martedì 31 luglio 2007
IL PRIMATO DEI SUICIDI E' DELLA VALLE D'AOSTA (1992)
La Valle d'Aosta ha il primato dei suicidi in campo nazionale, con scelta violenta e dimostrativa dei modi. Impiccagione e annegamento sono ai primi posti e costituiscono le "scelte" messe in atto da persone di una certa età. Abbastanza frequenti l'ingestione di barbiturici o altri medicinali fra i giovani; molto più raro il suicidio con arma da fuoco. Poi ci sono i suicidi "mascherati" per pudore: almeno un terzo delle overdose da eroina sono suicidi. Al primo posto tra i "moventi" ci sono ancora la malattia e l'infermità. Negli ultimi dieci anni il numero dei suicidi è cresciuto del 30 per cento nei Paesi europei e del 42 per cento in Italia. Nell'alta percentuale di questo fenomeno in Valle -spiega il dottor Nadir Vietti, primario del reparto di psichiatria dell'ospedale regionale- sono raggruppati anche i tentativi di suicidio che in altre regione sono classificati diversamente". Sempre secondo il dottor Vietti, non esistono motivazioni circostanziate che offrano spiegazioni esaurienti per l'alto numero di suicidi in Valle. "Se nei decenni passati una causa era l'isolamento di alcune vallate, oggi questi ostacoli sono stati superati. Molti suicidi vengono attuati da persone tranquille e senza precedenti psicopatologici". (La Stampa)
lunedì 30 luglio 2007
OMICIDIO VICHI: CALA IL SIPARIO (1992)
"Archiviato". Il 'caso Vichi' finisce insoluto tra i fascicoli del tribunale dei minori di Torino. Soltanto indizi, nessuna prova contro i due minorenni denunciati dagli inquirenti di Aosta per l'omicidio del professore. Il delitto dunque rimane un mistero. Le undici coltellate alle 7,40 del primo febbraio dell'88 non hanno firma. L'inchiesta della polizia è durata due anni, poi il procuratore di Aosta Luigi Schiavone ha inviato il fascicolo a Torino. Un dossier fatto di parecchi rapporti della squadra mobile, di intercettazioni telefoniche, di interrogativi fiume. Indagini in parecchie direzioni, seguendo le ipotesi di un delitto passionale, poi una terribile vendetta nel mondo della scuola. Congettura che gli inquirenti hanno forse inconsapevolmente lasciato ai margini: sembrava impossibile che un assassinio così cruento potesse essere opera di un ragazzo. Il professor Massimo Vichi, 47 anni, (foto) venne ucciso a coltellate alle ore 7,40 del mattino sulle scale di casa sua, un edificio situato in corso Saint Martin de Corleans, mentre si stava dirigendo a scuola. Sicuramente l'assassino lo stava già attendendo, pochè come dirà alla polizia un inquilino -e collega del Vichi- sceso un attimo prima, questi incrociò nell'androne un giovane il quale lo salutò con un 'buongiorno'. E' questi l'assassino? Con l'archiviazione del caso non lo sapremo mai. (La Stampa)
TENTA IL SUICIDIO LA MAMMA DI VANESSA (2007)
Come scappatoia ad un dolore tanto grande, per la mamma di Vanessa Russo (foto) c'era solo una via: morire. E così, mai ripresasi dalla scomparsa di quella figlia strappata alla vita in maniera tanto brutale, mercoledì scorso 25 luglio la donna è stata ricoverata urgentemente all'ospedale S. Andrea di Roma per una grave forma di intossicazione farmacologica. Dopo energiche cure e tenuta costantemente sotto osservazione dai medici del Fatebenefratelli, fortunatamente la donna per il momento è fuori pericolo di vita. Una famiglia praticamente distrutta che non riesce a trovare pace dopo la prima disgrazia. Era il 26 aprile infatti quando Vanessa Russo, una bella ragazza ventiduenne, veniva uccisa barbaramente alla fermata della metropolitana da una extracomunitaria rumena, Doina Matei, con una staffilata di ombrello in un occhio che le devastava il cervello. Vanessa moriva il giorno dopo, mentre l'assassina veniva arrestata poi dai carabinieri con l'accusa di omicidio volontario. Parlando di sua madre, Simone racconta che dalla morte di sua sorella, la mamma non si è più ripresa, "si dispera, piange, soffre terribilmente, ed ora non ragiona più". Ad accorgersi del dramma, fortunatamente è stata la sorellina di Vanessa che ha dato subito l'allarme. Ancora oggi, grossi mazzi di fiori vengono lasciati nel punto esatto dove si accasciò Vanessa Russo. Tra i tanti, anche quello della mamma: "Ciao angelo, sarai sempre nel mio cuore". (Gericus)
sabato 28 luglio 2007
CAMBIA L'ACCORDO CON LA MERCEDES (1992)
