martedì 31 marzo 2009
SI FA PRESTO A DIRE "GIORNALISTA"...
lunedì 30 marzo 2009
FINALMENTE E' SABATO...
sabato 28 marzo 2009
QUANDO IL MOSTRO E' IN CASA
venerdì 27 marzo 2009
TUNNEL MONTE BIANCO: 24-03-1999
Bovard Katia, 21 anni. Italia
Bovard Maurilio, 46 anni. Italia
Cairns Martin, 22 anni. Inghilterra
D'Amelio Giuseppe, 21 anni. Italia
Denis Francoise, 66 anni. Francia
Danis Marie Gabrielle, 32 anni. Francia
Fusco Luigi, 27 anni. Italia
Galimberti Ambroise, 83 anni. Francia
Galimberti Elda, 82 anni. Francia
Garin Nonon Denis, 39 anni. Francia
Gastini Ernesto, 48 anni. Italia
Guittet Bernard, 61 anni. Francia
Guittet Marie Martine, 55 anni. Francia
Hock José, 27 anni. Luxeburgo
Kesteloot Daniel, 53 anni. Belgio
Kostons Guido, 43 anni. Olanda
Lebras Maurice, 72 anni. Francia
Lienard Patrick, 40 anni. Belgio
Lohyer Bruna, 78 anni. Francia
Lohyer René, 83 anni. Francia
Lottin Patrick, 35 anni. Francia
Malabarba Gianluca, 38 anni. Italia
Mandelj Janez, 45 anni. Slovenia
Manno Stefano, 37 anni. Italia
Mikec Vladimir, 21 anni. Croazia
Monselice Stefania, 39 anni. Italia
Moraud Josiane, 57 anni. Francia
Morel Pascal, 38 anni. Francia
Pascal Nadia, 43 anni. Italia
Pascal Walter, 50 anni. Italia
Perquin Jean Michel, 34 anni. Francia
Segui Luc, 41 anni. Francia
Stephan Erlek, 45 anni. Germania
Tinazzi Pierlucio, 37 anni. Italia
Tosello Georges, 55 anni. Francia
Verdier David, 30 anni. Francia
Vessella Giuseppe, 51 anni. Italia
Viscogliosi Franco, 62 anni. Italia
Viscogliosi Irma, 61 anni. Francia
giovedì 26 marzo 2009
AGENZIA DI LAVORO REGINA COELI - ROMA
lunedì 23 marzo 2009
LETAME PER ANTIPASTO AL CAMBIO...
TORINO - Un intrusione, una rappresaglia. Ma verso chi? E soprattutto, a nome di chi? Certo, ci fosse stato il conte Camillo Benso di Cavour seduto al suo tavolo preferito al Ristorante del Cambio, le cose non sarebbero andate così. Così come? Beh, con quelle manciate di letame profuso a piene mani, e non in senso metaforico, ma reale. Mi immagino la scena, e non so se... mettermi a ridere o a riflettere pensieroso. Fatto sta che l'appetito sicuramente è passato a quei pochi avventori che verso le 20,45 di ieri sera sedevano tra stucchi e ori in uno dei più rinomati ristoranti piemontesi, se non d'Italia. Camerieri in altissima uniforme, aria ovattata e lampadari d'epoca con luce soffusa. Quale miglior posto per trascorrere una serata "da ricordare"? Tutto lasciava presupporre che lo chef Riccardo Ferrero avrebbe fatto sollazzare le papille gustative di ricchi gourmet, se non fosse stato per quella scampanellata improvvisa. Il tempo di aprire le lussuose porte che danno su piazza Carignano, poi, l'incubo prende corpo. Cinque giovani 'di nero vestito' e con tanto di passamontagna entrano spavaldi al grido "Anche i ricchi non dovranno mangiare! Sciopero della fame anche per voi!". Fosse stato Carnevale sarebbe stato eccezionale come scherzo, ma carnevale, per dio, è finito da tempo, quindi che sarà mai questa intrusione? L'odore sgradevole che nel frattempo invadeva le sale proveniente da quei secchi che i giovani tenevano in mano poi non era per niente di buon auspicio, e la risposta è arrivata subito: manciate di sterco per tutti, tirate a go go in lungo e largo, sopra le tovaglie di lino pregiato, sugli abiti sartoriali dei clienti, sui tavoli con pietanze già pronte alla forchetta, sui lampadari e in alcuni casi, anche sui volti degli attoniti buongustai. Quando la sala sembrava un porcile, via di corsa, al grido minaccioso di "Adesso mangiate, se avete stomaco". Motivazioni di questo gesto? Sembra per appoggiare la protesta degli immigrati clandestini nei centri di identificazione e espulsione. Mah, non so cosa leghi questi due estremi, come altrettanto no so cosa leghi il letame alle "terrine di fegato d'anatra con pesche tardive di Leonforte", le "penne rigate di Gragnano con salsicce" o al limite, "lo stinco di vitello con salsa al rosmarino". Il tutto, annaffiato dai più bei nomi d'annata dei vini piemontesi oltre che dal meglio delle vigne d'Italia e Francia. Onestamente, non so se continuare a ridere -mi immagino la scena!- oppure sedermi pensieroso e riflettere sul gesto... non so... (Gericus)
