KAMPALA - Alte, bellissime e nere. Sono le più ricercate nel mercato del sesso a Kampala in Uganda, e i turisti, soprattutto bianchi e in cerca di esotico, non se le lasciano scappare. Anche loro, le ragazze, non è che si nascondono, anzi, fanno di tutto per farsi notare e poi, non lesinano certo complimenti o strizzatine d'occhio. Qualcosa però non quadra per la polizia del "Criminal Investigations Directorate", poiché ormai sono troppi i "clienti" che si recano nei loro uffici per sporgere denuncia di strane circostanze accadute prima di... consumare la notte insieme. Ma cosa accade di concreto? Che dopo i primi approcci, qualche abbraccio e qualche bacio un po' più 'spinto', il 'tapino' cade svenuto senza un motivo apparente e soprattutto, senza aver 'consumato'. E al suo risveglio, pure l'amara sorpresa di essere stato derubato di tutto ciò che aveva. Ma come si può spiegare tutto questo? La risposta la da Fred Enanga, portavoce della polizia, il quale afferma che sicuramente il motivo di questi "svenimenti improvvisi e inopportuni" dipende da particolari sedativi che queste "ragazze disponibili" si spalmano sul seno e sul resto del corpo e che di conseguenza vengono assimilati dall'ignaro turista attraverso lingua e labbra. Trentasette sono le prostitute sospettate per il momento dalla polizia, e tutte fanno parte di una gang di criminali, mentre i casi di "bianchi tarlupinati e fessi" sono circa una decina. L'unica cosa che per il momento può fare la polizia del posto è lanciare un avviso: Occhio alla seduzione troppo facile. E' una mazzata per i molti commenda nostrani, che nonostante l'età, calvizie e pancetta prominente, quello svenimento lo attribuivano ad un effetto collaterale del viagra. Ora, alla luce di un portafogli svuotato, sanno che non è così... (Gericus)
sabato 29 novembre 2008
TANTO BELLE DA FAR SVENIRE...
KAMPALA - Alte, bellissime e nere. Sono le più ricercate nel mercato del sesso a Kampala in Uganda, e i turisti, soprattutto bianchi e in cerca di esotico, non se le lasciano scappare. Anche loro, le ragazze, non è che si nascondono, anzi, fanno di tutto per farsi notare e poi, non lesinano certo complimenti o strizzatine d'occhio. Qualcosa però non quadra per la polizia del "Criminal Investigations Directorate", poiché ormai sono troppi i "clienti" che si recano nei loro uffici per sporgere denuncia di strane circostanze accadute prima di... consumare la notte insieme. Ma cosa accade di concreto? Che dopo i primi approcci, qualche abbraccio e qualche bacio un po' più 'spinto', il 'tapino' cade svenuto senza un motivo apparente e soprattutto, senza aver 'consumato'. E al suo risveglio, pure l'amara sorpresa di essere stato derubato di tutto ciò che aveva. Ma come si può spiegare tutto questo? La risposta la da Fred Enanga, portavoce della polizia, il quale afferma che sicuramente il motivo di questi "svenimenti improvvisi e inopportuni" dipende da particolari sedativi che queste "ragazze disponibili" si spalmano sul seno e sul resto del corpo e che di conseguenza vengono assimilati dall'ignaro turista attraverso lingua e labbra. Trentasette sono le prostitute sospettate per il momento dalla polizia, e tutte fanno parte di una gang di criminali, mentre i casi di "bianchi tarlupinati e fessi" sono circa una decina. L'unica cosa che per il momento può fare la polizia del posto è lanciare un avviso: Occhio alla seduzione troppo facile. E' una mazzata per i molti commenda nostrani, che nonostante l'età, calvizie e pancetta prominente, quello svenimento lo attribuivano ad un effetto collaterale del viagra. Ora, alla luce di un portafogli svuotato, sanno che non è così... (Gericus)
venerdì 28 novembre 2008
I MISTERI DI ERBA...