Rispetto agli accordi originari dell'aprile '91, sembrano esserci correzioni di rotta. Le informazioni fornite a quell'epoca parlavano di un rapporto che avrebbe riguardato la realizzazione "in un area di 300 mila metri quadrati da acquistare dalla Regione, di un centro per lo stoccaggio e il successivo sdoganamento delle vetture". L'accordo avrebbe dovuto creare circa 500 posti di lavoro e entrate per centinaia di miliardi. Ora, l'intesa con la Mercedes riguarda soltanto il Centro di formazione che "offrirà ai residenti la possibilità di usufruire dei corsi e di sfruttare a fini formativi le strutture. La previsione è che il Centro, ultimato, potrà creare 100 nuovi posti di lavoro diretto e indiretto". Di stoccaggio e sdoganamento, officina e struttura per l'allestimento non si fa più menzione. (La Stampa)
venerdì 27 luglio 2007
OSCAR, IL GATTO CHE FIUTA LA MORTE (2007)
Come un medico, Oscar, un gattone bianco e grigio di due anni, durante l'orario delle visite fa il suo consueto giro tra le corsie della casa di cura di Providence, in Rhode Island (USA). Lui i pazienti li annusa, ne scruta gli occhi, e in alcuni casi si 'accoccola' ai piedi del malato accompagnandolo fino alla morte. Oscar ormai è uno di casa in questo ospizio cittadino -i cui ospiti sono persone affette da patologie psichiatriche, morbo di Parkinson o di Alheimer-, dopo essere stato adottato dal personale della struttura fin da cucciolo. Queste sue doti però le mise subito in luce, lasciando di stucco medici e paramedici per questa sua percezione di morte in arrivo. Venticinque sono ormai i decessi previsti da Oscar prima dei dottori, tanto che questi, una volta arrivato il gatto, avvisano già la famiglia dell'imminente decesso. Che il suo talento è indiscutibile lo si verificò con la tredicesima premonizione, come racconta il medico Joan Teno. Visitando una paziente, Teno notò che la donna respirava con difficoltà e le sue gambe avevano assunto un colore verde-bluastro, sintomi cioè di morte imminente. Oscar però quella volta non si sedette sul suo letto, ma tirò di lungo. Primo errore? No, la paziente infatti morì solo il giorno dopo, trascorrende le sue ultime due ore accanto ad Oscar, l'Angelo della morte. (Gericus - La Stampa)
DUEMILA POVERI IN VALLE D'AOSTA (1992)
La regione ha il record negativo col maggior numero di poveri del Centro Nord con un secco 16%. Il Trentino Alto Adige è la regione con la percentuale più bassa, pari al 6,6%. All'assessorato per le Politiche sociali del Comune di Aosta, si ha la conferma dello stato di indigenza di molte persone. Da anni infatti il municipio assegna un sussidio annuo di "sopravvivenza" a persone in difficoltà economiche. Quest'anno le domande sono state 200. Per fare la richiesta, occorreva avere più di 60 anni di età o più del 67 per cento di invalidità e un reddito personale mensile di poco più di 500 mila lire. Poco prima della fine dello scorso anno sono stati pubblicati i dati ufficiali dei ricchi, ossia delle persone con più di 250 milioni di reddito dichiarato: in Valle d'Aosta questi sono 42, con un totale di reddito superiore ai 16 miliardi. La Valle ha dunque due facce: 42 ricchi dichiarati e oltre 1800 persone costrette a vivere con meno di 750 mila lire al mese. (La Stampa)
giovedì 26 luglio 2007
UNA SPILLA CON LA "V" PER CHI PARLA PATOIS (1992)
Dopo dieci anni di assenza dalle scene valdostane, il cantautore Luis de Jaryot (foto) è ritornato ad esibirsi nei giorni scorsi in due concerti con il pianista Claudio Mantovani, e ha lanciato una singolare iniziativa per la difesa e il riconoscimento della lingua valdostana: Una spilla con la 'V' di metallo dorato da appendere sul petto per riconoscere quelli che parlano "valdotén". Un qualcosa di simile, cioè un segno distintivo per riconoscere "il diverso", mi sembra fu messa in atto da un certo Hitler per separare i "superiori" dagli "inferiori". Lui non usò una "V" di metallo dorato, ma una più "banale" stella di David da applicare bene in vista sul braccio, una cosa che sappiamo poi come è andata a finire.
E così, intuito il successo che poteva avere tale idea, subito qualcuno ha proposto (con tanto di copyright!), una "F" per chi parla francese, una "I" per chi parla l'italiano e una "E" per chi parla 'english', una "T" per chi parla tedesco...
...Dieci anni che non appariva in pubblico! Con simili idee, chissà, forse sarebbe stato meglio che il nostro Jaryot (un cognome che mi ricorda una vecchia canzone di Betty Curtis) se ne fosse rimasto in silenzio per un altra decina di anni... (Gericus)
E così, intuito il successo che poteva avere tale idea, subito qualcuno ha proposto (con tanto di copyright!), una "F" per chi parla francese, una "I" per chi parla l'italiano e una "E" per chi parla 'english', una "T" per chi parla tedesco...
