mercoledì 10 ottobre 2007

COSI' FU UCCISO IL PARTIGIANO AVENTINO (2007)

ANGELA BORIONE (foto) sorella del partigiano Aventino

Intervista fatta il 15 dicembre 1992 a Verres.

SECONDA e ULTIMA PARTE

Ci racconti cosa successe quella mattina del 26 febbraio 1945 quando portarono via suo fratello.
«Aventino in quei giorni era malato. Era sceso giù dalle montagne lungo l’Evançon perché aveva una grossa infezione con febbre. Dopo due giorni che stava già un po’ meglio, una mattina arriva B.B. (un partigiano) e gli disse: “Aventino, vieni su, dai. Ritorna ad Arnad con noi che ti faremo star bene. Fai il cuoco… vedrai che ti troverai bene”. Eravamo ancora in sei a casa, perché gli altri fratelli e sorelle si erano già sposati. Tutti quella mattina piangevamo… “Aventino non andare…Aventino non andare”. La mia povera mamma era lì accanto alla porta e gli disse: “Dammi ancora un bacio prima di andare via…” B.B. a quel punto diede una spinta a mia mamma e disse: “Basta, perché se no vi ammazzo tutti qui”! Alcuni giorni dopo è arrivata quella vecchietta che ha detto a mia mamma “Vai su a prenderti le ossa”, tutto lì. »
Ma come mai con tutte queste verità avete aspettato così tanto?
«Perché nonostante queste verità tutti i partigiani di Arnad e Verres hanno sempre negato…Dicevano “io non c’ero, io era di là, io ero a Biella”… hanno sempre negato.»
Aventino dunque fu ucciso poco dopo essere stato portato via.
«Si, è stato qualche giorno, poi una signora lo ha visto salire su con pala e picco e le ha detto “Ma dove vai Aventino”? e lui le ha risposto che doveva andare a fare un lavoro… si un lavoro. Infatti è andato a scavarsi la fossa. Gli ha sparato nella schiena, perché quando lo hanno tirato fuori , ho contato le dieci dita dei piedi, ho visto le ossa delle gambe, le anche, gli anelli della spina dorsale…quando sono arrivati alla testa io ho piantato un urlo e ho detto “Non toccategli la testa”! perché volevo vedere se era vero che gli era stato sparato in testa da dietro… ma la nuca era intera e pulita come il palmo della mia mano….»
L’altro scheletro ritrovato recentemente invece aveva un foro nella testa.
«Si, quello si. Dicevano che quello era un fascista, ma io non ne so niente. Adesso stanno cercando una mamma e suo figlio…»
Come mai tanti morti assassinati in questa zona?
«Gesù Maria… Io non so più cosa dire, guardi. Mia mamma diceva “E’ stata guerra… è andata a finire così, ma almeno datemi le ossa di mio figlio, così che possa andare a pregare e posare dei fiori sulla sua tomba”. Non chiedeva altro. Mia mamma aveva interessato anche il parroco di Verres, don Mario Piccot. Un giorno infatti gli disse: “mi faccia il piacere don Mario, mandi a chiamare questo B.B. dato che è lui che lo ha portato via di casa, e gli dica di farci sapere almeno dove sono le ossa”… dato che mia mamma aveva già fatto la lapide».
Aventino sarà sepolto in una cappella dei Partigiani?
«No… no, per carità. Piuttosto fosse degli alpini si, ma con i Partigiani… la brucio io quella dei partigiani prima di mettere mio fratello lì, scherza? Ucciso da loro… neanche parlarne. Va nell’ossario vicino alla mamma e al papà.»
Finalmente è riuscita a realizzare la promessa che fece a sua mamma in punto di morte.
«Si, si… finalmente sono soddisfatta. Certo il dolore c’è… adesso però sono felicissima, seppur dopo 47 anni, di aver riportato a casa Aventino…»

(FINE) ©

(La prima parte di "Così fu ucciso il partigiano Aventino" è stata pubblicata in data 8 settembre 2007)

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