sabato 14 febbraio 2009

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA...

AOSTA - Anche i delinquenti -la maggior parte stranieri-, hanno cominciato ad apprezzare la Valle d'Aosta. Niente da vantarsi se non, spaventarsi. Fino a poco tempo fa, questa ex "isola felice", grazie al suo assetto viario, era ritenuta -a ragione- un 'cul-de- sac', dal momento che aveva passaggi di ingresso e uscita facilmente controllabili per ragioni geografiche e di confine. Chi entrava per delinquere, sapeva che la fuga verso i valichi era preclusa grazie ai controlli di polizia, finanza e carabinieri -Monte Bianco/Piccolo Sanbernardo per la Francia e Gran Sanbernardo per la Svizzera- e altrettanto facilmente c'era la possibilità di essere acciuffati uscendo dalla Valle ad est, verso il Piemonte, poiché le arterie di scorrimento -autostrada e statale 26- erano facilmente controllabili. La tranquillità dunque regnava sovrana in Valle, eccetto casi isolati e di poco impatto sociale, poi, con l'apertura delle frontiere, l'internazionalità del crimine ha travolto speranze e certezze. E allora eccoci qui, con intrusioni notturne in baite e abitazioni in alta montagna, sequestri e percosse ai proprietari trovati nel sonno e nessuno, che ormai si sente sicuro. Guido Di Vita, comandante regionale dei Carabinieri non si è lasciato intimorire da queste scorribande, che come lui ha subito affermato, "riportano ad una criminalità proveniente dall'Est europeo", contrastando in maniera decisa questa nuova realtà, attraverso operazioni che ben presto hanno dato buoni risultati. Grande dispendio di uomini e mezzi per assicurare alla giustizia i delinquenti dunque, poi, la doccia fredda: "Tornano liberi i cinque rumeni arrestati dai carabinieri a Bard" titola "La Vallée Notizie" di oggi, riferendosi ai cinque individui catturati dopo un inseguimento rocambolesco per le strade valdostane la notte scorsa. Erano stati individuati mentre cercavano di entrare in una centrale elettrica della zona, sicuramente, -come hanno sostenuto gli uomini dell'Arma- per rubare i preziosi fili di rame, ma sorpresi sul fatto, se l'erano data a gambe ma catturati poco dopo. Ma c'è altro: dopo una brillante operazione di 'intelligence' messa in atto da carabinieri e polizia di Stato, un altro pericoloso delinquente rumeno, tale Gheorghe Bitcos, autore assieme ad un compare -mai catturato- di una selvaggia aggressione compiuta ai danni di una coppia di giovani italiani, era stato finalmente rintracciato e arrestato. Processato, si era beccato una condanna -primo grado- a sei anni e sei mesi di carcere e, inspiegabilmente, messo poi agli arresti domiciliari. "Evaso dai domiciliari. Ora é ricercato" si legge ancora su "La Vallée Notizie". Morale: vale la pena la grande mole di lavoro svolto da polizia e carabinieri, se poi una magistratura fuori dalla realtà -e dalle grazie di Dio...- rilascia con tanta facilità delinquenti duramente acciuffati? Vale la pena il consumo di benzina, mezzi e ore-lavoro degli uomini in divisa per togliere di mezzo simili persone se poi il risultato è questo? Non si farebbe prima a risolvere il tutto con una "ramanzina" a questi delinquenti stranieri, tipo "non lo fare più!" magari alzando anche l'indice della mano per far capire loro il nostro... disappunto? E' l'insostenibile leggerezza di una giustizia da 'paese dei balocchi' e di una magistratura "smollacciata" che genera questo stato di cose, e mi chiedo com'è che le nostre 'teste pensanti' non l'abbiano capito. Una cosa è certa: I delinquenti stranieri lo hanno capito da un bel po'... altroché se l'hanno capito... (Gericus)

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