giovedì 27 novembre 2008
ALESSIO E FLAMINIA: FU OMICIDIO VOLONTARIO
ROMA - Qualcosa è cambiato nel nostro ordinamento giuridico, e questa sentenza, la prima in Italia lo testimonia: Tagliare un semaforo con il rosso guidando sotto effetto di stupefacenti o alcool e uccidere qualcuno è omicidio volontario. A introdurre questa novità -che fa giurisprudenza- è il giudice delle indagini preliminari Marina Finiti che ieri, con rito abbreviato, ha condannato a dieci anni di galera Stefano Lucidi, 34 anni, il pirata della strada che il 22 maggio scorso a Roma, falciò e uccise con la sua Mercedes C220 Alessio Giuliani, 22 anni, e Flaminia Giordani stessa età, (foto) due fidanzatini che a bordo di uno scooter stavano regolarmente attraversando l'incrocio. L'incidente avvenne nella strada a scorrimento veloce di via Nomentana, luogo tristemente famoso per altri incidenti mortali accaduti, uno dei quali poco tempo fa. Stefano Lucidi, nonostante la patente sospesa dal 2001, era al volante sotto effetto di stupefacenti e dopo il micidiale impatto, proseguì la sua corsa senza prestare soccorso ai due giovani, premunendosi poi di portare la sua auto in una carrozzeria, davanti alla quale la lasciò. Dietro di se, due giovani lasciati senza vita sull'asfalto. Stefano Lucidi decise di costituirsi solo dietro ad una telefona inviatagli da un agente, e da quel giorno non è uscito più di galera. Angela Giuliani, la mamma di Alessio, ha accolto la sentenza tra le lacrime, aggiungendo che è stata una donna -il gup Marini Finiti n.d.r.- "a portare un pizzico di giustizia, una donna rispettosa delle leggi e degna di essere chiamata tale". E sulla stessa riga è stata anche la mamma di Flaminia, la signora Teresa, per questa "giustizia che ci è giunta proprio da una donna". Di diverso avviso l'avvocato della difesa Basilio Fiore, "una decisione che non resisterà al vaglio del giudice d'appello". Una sentenza ben accolta però dalla gente, scioccata dal ripetersi di casi simili, e che ora dice "è stata resa giustizia ad Alessio e Flaminia". (Gericus)
mercoledì 26 novembre 2008
STRAGE DI ERBA: ERGASTOLO PER ROSA E OLINDO
COMO - Dopo sette ore di Camera di consiglio, i giudici, rispettando appieno le richieste dell'accusa, hanno presentato il conto: "Ergastolo, oltre all'isolamento diurno per tre anni per Olindo Romano e sua moglie Rosa Bazzi, (foto) ritenuti gli autori della strage di Erba dell'11 dicembre del 2006. "Siamo innocenti, e vorrei esprimere con Rosa il nostro sincero dispiacere per le persone che sono morte e per i loro familiari". Lo aveva annunciato Olindo questa mattina in aula, facendo scoppiare la protesta dei parenti: "Assassini!" E' questo in pratica il punto forte dell'udienza di oggi, oltre ad un elemento nuovo, un fax, recapitato alla Corte, nel quale si specifica che in un colloquio tra Azouz Marzouk e la Polizia penitenziaria, il tunisino "avrebbe espresso alcuni dubbi su tutta la faccenda". Questo, dopo aver appreso della visita fatta in Tunisia ai suoi familiari da uno sconosciuto il quale, avrebbe detto loro, che gli autori della strage "non sarebbero Olindo e la moglie Rosa, ma altri". Subito sentito in aula, Marzouk avrebbe confermato il fax, aggiungendo "Io sono certo che gli autori della strage sono loro, ma qualcuno ha detto che non è così. Sono preoccupato per i miei genitori, e ho molta paura per loro". Un fulmine a ciel sereno che però non cambia le carte del pm Astori, il quale bolla tutto come "un espediente di Azouz Marzouk per ritardare la sua espulsione dall'Italia" che avverrà dopo