sabato 2 giugno 2007

VALLE d'AOSTA: PREZZI SENZA FRENI (1991)

Ormai si può scommetere: a ogni cambio di stagione (talvolta anche più frequente) arriva una raffica di aumenti. La primavera è una di quelle stagioni che forse più di altre stimola il lievitare dei prezzi dei generi alimentari, con particolare riferimento a frutta e verdura. "Colpa della stagione" è la frase più ricorrente degli operatori del settore. Un primo segnale che i prezzi erano destinati a salire è arrivato un mese fa. Al bar, la tazzina del caffè e il cappuccino sono passati da mille a 1200 e da 1200 a 1400 lire. Per il momento è rimasto invariato il prezzo del pane: tipo più richiesto costa 2830 lire al chilo e il tradizionale "brutto e buono" tocca quota 3070. Il latte intero è passato da 1420 a 1500 e quello parzialmente scremato da 1350 a 1450. Un giro per la città a leggere i prezzi esposti nelle vetrine dei negozi di frutta e verdura: fagiolini 13.000 lire al chilo, cicoria dei prati 20.000, gli asparagi oscillano tra le 5 mila lire e le 8 mila il chilo, pomodori 6 mila lire, alcuni tipi di insalata superano le 7 mila lire e i carciofi è raro trovarli a meno di 500 lire l'uno. Secondo l'indagine statistica mensile del Comune di Aosta, dal marzo del 1990 al marzo del 1991, il prezzo medio degli asparagi è passato da 8180 a 13 mila600 lire, quello dei carciofi da 3113 a 5840, quello delle mele renette da 2626 a 3106, quello delle fragole da 10 mila 252 a 17 mila. Nel periodo 1989 - ottobre 1990, i prodotti alimentari sono aumentati del 6,3 per cento in campo nazionale, mentre in Valle d'Aosta, l'aumento percentuale è stato dell'8,75. Ad Aosta poi non è neppure conveniente andare al mercato coperto, che dovrebbe calmierare i prezzi. Se mettiamo il costo del biglietto dell'autobus (500 lire a viaggio) conviene andare a comperare al supermercato. (La Stampa)

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