mercoledì 31 ottobre 2007

IL SESSO FA BENE! (2007)

Lo sostengono anche gli scienziati: "Fare spesso l'amore fa bene al corpo e alla psiche". Ma se questo non bastasse, a far ricredere coloro che sostengono l'opposto, ci viene in soccorso anche la top model inglese Kelly Brook, (foto) colei considerata da tutti "la donna con le più belle gambe del mondo", la quale candidamente afferma: "Il sesso mi fa tanto bene, pertanto la migliore ginnastica io la faccio sotto le coperte...". E beata lei dunque -ma anche lui che partecipa...-, seppure, come aggiunge ancora, il tutto deve avvenire "tra continui litigi" per dare un tocco maggiore di eros all'amplesso. Ma su questo punto, come ammettono i sociologi, la situazione si complica, poiché da studi effettuati sulla vita di coppia, - certamente al di fuori dello star system - "quando lui e lei litigano la notte di passione diventa irraggiungibile". Ma tant'è che un'equipe dell'Università del Texas ha voluto vederci chiaro, arrivando alla conclusione che ci sono addirittura 237 valide ragioni per far sesso. Vale la pena su tutte enunciarne alcune: Fare sesso rende luminosi i capelli, elasticizza la pelle e combatte la cellulite. Fa bene inoltre alla circolazione, è un toccasana per la colonna vertebrale, abbassa la pressione sanguigna, fa dimagrire, elimina lo stress, rafforza il cuore e garantisce un aspetto più giovanile di almeno sette anni. Ma anche il rapporto "amore/calorie" è "invitante": togliersi i vestiti 'da fermi' comporta 12 calorie in meno, mentre se lo si fa 'correndo per la stanza' (?) ne bruciamo addirittura 187. Il reggiseno tolto con entrambe le mani elimina 8 calorie, con una mano 24 e con i denti (?) 95. Raggiungere l'orgasmo sono 315 calorie che se ne vanno, mentre 'fare finta' di raggiungerlo solo 122. Rivestirsi con calma dopo l'amplesso significa perderne 30, e sono 86 se invece lo si fa frettolosamente. Nelle situazioni improvvise e non previste infine, 1.212 calorie le perdiamo se suo padre bussa alla porta e infine, record dei record, si bruciano in un attimo addirittura 3.524 calorie se alla fine del sesso "è la moglie che bussa alla porta".
(Gericus- Il Giornale)

lunedì 29 ottobre 2007

SMARRIRE LA VIA DELLA DIGNITA' (2007)

E' notizia di oggi. Il rom ubriaco che alla guida di un furgone uccise in un incidente stradale quattro giovani, sta per diventare una star, pagata e riverita. Allo schifo dunque non c'è mai fine. Attraverso un'agenzia artistica infatti, (Il Giornale 29 ottobre) Marco Ahmetovic, il rom appunto, sarà testimonial di una campagna contro l'abuso di alcool e stragi al volante. Ma non finisce qui la sua "scalata al successo", perché la stessa agenzia curerà pure la pubblicazione di un libro scritto dallo stesso durante i suoi giorni agli arresti domiciliari. Ma chi è questo neo "tronista"? E' uno che poco tempo fa passava con le manette ai polsi nei servizi di cronaca nera dei tiggì e che oggi, con disinvoltura, compare da protagonista in trasmissioni di intrattenimento tipo "Verissimo", offre interviste in esclusiva a 8000 euro, e ha intascato, a mo' di anticipo sui proventi del suo libro, dal titolo -discutibile- "Sono un essere umano", un qualcosa come 30 mila euro. Come ricorderemo, il tipo in questione provocò la morte di quattro giovani amici che in una sera d'estate, in sella ai loro motorini, stavano rientrando a casa. Questi erano Eleonora Allevi 19 anni, Davide Corradetti 16, Danilo Traini 17, e Alex Luciani di 16. Unico scampato alla strage fu il fratello di Eleonora, Leonardo di 16 anni. La dignità dunque non esiste, il pudore latita, ma la rabbia dei familiari dei giovani - e non solo -, sicuramente quella c'è, e tanta. Nella campagna pubblicitaria, dove in manifesti da sei metri apparirà l'immagine del rom, un monito altisonante "turberà le nostre coscienze": "Non fate come me". Caspita che impatto! Come se per sconfiggere le guerre fosse stato chiamato Hitler, che da sopra una montagna di scheletri implorasse anche lui "Non fate come me". Nel vomito che sale, che almeno i soldi che dovrebbero andare al rom, siano dirottati -almeno quelli- alla parte civile. (Gericus)

domenica 28 ottobre 2007

QUANDO IL MATRIMONIO E' "LAMPO". (2007)

Sapevo di un matrimonio naufragato durante il viaggio di nozze in un isola tropicale. Motivo? Al ritorno anticipato da una battuta di pesca, il marito aveva sorpreso la neo sposa in camera tra le braccia di un nerboruto indigeno. Dopo il più classico "Cielo, mio marito!" da parte della donna, il ritorno anticipato in Valle d'Aosta e pratiche per la separazione. Pensavo fosse il più breve matrimonio -e in un certo senso anche il più squallido- mai celebrato, invece mi devo ricredere. La palma del matrimonio più corto è quello conclusosi tra due nomi famosi del passato. Durò infatti la bellezza di sei ore l'unione tra l'idolo degli anni Trenta Rodolfo Valentino e l'attrice Jean Acker. Sconosciuta la causa di tanta "fretta", anche se sappiamo invece che la sposina, la notte delle nozze, mise alla porta il bel Rodolfo. Secondi in questa classifica "poco lusinghiera" e a pari punti per la brevità del matrimonio - un giorno di durata per entrambe le coppie - seguono l'attrice Zsa Zsa Gabor e il play boy messicano Felipe de Alba e Jean Arthur (attrice) e Julian Anker, sposato, quest'ultimo, come ebbe a dire in seguito la donna, "perché era identico ad Abramo Lincoln". Due giorni soltanto è il record di matrimonio della pop star Britney Spears con l'amico d'infanzia Jason Alexander, nove giorni quello tra Dennis Rodman (l'asso della NBA) e Carmen Electra, attrice, ed infine, record dei record in quanto a... "lunghezza" in questa classifica "allo sfascio", quello tra altri due attori del passato, Gloria Swanson e Wallace Beery, rimasti insieme per la bellezza di tre settimane.
Quando si dice "per tutta la vita..."