la fine dei 13 mesi di galera che attualmente il tunisino sta scontando e che è prevista per il primo gennaio prossimo. Per la Corte invece, niente supplemento di indagini alla luce dei nuovi sviluppi come proposto dalla difesa dei coniugi Romano "perché assolutamente non necessarie". Ergastolo dunque: "Ora i miei cari possono riposare in pace" ha sussurrato Mazouk, mentre il figlio di Valeria Cherubini, una delle vittime, alla lettura della sentenza ha dichiarato "E' stata fatta giustizia, anche se la pace è ancora lontana". Per l'avvocato Enzo Pacia, capo del pool di difesa dei Romano, il verdetto arriva "secondo copione". Per il presidente del collegio giudicante Alessandro Bianchi infine non ci sono dubbi: "I due imputati sono gli autori dell'omicidio di Raffaella Castagna, di suo figlio Youssef Marzouk, di sua madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, oltre al tentato omicidio di Mario Frigerio". (Gericus)
martedì 25 novembre 2008
ARANCIA MECCANICA E PIADINA
RIMINI - Volevano farsi una risata i quattro balordi che due settimane fa hanno dato fuoco ad Andrea Severi, 44 anni, un clochard che nel freddo della notte stava dormendo su una panchina. E per "ridere" di cuore, i quattro, Matteo Pagliarani 19 anni, Fabio Volanti 20, Alessandro Bruschi 20, e Enrico Giovanardi 19, (foto: in ordine orario in alto da sinistra) hanno cosparso di benzina il poveretto dandogli fuoco, così, per scacciare la noia e farsi due risate. Ma se il gesto ha già di per sé una crudeltà infinita, le confessioni sono ancora più scioccanti: "Volevamo solo divertirci un po'", diranno a degli sbigottiti magistrati. I quattro "dell'arancia meccanica" erano convinti di averla fatta franca "dopo le risate del momento" scatenate dalla vista di un uomo-torcia, pertanto erano rientrati nella vita di tutti i giorni in quella Rimini fino a pochi mesi fa godereccia ma ora piombata nel deserto dell'inverno. Ma si sa, è proprio in questi momenti di "calma piatta" che le cose "buffe" ritornano a mente, specialmente quando le bionde e disponibili turiste se ne sono andate, tanto che il quartetto, parlando al telefono, ricordava la serata "spiritosa" scambiandosi battute tipo "Hai visto come ha preso fuoco... e come si stava scaldando", e giù risate. Ma non finiva lì: "E che fiammata! Stava dormendo, ma hai visto che salto"? è giù a tenersi la pancia dalle risate. Idioti e fessi, perché non sapevano che i loro telefoni erano sotto controllo, poiché grazie ad un testimone trovatosi quella sera per caso nei paraggi, si era ricordato di un auto partita sgommando, e oltre al modello, anche di una G letta di sfuggita sulla targa. Elementi sufficienti alla polizia per arrivare ai quattro "burloni" e stringer loro le manette ai polsi. Ora sono accusati di tentato omicidio, mentre Andrea Severi, con ustioni di secondo e terzo grado su metà del corpo, dovrà sopportare a costo di atroci dolori una lunga serie di operazioni per ricostruirgli la pelle. Ora bisognerebbe appurare se imbecilli si nasce o se lo si diventa crescendo. Nel primo caso, con un "poveretti, mi dispiace per loro perché non sanno quello che fanno" -di cristiana memoria- si potrebbero internare in una clinica per disastrati mentali e attendere un segnale di miglioramento, mentre nella seconda ipotesi, anni di galera chissà se basteranno a farli rinsavire dal profondo abisso dell'imbecillità umana in cui sono caduti. (Gericus)
lunedì 24 novembre 2008
IL CREPUSCOLO DEI CRITICI...
[foto tratta da La Stampa: Pippo Baudo e Maria De Filippi]
COSI' PER RIDERE UN PO'...
