorre gente e diversi volenterosi entrano in acqua per procedere al facile salvataggio. Ma dal gruppo di donne che aveva accompagnato al mare le giovinette si leva una voce: "Sono delle vergini!" E siccome la sharia proibisce all'uomo di toccare una vergine, siccome nessuna donna sapeva nuotare, le vergini bagnanti morirono tutte annegate. A una decina di metri dalla battigia. Con gente così che si fa? Si apre un dialogo"? (il Giornale. Paolo Granzotto)
sabato 30 giugno 2007
NESSUN MOTIVO PER ANNETTERE IVREA (1991)
La Valle d'Aosta boccia la proposta di includere nei confini regionali il Canavese, pertanto l'ipotesi che Ivrea si unisca alla Vallée rimane soltanto tale. Allargando l'iniziativa del consigliere unionista Gino Agnesod, che per "affinità culturali" aveva lanciato l'idea di ampliare i confini della regione, inglobando i paesi canavesani che con la Vallée confinano, e soprattutto "spartiscono abitudini di vita molto simili", il consigliere socialdemocratico al Comune di Ivrea Stefano Strobbia ha promosso lo slogan "Andiamo con Aosta", aggiungendo che "per noi sarà di certo un opportunità di crescere ancora e recuperare il tempo perso negli anni". L'ipotesi però non ha trovato proseliti. Non è parso troppo entusiasta neppure Gino Agnesod. "Un conto era parlare di Carema, Quincinetto, Montalto e i paesi vicini a noi, che con Pont Saint Martin e la Bassa Valle hanno parecchie affinità. Ivrea è tutto un altro discorso". Il presidente del consiglio regionale Giulio Dolchi ricorda che "gli abitanti di Ivrea hanno patito il fatto di essere diventati "Provincia di Aosta" sotto il regime fascista. E poi non ci sono ragioni nè storiche nè geografiche". Bruno Milanesio la butta in polemica antiunionista: "L'iniziativa di Strobbia ha la stessa legittimità della dichiarazione di indipendenza fatta da Guido Grimod: roba da fiera delle vanità". Per Alder Tonino "può essere il tentativo di salire su un carro che si ritiene essere pieno di privilegi. Comunque nel pds è aperto un dialogo sul tema tra valdostani e canavesani". Il "caso Ivrea" lo chiude Renato Limonet, capogruppo della democrazia cristiana al consiglio regionale: "La vicenda è svuotata di consistenza se si guarda ai grandi temi sui quali dobbiamo veramente confrontarci". (La Stampa)
venerdì 29 giugno 2007
MY LIBRARY
Aerei di Stato che volano 37 ore al giorno, pronti a portare Sua Eccellenza anche ad una festa a Parigi. Palazzi parlamentari presi in affitto a peso d'oro da scuderie di cavalli. Finanzamenti pubblici quadruplicati rispetto a quando furono aboliti dai referendum. Rimborsi elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Organici di presidenza nelle regioni più "virtuose" moltiplicati per tredici volte in vent'anni. Spese di rappresentanza dei governatori fino a dieci volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco. Indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese valdostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249 mila abitanti. Candidati "trombati" consolati con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizioni con auto blu. E ancora: Che futuro ha un Paese dove la fame di poltrone ha spinto a inventare le comunità montane al livello del mare? Dove il Quirinale spende il quadruplo di Buckingham Palace? Dove una "lasagnetta al ragù bianco e scamorza" dello chef del Senato costa la metà di una pastasciutta alla mensa degli spazzini? La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata un oligarchia insaziabile e abbia allagato l'intera società italiana. Stoirie stupefacenti, numeri da bancarotta, aneddoti spassosi nel reportage di due grandi giornalisti. Un dossier impressionante, ricchissimo di notizie inedite e ustionanti. Che dovrebbe spingere la classe dirigente a dire: basta.
LA CASTA
Così i politici italiani sono diventati intoccabili.
by Sergio Rizzo
e Gian Antonio Stella
Proprietà letteraria riservata.
Copyright 2007 RCS Libri S.p.A. Milano
Prima edizione: maggio 2007
Fotocomposizione: Studio Editoriale Littera, Rescaldina (MI)
Progetto grafico di Lauren Sheldon per Mucca Design
LA CASTA
Così i politici italiani sono diventati intoccabili.
by Sergio Rizzo
e Gian Antonio Stella
Proprietà letteraria riservata.
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Prima edizione: maggio 2007
Fotocomposizione: Studio Editoriale Littera, Rescaldina (MI)
Progetto grafico di Lauren Sheldon per Mucca Design
A PIEDI PER 400 MILA CHILOMETRI (1991)
E' un miliardario olandese che ha vissuto l'orrore dei lager. Lo chiamano il "marciatore della pace": in 15 anni ha percorso a piedi ben 400 mila chilometri, tirando un carrozzetto di 150 chili con una tenda, qualche indumento, il sacco a pelo e numerose scarpe di ricambio. Questo incredibile personaggio, miliardario di professione e messaggero di pace per vocazione, si chiama Walter Hermann, 65 anni non ancora compiuti, scapolo, olandese d'origine ebraica, laureato in veterinaria, insegnante di lingue. Martedì scorso è arrivato in Valle d'Aosta e si è fermato all'hotel "Cristina" di Verrayes. Ieri sera era ad Aosta, poi, dopo una breve sosta, ha ripreso il suo viaggio in direzione del Piccolo San Bernardo da dove proseguirà per la Francia. (La Stampa)
PER L'OSPEDALE 15 MILIARDI (1991)
Il consiglio comunale di Aosta, con 31 voti a favore e 5 astenuti, ha approvato il progetto di ristrutturazione dell'ospedale di Aosta. Roberto Viquery, per dieci anni presidente dell'Unità sanitaria locale e ora componente del Comitato dei garanti dice: "Prendo atto con soddisfazione di questa iniziativa, attesa da tempo, perchè ricalca nelle sue linee generali, le indicazioni che avevamo elaborato già come Comitato di gestione. Desta tuttavia meraviglia l'accantonamento del progetto di ampliamento del laboratorio analisi. Una lacuna che, se non sanata, vanificherà gli sforzi economici effettuati dall'amministrazione regionale per informatizzare il servizio". La ristrutturazione prevede un costo complessivo di circa 15 miliardi per la parziale ristrutturazione del Pronto soccorso, della Neurologia, della Medicina generale e della Gastroenterologia, l'inserimento della Psichiatria sul fronte Nord dell'ospedale (sotto via Parigi) e la realizzazione di uno spazio per il ricovero dei detenuti. (La Stampa)
giovedì 28 giugno 2007
BELLEZZA MALEDETTA (2007)