sabato 27 ottobre 2007

50 ANNI DI "BATTAILLES" (2007)

AOSTA - Signori, onore alla "Regina delle Regine". Inchinatevi dunque davanti a "Mourina", una bovina di 665 chili arrivata imbattuta alla finale della ormai nota "Battailles de Reines" che si è tenuta domenica, 22 ottobre, nell'arena della Croix Noire. Il titolo di "regina" non deve ingannare i profani di questo sport, perché conquistarlo non è una passeggiata neppure per un "atleta" a quattro gambe. Intanto bisogna categoricamente essere incinta -e questo è già un grosso handycap-, poi, bisogna menar cornate a più non posso -incruente naturalmente-, senza farsi distrarre né dal pubblico né dal padrone, che a due passi ti sussurra in patois "se non vinci ti faccio a spezzatino". Per concludere, con orgoglio possiamo dire che noi mucche, "Regine" o no, in Valle siamo più famose dei miti della canzone nazionale e internazionale. Non ci credete? Un concerto di Bob Dylan, proprio qui nella nostra arena, richiamò una quindicina di anni fa poco più di tremila persone, Vasco Rossi non andò oltre le cinquemila e Barry White se ne andò per scarsa affluenza. Noi andiamo sul sicuro. C'è sempre il "tutto esaurito" da oltre diecimila persone...(Gericus)
(foto: Merlin (70) e Tonnere (75) in un combat)

venerdì 26 ottobre 2007

ECCOMI DI NUOVO QUI... (2007)

Quando ti siedi davanti al computer, pensi solo al mondo che ti si apre davanti ai tuoi occhi attraverso il video. Non pensi ad altro, poiché il monitor è la finestra dalla quale puoi scrutare l'universo, abolire spazi temporali e distanze. I computer però possono "inchiodarsi", e questo purtroppo è ciò che è successo al mio una settimana fa. Ma come? La 'finestra' non si apre più? E come mai? Farsene una ragione va contro la logica, poi pensi al carico di dati che doveva sopportare la memoria, gravata di informazioni messe in rete ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Si, il mio computer è morto, imploso sotto il suo stesso peso. Morto un Papa però se ne fa un altro, pertanto eccomi qui, dopo otto giorni di silenzio "forzato", con un nuovo computer, per riprendere il discorso da dove lo avevamo interrotto. (Gericus)

mercoledì 17 ottobre 2007

LA DIGNITA' DI MORIRE (2007)

Chissà se Eluana vuole morire. Nel suo silenzio assoluto, sul suo volto, non c'è nè assenso nè determinazione, ma solo l'immobilità di quel coma che da 15 anni l'ha inchiodata in quel letto. Quindici lunghi anni scanditi dal nulla, 5.745 giorni in stato vegetativo. Metà della sua vita è ormai sfilata via in silenzio, cancellando la sua bellezza, la sua gioia, il suo sorriso adolescente. Era un mattino di gennaio del 1992 infatti quando a seguito di un incidente, Eluana venne ricoverata all'ospedale di Lecco in coma profondo. Poche speranze per i medici, anche se per loro la cosa più urgente era strapparla alla morte, una morte, alla luce dei fatti, lunga una vita. Ma è vita quando i tuoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte? Puoi chiamare "vita" due labbra scosse da un tremore continuo e una cannula che dal naso ti porta alimento allo stomaco? Non soffre Eluana, ma non vive, è lì ancora presente a ricordare ai presenti la sua morte avvenuta quindici anni fa, quando era nel fiore della vita e con un domani tutto da scrivere. Il papà Giuseppe, dopo aver pianto tutto il suo dolore e sperato per quel "risveglio" mai avvenuto, da anni si batte per staccare la spina della macchina che la tiene in vita, per ridare dignità a quella figlia condannata per chissà quanto tempo ancora, a sopravvivere a sé stessa. (Gericus)
(foto: Eluana Englaro)

IL CANNIBALE DI ROTENBURG (2007)

"La carne umana? Ha sapore di maiale". E se lo dice lui c'è da crederci, poichè la raccapricciante e disgustosa 'precisazione' proviene da Armin Meiwes, l'antropofago tedesco di 46 anni condannato all'ergastolo per aver 'divorato' un uomo. Questa 'doverosa' verità è stata appresa dai tedeschi durante la trasmissione televisiva "Extra Spezial" andata in onda di recente su una rete nazionale, creando orrore e raccapriccio a causa dei particolari svelati sul macabro banchetto. Vittima e carnefice, entrambi antropofagi, si erano conosciuti via internet, dove il primo, tale Bernd Brandes, un ingegnere berlinese di 37 anni, esprimeva la volontà di finire mangiato da un suo simile. Il 10 marzo del 2001 l'incontro tra vittima e carnefice. Per rendere più 'interessante' l'avvenimento, il macabro rito venne ripreso da una videocamera il cui filmato, visionato in sede processuale, ha lasciato letteralmente sconvolti giudici e addetti ai lavori. Nella scena cruciale infatti, si vede che il cannibale, dopo averla anestetizzata, colpisce con un coltello da cucina la sua vittima, poi, orrore sull'orrore, lo si vede mentre si ciba -dopo averli cucinati-, degli organi genitali dell'uomo ancora agonizzante per terra. "Al primo boccone ho avuto una senzazione strana" ha dichiarato il cannibale davanti alle telecamere, "perchè quel momento lo attendevo da trent'anni". Ma com'è la carne umana? "Come quella di maiale, un po' meno saporita ma più sostanziosa e buona davvero". Fine della trasmissione e -mi immagino-, vomito generale... (Gericus)

martedì 16 ottobre 2007

ROCK' n ROLL "NOIR". (2007)