Pubblicità:"Funerali a costi ridotti. Cinquantasei rate a prezzi bloccati. Affrettatevi!
Frasi celebri:
"Noi farfalle si vive un giorno solo, e quando son le sei di sera si han già le palle piene... (Altan)
"Preferirei essere nero piuttosto che gay, perché se sei negro non lo devi dire a tua madre"! (Charles Pierce).
Giornalismo di periferia:
"I tre erano entrambi pregiudicati".
"Il cadavere al piede destro aveva solo una scarpa".
"Nella notte ignoti ladri sollevavagli l'auto sopra indicata su due mattoni asportandole quadrambe le ruote marca Pirelli".
Da verbali di servizio:
"Il pregiudicato dichiara che al bar aveva consumato solo alcuni salatini e un Wiskey di marca Black and Decker".
"Notavamo autovettura BMW sospetta di grossa cilindrata e ci ponevamo all'inseguimento con la vettura (Fiat Panda) di servizio, ma nonostante l'impegno profuso, l'autovettura sospetta si dileguava".
"Entravamo nella stalla e rinvenivamo sette mucche di cui una toro".
Storia:
Guerra epica tra greci e siculi. Il capo dei greci esorta i suoi: "Avanti figli di Troia"! e il capo dei siculi, per non essere da meno risponde: "Ammuninni figghi i bottana"!
Aforisma:
"Il segreto di un candidato politico? E' di sembrare stupido come chi lo ascolta, così che gli ascoltatori si sentano intelligenti come lui..." (Fred Barnes)
E per finire:
"La fine dell'umanità sarà dovuta all'indifferenza della gente. Ma chi se ne frega"...
domenica 23 novembre 2008
MORIRE A SCUOLA
lunedì 17 novembre 2008
STRAGE DI ERBA: UN VIAGGIO NELL'ORRORE
domenica 16 novembre 2008
GUSTIBUS NON DISPUTANDUM EST...
sabato 15 novembre 2008
ELUANA, IL DIRITTO DI VIVERE O MORIRE
LECCO - Eluana Englaro (foto) può morire. Lo ha detto una sentenza della Cassazione. Può morire perché non è vita quella che lei trascorre ormai da 16 anni. Non è vita lo stato vegetativo "senza ritorno" in cui è caduta Eluana in quella sciagurata notte del 18 gennaio 1992 quando la sua auto si schiantò contro un albero. Sedici anni tra speranza e disperazione per una famiglia in attesa di un miracolo che non c'è stato, di un segno indicativo di un possibile risveglio. Eluana dunque "può morire". Può lasciare quindi questa vita "che vita non è", ma che pure "morte non è". Dov'è Eluana Englaro dunque? In quale dimensione si trova da sedici anni? Il dilemma che assilla tutti sta proprio qui, ovvero collocarla tra le anime andate o tra quelle che tuttora appartengono alla vita, a quella vita che in ogni caso si deve salvare a tutti i costi. Lo scontro sul piano etico è arduo, perché la decisione della Cassazione suggerisce quasi l'idea che "la vita di ogni malato sia priva di dignità", di un diritto proprio di vivere o di morire. Per Eluana Englaro nel frattempo è iniziato il conto alla rovescia, quel conto che in una maniera o l'altra è iniziato tanto tempo fa, un conto però partito da troppo lontano. Lo stop non lo ha dato né tanto meno lo darà il destino. Saranno le macchine che le permettono di non abbandonare il contesto degli uomini a darle l'ultima spinta verso il nulla, una spinta che i medici assicurano "indolore". E noi qui a macerarsi l'anima nel chiederci se quella spinta non sia stata poi un delitto collettivo... (Gericus)
martedì 11 novembre 2008
IL RIMORSO CHE UCCIDE
