giovedì 28 giugno 2007

BELLEZZA MALEDETTA (2007)

Nella prima metà degli anni settanta si aggirava in Valsavarenche un mitico esemplare di camoscio bianco. Le rare fotografie lo mostravano superbo, bello, eccezionale. Una di quelle meraviglie della genetica che si presentano una volta nella vita di un uomo. O le sai cogliere, o te ne penti per sempre. Ricordo che, adolescenti, partimmo alla ricerca dell'animale misterioso, e il destino volle che in giugno si incappasse in uan tempesta da pieno inverno, così che il camoscio scomparve in un bianco assai più grande di lui, e il nostro sogno rimase chimera, miraggio, materia di un altro mondo. Ora che sono passati tanti anni, e gli anni insegnano che non esistono altri mondi ma altri occhi, semmai, la notizia dello stambecco bianco fotografato sulle pendici del monte Emilius mi fa pensare con i suoi, di occhi. Lo vedo bellissimo anche lui, ed eccizionale, certamente, ma nascere belli può voler dire essere soli, perchè il mondo la sfrutta, o ne ha paura, della bellezza. E nascere eccezionali vuol dire essere diversi, che forse per uno stambecco è motivo di distacco aristocratico, o di pregiudizio raziale, o di attenzioni morbose da parte degli osservatori. Se sei bianco non puoi confonderti col branco, non puoi passare inosservato, non puoi concederti una vacanza, ma l'unica parentesi consentita è quella del distacco o della fuga, come succede per certi principi o re che hanno tutto ma non possiedono niente. Quindi, caro stambecco bianco, non verrò a cercarti, ma ti penserò come si pensa a un essere baciato dalla genetica e calpestato dal destino, destinato a una vita difficile, forse tragica, probabilmente sola. Se lotterai per una femmina diranno che vinci perchè sei bianco, o che perdi perchè non vuoi spezzarti un corno. Se avrai una femmina penserà che non ti merita, o che non sei meglio di uno stambecco normale a fare l'amore. Si, forse era meglio se nascevi beige, caro stambecco bianco. (Enrico Camanni. La Stampa)

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