Nella prima metà degli anni settanta si aggirava in Valsavarenche un mitico esemplare di camoscio bianco. Le rare fotografie lo mostravano superbo, bello, eccezionale. Una di quelle meraviglie della genetica che si presentano una volta nella vita di un uomo. O le sai cogliere, o te ne penti per sempre. Ricordo che, adolescenti, partimmo alla ricerca dell'animale misterioso, e il destino volle che in giugno si incappasse in uan tempesta da pieno inverno, così che il camoscio scomparve in un bianco assai più grande di lui, e il nostro sogno rimase chimera, miraggio, materia di un altro mondo. Ora che sono passati tanti anni, e gli anni insegnano che non esistono altri mondi ma altri occhi, semmai, la notizia dello stambecco bianco fotografato sulle pendici del monte Emilius mi fa pensare con i suoi, di occhi. Lo vedo bellissimo anche lui, ed eccizionale, certamente, ma nascere belli può voler dire essere soli, perchè il mondo la sfrutta, o ne ha paura, della bellezza. E nascere eccezionali vuol dire essere diversi, che forse per uno stambecco è motivo di distacco aristocratico, o di pregiudizio raziale, o di attenzioni morbose da parte degli osservatori. Se sei bianco non puoi confonderti col branco, non puoi passare inosservato, non puoi concederti una vacanza, ma l'unica parentesi consentita è quella del distacco o della fuga, come succede per certi principi o re che hanno tutto ma non possiedono niente. Quindi, caro stambecco bianco, non verrò a cercarti, ma ti penserò come si pensa a un essere baciato dalla genetica e calpestato dal destino, destinato a una vita difficile, forse tragica, probabilmente sola. Se lotterai per una femmina diranno che vinci perchè sei bianco, o che perdi perchè non vuoi spezzarti un corno. Se avrai una femmina penserà che non ti merita, o che non sei meglio di uno stambecco normale a fare l'amore. Si, forse era meglio se nascevi beige, caro stambecco bianco. (Enrico Camanni. La Stampa)
LO STAMBECCO BIANCO (2007)
E' stato notato e fotografato da una pattuglia della Guardia Forestale Regionale il 15 giugno ai 3200 metri del vallone Les Laures a Brissogne (Valle d'Aosta), sulla parete Est del monte Emilius. E' uno stambecco albino, maschio di un anno, ed è la prima volta in assoluto che viene segnalato uno stambecco con queste caratteristiche. Di certo è il primo caso in Italia. Era già stato avvistato un anno fa, quindi appena nato, poi era sparito per tutto l'inverno. Il cucciolo non si è mai separato dalla madre, che continua a mantenere un atteggiamento protettivo nei suoi confronti. E già si pensa al suo futuro. Dagli uomini non dovrebbe correre pericoli, poichè un antico 'detto' tra i cacciatori è "Chi spara a un animale albino, muore entro un anno". In attesa di saperne di più, lo stambecco bianco di Les Laures attende ancora un nome, anche se tutti ormai lo chiamano "Fiocco di Neve". (La Stampa)
(foto: lo splendido ungulato fotografato recentemente)
(foto: lo splendido ungulato fotografato recentemente)
LA VALLE DA SOLA NON PUO' VIVERE (1991)
Ha avuto una fredda accoglienza la proposta dell'union valdotaine di un autogoverno locale capace, se non di arrivare a determinare le alleanze internazionali e la politica estera, di dare un autonomia molto più ampia di quella garantita oggi dallo Statuto speciale. Il procuratore Luigi Schiavone dice: "Ciò che accade nell'Est non può essere confuso con altre situazioni. In Unione sovietica vi era un oppressione coloniale. Nulla a che vedere con la Valle d'Aosta che ha contrattato uno Statuto di autonomia con lo Stato. L'idea unionista rischia di portarci verso una torre di Babele. E poi che ruolo potrebbe mai avere in Europa la Valle d'Aosta, di fronte a potenze come la Russia o la Germania"? Più o meno sulla stessa linea è Angelo A. studente alle soglie della laurea din giurisprudenza: "Prima di pensare a diventare più autonomo bisognerebbe battersi per ottenere l'attuazione piena dello Statuto. Piccoli come siamo non credo che avremmo la possibilità di sopravvivere senza l'aiuto dello Stato. Paragonare la nostra situazione a quella della Serbia e Croazia, o a quella delle Repubbliche dell'Unione sovietica mi sembra un poco ridicolo". (La Stampa)
CHEF MICHELE PASTORELLO
lunedì 25 giugno 2007
MOANA POZZI AD AOSTA (1991)
Moana Pozzi "double-face" e sempre all'insegna della provocazione, dello "scandalo". La nota pornostar, ospite peraltro castigatissima della manifestazione di cabaret "Bravograzie!", con la sua presenza è riuscita a mobilitare l'attenzione della città. In tre occasioni ha cercato e, in larga parte ottenuto, il clamore che cercava. E in modo sorprendente : supervestita di notte (al Puchoz e sul palcoscenico del Teatro Romano) e soltanto con un body (trasparente) sul sagrato della chiesa di Sant'Orso. Durante il primo tempo dell'incontro di calcio "Genoa-Jugoslavia" valido per il trofeo Baretti, la vamp si è presentata ai cancelli del Puchoz in abito stile "Via col vento", che le lasciava scoperte (e solo parzialmente) le spalle. L'attrice si è subito trovata circondata dai tifosi. Avrebbe voluto incontrare il presidente della Repubblica Francesco Cossiga per un a formidabile (per lei) occasione pubblicitaria ma il Capo dello Stato è giunto quando l'attrice aveva lasciato lo stadio per recarsi al concorso di cabaret al Teatro Romano. Moana era l'ospite della serata, un personaggio peraltro gestito in maniera oculata dai due presentatori Fabio Fazio e Bruno Gambarotta. Ieri mattina, terza occasione di scandalo facendosi fotografare vestita soltanto con un body nero trasparente davanti alla chiesa di Sant'Orso. Il parroco impegnatissimo non se ne è accorto, ma la custode e guida dei turisti della piazzetta, Maria Stella Paonna ha affrontato la piccola troupe di fotografi e operatori che la seguivano nelle sue evoluzioni sulla scalinata della parrocchia, e con fermezza ha messo fine all'esibizione. (La Stampa)
(foto: una bella immagine di Moana Pozzi)
(foto: una bella immagine di Moana Pozzi)
domenica 24 giugno 2007
AUMENTA LA BUSTA DEI CONSIGLIERI (1991)
I due milioni in più al deputato portano ad un milione e 100 mila lire in più nella busta paga mensile del consigliere regionale (600/700 mila lire nette). Dopo la "beffa" per il congelamento di un milione e mezzo di aumento mensile dell'indennità parlamentare, i 951 componenti del Parlamento hanno infatti ottenuto la certezza di avere in busta tutti gli arretrati. Si è scoperto così che l'aumento non è di un milione e mezzo (come si pensava), ma di quasi due milioni netti. L'ulteriore incremento nasce dal fatto che c'è da recuperare un aumento pregresso, già goduto dai magistrati, che supera le 400 mila lire e per le quali vanno corrisposti 14 mesi arretrati. E due milioni in più per i parlamentari significa busta più pesante anche per gli amministratori regionali della Valle d'Aosta. Lo stipendio lordo dei consiglieri valdostani è oggi di 7 milioni e 408 mila lire, poco meno di 5 milioni netti. Se per i lavoratori dipendenti e salariati il calvario dei rinnovi contrattuali è chiarissimo, per gli amministratori regionali lo è molto meno. Sembra la catena di Sant'Antonio. Aumentano gli stipendi dei magistrati, decollano le buste paga dei parlamentari e lievitano anche le retribuzioni dei consiglieri regionali. (La Stampa)