TORINO - Un rimorso troppo pesante da sopportare, fantasmi e ricordi impossibili da cancellare. E proprio per questo, Corrado Avaro, 31 anni, ha deciso di farla finita, impiccandosi nella casa dove viveva col padre. Una morte che merita tutto il nostro rispetto, e che purtroppo "arriva annunciata". Era il 15 luglio dello scorso anno quando Corrado Avaro, dopo una serata di bagordi trascorsa tra amici, si mise al volante della sua vettura per ritornare a casa. Il destino infame volle che alle quattro della notte, percorrendo la provinciale 161 in località di San Secondo di Pinerolo, Corrado Avaro incrociasse la sua vita con quella di Claudia Muro, 16 anni, appena uscita da una discoteca in compagnia di amici. Le strisce pedonali sulle quali attraversava la giovane non bastarono a fermare la corsa di Avaro, che a bordo della sua Rover 200 falciò la ragazza uccidendola sul colpo. Subito arrestato, dopo un periodo di detenzione trascorso nel penitenziario di Saluzzo (Cn), Avaro ottenne gli arresti domiciliari poi, l'8 maggio, il tribunale di Pinerolo, derubricando l'accusa da "omicidio volontario" a quello "colposo", con rito abbreviato lo condannò a 3 anni di reclusione e lo affidò alla comunità di don Ilario Rolle, parroco della Santa Gianna di Venaria. Quell'ultimo incidente però arrivava dopo inquietanti segni premonitori, dato che per ben tre volte , al giovane, gli era stata ritirata la patente poiché sorpreso al volante in stato di ebbrezza. La morte della ragazza lo aveva profondamente e intimamente colpito: "Continuo a sognare l'incidente, con Claudia che sbatte sul parabrezza della mia macchina....giuro, non la vidi proprio...". Un incubo ricorrente da farlo piombare nella più cupa depressione, con un angosciante proposito: "Devo farla finita...". A trovarlo appeso ad una corda con accanto una lettera di perdono per i genitori, è stato il padre Giuseppe, un agricoltore di 69 anni: "Ad ucciderlo sono stati giornali e televisione che lo hanno dipinto come un mostro" ripete l'uomo sconvolto dal dolore. Una vita che se ne va dopo l'altra, un epilogo che con compostezza e sincera umanità commentano i genitori di Claudia Muro: "Anche per noi oggi è un giorno triste" annunciano dopo aver appreso del suicidio del giovane. "Non volevamo che finisse così, e siamo certi che neppure nostra figlia lo avrebbe voluto. Oggi Claudia muore di nuovo"... (Gericus) [foto: Corrado Avaro e nel riquadro, Claudia Muro]
lunedì 10 novembre 2008
CARLA BRUNI: CONTENTA LEI...
E' contenta di non essere più italiana la 'nostra' Carlà Brunì, con gli accenti -s'il vous plait- al posto giusto. Lo ha detto lei, finalmente "staccatasi" dall'ormai trito cliché di "mandolino, spaghetti e pizza" tanto di moda all'estero, lei, che ora, oltre ad essere la signora Sarkozy, nonchè "first lady", è diventata cittadina francese. Motivo di tanto ardore (?!), la battuta di Silvio Berlusconi su Barack Obama -giovane, bello e abbronzato- pronunciata mentre si trovava in Russia. La mortificazione per tale uscita deve averla traumatizzata, cose che capitano del resto solo a "personaggi sensibili e di spicco". Finalmente dunque non è più italiana, pertanto non dovrà più vergognarsi né sentirsi in imbarazzo a causa del suo passato, delle sue radici. In Italia, apprese queste parole, sono iniziati i suicidi in massa non sapendola più "de noantri", tanto che le prime parole di sgomento le ha pronunciate proprio Francesco Cossiga: "Anche noi italiani siamo ben lieti che Carla Bruni (foto) non sia più italiana, anzi, siamo addirittura felici" ha sostenuto il noto 'picconatore', aggiungendo "chissà, che un giorno Carla Bruni non sia costretta dalla sua burrascosa vita, a richiedere la cittadinanza italiana". Una 'picconatina' però non poteva mancare: "La signora Carla Bruni è libera di dire e pensare quello che vuole, mentre la signora Carla Sarkozy farebbe bene a ispirarsi ad una maggiore cautela. Felice di non essere italiana, ma abbiamo potuto apprezzare quanto sia felice di guidare italiano e di parlare con i terroristi". Nel sondaggio invece svolto tra la popolazione italiana, alla domanda "ha sentito cosa ha detto Carla Bruni", il 99,9% ha risposto: "Carla chi"?... (Gericus)
sabato 8 novembre 2008
UNA RISATA CI SOMMERGERA'...