Torna in libertà Bertrand Cantat, voce e anima del gruppo rock francese "Noir Désir". Di lui si occupò la cronaca nera quando sul finire di luglio del 2003, uccise con un colpo al capo la sua compagna, Marie Trintignant, 41 anni, attrice e figlia dell'icona del cinema francese Jean-Louis Trintignant e della regista Nadine Marquand. Un delitto senza senso, d'impeto, scaturito da un gesto esasperato di gelosia. Era il 23 luglio del 2003 e i due si trovavano a Vilnius, Lituania , dove Marie Trintignant era impegnata sul set di "Colette" di cui era protagonista. Motivo dell'ira incontrollata di Bertrand, un messaggio telefonico giunto alla donna e inviato dall'ex marito Samuel Benchecrit che si concludeva con un tenerissimo "ma petite Janis". E fu proprio quella frase, giudicata troppo "intima", a scatenare una prima lite verbale tra il cantante e la sua compagna, in quell'unione che da tempo si alimentava di amore e gelosie reciproche, una passione comunque travolgente, tanto che per stare con lei, Bertrand non aveva esitato a lasciare moglie e due figli. Una volta ritiratisi in camera, la violenta discussione si riaccendeva, sfociando in un offesa risvolta da Marie all' ex famiglia di Bertrand il quale, ormai fuori di sè, la colpiva violentemente lasciandola sul pavimento priva di sensi. Solo la mattina seguente la consapevolezza del gesto, il rimorso, e una corsa disperata all'ospedale, dove la donna purtroppo giungeva in coma irreversibile. Marie Trintignant moriva in una clinica alle porte di Parigi il primo agosto, e per Bertrand Cantat, scattava una condanna a otto anni di reclusione. Oggi, dopo averne scontati quattro, Bertrand Cantat è di nuovo un uomo libero. (Gericus)
(foto: Bertrand Cantat, 43 anni)

lunedì 15 ottobre 2007

GIGI MERONI: IL VOLO DELLA FARFALLA (2007)

Era il 15 ottobre del 1967 quando Gigi Meroni, uno dei più promettenti calciatori degli anni Sessanta moriva investito da un auto nel centro di Torino. Con una classe immensa, Meroni era considerato il "ribelle del calcio", in quell'epoca a cavallo tra un moralismo ormai morente e un presente fatto di grossi cambiamenti. Ala destra del Torino -22 gol in 103 partite-, Gigi Meroni era il prototipo del calciatore moderno in quanto a vita privata, poichè non rientrava nei canoni della morale bacchettona di allora: capelli lunghi, baffi e il più delle volte in campo con la barba da fare. Nonostante la sua esuberanza, Gigi Meroni era il Toro, era la bandiera granata, era il poeta del calcio. In quella domenica di pioggia, il Torino aveva battuto per tre a zero la Sampdoria grazie ai tre gol di Nestor Combin, grande amico di Gigi. Cenarono assieme quella sera, nella sede di corso Vittorio Emanuele. Una serata di allegria, dove dopo questo risultato non spaventava neppure il derby con la Juve da giocarsi la domenica successiva. "Segnerai tre gol anche alla Juve" gli buttò là Gigi all'amico Combin, e giù risate. A fine cena Meroni decise di lasciare gli amici per un salto al bar sotto casa. Torino col suo traffico, i vialoni lunghi e poco illuminati e quella pioggia che cadeva da ore. Una distrazione, una frenata disperata, un tonfo e un corpo che rotolava sull'altra corsia, venendo di nuovo investito da un altra vettura, alla guida della quale -strani casi del destino- si trovava Attilio Romeo, colui che in seguito sarebbe diventato presidente del Torino. Nel derby della domenica successiva, il Toro battè la Juventus con un secco 4-0, grazie ai tre gol segnati da Nestor Combin e il quarto, dall'esordiente Carelli. Indossava la maglia numero 7. Quella di Gigi Meroni. (Gericus)
(foto: tratta dal sito ufficiale del Torino Club Gigi Meroni)

ASSESSORATO ALLA DIETA... (2007)

Questo si che è un sindaco che tiene veramente alla salute dei suoi concittadini: "Hai perso sette chili di peso? Ecco 500 euro". Succede a Varallo Sesia, dove il sindaco Gianluca Buonanno ha ideato una "dieta a punti", premiando così chi mantiene il suo peso corporeo entro i limiti statistici. E per mettere in pratica tutto ciò, il consiglio comunale ha stanziato solo 10 mila euro, una cifra tutto sommato non così rilevante, anche perchè patrocinata da uno sponsor. Come funziona? Ogni mese ci si sottopone al rituale peso, e se le lancette della bilancia sono "arretrate", si ottiene un premio incentivo di 50 euro, che aumenta a 100 e poi a 200 se il calo prosegue nei mesi successivi, cifra che verrà erogata però anche se resteremo nel "peso forma". Gianluca Buonanno, leghista doc, per questa sua singolare iniziativa si è guadagnato così le prime pagine di giornali di mezzo mondo, mentre si sussurra -sarà una leggenda metropolitane?- che una televisione americana voglia realizzare un programma a puntate proprio lì a Varallo. Intanto una quindicina di varallesi sono riusciti a calare di peso tra la gioia degli amministartori ma soprattutto del sindaco, non nuovo ad iniziative "che facciano parlare". Fu lui infatti ad affiggere in una galleria, una targa dedicata nientemeno che alle sorelle Lecciso. Lo scalpore fu enorme, anche se lui, diavolo di un sindaco, la fece costruire così biodegradabile che fu leggibile solo per tre ore. Altri obiettivi per questo smaliziato sindaco? Per ora è top secret, ma c'è da scommettere che presto qualcos'altro riuscirà ad inventare. (Gericus)

venerdì 12 ottobre 2007

IL DETENUTO DOVE LO METTO? (2007)

Ma il ministro di Grazia e Giustizia li conosce questi fatti? E' al corrente delle decine di carceri nuove, vuote e mai utilizzate in giro per il Paese? E se è al corrente, perchè quella firma sull'indulto perché "le nostre carceri scoppiano di detenuti"? Ma conosce la capienza esatta delle nostre patrie galere? Ha una cognizione di causa della disponibilità di questi istituti? Benedetta "Striscia la Notizia", finestra aperta sulle nefandezze della nostra classe dirigente, quella "Casta" ormai sputtanata e aggrappata con le unghie ai seggioloni dispensatori -per loro naturalmente- di fortune e privilegi. Milioni di euro gettati al vento e altrettante lacrime versate a seguito di delinquenti liberati con l'indulto. Ma guardiamo da vicino questo "sprecopoli" carcerario, dove ogni italiano onesto "e pagatore di tasse" spera che i responsabili di tutto ciò vengano raggiunti dalla Corte dei Conti e condannati a pagare di tasca propria il danno subito dall'erario. Circa 50 sono gli istituti di pena in disuso o destinati ad altro scopo. Alcuni di questi hanno funzionato per poco tempo per poi essere chiusi e condannati all'abbandono, altri invece interessati da continui lavori di ristrutturazione e altri ancora, infine, nuovi del tutto, mai aperti e devastati dai vandali. Un quadro desolante di inettitudine e pressapochismo dei nostri "dipendenti politici", dipendenti che in una qualsiasi attività commerciale, da tempo sarebbero stati messi alla porta. (Gericus)

giovedì 11 ottobre 2007

ROSA E OLINDO: ANCHE I MOSTRI SI CORREGGONO... (2007)

