sabato 1 novembre 2008

POESIA E SANGUE

ERBA - "Mia cara Rosa,ti hanno tagliato lo stelo per farti appassire. Non avere paura, il tuo Paperino ti proteggerà e farà rifiorire in tutta la tua bellezza di un tempo non troppo lontano. Tuo per sempre Olly". Una poesia per l'amata, non sbocciata sullo sfondo di un tramonto romantico, ma dentro le asettiche mura di una prigione. A riceverla è Rosa Bazzi e a scriverla è Olindo Romano, i due coniugi di Erba rinchiusi nel carcere del Bassone di Como con l'accusa tremenda di quadruplice omicidio. Era la sera dell'11 dicembre del 2006 quando in una cascina ristrutturata di Erba, dopo un violento incendio domato dai pompieri, vennero rinvenuti quattro cadaveri oltre ad un ferito grave. I corpi erano quelli di Raffaella Castagna, del figlioletto Youssef, della madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, mentre il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, si salverà nonostante una tremenda coltellata alla gola. E' un mese dopo che Olindo "Olly" Romano e Rosa Bazzi (foto) finiranno in galera, dopo il riconoscimento del sopravvissuto. Due anni tra le sbarre dunque, come se fosse una vacanza, senza ripensamenti né pentimenti, e solo un chiodo fisso: rimanere insieme al di là di tutto, sentenze e ergastoli. Insieme nella vita e altrettanto in detenzione. Del resto lo scrive Olly alla sua amata: "Olindo e Rosa Angela, uniti nella vita come nella morte, nel nostro amore infinito, e nel tuo perdono". Ridere alle udienze in tribunale, rinchiusi nella gabbia e davanti ai fotografi, gesti di dolcezza scambiati tra sé come fossero ad un anniversario di matrimonio. Follia che prende il sopravvento? E' l'irragionevole postura di chi non ha più niente da perdere, perché l'universo intero è quel loro amore senza limiti né decenza? Materiale da studio per chi dovrà analizzare personalità e psiche di gente che dopo un massacro a sangue freddo, chiede "una cella matrimoniale" per continuare a stare insieme. Non c'è pentimento né fantasmi da scacciare. Nemmeno l'immagine di un bambino -Youssef- sgozzato come un agnello porta raccapriccio. Quello che conta è stare insieme, "tra l'inverno, tra il gelo e la neve, al tepore della primavera circondata di fiori sei tu". (Gericus)

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