lunedì 7 agosto 2006

UN CRIMINE INFAME CONSUMATO AD AOSTA (1956)

E' veramente un delitto turpe e inspiegabile quello che scuote la popolazione valdostana in un afosa giornata estiva. Il feroce crimine che ha gettato nello sgomento l'intera città è stato compiuto nel quartiere delle Case Operaie. Un giovane inbianchino di 18 anni ha attirato nel suo appartamento una bambina di 9 anni che abitava al piano inferiore, strangolandola poi con una cintura. "Perchè lo hai fatto"? gli hanno chiesto gli inquirenti dopo ore di interrogatorio. "Volevo farle una carezza ma lei ha cominciato ad urlare". Questo crimine infame consumato con il più ripugnante sadismo, ci induce a sollevare tre interrogativi: Le Case di correzione sono utilizzate per ristabilire la coscienza? La giustizia umana è solamente preposta a proteggere la società contro alcuni dei suoi membri o a salvaguardare quest'ultimi a qualsiasi prezzo? E infine: le autorità competenti in Valle d'Aosta non dovrebbero controllare rigorosamente le migliaia di individui che immigrano da noi? Un crimine di questo genere è comprensibile -fino ad un certo punto- in una grande città. Non è concepibile in una città come quella di Aosta che conta appena 25 mila abitanti. (Pays d'Aoste)

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