In poche parole, le cose stanno così; Lui: "Sono innocente". Lei: "Non corrisponde al vero quello che ho detto nelle precedenti dichiarazioni". Dalla serie "anche i mostri si possono sbagliare", è iniziato il processo a Olindo Romano e sua moglie Rosa Bazzi, i massacratori di Erba. Sotto i loro colpi di coltello in quel freddo 11 dicembre del 2006 finirono -come tutti ricorderemo- Raffaella Castagna, suo figlio Youssef di due anni, Paola Galli, madre di Raffaella, e la vicina Valeria Cherubini, mentre il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, benchè gravemente ferito, riuscì a salvarsi. Una smentita dunque che lascia sbalorditi, poichè in quelle oltre duecento pagine di confessioni rilasciate dai due ai magistrati nel momento dell'arresto, ci sono solo "parole buttate giù" in un momento di "sconforto". Strategie difensive per ottenere l'infermità mentale e scampare così dal sicuro ergastolo che attende i due (la pena di morte infatti è stata abolita...). Che Olindo e Rosy non siano "quadrati", beh, non c'è ombra di dubbio alla luce dei fatti, ma la sfacciataggine di proclamarsi innocenti offende la sensibilità umana. La Rosy, che ha preferito restare lontana dall'aula giudiziaria, ha fatto leggere dal suo legale un bigliettino scritto di suo pugno: "Non corrisponde a verità quello che ho detto nelle precedenti dichiarazioni". C'è da restare basiti di fronte a questi due, trasformatisi in spietati assassini solo per del rumore proveniente dall'alloggio di Raffaella, gente che sgozza un bambino, la madre e la nonna, oltre a due vicini accorsi in aiuto e che infine, per cancellare qualsiasi traccia della loro carneficina, appicca il fuoco all'appartamento. Ce ne vuole di "marcio dentro" per arrivare a tanto. In aula c'era anche Azouz Marzouk, il tunisino marito di Gabriella e padre del piccolo Youssef: "Voglio la pena di morte per gli assassini"... (Gericus)
(foto: Rosy e Olindo)

mercoledì 10 ottobre 2007

COSI' FU UCCISO IL PARTIGIANO AVENTINO (2007)

ANGELA BORIONE (foto) sorella del partigiano Aventino

Intervista fatta il 15 dicembre 1992 a Verres.

SECONDA e ULTIMA PARTE

Ci racconti cosa successe quella mattina del 26 febbraio 1945 quando portarono via suo fratello.
«Aventino in quei giorni era malato. Era sceso giù dalle montagne lungo l’Evançon perché aveva una grossa infezione con febbre. Dopo due giorni che stava già un po’ meglio, una mattina arriva B.B. (un partigiano) e gli disse: “Aventino, vieni su, dai. Ritorna ad Arnad con noi che ti faremo star bene. Fai il cuoco… vedrai che ti troverai bene”. Eravamo ancora in sei a casa, perché gli altri fratelli e sorelle si erano già sposati. Tutti quella mattina piangevamo… “Aventino non andare…Aventino non andare”. La mia povera mamma era lì accanto alla porta e gli disse: “Dammi ancora un bacio prima di andare via…” B.B. a quel punto diede una spinta a mia mamma e disse: “Basta, perché se no vi ammazzo tutti qui”! Alcuni giorni dopo è arrivata quella vecchietta che ha detto a mia mamma “Vai su a prenderti le ossa”, tutto lì. »
Ma come mai con tutte queste verità avete aspettato così tanto?
«Perché nonostante queste verità tutti i partigiani di Arnad e Verres hanno sempre negato…Dicevano “io non c’ero, io era di là, io ero a Biella”… hanno sempre negato.»
Aventino dunque fu ucciso poco dopo essere stato portato via.
«Si, è stato qualche giorno, poi una signora lo ha visto salire su con pala e picco e le ha detto “Ma dove vai Aventino”? e lui le ha risposto che doveva andare a fare un lavoro… si un lavoro. Infatti è andato a scavarsi la fossa. Gli ha sparato nella schiena, perché quando lo hanno tirato fuori , ho contato le dieci dita dei piedi, ho visto le ossa delle gambe, le anche, gli anelli della spina dorsale…quando sono arrivati alla testa io ho piantato un urlo e ho detto “Non toccategli la testa”! perché volevo vedere se era vero che gli era stato sparato in testa da dietro… ma la nuca era intera e pulita come il palmo della mia mano….»
L’altro scheletro ritrovato recentemente invece aveva un foro nella testa.
«Si, quello si. Dicevano che quello era un fascista, ma io non ne so niente. Adesso stanno cercando una mamma e suo figlio…»
Come mai tanti morti assassinati in questa zona?
«Gesù Maria… Io non so più cosa dire, guardi. Mia mamma diceva “E’ stata guerra… è andata a finire così, ma almeno datemi le ossa di mio figlio, così che possa andare a pregare e posare dei fiori sulla sua tomba”. Non chiedeva altro. Mia mamma aveva interessato anche il parroco di Verres, don Mario Piccot. Un giorno infatti gli disse: “mi faccia il piacere don Mario, mandi a chiamare questo B.B. dato che è lui che lo ha portato via di casa, e gli dica di farci sapere almeno dove sono le ossa”… dato che mia mamma aveva già fatto la lapide».
Aventino sarà sepolto in una cappella dei Partigiani?
«No… no, per carità. Piuttosto fosse degli alpini si, ma con i Partigiani… la brucio io quella dei partigiani prima di mettere mio fratello lì, scherza? Ucciso da loro… neanche parlarne. Va nell’ossario vicino alla mamma e al papà.»
Finalmente è riuscita a realizzare la promessa che fece a sua mamma in punto di morte.
«Si, si… finalmente sono soddisfatta. Certo il dolore c’è… adesso però sono felicissima, seppur dopo 47 anni, di aver riportato a casa Aventino…»

(FINE) ©

(La prima parte di "Così fu ucciso il partigiano Aventino" è stata pubblicata in data 8 settembre 2007)

"IO STO CON I ROMENI" bis (2007)

Sono arrivate diverse mail in risposta a "Io sto con i romeni" pubblicato lunedì 8 ottobre. Una di queste è giusto pubblicarla, perchè fa capire quanto sia distante il pensiero comune della gente da quello di Arrigo Levi, l'autore del pezzo in questione apparso su La Stampa del giorno stesso:


"Ciao Gericus,
rispondo al signor Arrigo Levi e
mi auguro che non abbia nessuna parentela con i 2 famosi Levi.
Dimmi un po' caro Arrigo, come ti
comporteresti con i tuoi amici Romeni,
una volta venuti in casa tua,
violentata tua moglie e figlia,
picchiato a sangue te e derubati
di tutti i tuoi averi? Mica avresti
una tazzina di caffe' da offrirgli,
perché sai, mio caro,
tu non hai capito proprio un cazzo niente dalla vita".