E' di oggi la notizia che la commissione Giustizia di Palazzo Madama ha approvato un emendamento che prevede per lo straniero irregolare né l'arresto obbligatorio, né il processo per direttissima. Non è più un reato dunque (?) entrare illegalmente in Italia, bensì un infrazione amministrativa e come tale, sanabile con un ammenda. Nel Paese di Pulcinella, i cambi di battuta fanno parte della commedia. Servono a tenere sveglio l'interesse del pubblico e preparano all'applauso. Solo che qui non si tratta di un teatrino di periferia né di uno spettacolo rivolto a 'pensionati, ragazzi e militari', come urlava una volta l'imbonitore. Qui si tratta di leggi dello Stato che vanno e vengono in un altalena tra bastone e carota, e dove la carota, in questo caso, è rappresentata da una semplice multa da pagare. E già mi immagino le risate che si faranno coloro, che senza fissa dimora, né lavoro e nullatenenti, una volta pizzicati si vedranno consegnare dalla polizia un tagliando verde e un ammonimento: "multa da 10.000 euro da pagare entro 30 giorni"... E per quelle centinaia di clandestini che quotidianamente la nostra Guardia costiera va a salvare in mezzo al mare giù dalle parti della Libia, come la mettiamo? Una volta tratti in salvo, si vedranno immediatamente notificare l'ammenda? La Commissione Giustizia di Palazzo Madama ha detto che così facendo, non si ingolferanno maggiormente (38% dei detenuti sono stranieri, fonte Ministero dell'Interno) le nostre galere. Se allora il punto base è questo, chiudiamo le carceri e mettiamo un tariffario al crimine, con un omicidio che al pari di un divieto di sosta viene multato a tot euro, e altrettanto costerà commettere altri reati. Praticità dunque, perché al Ministero, avevano previsto che con la legge della reclusione, i nostri istituti penitenziari avrebbero dovuto farsi carico di circa 50.000 clandestini in più, e tutti da "sistemare" a vitto e alloggio, quindi? Hanno fatto due conti: 10.000 euro moltiplicato 50 mila... un bel gruzzolo... Soldi ipotetici, mentre le risate "a milioni", quelle si che saranno reali... (Gericus)
venerdì 7 novembre 2008
BARACK OBAMA'S SPEECH
"Se c'è qualcuno là fuori che ancora dubita che gli Stati Uniti siano un posto in cui tutto è possibile, che dubita che il sogno dei nostri padri fondatori sia ancora vivo, che si interroga sul potere della nostra democrazia, questa notte ha avuto una risposta. E' la risposta di giovani e vecchi, ricchi e poveri, democratici o repubblicani, bianchi e neri, ispanici e asiatici, gay e etero, disabili e non. Gli americani hanno lanciato un messaggio al mondo: non siamo mai stati un insieme qualunque di individui o un insieme di Stati blu o rossi. Siamo e saremo per sempre gli Stati Uniti d'America.Yes we can. America siamo arrivati fin qui. Abbiamo visto così tanto ma c'è ancora molto da fare. Questa notte dobbiamo chiederci, se i nostri bambini vivranno abbastanza per vedere il prossimo secolo, se le mie figlie saranno così fortunate da vivere più di 100 anni, quali cambiamenti vedranno? Quali progressi avremo fatto? Adesso possiamo rispondere a questa domanda. E' il nostro momento. E' il nostro tempo. E' ora di ridare un lavoro alla gente, dare opportunità ai nostri ragazzi, ristabilire prosperità, promuovere la pace, riaffermare il sogno americano e una grande verità, che tra tanti siamo uno solo, che mentre respiriamo speriamo, e quando incontriamo scetticismo o dubbio, o incontriamo qualcuno che dice che non possiamo, noi risponderemo "Yes we can". Grazie. Che Iddio vi protegga, e che Iddio protegga gli Stati Uniti d'America".
giovedì 6 novembre 2008
L'ISOLA DEI PENOSI...
