Dopo dieci anni di assenza dalle scene valdostane, il cantautore Luis de Jaryot (foto) è ritornato ad esibirsi nei giorni scorsi in due concerti con il pianista Claudio Mantovani, e ha lanciato una singolare iniziativa per la difesa e il riconoscimento della lingua valdostana: Una spilla con la 'V' di metallo dorato da appendere sul petto per riconoscere quelli che parlano "valdotén". Un qualcosa di simile, cioè un segno distintivo per riconoscere "il diverso", mi sembra fu messa in atto da un certo Hitler per separare i "superiori" dagli "inferiori". Lui non usò una "V" di metallo dorato, ma una più "banale" stella di David da applicare bene in vista sul braccio, una cosa che sappiamo poi come è andata a finire.
E così, intuito il successo che poteva avere tale idea, subito qualcuno ha proposto (con tanto di copyright!), una "F" per chi parla francese, una "I" per chi parla l'italiano e una "E" per chi parla 'english', una "T" per chi parla tedesco...
...Dieci anni che non appariva in pubblico! Con simili idee, chissà, forse sarebbe stato meglio che il nostro Jaryot (un cognome che mi ricorda una vecchia canzone di Betty Curtis) se ne fosse rimasto in silenzio per un altra decina di anni... (Gericus)
1 commento:
Un qualcosa del genere lo avevano fatto i tedeschi nell'ultima guerra per identificare gli ebrei dagli "ariani". Jariot: che idea...
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