(Inviato da "Anonimo", un vezzo purtroppo comune nei blog. Consiglio sempre di firmarsi nell'inviare risposte o messaggi per vederli pubblicati)

martedì 9 ottobre 2007

QUANDO LA DEMOCRAZIA MUORE (2007)

Si fa presto a dire "democrazia", che secondo il dizionario significa tra l'altro "rispetto della libertà e della dignità di ogni cittadino". Lorenzo D'Auria, il giovane agente del Sismi morto durante un blitz per la sua liberazione in Afghanistan, di rispetto ne avrebbe dovuto avere doppio. Uno perchè è morto, due perchè la sua morte è avvenuta nell'adempimento del proprio dovere di militare. Mani ignote, mosse da un "acefalo", hanno scritto sui muri di Modena, città natale del militare e luogo dei suoi funerali, una frase che nel suo insieme fa capire il rantolo di una democrazia arrivata al capolinea: "Maiale, per te è finita male". Una frase del resto che ricorda l'ormai tristemente famosa "10,100,1000 Nassirya" comparsa appunto dopo il massacro dei nostri militari in tale città irachena. Rifiuto di pensare che chi scrive certe frasi sia un mio consimile, una persona che ha un padre, una madre, un fratello. Che sappia cos'è il dolore, il bruciore delle lacrime, lo strazio di una morte in famiglia, il pianto innocente di un figlio, di un bambino che crescerà nel ricordo del padre. E' la democrazia che in questi casi muore, perchè ti fa pensare che forse non è giusto, nella libertà che questa ci consente, di permettere di scrivere certe bassezze, offese non solo al caduto, ma a tutta l'umanità. La Digos ora indaga. Con un "buffetto" il demente di turno, se rintracciato, verrà redarguito e poi, fuori, pronto di nuovo a dare un'altra coltellata nelle spalle ai sentimenti di chi soffre, agli italiani onesti. Ma una democrazia che non sa tutelare sè stessa, i suoi principi fondamentali, può essere ancora considerata tale? Onore dunque all'agente Lorenzo D'Auria, morto anche per quell'imbecille che armato di bomboletta, colpiva a tradimento nel buio della notte. (Gericus)
(foto: la bara di Lorenzo D'Auria avvolta nel tricolore)

SARA WASINGTON: COSI' MUORE UN ANGELO (2007)

Sara Wasington, 22 anni, ha agonizzato una notte intera, abbandonata nella cantina dal suo carnefice. E' lì che Sara ha vissuto le sue ultime ore, i suoi ultimi minuti, con il respiro che diventava sempre più flebile, affannoso. Poteva essere salvata Sara, solo se il suo "amico/assassino" lo avesse voluto, se avesse ritrovato la dignità di uomo, l'umana pietà. E' da poco passata la mezzanotte quando la giovane viene abbandonata in cantina, semincosicente, dopo i pugni ricevuti, ed è ancora viva alle nove di mattina di quel venerdì maledetto quando Nando Lo Campo la va a riprendere, le lega le mani e la infila dentro a due sacchi neri dell'immondizia. Respira ancora Sara quando l'omicida la scarrozza in giro per la città alla ricerca di un posto sicuro per "scaricarla", trovandolo infine in quella radura a due passi dalla strada e a una decina di chilometri da Torino. E' lì infatti, dentro a quel sacco e sotto la carcassa di un frigorifero che Sara morirà asfissiata, come ha accertato l'autopsia. Un ultimo, ributtante e macabro indizio dovrà essere accertato dai periti: c'è stata violenza quando Sara era già tra la vita e la morte? Roberto Testi, il medico legale ha chiesto trenta giorni per dare una risposta, un responso completo, a questo ultimo tassello della scala del degrado umano. (Gericus)
(foto: ritrovamento del cadavere)

lunedì 8 ottobre 2007

BENEFATTORI DELL'ITALIA... (2007)

In Italia ormai siamo abituati a ben di peggio. Dire castronate è diventato sport nazionale, e se poi queste vanno contro l'opinione pubblica, dei più, del buon senso, beh, ancora meglio, poichè scatenare 'boatos' gratifica, porta alla ribalta. A questa 'tentazione' non è scampato neppure Arrigo Levi, che dalle pagine della Stampa di lunedì 8 titola "Io sto con i romeni". E bravo il nostro 'arriguccio' per questo titolo ad effetto, ma soprattutto per il contenuto del pezzo. Sta con loro perchè dice "imparano l'italiano velocemente" (però!), e perchè di loro, "ne hanno una buona opinione (?) i 'padroni' italiani", pertanto, -continua- "il mio commento istintivo, di fronte alla notizia del raddoppio in tre anni degli immigrati dalla Romania, consiste nel dire: 'grazie romeni". Dopo questo sciorinamento di buonismo, non poteva mancare la ormai vecchia, trita, detta e ridetta lacrimosa retorica del "anche noi italiani siamo stati un popolo di migranti", la classica frase catto-comunista 'ad effetto' che legittima -secondo loro- l'invasione straniera. Se mi permette, ci sono dei distinguo da fare. 1) Noi italiani, negli anni Trenta, e anche prima, non sbarcavamo clandestinamente in terre straniere; 2) arrivavamo a bordo di navi passeggere o treni; 3) passavamo il controllo delle autorità locali e poi, in base a certi loro requisiti d'accoglienza, si entrava o si riprendeva immediatamente la via del ritorno a casa. C'è dunque molta differenza tra un invasione indiscriminata ed un ingresso "legale". Il nostro Arrigo si dimentica poi, -strano, perchè dice di essere stato un immigrato pure lui- che una volta sbarcati, non trovavamo frotte di "buonisti" che si battevano per i diritti dei "poveri immigrati", nè tantomeno eravamo aiutati da una legge "buonista", ma pesci in faccia e porte sbattute, perchè al primo sgarro ti buttavano fuori senza tanti discorsi o compassione. Vediamo oggi cosa stanno combinando in Italia questi "signori" e cosa continueranno a fare, grazie anche a gente che apertamente scrive "Io sto con i romeni". Per concludere, questo suo "orgoglioso" schieramento, signor Arrigo Levi, lo vada a esprimere ai genitori di quei quattro giovani uccisi dal rom ubriaco ad Appiano del Tronto e poi, per completare la sua "gioia di appartenenza", lo faccia sapere pure al figlio della coppia trucidata a Treviso, a quelle famiglie depredate e bastonate in casa nella notte, e a quelle ragazze stuprate per la via. Chissà, magari anche loro potrebbero cominciare a pensarla come lei... (Gericus)

domenica 7 ottobre 2007

QUIRINALE: QUANTO MI COSTI... (2007)