L'unica arma che il telespettatore ha contro i programmi "super trash", è il telecomando. Con quello possiamo lasciare al loro destino "talpe", "fattorie", " grandi fratelli" e, dulcis in fundo, naufraghi su isole lontane. Raidue, -e la "si-Mona-Ventura"- di questi ultimi ne ha fatto dei "maitre à penser", ovvero, volto e specchio della nostra società. Niente male come paragone dunque. A parte l'idiozia di partecipare a trasmissioni simili che trovo umilianti e poco dignitose, qual'è il punto di forza che tiene incollato al video una certa quantità di persone? Non è né arte né personalità. E' lo scandalo e quel senso di voyerismo che alberga nell'animo umano, gente attratta da movimenti sospetti tra due concorrenti sotto le coperte -per sfuggire agli occhi delle telecamere- e da corna che stanno per spuntare sulla fronte di mariti/fidanzati o mogli/fidanzate rimasti a casa. In quest'ultima edizione, che la Ventura pomposamente dichiara "straordinaria" (sic!), il pezzo forte sono le slinguazzate scambiate -a sentire ciò che ha detto l'ex parlamentare (!) Vladimir Luxuria in diretta televisiva- tra Belen Rodriguez, (foto) fino a poco tempo fa "morigerata" fidanzata del calciatore del Milan Marco Borriello, e Rossano Rubicondi, il tuttora (?) marito italiano dell'ereditiera americana Ivana Trump. Sesso a volontà e lingua che sbatte "dove il dente duole", con volgarità pronunciate dalla Belen a Luxuria tipo "tu sei geloso perché non hai questa qua", alludendo naturalmente a quella parte intima che madre natura ha regalato a lei e negato -suo malgrado...- al nostro Vladimiro. Questa dunque è la pattuglia dei naufraghi sbarcati su quest'Isola dei "Penosi", con una Mara Vernier che paragona questa fiction a "Dallas e Dynasty" -roba da Oscar dunque!- e con un Luca Giurato -beh, lui lasciamolo dire...- che gongolante annuncia che tutto quello che è successo su quel set, "è una commedia dei sentimenti". (?) Belin! Ma di quali sentimenti ci parla la Belen? Ok, fermiamoci qui, sperando che prima o poi certi personaggi sulla via del tramonto, ex signori nessuno o starlette in cerca di notorietà -a costo di tutto, corna comprese- finiscano come per incanto. Nel frattempo, aiutiamo l'agonia di "spettacoli simili" portandoli alla "morte indolore" con un semplice gesto: La pressione di un polpastrello sul tasto rosso del telecomando. Quello che spegne tutto, naufraghi, liti, e lussuria senza morale. Clik... (Gericus)
mercoledì 5 novembre 2008
YES WE DID!