(nel riquadro: specchietto dei compensi)
(nel riquadro: specchietto dei compensi)
TERZA VACANZA IN VALLE PER IL PAPA (1991)
Arriverà a Les Combes in elicottero nel pomeriggio di domani 10 luglio dopo un volo Roma/Torino, e ad attendere Giovanni Paolo II ci sarà un ristretto gruppo di persone. Tra queste il vescovo di Aosta monsignor Ovidio Lari, una rappresentanza degli abitanti di Les Combes, poche autorità regionali tra cui sicuramente il presidente della Giunta Gianni Bondaz, il sindaco di Introd Osvaldo Naudin e il parroco don Ettore Milliery, oltre il portavoce della curia vescovile monsignor Alberto Maria Careggio. L'unico incontro ufficiale di questo soggiorno valdostano sarà la Messa che il Santo Padre celebrerà alle ore 10,30 ai piedi del Cervino. La novità di quest'anno rispetto ai due precedenti soggiorni di Giovanni Paolo II a Les Combes, riguarda il carattere strettamente privato della presenza del Papa in Valle d'Aosta. A differenza degli anni scorsi infatti, esclusa la celebrazione di Cervinia non è previsto nessun incontro pastorale. Questo per la sola ragione di permettere, come spiega ancora monsignor Careggio, "che il breve soggiorno del Papa in Valle sia una vacanza". Nelle sue escursioni, Karol Wojtyla sarà accompagnato come sempre. oltre che da Careggio, da Alberto Cerise, colui che cura gli itinerari del Santo Padre. Nel pomeriggio del 19 il Papa farà ritorno in Vaticano. (La Stampa)
sabato 23 giugno 2007
IN FRANCIA CON IL TRENO (1991)
Entro dieci giorni la Regione deciderà se affidare l'incarico per uno studio di fattibilità riguardante una galleria ferroviaria sotto il Monte Bianco tra Morgex e Le Fayet. La Giunta sta studiando un indagine di prefattibilità elaborata da una saocietà del gruppo Iri: se il parere sarà positivo, verrà dato il via allo studio. L'ipotesi della galleria ferroviaria è stata presa in considerazione anche nella bozza del piano paesaggistico territoriale. Nel documento gli esperti avvertono dello "spreco" che ci sarà se verranno realizzati sia il tunnel tra Morgex e Le Fayet sia l'autostrada Aosta-Traforo del Monte Bianco. Il discorso verrà nuovamente affrontato dal Consiglio regionale tra una settimana, con l'esame di due interpellanze e una mozione presentata da mav e uv sulla situazione azionaria Rav, sugli "studi e i giudizi sui progetti del raddoppio del Traforo del Bianco" e sulle "iniziative per una valida soluzione dei problemi di collegamento e di trasporto tra Valdigne e Alta Savoia". (La Stampa)
AOSTA QUANTO SEI CARA...(1991)
Inflazione alle stelle. In Valle d'Aosta tutto costa più caro mentre preoccupanti sono le previsioni: la città va verso un aumento dell'8 per cento mentre a livello nazionale la percentuale è ferma sul 6,5. Costa caro vivere in Valle d'Aosta, dove l'inflazione aumenta più velocemente rispetto alla media nazionale. Gli ultimi dati Istat infatti dimostrano che in Italia nel 1990 non si è mai superato il "tetto" del 7%, che è invece stato "sfondato" ad Aosta già nel mese di giugno, con un aumento del 7,1 per cento del costo della vita rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il confronto dicembre 1990/dicembre 1989 dava un indice del 6,4 per cento per la media nazionale e ancora un 7,1 per la Valle d'Aosta. Se non intervengono fattori al momento imprevedibili si corre il rischio di avvicinare di molto o addirittura superare l'8 per cento con la fine di questo 1991. La regione valdostana stando agli ultimi dati, ha perso il titolo di più ricca d'Italia e ha però guadagnato quello di zona nella quale è più veloce l'incremento del costo della vita: il più basso spetta alla Calabria, con un tasso che non arriva al 5 per cento. (La Stampa)
(nel riquadro: aumenti costo della vita nazionale e regionale)
(nel riquadro: aumenti costo della vita nazionale e regionale)
venerdì 22 giugno 2007
UNO SHOW PER DIRE NO AI GIOCHI (1991)
Si è costituito ad Aosta un secondo comitato antiolimpico. Il gruppo è costituyito da 43 "valdostani di diverso orientamento culturale e ideale". Lunedì sera, in una serata "politica, musicale cabarettistica" in piazza Chanoux, il comitato ha chiarito le ragioni del "NO" alle Olimpiadi davanti ad alcune centinaia di persone. La parte politica della presentazione è toccata all'esponente del pds valdostano Marcello Dondeynaz: "Senza hostess in divisa e senza finanziamenti pubblici, diciamo no alla 'fiera olimpica' perchè rappresenta: uno spreco enorme di risorse materiale e ambientali, la rinuncia ad affrontare i problemi veri del turismo, la costruzione di strutture sovradimensionate, l'accentuazione del turismo monostagionale, un occasione per piccoli e grandi affari". Del momento cabarettistico il protagonista è stato il cxantautore Enrico Thiebat, maentre la musica è stata offerta dal gruppo dei Kina. Intanto a Birmingham è cominciato lo sprinti finale sul traguardo olimpico. Oggi la Regina d'Inghilterra aprirà la 97esima sessione del Cio, che sabato designerà tra Jaca (Spagna), Nagano (Giappone), Oestersund (Svezia), Salt Lake City (Stati Uniti) e Aosta, la sede delle Olimpiadi invernali 1998. (La Stampa)
mercoledì 20 giugno 2007
TROPPI IMMIGRATI (1991)
"Tensione abitativa e sociale": sindaco del capoluogo e assesore ai Lavori Pubblici condividono l'affermazione e lanciano l'allarme. Il riferimento è a quanto sta accadendo ad Aosta con altri 40 profughi albanesi in arrivo dalla Puglia e i problemi degli extracomunitari che si trascinano da sempre. "Il fenomeno rischia di diventare incontrollabile" spiega il sindaco Leonardo La Rorre. E racconta di cittadini impauriti o soltanto stufi che ogni giorno bussano alla sua porta: "La nostra gente si sente accerchiata. Così il peso dei problemi aumenta". La Torre parla di falso moralismo e che la sistemazione degli extracomunitari non può più essere rimandata. L'assessore Silvestro Mancuso aggiunge: "Non siamo neppure riusciti ad aprire un ufficio dove registrare le persone che arrivano in città. Era nostra intenzione aprirlo in una casa di via Antica Zecca, ma gli inquilini hanno già presentato una petizione". Un caso emblematico che dimostra quanto i cittadini incomincino a mal sopportare la presenza degli extracomunitari che sono in continuo aumento. "Vi sono situazioni difficili -spiega ancora il sindaco-. Molti extracomunitari non hanno lavoro, sono senza casa, sono costretti a vagabondare. Disagio che si riflette anche sugli abitanti. Il rapporto con persone esasperate non può certo essere buono". (La Stampa)