Tenere in piedi il palazzo del Quirinale costa alle tasche degli italiani 235 milioni di euro l'anno, che tradotto in valuta del vecchio conio, è un qualcosa come 455 miliardi di lire. Confrontiamo dunque queste cifre con quelle che spendono all'estero per mantenere altrettanti palazzi istituzionali. Negli Stati Uniti la Casa Bianca costa 136,5 milioni di euro all'anno. (la metà dunque del Quirinale!); Backingham Palace (Inghilterra) 55 milioni; l'Eliseo (Francia) 32; la Presidenza Federale (Germania) 25; la Corona (Svezia) 10,5; Palazzo Zarzuela (Spagna) 8 milioni. E ritornando in casa nostra, dei 235 milioni per il bilancio del Quirinale, l'87% se ne va tra retribuzioni e trattamento di quiescenza del personale, l'11% per beni e servizi e l'1,4% in fondo di riserva. I dipendenti sono "nientepopòdimeno" che 2.181 così suddivisi: 1.095 addetti alla presidenza e 1086 militari, tra i quali 297 corazzieri. Partendo dal presupposto che neppure in un Paese a rischio di golpe militare c'è una forza armata così numerosa e neppure in un edificio storico come Backingham Palace esiste una servitù altrettanto numerosa, ci chiediamo cosa facciano tutto il giorno questi "signori dipendenti", che ognuno costa in media all'anno 74.500 euro (144 milioni e 252 mila lire!), o se preferiamo, uno stipendio mensile di 6.208 euro (cioè 12 milioni di lire). Ogni giorno dunque che si alza il sole, il Quirinale brucia un miliardo e 246 milioni di lire. Il Colle ora annuncia di voler ridurre i costi... (Gericus)

sabato 6 ottobre 2007

IMMIGRAZIONE: UNA BOMBA A OROLOGERIA (2007)

"I rom sono un vulcano, una bomba a tempo che va disinnescata". Parola di Beppe Grillo, di nuovo tornato all'attacco, e come un macigno, eccolo qui a sconquassare la politica nazionale. Preso di mira questa volta, le "migrazioni selvagge". "Un Paese non può vivere al di sopra dei propri mezzi -dice ancora-. Un Paese non può scaricare sui suoi cittadini i problemi causati da decine, migliaia di rom della Romania che arrivano in Italia. L'obiezione di Prodi/Valium è sempre la stessa: la Romania è in Europa. Ma cosa vuol dire Europa? Migrazioni selvagge di persone senza lavoro da un Paese all'altro? Senza la conoscenza della lingua, senza possibilità di accoglienza"? E la gente è tutta con lui. "Un governo che non garantisce la sicurezza ai suoi concittadini a cosa serve, cosa governa? Chi paga per questa insicurezza sono i più deboli, gli anziani, chi vive nelle periferie, nelle case popolari. Una volta i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati". E per finire: "Si poteva fare una moratoria per la Romania, come del resto è stata applicata in altri Paesi europei. Si poteva fare un serio controllo degli ingressi, -conclude Grillo- ma non si è fatto nulla". (La Stampa -Gericus)

CARTE FALSE (2007)

Circolano con la patente falsa, un documento fasullo da mostrare, comunque, agli agenti per cercare di farli fessi e di farla franca. Sono soprattutto rumeni, albanesi, senegalesi, moldavi, ucraini. Le avanguardie di un esercito di extracomunitari che viaggiano nell'illegalità. E questi sono anche tra gli stranieri maggiormente coinvolti in incidenti sulle nostre strade. Difficile, se non impossibile per i nostri agenti, accertarsi della veridicità del documento di guida presentato. Secondo le statistiche della Polizia stradale (che comprendono anche i sinistri rilevati dai Carabinieri), sulle nostre strade nel 2006, si sono verificati in totale 99.856 incidenti. I conducenti stranieri coinvolti (460 sul totale dei sinistri mortali, 12.588 negli incidenti che hanno provocato feriti, e 14.834 in quelli con soli danni alle cose) sono stati in media il 14,93%. Gli italiani quindi sono stati coinvolti nell'85,07% dei casi. Riportiamo queste percentuali al numero della popolazione residente in Italia. In base all'ultimo censimento stilato dall'Istat, nel nostro Paese vivono 2.670.514 stranieri, contro 56.081.197 di nostri connazionali. Il rapporto tra 14.908 automobilisti esteri coinvolti nei sinistri (il 14,93% sul totale degli incidenti) e i cittadini immigrati è quindi pari allo 0,55%. Sul fronte degli italiani, il valore (ottenuto dal rapporto tra automobilisti italiani coinvolti e totale residenti italiani) scende allo 0,15. Stando ai numeri quindi, i conducenti esteri si trovano invischiati in un incidente (anche se non sono direttamente responsabili) quasi quattro volte più di noi. Un ultima considerazione ma non marginale: guidare con una patente falsa, equivale a guidare senza patente. In caso di incidente perciò, l'assicurazione non paga. ((Automobile - Ottobre)

QUANDO LA GIUSTIZIA NON C'E'... (2007)