...Dieci anni che non appariva in pubblico! Con simili idee, chissà, forse sarebbe stato meglio che il nostro Jaryot (un cognome che mi ricorda una vecchia canzone di Betty Curtis) se ne fosse rimasto in silenzio per un altra decina di anni... (Gericus)
mercoledì 25 luglio 2007
TRAGEDIA NELL'HOCKEY (1992)
I lampeggianti blu dell'ambulanza spariscono sui tornanti verso il traforo, mentre il fischio degli arbitri in maglia bianconera fanno riprendere il gioco. Sul lettino, Miran Schrott, 19 anni, azzurro di hockey che gioca nel Gardena, ha perso conoscenza, ma il suo dramma sfugge a giocatori, dirigenti e pubblico della partita di Dolonne (Valle d'Aosta) dove si gioca la partitissima Courmayeur/Aosta-Gardena del campionato di serie B. Miran, che nel secondo tempo era stato colpito al torace da una mazzata del capitano della squadra locale, muore un'ora dopo all'ospedale di Chamonix (Francia): "Arresto cardiaco o emorragia cerebrale", dicono i medici. Lo scontro sulla destra della porta del Gardena, era passato inosservato. Un colpo proibito? "No, uno come tanti" dicono giocatori e dirigenti di entrambe le squadre. Intanto Miran era a terra, con il pubblico che continuava a volteggiare striscioni e a gridare incitamenti ai giocatori. Ma il giovane terzino di Ortisei non si alzava. Faccia sul ghiaccio e pugni stretti sul petto, il suo cuore cominciava a spegnersi, rianimato più volte da Sauro Rocchio, medico di Courmayeur nonche vicesindaco della cittadina ai piedi del Bianco. Solo quindici minuti ha impiegato l'ambulanza per arrivare al di là del confine e mettere il giovane nelle mani dei medici. Alle ore 23, Miram Schrott ha cessato di vivere. Per conoscere esattamente le cause del decesso si dovrà attendere l'esito dell'autopsia che verrà eseguita probabilmente nella giornata di oggi, venerdì 16 gennaio all'ospedale di Aosta-. (La Stampa)
lunedì 23 luglio 2007
VALLE D'AOSTA: PARADISO DEI LADRI (1992)
Due rapine in banca, 63 truffe, 175 furti. E' il bilancio di un anno di crimini, molto più pesante di quello presentato nell'inchiesta del "Sole 24 Ore" assicurano carabinieri e polizia. Secondo il quotidiano la Valle d'Aosta è 13esima nella graduatoria delle province più tranquille. La truffa però è il reato che ha visto il maggior aumento. La conferma viene dalla procura presso la pretura di Aosta. Dice Tiziano Masini, sostituto procuratore: "C'è sempre una minore efficenza dell'attuale meccanismo processuale. La truffa è sempre meno punita perchè il sistema è diventato più garantistico. Inoltre il reato di truffa paga, nel senso che l'autore sa di non incorrere più, come accadeva con il vecchio codice, nelle misure di custodia cautelare, ed è facile ogni due o tre anni ottenere l'amnistia".
(La Stampa)
(La Stampa)
venerdì 20 luglio 2007
I MAGNIFICI 10 DELL'ANNO (1991)
Questa è la classifica dei dieci migliori rappresentanti valdostani nel mondo dello sport:
1) Roberta Brunet, piazzatasi al sesto posto ai Mondiali di Tokyo.
2) Marco Albarello, nono nella classifica finale di Coppa del Mondo e migliore tra gli italiani.
3) Davide Pessina, distintosi nella Philips Milano nel campionato A1 di basket.
4) Aosta Calcio, che ha centrato il traguardo della promozione in C2.
5) Laurent Ottoz, riconfermato campione italiano dei 110 a ostacoli.
6) Marco Baldi, rivelazione e realizzatore di numerosi canestri nella Philips Milano di basket.
7) Hockey Club Courmayeur-Aosta per un campionato di serie B da protagonisti
8) Frecce Rosso/Nere di pattinaggio per i risultati internazionali ottenuti.
9) Paolo Riva, per la conquista del titolo italiano a cronometro.
10) Alda Dal Santo, riconfermata campionessa italiana nel sollevamento pesi.
1) Roberta Brunet, piazzatasi al sesto posto ai Mondiali di Tokyo.
2) Marco Albarello, nono nella classifica finale di Coppa del Mondo e migliore tra gli italiani.
3) Davide Pessina, distintosi nella Philips Milano nel campionato A1 di basket.
4) Aosta Calcio, che ha centrato il traguardo della promozione in C2.
5) Laurent Ottoz, riconfermato campione italiano dei 110 a ostacoli.
6) Marco Baldi, rivelazione e realizzatore di numerosi canestri nella Philips Milano di basket.
7) Hockey Club Courmayeur-Aosta per un campionato di serie B da protagonisti
8) Frecce Rosso/Nere di pattinaggio per i risultati internazionali ottenuti.
9) Paolo Riva, per la conquista del titolo italiano a cronometro.
10) Alda Dal Santo, riconfermata campionessa italiana nel sollevamento pesi.
martedì 17 luglio 2007
OCCHIO ALLE TRUFFE! #1 (2007)
Secondo recenti statistiche, le truffe via mail portate a termine sono all'ordine del giorno, con ignari "creduloni" che da un giorno all'altro si sono ritrovati con il proprio conto corrente prosciugato. Sulla mia posta elettronica queste "esche" lasciano il tempo che trovano. Oggi mi è arrivata l'ultima della lunga serie che riporto -tradotta dall'inglese- qui di seguito.