LA MORTE NEL BURRONE (1991)
Dolore e raccapriccio in Valle per l'incidente automobilistico accaduto domenica pomeriggio sulla collina di Saint Vincent nel quale hanno perso la vita quattro giovani. Le vittime, Paola Baudin 20 anni di Aosta, il suo fidanzato Giorgio Herin 21, di Quart, Rudy Subet, 19 anni di Gignod e Fabrizio Romano, 17 anni di Aosta. I quattro giovani, tutti a bordo di una Renault 11 Turbo guidata dall'Herin, erano in gita assieme ad altri amici che li seguivano a bordo di altre due vetture. Improvvisamente la tragedia. Dopo aver sorpassato l'auto degli amici in un lungo rettifilo, la Renault turbo si è trovata davanti ad una inaspettata curva ad angolo retto. Una frenata di trenta metri è rimasta impressa sull'asfalto poi la vettura, ormai senza controllo, è uscita di strada infilandosi nel breve varco tra una roccia e un albero finendo la sua corsa in un prato sottostante dopo un salto mortale di 150 metri. Per i quattro giovani la morte è stata istantanea. I funerali di Paola -figlia del comandante della Polizia Municipale di Aosta Mario Baudin- e del fidanzato Giorgio si svolgeranno oggi alle ore 16 nella chiesa del Villair di Quart, la messa per Fabrizio sarà celebrata domani alle ore 10 nella chiesa di Santo Stefano ad Aosta e quella per Rudy alle ore 10,30 nella chiesa di Gignod. (La Stampa)
martedì 19 giugno 2007
L'AOSTA CALCIO IN CERCA DI TIFOSI (1991)
Non ha suscitato grandi festeggiamenti la promozione in C2 dei rosso/neri avvenuta nientemeno che dopo quarant'anni. L'Aosta calcio infatti torna tra le sqyadre professioniste al termine di un campionato cominciato in sordina e concluso in crescendo. La partita di ritorno degli spareggi disputata a Brescello si è conclusa con un allegra invasione di campo da parte dei tifosi rossoneri. Una festa tra pochi "intimi", i quasi 300 sostenitori dell'Aosta, insieme con gli ultras, hanno festeggiato la promozione sul terreno di gioco dopo quei 90 minuti che dal raggelante 1 a 0 del primo tempo si sono conclusi sull'1 a 3. Bandiere, sciarpe, fumogeni, visi bicolore, urla, abbracci, qualche lacrima. Uno sparuto gruppetto rispetto agli oltre 2700 tifosi di casa, rimasti a vedere sconsolati quella festa che doveva essere la loro. Anche ad Aosta la notizia della promozione dei rossoneri non ha suscitato grandi festeggiamenti. Qualche scorribanda di auto, poche bandiere alle finestre. Niente rispetto alle manifestazioni dei tifosi aostani dell'Inter quando la squadra nerazzurra ha vinto la Coppa Uefa. Eppure il campionato dell'Aosta è stato appassionante, con la rincorsa al Bellinzago che ha tenuto con il fiato sospeso per tre quarti del torneo. Sugli spalti del Puchoz normalmente assistono un migliaio di tifosi a partita. Domenica ad assistere alla partita nel campo degli emiliani c'erano 3000 persone. Gli abitanti di Brescello sono 4500, mentre quelli di Aosta sono 36 mila. Ora in C2 per la società rossonera l'impegno si triplica: dal punto di vista economico, per affrontare le spese del professionismo; dal punto di vista dell'organico per rinforzare la squadra, e dal punto di vista del tifo. Tra i tre quest'ultimo è il più difficile: L'Aosta calcio dovrà coinvolgere maggiormente il pubblico per poter contare sul suo apporto nei momenti cruciali. E uno stadio adeguato potrebbe aiutare nell'impresa. (La Stampa)
(Foto: riusciranno queste 'majorette' ad attirare il pubblico allo stadio?)
(Foto: riusciranno queste 'majorette' ad attirare il pubblico allo stadio?)
lunedì 18 giugno 2007
MOSTRA DI ALBERTO FACCINI (2007)
CHIEDONO CASA 700 AFRICANI (1991)
Guerra tra immigrati. "Gli albanesi sono appena arrivati e hanno già un tetto. Siamo vittime dell'indifferenza. Viviamo in Valle d'Aosta da diversi anni, molti tra noi hanno un lavoro fisso, la residenza, ma da tempo viviamo nei dormitori. Chiediamo soltanto di essere ascoltati, è un nostro diritto poterci confrontare con le autorità per trovare una soluzione ai nostri problemi". Sono le parole di Draidj Miloud, 35 anni algerino, presidente dell'Aiva (Associazione immigrati in Valle d'Aosta) L'associazione, nata nel novembre dello scorso anno, cura gli interessi degli extracomunitari che vivono in Valle e che sono più di 700 persone provenienti, per la maggior parte dal Nord Africa. Ieri una delegazione dell'Aiva si è presentata in Comune. Il sette maggio aveva scritto una lettera al sindaco di Aosta e al presidente della giunta regionale con la richiesta di un incontro per esporre i problemi degli extracomunitari. Mentre la presidenza della giunta regionale ha accolto la richiesta nel giro di pochi giorni fissando una data per l'incontro, dal Comune non è arrivata nessuna risposta. (La Stampa)
sabato 16 giugno 2007
UN PEZZO DI CANAVESE IN VALLE? (1991)
Carema, Quincinetto, Settimo Vittone e Tavagnasco annessi alla Valle d'Aosta? "Perchè no? - dice Gino Agnesod, consigliere regionale dell'Union Valdotaine- Hanno radici storiche e aspetti culturali simili alla Bassa Valle. A Carema per esempio, il dialetto locale è molto simile al patois". Non solo. Secondo Agnesod gli abitanti del vicino Canavese si servono già dei servizi erogati in Valle: scuole, negozi, sindacati. "L'ampliamento dei confini -continua- è una possibilità che è prevista nello Statuto speciale di autonomia e dalla legge 142 sull'ordinamento degli enti locali. E' necessario soltanto il parere favorevole dei Comuni interessati". L'ipotesi è allettante per i vantaggi che comporta: buoni della benzina e dello zucchero, ma soprattutto pià autonomia amministrativa. Don Igino Boglia, parroco di Carema, si dice perplesso: "L'idea è buona, ma bisogna vedere se Aosta è d'accordo ad ampliare il territorio regionale e se Torino è intenzionata a "mollare" una zona ricca come quella canavesana. A Carema di una probabile annessione alla Valle si era già parlato una quindicina di anni fa, quando sono state formate le regioni; allora, ma erano altri tempi, si erano opposti i commercianti perchè dicevano che avrebbero pagato più tasse". (La Stampa)
COSI' PER RIDERE...