Per Marco Ahmetovic, (foto) il rom ubriaco che investì uccidendo sul colpo quattro giovani, è arrivata -se così possiamo chiamarla- la sentenza del tribunale di Ascoli Piceno: Sei anni e 6 mesi di reclusione, 20 giorni di arresto e 715 euro di ammenda. In galera però non ci finirà, poichè è stato deciso che sconti la pena "ai domiciliari" presso una casa di cura. Come ricorderemo, l'incidente avvenne verso la mezzanotte tra il 22 e il 23 aprile scorso. Quattro giovani amici, Eleonora Allevi, 19 anni, Davide Corradetti, 16 anni, Danilo Traini, 17 anni e Alex Luciani, 16 anni, a bordo di tre scooter viaggiavano lungo la strada provinciale nei pressi di Appignano del Tronto (AP) quando un furgone con alla guida il rom ubriaco e proveniente dall'altro senso di marcia piombò loro addosso facendo una strage. L'unico a salvarsi in quel terribile schianto fu il fratello di Eleonora, Leonardo di 16 anni. Alla richiesta del pm Carmine Pirozzoli -quattro anni (sic!)- aumentata poi dal giudice a sei e mezzo, (arisic!) la tensione in aula è esplosa per l'esiguità della pena. E' il copione di sempre. Vai a dire adesso ai genitori delle vittime che "giustizia è stata fatta", quando la vita di ogni figlio ucciso è stata valutata poco più di 19 mesi in pena da scontare per il suo assassino. Giustizia infame... Nessuno pertanto ha trovato niente di indegno a quella voglia di giustizia sommaria all'indirizzo del rom, perchè quando in una comunità la giustizia ha calato le braghe davanti al delinquente, beh, è logico e sacrosanto che venga il desiderio di farsela da soli... (Gericus)

venerdì 5 ottobre 2007

"CON IL MIO STIPENDIO? NON ARRIVO A FINE MESE" (2007)

E' si, è un grosso problema. Se a lamentarsi dello stipendio è niente meno che il Guardasigilli Clemente Mastella (foto) con i suoi 14 mila euro mensili, pensiamo come se la spassa il sor Cecco della porta accanto con i suoi miseri 500 euro di pensione. Il nostro Mastella lo ha detto infatti recentemente: "Noi politici? Pagati meno del dovuto". E vabbene, guardiamo dunque la busta paga di questo "nostro dipendente", secondo quello che ha scritto il Giornale di giovedì 4 ottobre estraendo queste cifre dal sito del Senato: Indennità 4.015,18; diaria 4.003,11; rimborso spese forfettario: 1.637,43; rimborso spese di trasporto: 1.281,61; rimborso spese telefoniche 345,83. A queste cifre come senatore, va aggiunta l'indennità di ministro, che è pari a 2.700 euro, pertanto la busta che mensilmente ritira Clemente Mastella e di 13.983,16 euro, un qualcosa come 25 milioni del "vecchio conio". Non dimentichiamoci poi però tutti i benefit che il ministro dispone, ovvero mezzi di trasporto gratis, voli aerei, -come recentemente è successo per correre a vedere (istituzionalmente?) il GP di Montecarlo-, ristoranti "à la carte"a Montecitorio a prezzi da mensa aziendale, e poi altro, altro, altro e altro ancora. Gente dunque che vive al di fuori della realtà, al di sopra di tutto e di tutti. Gente che vivendo tra lussi, scorte, cene e chiacchiere, ha smarrito l'immagine di un Italia che arranca e che per protesta scende in piazza a suon di "Vaffan". Per concludere: Signor ministro: mica glielo ha ordinato il dottore di fare il politico. Se lo stipendio "è misero", lasci il ministero e si cerchi -come fanno tutti i comuni mortali- un lavoro più economicamente vantaggioso. La sua felicità, mi creda, sarà anche quella degli italiani... (Gericus)

giovedì 4 ottobre 2007

ALBERTO STASI: LA SUA "FIRMA" SULLA PORTA? (2007)

Cinquanta giorni dal delitto di Chiara Poggi. Cinquanta giorni di lacrime, indagini, sospetti, verifiche e misteri. L'unico punto fisso è sempre lui: Alberto Stasi, fidanzato della vittima. Per gli investigatori -sembra- non possono esserci altri sbocchi per chiudere una volta per tutte questo giallo. Ma come sempre accade in casi di omicidio, più passano i giorni dal crimine, più difficile è incastrare il colpevole. Alberto Stasi -per i colpevolisti- sarebbe il killer perfetto: freddo, distaccato e poco passionale ("uscivamo solo il sabato e durante la settimana ci telefonavamo due o tre volte"). Sull'altro versante invece, domina la figura del bravo ragazzo, dello studente perfetto, colui che -potendo- non dorme con la propria ragazza, colui che ammette "io e Chiara non abbiamo avuto mai uno screzio, mai le ho dato una schiaffo nè mai messo una mano addosso". Dalle ultime indagini, sembra che l'assassino non abbia infierito con un oggetto trovato in casa della vittima, ma che sia arrivato portandosi dietro l'arma, il che presume la premeditazione. Resta difficile però pensare ad un delitto "pianificato" da Alberto Stasi, poichè resta altrettanto difficile, se non improbabile, trovare un motivo scatenante di tale follia. Un diverbio sfociato improvvisamente tra i due? Caratterialmente non li vedo entrambi urlare e lanciarsi invettive e poi, Chiara Poggi, ragazza dolce, di buone maniere, per intelligenza non era il tipo di donna che esaspera una discussione, ma piuttosto una che lascia perdere. Le indagini dunque ripartano di nuovo da capo. In questi giorni i Ris hanno sequestrato la porta a soffietto sulla scala della cantina. La verità, a quanto pare, sta tutta lì e una volta ancora, si cercano conferme. Se siano di innocenza o colpevolezza non lo sappiamo. Quello che è certo invece, è che al centro di tutto quanto c'è ancora una volta lui: Alberto Stasi. (Gericus)

mercoledì 3 ottobre 2007

CAMILLA CHIGNOLI : MORIRE PER MANO DEL PADRE (2007)

