sabato 16 giugno 2007
OSPITALITA' E REGOLE (1991)
Li abbiamo accolti a braccia aperte, gli albanesi, commossi dalle drammatiche immagini della tv: gente disperata in cerca di libertà e affetto, che si lanciava da una nave sulla banchina o cercava di raggiungere la riva a nuoto. Abbiamo visto quei binbi e chiesto ai lettori di aiutarli, abbiamo cercato di vincere la diffidenza di chi non li voleva spiegando che una popolazione in difficoltà va aiutata sempre e comunque. Lo rifaremmo oggi, con lo stesso slancio. Con altrettanta fermezza, e forse con lo stato d'animo di chi si sente un po' tradito, pensiamo però che la comunità albanese in Italia abbia spesso violato i doveri dell'ospitalità. Ricapitoliamo: A Casale i profughi hanno bloccato il ponte sul Po, occupato l'archivio della caserma, assaltato il deposito di vestiti della Croce Rossa. Ad Asti e Savona hanno rifiutato di pulire le camerate, costringendo le prefetture a spendere decine di milioni al mese. Sempre ad Asti sono all'ordine del giorno atti di vandalismo in caserma. Non solo: saputo dell'arrivo delle telecamere Rai, i profughi hanno rovesciato i contenitori dell'immondizia per far credere che vivano in disastrose condizioni igieniche. Si è arrivati infine al furto l'altro giorno alla fiera Carolingia per cui un giovane albanese è stato condannato, ancora in Pretura ad Asti. A Savona si registrano episodi di molestie, anche pesanti, a giovani donne e ancora furti, risse e danneggiamenti alle cabine della Sip per telefonare gratuitamente a casa. Preoccupazioni esistono anche a Cuneo, Novara, Vercelli e Aosta, città che dovrebbe ospitare nei prossimi giorni, numerosi albanesi in arrivo in Italia. Sappiamo che in tutte le comunità, compresa la nostra, ci sono i 'buoni e i cattivi', e che non tutti i profughi sono dediti alla delinquenza. Dobbiamo però ricordare che sono stati accolti non solo in modo civile com'era doveroso, ma anche con simpatia, e che hanno avuto cibo e vestiti, talvolta trovato casa e lavoro. In città, dove il problema degli sfratti e della disoccupazione è grave da sempre, il comportamento degli albanesi suona ora come un offesa. E' bene dunque che si corra ai ripari prima che la frattura diventi insanabile. La comunità albanese dev'essere invitata fermamente a rispettare le regole della convivenza civile. Chi accetta queste regole deve avere l'aiuto che merita, per gli altri è necessario pensare ai provvedimenti più opportuni: maggiori controlli prima e l'espulsione, quando è il caso, poi. (La Stampa)
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