"Mio caro beneamato.
Dopo la morte di mio padre, generale Abacha, precedente capo dello stato della Nigeria avvenuta nel giugno del 1998, sono stato spinto in una situazione senza speranza dall'attuale amministrazione, perdendo totalmente i contatti con la mia nazione. Sono arrivato al tuo indirizzo dopo una personale ricerca, ma ti spiegherò meglio quando ti scriverò di nuovo. A causa degli stretti controlli sui miei spostamenti quotidiani non posso raggiungere l'ambasciata ed è per questo motivo che ti ho contattato. Mio padre depositò $12.6 milioni di dollari con una firma di sicurezza all'estero, nome che adesso mantengo segreto ma che in seguito ti rivelerò. Sarò molto felice quindi che tu possa ritirare questa somma per metterla al sicuro, tanto che questo tuo intervento lo ricompenserò con il 20% dell'intera cifra. Avrò però bisogno del tuo numero di telefono fisso/cellulare e altri dove possa rintracciarti. Nel frattempo mi rivolgerò ad un avvocato per farmi preparare tutta la documentazione legale affinchè tu possa apparire come "beneficiario di famiglia", mettendoti così in grado di effettuare il prelievo e la transazione dei fondi. Aspettando una tua urgente risposta, sinceramente tuo Mustapha".
Per chi dovesse recevere questa mail,
non risponda assolutamente
e mandi al diavolo Mustapha!
"Mio caro beneamato.
Dopo la morte di mio padre, generale Abacha, precedente capo dello stato della Nigeria avvenuta nel giugno del 1998, sono stato spinto in una situazione senza speranza dall'attuale amministrazione, perdendo totalmente i contatti con la mia nazione. Sono arrivato al tuo indirizzo dopo una personale ricerca, ma ti spiegherò meglio quando ti scriverò di nuovo. A causa degli stretti controlli sui miei spostamenti quotidiani non posso raggiungere l'ambasciata ed è per questo motivo che ti ho contattato. Mio padre depositò $12.6 milioni di dollari con una firma di sicurezza all'estero, nome che adesso mantengo segreto ma che in seguito ti rivelerò. Sarò molto felice quindi che tu possa ritirare questa somma per metterla al sicuro, tanto che questo tuo intervento lo ricompenserò con il 20% dell'intera cifra. Avrò però bisogno del tuo numero di telefono fisso/cellulare e altri dove possa rintracciarti. Nel frattempo mi rivolgerò ad un avvocato per farmi preparare tutta la documentazione legale affinchè tu possa apparire come "beneficiario di famiglia", mettendoti così in grado di effettuare il prelievo e la transazione dei fondi. Aspettando una tua urgente risposta, sinceramente tuo Mustapha".
Per chi dovesse recevere questa mail,
non risponda assolutamente
e mandi al diavolo Mustapha!
lunedì 16 luglio 2007
NASCE LA LEGA ALPINA (1991)
Nonostante il peso della vicenda giudiziaria delle presunte firme falsificate in occasione delle ultime elezioni amministrative in Piemonte, il consigliere regionale Roberto Gremmo, leader del movimento "autonomisti pensionati" ha fondato una nuova formazione politica: la "Lega alpina". Gremmo non ha ancora deciso se sarà lui a capeggiare la lista e se quindi entro il 3 gennaio '92 darà le dimissioni dal consiglio regionale (subentrerebbe Luigi Nava) per tentare la corsa a un seggio parlamentare. "Sono convinto" dice Gremmo, "che in Piemonte e Valle d'Aosta ci sia spazio per una Lega vera. In Piemonte puntiamo a mandare in parlamento un senatore e tre deputati. In Valle d'Aosta, alle regionale del 1993, pensiamo di eleggere almeno tre consiglieri". Imbarazzo in Regione per la costituzione della nuova formazione politica. (La Stampa)
domenica 15 luglio 2007
LETTERINE DI NATALE (1991)
"Sono stato bravo all'asilo, non sono andato neanche una volta in castigo. Faccio gli sciacqui in bocca con l'acerto di mele senza fare storie e quando la mamma stava male, io non ho fatto la lotta con lei per due giorni. Non sbagliarti con la porta dove c'è l'ascensore, io abito al primo piano, dove c'è la porta blindata. Ti metterò sul tavolo la notte di Natale un pezzo di pandoro e acqua naturale. E fuori appeso ai fili, il mantello di Zorro con la "Z" rossa, così vedi dove abito. Fai buon viaggio e non stancarti troppo". Paolo D.C. 5 anni.
