lunedì 6 novembre 2006

SADDAM HUSSEIN CONDANNATO A MORTE (2006)

Una sentenza scontata per Saddam Hussein, condannato a morte da un tribunale iracheno per la strage di 148 sciiti massacrati nel lontano 1982, avvenuto dopo un presunto attentato contro la sua persona. Le accuse contro di lui però non si contano, se si considera che Hussein è considerato il responsabile dello sterminio di curdi, della scomparsa di migliaia di oppositori al suo regime, dell'assassinio dei mariti di due sue figlie, dell'invasione del Kuwait e della lunga e sanguinosa guerra contro l'Iran. Su questa condanna a morte, diversi i punti di vista: sciiti in festa e rabbia dei sunniti. Per l'Europa, giusta la sentenza ma condanna da non eseguire. La gente del Kuwait urla nelle strade "Bruciatelo vivo", ma per i palestinesi, questo è "Un processo voluto e pilotato dagli Stati Uniti". A Teheran dove si festeggia questa condanna, si dice che "Impiccarlo è ancora troppo poco" mentre per il premier Massimo D'Alema "Impiccarlo darebbe fuoco alla violenza". Per il dittatote che si credeva Dio ma che seminava odio terrore e morte ora ci sarà l'Appello, mentre altri 52 ex gerarchi -tra i quali il famigerato "Alì il chimico" e l'ex vice premier Tareq Aziz- attendono di sapere quale sarà il loro destino. La "Norimberga" del '900 quindi non ha ancora chiuso i battenti. (Gericus)

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