Stranezze lette su giornali o in giro per negozi.
SI E' SPENTO L'UOMO CHE SI ERA DATO FUOCO.
(Giornale di Sicilia, 1998)
POMPINI A RAFFICA, CARRARESE KO. (Gazzetta dello Sport, 1992)
(Pompini era il nome di un giocatore che segnò 4 reti)
TROMBA MARINA PER UN QUARTO D'ORA.
(Corriere del Mezzogiorno, 1997)
IN CINQUECENTO CONTRO UN ALBERO. TUTTI MORTI.
(La Provincia Pavese)
Annunci economici:
Vendo giochi e servizi di carnevale. Astenersi burloni e perditempo.
Vendesi auto. La vettura in questione è urtata, strisciata e un po' ammaccata. telefonare ore pasti. Franco. (Sul cartello qualcuno gli ha aggiunto:"A Fra'.....magna tranquillo...)
Si affitta l'abitazione del terzo piano. La signora del secondo piano la fa vedere a tutti.
(Cartello esposto sull'ingresso di un condominio a Trapani)
Funerali a costi ridotti. Cinquantasei rate a prezzi bloccati. Affrettatevi! (la Nazione di Firenze)
Insegne commerciali:
Questa macelleria rimane aperta la domenica solo per i polli.
(Visto in un negozio di Roma)
Qui chiavi in cinque minuti. (Cartello letto in una ferramenta di Cuneo)
Si avverte il pubblico che i giorni fissati per le morti sono il martedì e giovedì. (Ufficio anagafe di Reggio Calabria)
(Gericus by Gigi)
OSPITALITA' E REGOLE (1991)
Li abbiamo accolti a braccia aperte, gli albanesi, commossi dalle drammatiche immagini della tv: gente disperata in cerca di libertà e affetto, che si lanciava da una nave sulla banchina o cercava di raggiungere la riva a nuoto. Abbiamo visto quei binbi e chiesto ai lettori di aiutarli, abbiamo cercato di vincere la diffidenza di chi non li voleva spiegando che una popolazione in difficoltà va aiutata sempre e comunque. Lo rifaremmo oggi, con lo stesso slancio. Con altrettanta fermezza, e forse con lo stato d'animo di chi si sente un po' tradito, pensiamo però che la comunità albanese in Italia abbia spesso violato i doveri dell'ospitalità. Ricapitoliamo: A Casale i profughi hanno bloccato il ponte sul Po, occupato l'archivio della caserma, assaltato il deposito di vestiti della Croce Rossa. Ad Asti e Savona hanno rifiutato di pulire le camerate, costringendo le prefetture a spendere decine di milioni al mese. Sempre ad Asti sono all'ordine del giorno atti di vandalismo in caserma. Non solo: saputo dell'arrivo delle telecamere Rai, i profughi hanno rovesciato i contenitori dell'immondizia per far credere che vivano in disastrose condizioni igieniche. Si è arrivati infine al furto l'altro giorno alla fiera Carolingia per cui un giovane albanese è stato condannato, ancora in Pretura ad Asti. A Savona si registrano episodi di molestie, anche pesanti, a giovani donne e ancora furti, risse e danneggiamenti alle cabine della Sip per telefonare gratuitamente a casa. Preoccupazioni esistono anche a Cuneo, Novara, Vercelli e Aosta, città che dovrebbe ospitare nei prossimi giorni, numerosi albanesi in arrivo in Italia. Sappiamo che in tutte le comunità, compresa la nostra, ci sono i 'buoni e i cattivi', e che non tutti i profughi sono dediti alla delinquenza. Dobbiamo però ricordare che sono stati accolti non solo in modo civile com'era doveroso, ma anche con simpatia, e che hanno avuto cibo e vestiti, talvolta trovato casa e lavoro. In città, dove il problema degli sfratti e della disoccupazione è grave da sempre, il comportamento degli albanesi suona ora come un offesa. E' bene dunque che si corra ai ripari prima che la frattura diventi insanabile. La comunità albanese dev'essere invitata fermamente a rispettare le regole della convivenza civile. Chi accetta queste regole deve avere l'aiuto che merita, per gli altri è necessario pensare ai provvedimenti più opportuni: maggiori controlli prima e l'espulsione, quando è il caso, poi. (La Stampa)
venerdì 15 giugno 2007
DIECI MILIARDI PER LE AREE VERDI (1991)
Il Comune di Aosta ha acquistato la zona Ferrando e annuncia: "Diventerà un parco". L'area 'Ferrando' di corso Bttaglione, per anni oggetto del desiderio di molti impresari che in quegli oltre 11 mila metri quadrati speravano di costruire condomini, esce dal mercato per entrare nel patrimonio del Comune. L'ampia zona della parte occidentale della città è quella accanto alla nuova Questura. L'operazione era attesa da moltissimo tempo. Ora fa parte di una iniziativa comunale che costerà oltre dieci miliardi di lire (nove saranno versati dalla Regione) per comperare altre aree e case. L'area diventerà veramente un parco? "Le intenzioni dell'amministrazione -dice Giorgio Lorenzini, assessore alle Finanze- sono quelle di rispettare le indicazioni del piano regolatore, che per l'area Ferrando prevede la realizzazione di una zona verde. Vedremo se sarà possibile destinare una parte dell'area a parco attrezzato per bambini".
(La Stampa)
(La Stampa)
giovedì 14 giugno 2007
TFR: TRATTAMENTO FINE RAPPORTO
Nell'immenso panorama degli adempimenti burocratici partoriti da cervelli sull'orlo di una crisi neurologica, da un po' di tempo alberga il "Tfr", ovvero il Trattamento di Fine Rapporto che un dipendente ha con il suo datore di lavoro. Arzigogolate elucubrazioni fatte apposta per non far capire niente il 99% degli interessati, poichè tutto sommato, "sono soldi nostri". Da una ricerca approfondita sul problema, sembra che gli italiani finalmente abbiano afferrato il vero senso di questo acronimo, che però non riescono ad identificarlo con il lavoro ma con il piacere... Sarà così?
(Gericus by Gigi)
(Vignetta tratta dal sito www.bastardidentro.it)
(Gericus by Gigi)
(Vignetta tratta dal sito www.bastardidentro.it)
martedì 12 giugno 2007
AOSTA VALLEY: WHAT ELSE?
Energy and movement, peace and quiet places, sounds of the nature, in the Mattherhorn valley every place has got its own time and you will find places for every wish. This village, kingdom of the alpinism offers, whit its historical mountain guides, infinite possibilities for walks, excursions and dizzy experiences. Ski in the summer season on the Plateau Rosà glaciers, golf at the feet of the Matterhorn, tennis, swimming, riding and mountain bike ways... A lot of choices for an unusual holiday!