"Ti prometto di fare la brava, di ascoltare la mamma, di non dire più parolacce, di andare
a letto presto senza rugnare, insomma di essere meno carogna. Vorrei dei pattini a rotelle,
la frutta per Barbie, un paio di gioielli per la mamma e un po' di capelli per il mio papà". Greta R. (La Stampa)
"Ti prometto di fare la brava, di ascoltare la mamma, di non dire più parolacce, di andare
a letto presto senza rugnare, insomma di essere meno carogna. Vorrei dei pattini a rotelle,
la frutta per Barbie, un paio di gioielli per la mamma e un po' di capelli per il mio papà". Greta R. (La Stampa)
mercoledì 11 luglio 2007
LA MERCEDES ARRIVA IN VALLE (1991)
Con un solo voto contrario del verde alternativo Elio Riccarand, il consiglio regionale ha approvato la convenzione con la "Società di servizi - Sds" per l'insediamento di attività industriali. E' l'avvio del protocollo di intesa siglato tra il governo regionale e la Mercedes (nel frattempo ha già fruttato 135 miliardi di Iva da importazione e d'ora in poi frutterà circa 450 miliardi l'anno) che prevede la realizzazione ad Aosta di un centro per sdoganamento e stoccaggio di auto Mercedes destinate ai mercati italiano, francese e spagnolo. La convenzione prevede che per l'attività di "organizzazione dell'importazione e dello sdoganamento di beni e merci", la Sds si impegna ad insediarsi in Valle per almeno dieci anni, a reperire e allestire aree per 150 mila metri quadrati, per realizzare un centro articolato con "piazzale adeguatamente attrezzato, costruzioni per stoccaggio merci, stabilimenti per la trasformazione, l'assemblaggio e l'allestimento dei beni (vetture) importati" e a dotare il centro di "tutte le strutture operative". La Sds "garantisce un occupazione complessiva di 250 unità con priorità d'assunzione in Valle". La società "assicura un incremento degli attuali afflussi di importazione e nazionalizzazione, rispetto al 1990, dell'ordine di 1300 miliardi annui, con un tetto minimo per il primo anno di 800 miliardi". La Regione erogherà alla Sds una serie di contributi tra i quali il più sostanziale è quello a fondo perduto "pari al 90 per cento dei 150 miliardi di investimento della Sds. (La Stampa)
martedì 10 luglio 2007
VIETATO AGLI EXTRACOMUNITARI (1991)
Da oltre una settimana, un cartello è affisso sulla porta d'ingresso della sala giochi in oiazza Cavalieri di Vittorio Veneto, meglio conosciuta come piazza del Mercato. E' un foglio di carta scritto a mano su cui compare la frase "E' vietato l'ingresso agli extracomunitari". Intolleranza razziale? Uno dei titolari della sala giochi lo nega: "Il razzismo non c'entra. Ho affisso quel cartello perchè la piazza è notoriamente frequentata da numerosi spacciatori e consumatori di sostanze stupefacenti in prevalenza di origine nordafricana. In questo modo tengo lontane queste persone e permetto l'ingresso alla sala soltanto agli extracomunitari che conosco o quelli che vengono per giocare". E aggiunge: "Non sono razzista, lo dimostra il fatto che nel locale abbiamo un dipendente che è nato a Casablanca". Molti proprietari di esercizi pubblici della zona si rifiutano di parlare del problema droga. Un esercente dice: "In via Torino c'è un via vai continuo di tossici". Un'altro aggiunge: "Quando io chiudo la saracinesca sono sempre qui davanti. I nordafricani stanno per ore senza far niente, aspettando i giovani consumatori, tra cui numerosi ragazzini. L'intera zona è diventata un piccolo bronx, in pieno centro di Aosta". (La Stampa)
POESIA
...L'immagine dell'amata mi parlò un bel giorno:
"Io sono ed ella non è", disse dal fondo dello specchio.
Colpii, si ruppe lo specchio, l'immagine disparve.
La mia amata era sempre là, sana e salva.
Mi baciò: "Sono labbra reali come il mondo", mi disse.
"Questo profumo esala dai miei capelli e non dalla tua fantasia".
"Le stelle esistono anche se i ciechi non le vedono,
contemplale nel cielo -disse ancora- o riflesse nei miei occhi".
"Rubai"
Nazim Hikmet (Poeta turco)
"Io sono ed ella non è", disse dal fondo dello specchio.
Colpii, si ruppe lo specchio, l'immagine disparve.
La mia amata era sempre là, sana e salva.
Mi baciò: "Sono labbra reali come il mondo", mi disse.
"Questo profumo esala dai miei capelli e non dalla tua fantasia".
"Le stelle esistono anche se i ciechi non le vedono,
contemplale nel cielo -disse ancora- o riflesse nei miei occhi".
