lunedì 17 novembre 2008

STRAGE DI ERBA: UN VIAGGIO NELL'ORRORE

COMO - "Vi prenderò per mano per condurvi in questo viaggio dell'orrore". Ha detto così il pm Massimo Astori iniziando la sua requisitoria nel dibattimento per la strage di Erba che vede alla sbarra Olindo Romano e sua moglie Rosa Bazzi, accusati dell'omicidio di Raffaella Castagna, di suo figlio di due anni Youssef, della madre della donna Paola Galli e di una loro vicina di casa, Valeria Cherubini. Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, scampò alla carneficina diventando il principale teste d'accusa. Per il magistrato, questo è un delitto che nasce da lontano, da quell'odio verso Raffaella Castagna covato fin dal 2001, quando ancora all'orizzonte non c'era traccia di Azouz Marzouk, il tunisino che in seguito avrebbe sposato la donna. Per i coniugi Romano, che già mal sopportavano la "ricca" Raffaella, la follia esplose poco dopo il matrimonio di quest'ultima, per quei rumori provenienti dal piano superiore e da quel continuo via vai di extracomunitari che da un po' di tempo si era instaurato nel piccolo condominio. Ad accendere la miccia infine, fu un atto di citazione giunto ai Romano a seguito di una furibonda lite avvenuta tra i due nuclei familiari. Un affronto per Olindo e Rosa e la decisione di chiudere la faccenda con una strage. E nella fredda descrizione di quell'esplosione di follia dell'11 dicembre 2006, la cruda realtà dello svolgersi dei fatti: "76 colpi inferti, di cui 24 sprangate e 52 coltellate, l'ultima delle quali riservata al piccolo Youssef, vibrata senza pietà alla gola". Una carneficina dunque, mentre per le strade di Erba già brillavano le luci del vicino Natale. Nella loro gabbia, come due bestie ammansite, Rosa e Olindo ascoltano le parole del pubblico ministero senza un cenno di pentimento, lontani, quasi apatici. Per loro, l'unica cosa che conta è poter stare vicini, e il processo è una delle rare occasioni, al di là di tutto, per farli incontrare. "Ho ripercorso tutte le tappe della vicenda affinché voi, giudici, possiate scrivere la parola 'ergastolo', e che è l'unica parola possibile per questo bagno di sangue". Presenti in aula Carlo Castagna, padre di Raffaella, e i due figli rimasti. In disparte, quasi lontani, Azouz Marzouk, nel momento detenuto nelle carceri di Vigevano per scontare una pena di 13 mesi per spaccio di droga, e in attesa di essere espulso dall'Italia alla data del 1° gennaio 2009. Farà però a tempo ad ascoltare la sentenza di questo processo, attesa per il 26 novembre prossimo. (Gericus) [foto: Olindo Romano e Rosa Bazzi]

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