AIAT Monte Cervino.
Valle d'Aosta -Italia-
Via Guido Rey
tel. (+39) 0166 949136
tel. (+39) 0166 92029
AIAT Monte Cervino.
Valle d'Aosta -Italia-
Via Guido Rey
tel. (+39) 0166 949136
tel. (+39) 0166 92029
domenica 10 giugno 2007
MORIRE D'AMORE, A 91 ANNI (1991)
La morte li divisi solo per poche ore, il tempo, per lui, di provare il grande dolore della solitudine e del perduto amore. Poi li ha riuniti per sempre. Tutto il paese parla di Angelo e Natalina Garrione, entrambi 91 anni, i due anziani coniugi residenti nella cascina 'San Giovanni Vecchio' tra i rettangoli delle risaie di Borgovercelli. Il libro della loro vita si era aperto il 26 dicembre del '22, quando si erano sposati. Dalla loro unione era nata una figlia, Duilia, che oggi ha 60 anni, e che negli ultimi tempi era riuscita a convincere i genitori a trasferirsi a casa sua, giusto per poterli meglio accudire. Natalina è stata la prima a morire, martedì scorso 23 aprile tra le 10,30 e le 11. E' spirata in un momento che suo marito era in un altra stanza, ed è stato tenuto all'oscuro della scomparsa della moglie. Poco dopo però Angelo deve avere capito di essere rimasto solo, di aver perduto la compagna di tutta una vita. Ha smesso di parlare, e il dolore ha voluto tenerselo tutto dentro, fino alle 20,30, quando ha sorriso come due persone che si incontrano, poi è morto. Solo nove ore Angelo Garrione è sopravvissuto alla perdita di Natalina, la sua dolce compagna. In paese li chiamavano "le due colombelle". Non poteva che finire così. Continueranno a volersi bene. (La Stampa)
sabato 9 giugno 2007
AOSTA VALLEY COOKBOOK (2007)
English :
"FONDURA VALDOSTANA" -
Cut 500 gms. of "fontina" cheese into small slices and let it soak overnight in 1 litre of milk. Transfer the lot to a copper pan and cook on a low flame. Stirring with a wooden spoon, add 80 gms. of mountain butter and 4 eggyolks. The result depends on your patience: the cheese will first clot and then become soft and smooth. Add little salt, as the cheese is already tasty, and pepper. The dish is ready, pour the melted cheese onto slices of toasted whole-meal bread, previously put in the soup-plates, and, according to your taste, enrich it with slices of truffle.
Italiano: "FONDUTA VALDOSTANA" -
Tagliare a piccole fette 500 gr. di fontina e lasciatela macerare in 1 litro di latte per una notte. Al momento di cuocerla, mettere a fuoco lento l'amalgama in un tegame di rame e aggiungete, mescolando con un cucchiaio di legno, 80 gr. di burro di montagna e 4 rossi d'uovo. La riuscita della fonduta dipende dalla vostra pazienza: il formaggio dapprima si raggrumerà, per poi trasformarsi in una crema setosa e compatta. Salate con discrezione tenedo conto del gusto saporito del formaggio, e pepate. La fonduta valdostana è pronta: versatela sopra le fettine di pane tostato che avrete disposto nelle scodelle e, se credete, guarnite con tartufo.
"FONDURA VALDOSTANA" -
Cut 500 gms. of "fontina" cheese into small slices and let it soak overnight in 1 litre of milk. Transfer the lot to a copper pan and cook on a low flame. Stirring with a wooden spoon, add 80 gms. of mountain butter and 4 eggyolks. The result depends on your patience: the cheese will first clot and then become soft and smooth. Add little salt, as the cheese is already tasty, and pepper. The dish is ready, pour the melted cheese onto slices of toasted whole-meal bread, previously put in the soup-plates, and, according to your taste, enrich it with slices of truffle.
Italiano: "FONDUTA VALDOSTANA" -
Tagliare a piccole fette 500 gr. di fontina e lasciatela macerare in 1 litro di latte per una notte. Al momento di cuocerla, mettere a fuoco lento l'amalgama in un tegame di rame e aggiungete, mescolando con un cucchiaio di legno, 80 gr. di burro di montagna e 4 rossi d'uovo. La riuscita della fonduta dipende dalla vostra pazienza: il formaggio dapprima si raggrumerà, per poi trasformarsi in una crema setosa e compatta. Salate con discrezione tenedo conto del gusto saporito del formaggio, e pepate. La fonduta valdostana è pronta: versatela sopra le fettine di pane tostato che avrete disposto nelle scodelle e, se credete, guarnite con tartufo.
giovedì 7 giugno 2007
NEGOZIANTI CONTRO I VU' COMPRA' (1991)
I commercianti di Aosta sono in lotta con gli extra- comunitari che vendono la loro merce nelle strade, ai clienti dei negozi e ai negozianti stessi. I commercianti si lamentano perchè il loro volume d'affari è calato da quando i giovani nordafricani vendono la loro merce nelle piazze, nelle strade, davanti e dentro i negozi. Per le forze dell'ordine il problema non è semplice da risolvere. Quasi tutti gli extracomunitari che fanno i venditori ambulanti abusivi non portano con loro i documenti. Quando vengono fermati rilasciano generalità che vanno controllate, ma le persone non possono essere trattenute. Sono invitate a presentarsi dopo qualche giorno con i documenti per dimostrare di essere in regola: soltanto se non lo fanno possono essere denunciati. A quel punto devono essere rintracciati per notificare loro il decreto di espulsione firmato dal presidente della giunta e accompagnati al primo mezzo in partenza per il loro Paese d'origine. L'autorizzazione per acquistare il biglietto per la nave, il treno o l'aereo deve essere richiesto al ministero: per la risposta bisogna aspettare qualche ora. Nel frattempo la persona che deve essere allontanata non può essere trattenuta dalle autorità se non ha commesso qualche reato.
(La Stampa)
(La Stampa)
mercoledì 6 giugno 2007
AD AOSTA TEPPISTI INCENDIARI (1991)
Cresce la microdelinquenza. Nelle ultime due settimane infatti, i vigili del fuoco sono dovuti intevenire per spegnere 14 incendi a cassonetti dei rifiuti. Gli episodi avvengono sempre durante la notte. L'Impresa Maddalena che gestisce per il Comune il servizio di nettezza urbana, ha denunciato il fatto a carabinieri e questura. I responsabili non sono ancora stati individuati. Rischiano una condanna per distruzione di materiale utilizzato per un servizio pubblico. Trovare gli incendiari però non sarà semplice, poichè agiscono a notte fonda e una volta appiccato il fuoco ai rifiuti dentro al cassonetto, scappano velocemente. L'alta temperatura causa poi lo scioglimento della plastica di cui sono fatti i bidoni, costringendo così l'Impresa ad un cambio degli stessi, che come ammette l'amministratore delegato Pierangelo Rossi "Con una spesa che va ad incidere sul costo del servizio e che inevitabilmente ricadrà poi sulle spalle dei contribuenti". (La Stampa)
martedì 5 giugno 2007
POESIA
"Chi ti ha aiutato a fuggire...
si è scordato di prendere il tuo profumo.