"Rubai"
Nazim Hikmet (Poeta turco)
lunedì 9 luglio 2007
SE NE VADA, E' CASA MIA ! (1991)
Duro scontro tra il giornalista Vertone e il vice presidente Stévénin. La polemica, aspra e perfino urlata per qualche secondo, viene poi rimossa. Accade di sabato tra il giornalista Saverio Vertone e il vice presidente del Consiglio regionale valdostano Francesco Stévénin a Saint Vincent. Parole dure alla fine di una tavola rotonda movimentata dal titolo "Il futuro dell'Europa tra omogeneità e diversità". Il motivo di poco cortese dialogo: la Valle d'Aosta e le sue caratteristiche linguistiche. Stévénin era tra gli ospiti della tavola rotonda sull'Europa organizzata nell'ambito di "Nosside", il premio internazionale di poesia che si è svolto a Saint Vincent, e alla fine dell'acceso dibattito ha affrontato Vertone. "Il giornalista -dice il vice presidente del Consiglio- sosteneva che in Valle bisognerebbe insegnare il francoprovensale, non il francese. Gli ho ricordato che il francese è riconosciuto dallo statuto, legge costituzionale, memntre il patois no. Ho poi aggiunto che il francese era la lingua in Valle prima che in Francia. E' a questo punto che Vertone mi ha invitato ad andare in Francia". E sarà proprio Francesco Stévénin ha dire testualmente con quali parole le era stato rivolto quell'invito: "Ci avete rotto i coglioni con il vostro francese! Se ci tenete così tanto, andatevene in Francia"! "Non comprendo perchè tanto rumore per nulla" dice Stévénin che poi si affida ad una battuta per evitare toni polemici: "Forse si voleva dare maggior rilievo a 'Nosside' che pure è una splendida manifestazione". Rimane la realtà dello scontro tra Vertone e Stévénin, confermato da entrambi i protagonisti, in un momento in cui l'immagine della Valle d'Aosta è quella di una regione ricca, anzi, privilegiata. (La Stampa)
sabato 7 luglio 2007
GRANDE GRAMELLINI! (2007)
Fine e pungente come sempre, Massimo Gramellini, vice direttore della Stampa e autore della striscia quotidiana "Buongiorno", anche questa volta ha centrato l'obiettivo, a proposito della fuga di un extracomunitario dopo che questi, ubriaco e alla guida di un veicolo, aveva investito e ucciso quattro giovani. E' sparito dall'ospedale nel quale era stato ricoverato dopo l'incidente. Ma leggiamo testualmente il commento di Gramellini dal titolo
"TOLGO IL DISTURBO".
"Reduce da una rissa al bar, un ubriaco sale in auto, invade la corsia opposta di marcia e uccide quattro ragazzi di vent'anni. Resta ferito lievemente e viene ricoverato all'ospedale di Cremona. Dopo qualche giorno migliora, si toglie il pigiama, saluta gli infermieri e se ne va. Dove? Fatti suoi. Uno avrà bene il diritto di bere fino a sfondarsi, attaccare briga in un luogo pubblico, mettersi al volante, guidare contromano a 150 l'ora, investire quattro persone, farsi curare a spese dello Stato e poi volare via, libero e riverito come un uccellino di prima classe, senza dover rendere conto a nessuno. Forse le cose sarebbero andate diversamente se un pubblico ministero, o qualcosa di simile, avesse approfittato della settimana di immobilità forzata dell'assassino per recapitargli in ospedale un mandato d'arresto. Ma gli autori comici che scrivono i testi di certa magistratura italiana hanno sostenuto che il fermo di un imputato in vestaglia era inutile, "non essendoci pericolo di fuga". Infatti non è mica scappato. E' uscito dalla porta principale. Magari gli avranno chiamato anche il taxi. E così il signor Ashim Tola, albanese (non è un'aggravante ma nemmeno un'attenuante), ha potuto riparare presso altri lidi, dove adesso starà raccontando ad altri balordi quale enorme pacchia possa essere l'Italia, a saperla prendere per il verso giusto, e cioè facendo tutte le cose sbagliate." (Massimo Gramellini. La Stampa 07.07.07)
"TOLGO IL DISTURBO".
"Reduce da una rissa al bar, un ubriaco sale in auto, invade la corsia opposta di marcia e uccide quattro ragazzi di vent'anni. Resta ferito lievemente e viene ricoverato all'ospedale di Cremona. Dopo qualche giorno migliora, si toglie il pigiama, saluta gli infermieri e se ne va. Dove? Fatti suoi. Uno avrà bene il diritto di bere fino a sfondarsi, attaccare briga in un luogo pubblico, mettersi al volante, guidare contromano a 150 l'ora, investire quattro persone, farsi curare a spese dello Stato e poi volare via, libero e riverito come un uccellino di prima classe, senza dover rendere conto a nessuno. Forse le cose sarebbero andate diversamente se un pubblico ministero, o qualcosa di simile, avesse approfittato della settimana di immobilità forzata dell'assassino per recapitargli in ospedale un mandato d'arresto. Ma gli autori comici che scrivono i testi di certa magistratura italiana hanno sostenuto che il fermo di un imputato in vestaglia era inutile, "non essendoci pericolo di fuga". Infatti non è mica scappato. E' uscito dalla porta principale. Magari gli avranno chiamato anche il taxi. E così il signor Ashim Tola, albanese (non è un'aggravante ma nemmeno un'attenuante), ha potuto riparare presso altri lidi, dove adesso starà raccontando ad altri balordi quale enorme pacchia possa essere l'Italia, a saperla prendere per il verso giusto, e cioè facendo tutte le cose sbagliate." (Massimo Gramellini. La Stampa 07.07.07)
