lunedì 30 aprile 2012

Delitti perfetti o giustizia imperfetta?

Una trentina di coltellate furono riscontrate sul corpo di Simonetta Cesaroni, 21 anni, uccisa a Roma il 7 agosto del 1990. Una lunga serie di indagati furono messi sotto torchio dagli inquirenti, e uno di questi fu Pietrino Vanacore, custode del palazzo di via Poma dove avvenne l'omicidio, che si suicidò molti anni dopo, il 9 marzo del 2010. Tutti gli altri sospettati, uno a uno furono dimenticati sia dalla magistratura che dai media, meno uno, Raniero Busco, all'epoca fidanzato della vittima. Su di lui si appuntarono sospetti e indizi che lo portarono a un primo processo il 3 febbraio del 2010 con verdetto di condanna a 24 anni di reclusione, "colpevole dell'omicidio di Simonetta Cesaroni", ma assolto con formula piena in sede di appello il 24 novembre 2011 "per non aver commesso il fatto". Dopo 21 anni dall'omicidio dunque, siamo di nuovo daccapo, con un delitto senza un colpevole, con una vittima senza giustizia. Ma in questi ultimi anni la lista dei "delitti perfetti" si è purtroppo allungata a dismisura. Se fino ad oggi non sappiamo chi è l'autore dell'omicidio di Simonetta Cesaroni, chi è l'assassino di Chiara Poggi, la giovane trucidata nella sua casa il 13 agosto del 2007? E Meredith Kercher, la studentessa inglese di 20 anni uccisa a Perugia sempre nel 2007, da chi è stata assassinata? Solo da Rudy Guede già in galera e condannato in via definitiva dal momento che gli altri due coimputati, Raffaele Sollecito e Amanda Knox, prima condannati e poi scagionati in appello. E chi ha tolto la vita a Serena Mollicone, 19 anni, trovata morta nel 2001? E poco più di un anno fa, chi ha infierito sulla piccola Yara Gambirasio, 13 anni, sparita il 26 novembre del 2010 e il suo corpo rinvenuto esattamente tre mesi dopo? Tutte giovani donne e tutte unite dallo stesso destino: non avere giustizia. Qualcosa non funziona nella nostra giustizia dunque, lenta, farraginosa e contraddittoria, e la domanda che si pongono gli italiani è solo una: come può una persona essere condannata in primo grado e assolta "per non aver commesso il fatto" in secondo grado? Certo, non è che si voglia un "colpevole a tutti i costi", ma il "colpevole del fatto" questo si. Quindi? "Manca l'indagine portata avanti fino in fondo da più investigatori come avveniva una volta -commenta un addetto ai lavori-, un indagine fatta di testimonianze e riscontri oggettivi, prove inconfutabili, mentre invece oggi ci si affida in prima battuta ai riscontri scientifici e in base a quelli ci muoviamo. Che ben vengano -conclude l'addetto ai lavori-, ma che questi riscontri siano solo di supporto e conferma alle indagini eseguite, un valore aggiunto dunque, una prova in più, ma non un punto di partenza". Che ci sia un fondo di verità visto i troppi casi insoluti?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ci vuole PERRY MASON mio caro Gericus, comunque a me sembra che
L'Italia stia affondando veramente
e' una Vergogna.