"E per coloro che avevano dubbi sulla nostra democrazia, questa è la nostra risposta". Yes we can dunque, parola di Barack Obama, (foto) 44esimo presidente degli Stati Uniti d'America, eletto con un suffragio di voti questa notte, dopo una campagna elettorale durata quasi due anni. Un Obama che in certi aspetti ricorda il mai dimenticato John Fitzgerald Kennedy, il presidente della "nuova frontiera" assassinato a Dallas il 22 novembre1963. Come lui infatti, Obama risveglia il patriottismo latente di una popolazione, che se allora era impaurita dalla "guerra fredda", oggi è stanca di guerre e impoverita da crisi economiche. Quasi un ritorno ai tempi andati, quando un certo Martin Luther King ammansiva le folle col suo "I've a dream" (io ho un sogno), un sogno che però oggi non è prerogativa solo della parte nera della popolazione, perché con Barack Obama oggi sta sognando anche la "middle class" bianca che vuole uscire dal baratro di una recessione annunciata e inarrestabile. "We just made history" (abbiamo appena fatto la storia) ha pronunciato quando i voti gli hanno dato ragione, "and I don't want you to forget how we did it" (e non voglio che dimentichiate quello che abbiamo fatto). Subito parole di apprezzamento per il suo avversario John McCain, chiamandolo "un eroe americano", poi, ritornando a ciò che lo aspetta, ha ammesso che "we have a lot of work to do to get our country back on track" (abbiamo molto lavoro da fare per riportare il nostro Paese in carreggiata). E' quello che si aspettano milioni di americani, e con loro, una buona parte del mondo Occidentale, perché nonostante tutte le più nere previsioni, oggi qualcuno ha avuto il coraggio di dirlo a chiare lettere: "Yes, we can"! (Gericus)
martedì 4 novembre 2008
ALBERTO STASI RINVIATO A GIUDIZIO
GARLASCO (Pavia)- Per il pm Rosa Muscio non ci sono dubbi. Alberto Stasi, (foto) il 25enne neo-dottore in Economia di Garlasco è da rinviare a giudizio. Per l'accusa infatti, è lui l'autore dell'omicidio di Chiara Poggi, la giovane 26enne trovata uccisa nella sua abitazione il 13 agosto dello scorso anno. Sconosciuto fino ad ora il movente, ma nessuna incertezza da parte dei Carabinieri del Ris i quali, nella loro ricostruzione in base ai rilevamenti scientifici effettuati sulla scena del crimine, ribadiscono che quella sera con la vittima c'era una sola persona, e non due come sosteneva la difesa di Stasi. Un "delitto non premeditato", come si afferma, ma aggravato da sevizie e inaudita crudeltà, come evidenziano le devastanti ferite riscontrate sul volto e sul capo della ragazza, provocate da un corpo contundente mai ritrovato. E i gravi indizi raccolti in quattordici mesi di indagini non lasciano scampo: "Quando l'ha trascinata sul pavimento, la ragazza era ancora viva, ha stretto i pugni mentre il suo assassino la portava verso la porta a soffietto che immette al piano inferiore. Qui è stata colpita ancora e poi gettata sulla rampa delle scale, finendo con la testa sul sesto scalino. Raggiunta dall'omicida, questi l'ha colpita di nuovo sulla testa, poi il killer si è spostato in bagno per lavarsi le mani, lasciando tracce di sangue sul lavandino e sul tappetino". E ad avallare questa tesi, tracce di Dna di Chiara rinvenute sui pedali della bici di Alberto Stasi, che la difesa non ha negato, sostenendo però che quella macchia "non è sangue, ma materiale biologico della vittima legato a 'manipolazione' dell'oggetto". Sudore quindi secondo la difesa, rigettato immediatamente dall'accusa, la quale afferma che se così fosse, "perché non abbiamo ottenuto il profilo genetico della ragazza da prelievi fatti su altre parti della bicicletta come il manubrio, la canna, la sella e soprattutto, sulle manopole"? Interrogativi che dovranno essere risolti in tribunale, dove Alberto Stasi dovrà chiarire poi il motivo di quelle circa 10 mila immagini pedopornografiche -oltre a 300 film a luci rosse- rinvenute sul suo computer portatile, tutto materiale visionato catalogato e racchiuso in 18 faldoni. Una storia dai tanti contorni e dai troppi misteri che si chiude? E' presto dirlo, anche se Rita Poggi, la madre di Chiara non si fa illusioni: "Voglio solo la verità" dice, "e non un colpevole a ogni costo". (Gericus)
lunedì 3 novembre 2008
E IO PAGO...
domenica 2 novembre 2008
LA STRADA: UNA ROULETTE RUSSA
sabato 1 novembre 2008
POESIA E SANGUE
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