mercoledì 4 luglio 2007
GLI IMBECILLI DI TURNO (2007)
E' proprio vero! La madre degli imbecilli è sempre incinta! E' di oggi infatti la notizia che studenti diciottenni di un liceo di Rovigo, immortalando le loro gesta da mentecatti attraverso un telefonino, sono giunti agli onori della cronaca e della denuncia penale da parte dei carabinieri. Questa volta non c'è il gioco erotico col fondoschiena di una (consenziente?) professoressa nè tantomeno la burla del finto disabile preso a sberle dai compagni, ma un atto che offende nel suo intimo i valori della cristianità. Staccato un crocifisso dalla parete dell'aula infatti, lo stupido di turno si è divertito a distruggere a colpi di bastone la miniatura del Cristo, mentre i 'compagni di merenda' sghignazzavano ad ogni colpo dato. Il tutto poi è finito su YouTube (punto di arrivo ormai di ogni schifezza planetare) ed è grazie proprio a questa "voglia di apparire" che gli "attori" sono stati individuati dai carabinieri. Al di là dell'aspetto sconvolgente e blasfemo dell'atto, due domande mi giungono spontanee: Dov'era il professore durante questa 'recita scolastica'? L'altra domanda è di tipo attuale visti i tempi che corrono: cosa sarebbe successo se tutto ciò fosse accaduto in un Paese arabo e al posto del Cristo, gli studenti locali si fossero rivolti ad un simbolo della loro religione? (Gericus)
DIVORZI QUADRUPLICATI IN VALLE (1991)
Ci si sposa di più, ma si rimane assieme di meno: queste in sintesi le conclusioni alle quali si arriva esaminando le statistiche nazionali. Sono dati che trovano riscontro anche in Valle? Sostanzialmente si, ma con alcune distinzioni. Nei primi anni '70 quando la popolazione residente non aveva ancora raggiunto le 110 mila unità, è stata approvata la legge sul divorzio. Allora i matrimoni erano poco più di 800 e il 96,8 per cento veniva celebrato con rito religioso. Nel 1975 i matrimoni erano saliti a 835, ma il ricorso al rito religioso era sceso all'88,2%; le separazioni erano 64 e si avevano i primi divorzi (28) poichè la normativa, modificata nell'87, prevede ancora 5 anni di separazione invece dei tre attuali. Da allora e fino alla fine degli anni '80 si è assistito ad un costante calo delle unioni, a fronte di un aumento di separazioni e divorzi. Un aumento dei matrimoni c'è stato in questi ultimi anni, arrivando ai 602 del 1990. Separazioni e divorzi perciò sono in costante aumento. Ma qual'è infine la famiglia tipo valdostana? Le coppie si formano intorno ai 25 anni di età, ma molte si presentano ben presto di fronte al presidente del tribunale per separarsi, e questo avviene in genere intorna ai 30 anni. Per concludere, chi rimane insieme arricchisce il nucleo familiare di un figlio -al massimo due- mentre il terzogenito è quasi scomparso dalle famiglie valdostane. (La Stampa)
DESERTIFICAZIONE O ERA GLACIALE? (2007)
Periodo torrido, desertificazione... E' uno strano percorso quello che compie la Terra andando incontro alla sua distruzione a causa del riscaldamento atmosferico, poichè, al di là di tutte le previsioni catastrofiche portate avanti dai soloni della scienza, oggi 4 luglio 'anno Domini 2007', alle ore 14,30 nella città di Aosta (583 mt s.l.m.) la temperatura massima segna nientemeno che 15,5 gradi centigradi. Un clima (siamo in estate!) decisamente autunnale, perciò più in direzione di un "Era glaciale" se non verso la pur rovinosa ma infuocata stagione torrida. In una o nell'altra ipotesi comunque non è che ci sia tanto da stare allegri, ma per Dio, diciamo come stanno le cose, poichè c'è una bella differenza -nel cercare di salvarci dalla catastrofe- dal correre a comprare un condizionatore d'aria o un calorifero! (Gericus)
lunedì 2 luglio 2007
VERGINITA' IN VENDITA (2007)
Una diciottenne londinese ha messo in vendita la sua "prima volta" per pagarsi gli studi all'università. La cifra richiesta è di 10.000 sterline (circa 15 mila euro), senza sconti o contrattazioni sul prezzo. Usando un nome falso e all'insaputa dei genitori, la ragazza -che nella realtà si chiama Carsy e vive a Denton, vicino Manchester- ha piazzato l'annuncio di vendita con il titolo "Verginity for sale £10,000" ovvero "Verginità in vendita a 10.000 sterline", su uno dei siti web di solito usati dalle prostitute. Carys pubblicizza online le proprie "qualità" come fosse una professionista navigata: "Penso che il titolo dica tutto. Sono una studentessa vergine di 18 anni e mi devo pagare gli studi, così vendo la mia prima volta per riuscire a farlo". Sicuramente ci riuscirà... (il Giornale. 02 luglio 2007)