Ma tu, raccontami di me,
tu che sei stata per anni
la mia migliore regista.
Tu, che volevi un campione
e ti è capitato un figlio...
da istruire, cambiare, pulire
da quell'odore di sconfitta...
Ti ho vista passare
ma non ho fatto in tempo
a raggiungerti e nelle mie mani
mi sono ritrovato le tue ombre
che già bastavano a farmi stare in silenzio
per qualche attimo che mi è parso
un tempo che non ho mai vissuto".
Max Mercuri da "Marinaio di Collina" 2005- Aosta-
si è scordato di prendere il tuo profumo.
Ma tu, raccontami di me,
tu che sei stata per anni
la mia migliore regista.
Tu, che volevi un campione
e ti è capitato un figlio...
da istruire, cambiare, pulire
da quell'odore di sconfitta...
Ti ho vista passare
ma non ho fatto in tempo
a raggiungerti e nelle mie mani
mi sono ritrovato le tue ombre
che già bastavano a farmi stare in silenzio
per qualche attimo che mi è parso
un tempo che non ho mai vissuto".
Max Mercuri da "Marinaio di Collina" 2005- Aosta-
AOSTA: SVEGLIA CON VOLANTINI (1991)
Rosso, bilingue, delle dimensioni di un foglio di quaderno e rigorosamente anonimo. Un inno "all'unità del popolo valdostano" che ha riempito strade e vie di tutta la Valle. Opera di volantinaggio notturno organizzato in gran segreto e su vasta scala. E tutto finora è rimasto anonimo. Anche la tipografia che ha stampato gli slogan su entrambe le facce del 'documento', firmato da uno sconosciuto "Le Comité Valdotain" che fa riferimento a un altrettanto improbabile 'Mouvement'. Nove capoversi di un discorso intitolato: "La Valle d'Aosta sta morendo? No, vivrà". La causa del male che secondo il sedicente gruppo politico mina la Vallée dipende dai "gravi avvenimenti politici che hanno indebolito la sovranità del Popolo Valdostano". Dopo la diagnosi, la terapia: "L'unica difesa del nostro particolarismo è l'unità del popolo valdostano". Ieri le segreterie dei partiti e movimenti hanno taciuto. Nessun commento sul volantino, su scritte che sembrano tornare al passato. Ma c'è attesa per i prossimi giorni. L'anonimo valdostano darà alle stampe (clandestine) altri pensieri e suggestioni? (La Stampa)
lunedì 4 giugno 2007
NO AL CENTRO PER IMMIGRATI (1991)
Il partito liberale italiano ha espresso ieri in un comunicato il proprio dissenso per il progetto di ristrutturazione del dormitorio in via Stevenin da adibire a centro provvisorio di accoglienza degli immigrati extracomunitari. Il progetto di ristrutturazione è ancora in fase di studio e se ne sta occupando l'assessore ai Servizi Sociali del Comune di Aosta. La discussione sull'argomento era cominciata con una petizione di 250 persone, residenti nella zona, contrarie a questo progetto. Il comitato regionale di coordinamento degli inteventi di cooperazione, di solidarietà e di educazione allo sviluppo, da tempo impegnato nel realizzare programmi di sostegno e solidarietà agli extracomunitari, aveva espresso amarezza nei confronti di questo episodio di intolleranza. Di parere diverso il Pli: "Non si può accusare di razzismo centinaia di cittadini aostani -si legge nel comunicaro-. Riteniamo infatti che tutti, compresi gli extracomunitari, abbiano diritto a essere accolti e trattati con dignità e non come individui da emarginare. Solo che non vogliamo una casbah nella zona centrale di Aosta". (La Stampa)
UN VALDOSTANO TRA I 140 MORTI DEL MOBY PRINCE (1991)
Era il suo primo viaggio con la "Moby Prince" su cui lavorava come 'maitre': Mauro Prola, 27 anni, nato e residente a Chatillon è uno dei 141 passeggeri del traghetto che mercoledì 10 aprile si è scontrato al largo di Livorno. Le speranze di riabbracciare Mauro si affievoliscono man mano che i vigili del fuoco proseguono nelle ricerche. Per il momento si sa soltanto di un unico superstite, Alessio Bertrand, trovato dai soccorrittori aggrappato tra fumo e fiamme ad una ringhiera sul ponte più alto della nave. La tragedia è avvenuta poco dopo la partenza dal porto labronico. Espletate le operazioni di carico, alle 22 precise il traghetto con 141 persone a bordo -65 marinai e 76 viaggiatori- ha lasciato la banchina, doppiato la diga foranea e diretto la prua verso sud-ovest con un mare piatto come una tavola. Ventisei minuti dopo il terribile impatto con la petroliera Agip Abruzzo ferma alla 'fonda' in attesa di entrare in porto, ed è stato subito un inferno di fuoco che non ha lasciato scampo. Mauro Prola fino a poco tempo fa era imbarcato su di un altra nave che faceva rotta sull'Adriatico e recentemente infatti era riuscito a farsi trasferire sulla Moby Prince. Appresa la tragica notizia, i genitori ed il fratello di Mauro si sono subito messi in viaggio verso Livorno. (La Stampa/Vallée Notizie)
(foto: la carcassa del Moby Prince trainata in porto)
(foto: la carcassa del Moby Prince trainata in porto)
domenica 3 giugno 2007
AOSTA/MARTIGNY A 250 KM. L'ORA (1991)
La Conferenza internazionale della direttrice ferroviaria del Gran San Bernardo si è conclusa martedì a Saint-Vincent. In una riunione, nella qual3e hanno partecipato i delegati dei cantoni svizzeri del Vallese e del Vaud, il presidente della regione di Martigny e il sindaco della città, il neo assessore regionale ai Trasporti, Demetrio Mafrica e l'ex assessore Augusto Fosson, è stato deciso di riconfermare nell'incarico la Commissione internazionale di iniziativa del progetto. L'organismo appena riconfermato, ha stabilito di riconvocarsi entro un mese, e quindi prima dell'8 maggio. Le decisioni più urgenti da prendere riguarderanno il numero e la composizione dei vari comitati, nei paesi europei interessati e a livello internazionale, con la delega ad occuparsi, per approfondimenti conoscitivi e per contatti di vario tipo dei problemi legati al mega-progetto. La nuova trasversale alpina, tutta impostata con velocità di tracciato di 250 chilometri all'ora, parte dal raccordo di pianura di Santhià e si sviluppa per 163 chilometri fino a Martigny-Riddes. Il tracciato della linea si lascia a monte i Comuni di Pont Saint Martin, Donnas, Bard, Arnaz, Verres, Saint Vincent, Chatillon e Nus, a valle Issogne, Fenis e Saint Marcel. La ferrovia passa a sud di Aosta con un ampia curva e poi punta in direzione di Chaligne, poi verso Etroubles e Saint Oyen, infine del Col Menouve. Dei 59 chilometri tra Aosta e Martigny ben 54 saranno in galleria, collocando questo manufatto tra le maggiori gallerie ferroviarie del mondo, superiore anche al Tunnel sotto la Manica. Nel progetto vi saranno poi 21 viadotti e i costi di previsione parlano di 4 mila e 500 miliardi di lire. (La Stampa)
sabato 2 giugno 2007
AOSTA VALLEY'S TYPICAL RECIPES (2007)
ENGLISH: Sweet "polenta" with apples.