Altro sangue di una giovane, ed anche qui tra le mura di casa. In questo fine estate dal colore rosso, anche quest'altra tragedia viene a sconvolgere -come se ce ne fosse bisogno- la coscienza della gente. A cadere sotto i colpi di una rivoltella è Camilla Chignoli, (foto) 22 anni, una bella ragazza padovana, laurea recente in scienze politiche e nessun grillo per la testa. Praticamente, la figlia che tutti vorrebbero avere. Stava riordinando la sua camera Camilla e sicuramente non si è neppure accorta che la sua vita era al termine. Alle sue spalle infatti, in silenzio è arrivato suo padre Adalberto, 56 anni, che senza profferir parola ha premuto per ben quattro volte il grilletto di quella pistola che teneva in pugno, e per Camilla non c'è stato scampo. Come può un padre arrivare a tanto? "Voglio credere che sia un incubo" dice adesso un amico di Camilla, poichè la ricorda come una persona gioiosa, una sempre presente alle riunioni della corale della parrocchia, una che "aveva una voce stupenda da soprano e che adesso non posso credere che sia stata spenta per sempre". Come mai questo nuovo assurdo delitto in famiglia? Sembra che il padre, ultimamente, soffrisse di esaurimento e che i suoi litigi fossero diventati abbastanza violenti, tanto che lei, Camilla, dolcemente, come fa una figlia che ama il padre, spesso lo aveva consigliato di curarsi per ritrovare la serenità. Può bastare però tutto ciò a dare una spiegazione al tragico gesto? Sembra di si, poichè i vicini di casa descrivono Adalberto Chignoli come una persona "gentile, accogliente, appassionato del giardinaggio e dell'ordine", un uomo dunque "normale", come tanti. Qualcosa però lo turbava, e questo forse va ricercato in una situazione finanziaria che da florida era improvvisamente mutata in disastrosa a causa di investimenti sbagliati, una situazione che ormai si trascinava avanti da un po' di tempo. La moglie, Antonella Amandolesi, lo aveva notato un certo cambiamento nel marito, sempre più chiuso e taciturno, e non aveva neppure afferrato il motivo dell'acquisto di una pistola Mauser 7,65, una cosa da lei osteggiata fino all'ultimo. Lunedì scorso quell'arma ha freddato Camilla, senza un motivo, una cosa che neanche il padre, arrestato alle cinque di ieri mattina, ha saputo spiegare perchè. (Gericus)

martedì 2 ottobre 2007

BUON COMPLEANNO VIAGRA (2007)

La conversazione che si svolge tra due uomini di mezza età seduti al tavolo accanto sfiora il porno: "Con quella vado tranquillo. Mezzora prima e il gioco è fatto". L'interlocutore lo ascolta attento: "Ma... niente imprevisti"? E l'altro: "Vai tranquillo. Ti 'funzionerà' come quando avevi vent'anni... forse meglio". Benvenuto al "Viagra", dunque, giustiziere dell'età che avanza e frenatrice del piacere al "primo morso". Da nove anni infatti, la pillola blu dell'amore "senza età" è stata usata fino ad oggi da milioni di uomini, felici grazie a lei di aver ritrovato lo slancio della gioventù, il piacere del sesso, il gusto della trasgressione. E i numeri non lasciano dubbi: dal 1998 -anno della sua uscita sul mercato- a oggi, nel mondo sono state vendute 1,7 miliardi di confezioni (53 milioni di pillole in Italia, ovvero 6 milioni l'anno), è presente in 110 Paesi, e in Italia a farne uso massiccio sono uomini dai 50-53 anni in maggior parte residenti a Milano e Roma, in città dell'Emilia Romagna e della Toscana. Nella classifica europea, al primo posto troviamo la Gran Bretagna, al secondo la Germania, al terzo l'Italia, e questa posizione la dice lunga sulla tradizionale nomea del nostro 'machismo'. Per gli "addetti ai lavori" infine un avvertimento: Occhio alle imitazioni, specialmente a quelle provenienti dalla Cina, poichè anche se il prezzo è migliore, sono pasticche "taroccate", non "raddrizzano" nessuna situazione "storta" e di conseguenza... fanno lo stesso effetto di un bicchier d'acqua all'affamato... (Gericus)

lunedì 1 ottobre 2007

SARA WASINGTON 22 ANNI, UCCISA E NASCOSTA IN UN SACCO (2007)

Un'altra vittima di un feroce assassino, un'altra giovane uccisa per niente, da un amico, da una persona di cui lei si fidava. Aveva 22 anni Sara Wasington, uccisa a cazzotti e il suo corpo, rinchiuso dentro due sacchi dell'immondizia, ritrovato abbandonato in aperta campagna poco fuori Torino, nei pressi dell'Isola dei Pescatori. Autore di quest'altro assurdo e spietato omicidio il venticinquenne Nando Lo Campo, amico e spasimante della vittima. Sara era scomparsa giovedì sera: "Vado in discoteca e torno alla solita ora" aveva detto alla madre prima di uscire di casa. Non c'è mai arrivata, perchè l'amico di cui si fidava, colui che si era offerto di accompagnarla in auto in discoteca, dopo l'ennesimo rifiuto della ragazza perdeva la testa uccidendola con un pugno in piena faccia. E' stato arrestato il giorno dopo. "E' una fortuna che lo abbiano preso" hanno sussurrato alcuni amici della giovane. Logico il senso di queste affermazioni, perchè per certi delitti, per quei delitti dove la vita del prossimo viene cancellata con tanta disinvoltura, beh, resta difficile "non toccare Caino"... (Gericus)

ALBERTO STASI : ALTRI SCENARI (2007)

"E' un peccato mortale per i pm innamorarsi di una tesi" dice sul Giornale di oggi il crimonologo Carmelo Lavorini, a proposito della piega presa dall'indagine sul delitto di Chiara Poggi. Da quello che per il momento si legge, Alberto Stasi è ormai "l'indiziato principe", quasi "il perfetto killer". Del resto non era difficile non puntare i sospetti su di lui, visto le troppe contraddizioni e il suo comportamento un po'... inusuale. Ma è stata un idea giusta puntare subito sull'indiziato "probabile" e scartare a priori altri scenari? Per Carmelo Lavorino tre sono i probabili risvolti da sviscerare; 1) : l'assassino potrebbe essere una persona in confidenza con Chiara, forse un amico, accolto in casa senza nessun problema. Durante una discussione, questi, entrato in "obnubilamento mentale" avrebbe cominciato a colpire e una volta ripreso il controllo, si sarebbe attivato per depistare le indagini. In questo caso, l'autore potrebbe essere sia uomo che donna. Ipotesi 2) : Una persona entra in casa con altri scopi, per rubare, interessi sessuali, erotomani, serial killer, e che di fronte ad una reazione negativa di Chiara entra nel vortice omicida. In questo secondo scenario, il protagonista è di sesso maschile. Ipotesi 3) : Una persona molto vicina alla vittima in una posizione ignota nel momento. Una persona che diventa assassina dopo essere stata derisa, umiliata, respinta e che perde l'autocontrollo. Anche in questa ipotesi la persona è di sesso maschile. Come si vede dunque, le indagini potrebbero avere altri sbocchi, perchè -come continua ancora Carmelo Lavorini, "accanirsi solo su una pista fa raffreddare le altre". Quasi due mesi ormai sono passati dal giorno dell'omicidio di Chiara Poggi, e come si sa, più che ci allontaniamo dai fatti, sempre più difficile diventa acciuffare il colpevole. La domanda da porsi pertanto è una sola: C'è la prova "regina" per continuare a puntare l'indice su Alberto Stasi? (Gericus)