venerdì 20 novembre 2009

EMANUELA ORLANDI: LA SVOLTA?

Il mistero di Emanuela Orlandi, 15 anni, (foto) inizia alle ore 19 di un lontano 22 giugno 1983. Il suo volto è quello conosciuto sui manifesti di allora affissi per le vie di Roma, che la ritraggono sorridente, capelli neri e una fascetta scura per tenerli al suo posto. Quel pomeriggio caldo, Manuela Orlandi non rientrerà a casa, sparita nel nulla dopo una lezione di violino. Un mistero che ormai dura da 26 anni, tra scoop giornalistici e rivelazioni degli inquirenti, che nel corso di tutti questi anni hanno cercato di dare un volto ai rapitori della ragazza. Nel caso Orlandi finì un po' di tutto, da Alì Akgià, il turco attentatore di Papa Woytjla, alla banda della Magliana, gruppi di terroristi quali i "Lupi Grigi", ma anche lo Ior (Banca vaticana), il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Stati) storie e misteri ben presto accantonati per inconsistenza o -più presumibilmente- per "pressioni". Oggi il caso si riapre, perché Sabrina Minardi, ex compagna del capo della citata "banda della Magliana", avrebbe riconosciuto dalla voce il telefonista che chiamò casa Orlandi sei giorni dopo la sparizione della ragazza. Sarebbe un pregiudicato romano, ancora in vita e quindi in procinto di essere raggiunto da un provvedimento cautelare per essere ascoltato dai magistrati. Siamo ad una svolta dunque? La Procura non ha dubbi: "Non siamo di fronte ad una mitomane" hanno commentato riferendosi a Sabrina Minardi, la quale avrebbe spento qualsiasi speranza per i genitori di poter riabbracciare la figlia: "Emanuela è morta, uccisa pochi mesi dopo il rapimento e gettata dentro ad una betoniera assieme al corpo di un altra persona". Ventisei anni dunque per tentare di chiarire un mistero, in un Paese eternamente inseguito dai fantasmi del passato: Ustica; Ilaria Alpi; piazza Fontana; delitto dell'Olgiata: Unabomber; Mostro di Firenze; Simonetta Cesaroni. Per Emanuela Orlandi sarà diverso?

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