Wash 1 kilo of 'renette' apples carefully, put them in a pan with 2 glassfuls of red wine, 100 gms. of sugar and some cloves. Cook them as usual for baked apples, adding 1 small glass of kirsch just before the cooking time is over. Separately fry 10 slices of cold 'polenta' in 1 knob of butter, then sprinkle some sugar on. Serve enrich the dish, decorate it with 1 tablespoon of wipped sweet cream.
ITALIANO: Polenta dolce e mele.
Lavate bene 1 kg. di mele renette e ponetele in un tegame con 2 bicchieri di vino rosso secco, 100 gr. di zucchero e qualche chiodo di garofano. Cuocetele come delle normali mele al forno, aggiungendo, poco prima del punto di cottura, 1 bicchierino di kirsch. A parte, friggete 10 fette di polenta nel burro e spolveratela con lo zucchero. Servite le mele e il loro contorno di polenta dolce ben caldi. Se volete arricchire il piatto, guarnite con 1 cucchiaio di panna dolce.
Wash 1 kilo of 'renette' apples carefully, put them in a pan with 2 glassfuls of red wine, 100 gms. of sugar and some cloves. Cook them as usual for baked apples, adding 1 small glass of kirsch just before the cooking time is over. Separately fry 10 slices of cold 'polenta' in 1 knob of butter, then sprinkle some sugar on. Serve enrich the dish, decorate it with 1 tablespoon of wipped sweet cream.
ITALIANO: Polenta dolce e mele.
Lavate bene 1 kg. di mele renette e ponetele in un tegame con 2 bicchieri di vino rosso secco, 100 gr. di zucchero e qualche chiodo di garofano. Cuocetele come delle normali mele al forno, aggiungendo, poco prima del punto di cottura, 1 bicchierino di kirsch. A parte, friggete 10 fette di polenta nel burro e spolveratela con lo zucchero. Servite le mele e il loro contorno di polenta dolce ben caldi. Se volete arricchire il piatto, guarnite con 1 cucchiaio di panna dolce.
VALLE d'AOSTA: PREZZI SENZA FRENI (1991)
Ormai si può scommetere: a ogni cambio di stagione (talvolta anche più frequente) arriva una raffica di aumenti. La primavera è una di quelle stagioni che forse più di altre stimola il lievitare dei prezzi dei generi alimentari, con particolare riferimento a frutta e verdura. "Colpa della stagione" è la frase più ricorrente degli operatori del settore. Un primo segnale che i prezzi erano destinati a salire è arrivato un mese fa. Al bar, la tazzina del caffè e il cappuccino sono passati da mille a 1200 e da 1200 a 1400 lire. Per il momento è rimasto invariato il prezzo del pane: tipo più richiesto costa 2830 lire al chilo e il tradizionale "brutto e buono" tocca quota 3070. Il latte intero è passato da 1420 a 1500 e quello parzialmente scremato da 1350 a 1450. Un giro per la città a leggere i prezzi esposti nelle vetrine dei negozi di frutta e verdura: fagiolini 13.000 lire al chilo, cicoria dei prati 20.000, gli asparagi oscillano tra le 5 mila lire e le 8 mila il chilo, pomodori 6 mila lire, alcuni tipi di insalata superano le 7 mila lire e i carciofi è raro trovarli a meno di 500 lire l'uno. Secondo l'indagine statistica mensile del Comune di Aosta, dal marzo del 1990 al marzo del 1991, il prezzo medio degli asparagi è passato da 8180 a 13 mila600 lire, quello dei carciofi da 3113 a 5840, quello delle mele renette da 2626 a 3106, quello delle fragole da 10 mila 252 a 17 mila. Nel periodo 1989 - ottobre 1990, i prodotti alimentari sono aumentati del 6,3 per cento in campo nazionale, mentre in Valle d'Aosta, l'aumento percentuale è stato dell'8,75. Ad Aosta poi non è neppure conveniente andare al mercato coperto, che dovrebbe calmierare i prezzi. Se mettiamo il costo del biglietto dell'autobus (500 lire a viaggio) conviene andare a comperare al supermercato. (La Stampa)
venerdì 1 giugno 2007
DIO LI FA E POI ... (2007)
In una gara di sosia che si è svolta l'anno scorso in Argentina, ha suscitato molto scalpore l'iscrizione di un uomo e del suo cane Dot. All'inizio si è pensato ad uno scherzo poi, la giuria ha dovuto riunirsi in seduta straordinaria per controllare se nel regolamento ci fosse un articolo che vietasse tale possibilità. Ma dal momento che a nessuno era venuto in mente una simile circostanza tanto da inserirla in un regolamento, la giuria ha accettato quell'insolita partecipazione. E la sorpresa è stata enorme quando attraverso il responso dei presenti alla manifestazione, punti alla mano il vincitore della competizione dei sosia è stato proprio "l'uomo con il cane Dot". E dalla foto, la somiglianza tra i due risulta talmente forte che qualcuno della giuria, al momento della consegna del premio ha sussurrato: "Ma chi è il cane..."? (Gericus)
ALLE URNE PER UN TOPONIMO (1991)
I residenti nel Comune di Saint-Rhemy nell'alta valle del Gran San Bernardo, saranno chiamati il 6 maggio a votare con un "referendum popolare consultivo" la proposta fatta dal consiglio municipale, unanime, di cambiare il nome in Saint-Rhemy-en-Bosses. Nestore Ettore Ronc, il sindaco della piccola comunità che conta 450 abitanti dice: "Non si tratta di un cambiamento, ma di un ritorno alle origini". E così scopriamo che sul regio decreto dei Savoia del 30 gennaio 1782 si registra che in questa data "viene costituito il Comune di Saint-Rhemy-en-Bosses". E fino al 1928 questo nome rimane tale fino a quando il ragime fascista lo cambia in "San Remigio". Con la Liberazione la gente del luogo ha altro a cui pensare piuttosto che preoccuparsi di ristabilire il nome originale, che nel frattempo è diventato "San Remì", senza la "h" e senza la "y". Il momento per rimettere le cose a posto è arrivato oggi, grazie alla inconfutabile validità storica di un documento ritrovato negli archivi del castello del villaggio. (La Stampa)
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