Si fa presto a dire "democrazia", che secondo il dizionario significa tra l'altro "rispetto della libertà e della dignità di ogni cittadino". Lorenzo D'Auria, il giovane agente del Sismi morto durante un blitz per la sua liberazione in Afghanistan, di rispetto ne avrebbe dovuto avere doppio. Uno perchè è morto, due perchè la sua morte è avvenuta nell'adempimento del proprio dovere di militare. Mani ignote, mosse da un "acefalo", hanno scritto sui muri di Modena, città natale del militare e luogo dei suoi funerali, una frase che nel suo insieme fa capire il rantolo di una democrazia arrivata al capolinea: "Maiale, per te è finita male". Una frase del resto che ricorda l'ormai tristemente famosa "10,100,1000 Nassirya" comparsa appunto dopo il massacro dei nostri militari in tale città irachena. Rifiuto di pensare che chi scrive certe frasi sia un mio consimile, una persona che ha un padre, una madre, un fratello. Che sappia cos'è il dolore, il bruciore delle lacrime, lo strazio di una morte in famiglia, il pianto innocente di un figlio, di un bambino che crescerà nel ricordo del padre. E' la democrazia che in questi casi muore, perchè ti fa pensare che forse non è giusto, nella libertà che questa ci consente, di permettere di scrivere certe bassezze, offese non solo al caduto, ma a tutta l'umanità. La Digos ora indaga. Con un "buffetto" il demente di turno, se rintracciato, verrà redarguito e poi, fuori, pronto di nuovo a dare un'altra coltellata nelle spalle ai sentimenti di chi soffre, agli italiani onesti. Ma una democrazia che non sa tutelare sè stessa, i suoi principi fondamentali, può essere ancora considerata tale? Onore dunque all'agente Lorenzo D'Auria, morto anche per quell'imbecille che armato di bomboletta, colpiva a tradimento nel buio della notte. (Gericus)
(foto: la bara di Lorenzo D'Auria avvolta nel tricolore)
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