E' MORTO ATTILIO ROLANDO (1991)
Era stato consigliere regionale dell'union valdotaine per due legislature e maresciallo della forestale. Ma la gente lo conosceva per la sua attività di "rebeilleur". Lui, Attilio Rolando, (foto) è morto ieri mattina, venerdì 8 novembre all'età di 63 anni nella microcomunità di Doues. Nato ad Antey St. André il 28 marzo 1928, nel '52 entrò come "custode forestale" nella caserma di Atroubles. Nel giugno del '55 si trasferì a Valpelline dove passò il resto della sua vita diventando prima brigadiere (aprile 1971) e poi maresciallo. Eletto a sorpresa in regione nel 1978 con 2430 preferenze (terzo assoluto dietro ad Andrione e Ettore Marcoz) fu riconfermato nel 1983 e mancò la terza riconferma nell'88 per pochi voti. Ma Rolando era conosciuto soprattutto per la sua capacità di "aggiustare" ossa e tendini. Più volte confidò di aver ereditato questa abilità dalla mamma e non si preoccupò mai di farla fruttare economicamente. "Non è merito mio se riesco a guarire la gente -diceva- per cui è giusto che metta a disposizione degli altri questa facoltà". E gli altri erano davvero tanti. Venivano da tutta la Valle, ma anche dal resto d'Italia (Rolando teneva a ricordare che moltissimi anni fa aveva "aggiustato" Nilde Jotti, attuale presidente della Camera) e addirittura da Paesi extraeuropei. Anche di recente, seppur malato, non aveva smesso di prestare la sua attività e qualcuno andava ancora a cercarlo a Doues, nella microcomunità che ieri l'ha ospitato per l'ultima volta. I funerali si svolgeranno domani a Antey St. André, dove la salma verrà tumulata nella tomba di famiglia. (La Stampa)
domenica 1 luglio 2007
AOSTA, CITTA' SENZA BAMBINI (1991)
Dopo un decennio di sostanziale stabilità demografica, il 1991 con ogni probabilità si chiuderà con un migliaio di nascite, sommando quelle del presidio ospedaliero del Beauregard a quelle dell'ospedale di Ivrea, dove vanno molti abitanti della Bassa Valle. Dopo l'approvazione della legge sull'aborto, le nascite si erano assestate sulle 850 unità, con un minimo di 807 nel 1986. Il prevedibile aumento di quest'anno deriva dal fatto che i bambini di oggi sono figli del "baby-boom" degli anni Sessanta, quando le nascite avevano sfiorato le 1800 unità. Eduardo Machado, primario del reparto di Pediatria e Neonatologia di Aosta è soddisfatto dell'aumento registrato, ma soprattutto di un altro dato, quello relativo alla mortalità perinatale: "Siamo partiti da un 28 per mille all'inizio degli anni Settanta fino a scendere all'1,06 per mille dello scorso anno. Ciò significa che le strutture del reparto, malgrado alcuni problemi, funzionano". Scorrendo gli ultimi dati elaborati dal coordinamento socio sanitario infantile diretto da Luca Peano e riferiti al 1989, si scopre per esempio che la maggior parte delle mamme arriva al primo parto a 26 anni. I padri sono normalmente più vecchi di due e nel 75% dei casi assistono al parto. Il fenomeno però ha anche altri aspetti: i bambini tendono ad essere considerati come un lusso (visto i costi per il loro mantenimento) e le loro condizioni di salute devono essere perfette perchè possano essere sistemati in un asilo fin dalla più tenera età. (La Stampa)
ALCOL, UNA PIAGA PER LA VALLE (1991)
In Valle d'Aosta ogni anno muoiono 40 persone per cirrosi epatica, malattia in maggior parte causata dall'alcolismo. Soltanto il Friuli Venezia Giulia ha un tasso di mortalità superiore in Italia. E in Europa soltanto la Romania supera l'Italia nel numero di morti opgni anno. Cifre altissime che denunciano ancora una volta il pericolo dell'alcolismo, al pari della tossicodipendenza e del fumo. Le cause che portano all'eccessivo consumo di alcol sono simili sia per il Friuli sia per la Valle d'Aosta: motivi culturali e geografici che sono stati esaminati durante il recente congresso di Saint Vincent da medici, sociologi, enologi, agronomi e assistenti sociali. Quale le soluzioni per combattere il fenomeno? In Valle d'Aosta esistono due associazioni che si occupano del recupero delle persone che hanno dipendenza dall'alcol. Gli Alcolisti Anonimi e il Club degli alcolisti in Trattamento. Non esistono dati statistici aggiornati al livello nazionale; gli ultimi rilevamenti risalgono al 1985 e indicano una stima di circa 4 milioni di alcolizzati, un numwero comunque teorico. E' estremamente difficile conoscere il numero di alcolizzati anche in Valle d'Aosta. Tra le categorie maggiormente "esposte" i giovani. Il modello sono i Paesi anglosassoni e scandinavi, dove l'abitudine di bere alcolici è tradizione radicata. L'esempio si ha ogni sabato sera anche in Valle d'Aosta, con l'aumento negli ultimi anni degli incidenti stradali nei quali sono coinvolti ragazzi appena usciti dalla discoteca. (La Stampa)
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