giovedì 19 marzo 2009
TRISTE PARABOLA DELL'HOTEL VALLE d'AOSTA
mercoledì 18 marzo 2009
LA VERGOGNA DEL MOSTRO
lunedì 16 marzo 2009
CLANDESTINI E... IL PAESE DEI PUFFI
A volte ci piace pensare in rosa. Una realtà pulita e linda, mondata da ogni lordura. Una quasi società di "Puffi" insomma, dove il male non alberga e la vita scorre serena tra un volare di farfalle e brontolii di ruscelli, e dove al massimo c'è quel simpatico cattivaccio di Gargamella col suo gatto Birba. Perché tutto questo? Perché leggendo un articolo di fondo su La Stampa di oggi, mi sembra proprio -visto ciò che scrive Domenico Quirico-, di entrare giusto nella dimensione degli ometti blu usciti dalla fantasia del vignettista belga Pierre Culliford. "I clandestini nuovi eroi del cinema" titola il suo articolo. Certo ce n'è di fantasia in questo pezzo oltre ad una speranza incredibile: "E se alla fine a fare la resistenza, a inventare 'i buoni', 'i nostri', indispensabili a compensare un mondo di fradice emozioni e di quiete paure che ci fermentano intorno, e che traboccano come un bicchiere, non restasse che il vecchio cinema con la idealizzazione 'naive' della realtà, con quella specie di mondo incantato, i suoi sogni insomma"? Il tutto, secondo Quirico, grazie a quei due o tre film in uscita in questi giorni, dove gli eroi di turno, guarda un po', sono appunto i clandestini. E cita "Welcome" di Philippe Lioret, e poi "Verso l'Eden" di Costa Gravas. Miele a piene mani e buoni sentimenti, che come la pubblicità uscita recentemente "Romania, piacere di conoscerti" cerca di placare il malessere, questi film mostrano quello che tutti noi -e sicuramente anche loro- vorremmo. Ma la realtà, purtroppo, è diversa, è quella che leggiamo tutti i giorni sulle pagine di cronaca nera o nei faldoni delle denunce in questura. E' una clandestinità che non ha niente di "romantico" ma ha solo pretese, chiede impunità e distrugge centri di accoglienza, è una clandestinità che riempie in certe città del nord le nostre prigioni con punte del 70%, e che in momenti di crisi come gli attuali -bisogna pure guardare il portafoglio- ogni clandestino costa al Governo -a noi- un qualcosa come 400 euro al giorno. Eccola qui dunque "la poesia", il volo di farfalle "a Pufflandia" intorno agli "gnometti blu". Eccola qui la beatificazione del cinema sul clandestino che fa tanto "politicamente corretto" un certo schieramento politico, lo stesso che ha dovuto fare i conti alle ultime elezioni col pensiero reale degli italiani. Che è quello di non credere più alle favole... (Gericus)
sabato 14 marzo 2009
E CORRADO GEX, COME LA PENSEREBBE?
AOSTA - Solito discorso dell'uovo e la gallina. Nel nostro caso specifico invece è: chi deve nascere prima, il turismo o l'aeroporto? Il dilemma infatti sta tutto qui, e questo è il problema che da un bel po' di anni attanaglia politici e valdostani. Si dice, in certi ambienti, che un aeroporto grande e funzionale sia un mezzo per incrementare il movimento turistico, mentre dall'altra parte invece, si sostiene che se la domanda turistica non c'è, è inutile creare una struttura che rimarrebbe inutilizzata, una costosa cattedrale nel deserto e per di più a carico dei valdostani. E poi, fanno sapere, un aeroporto, il "Corrado Gex", (foto) già ce l'abbiamo, piccolo, turistico e disponibile per aerei con massimo 30 posti passeggeri, quindi? L'idea infatti è quella di ampliare la pista, -lavori già iniziati- dando così la possibilità al transito di aerei da 80 posti, aerei che necessitano una pista di rullaggio molto più lunga di quella attuale, oltre a tutta una serie di infrastrutture adatte all'occorrenza. "C'è questa necessità?" si chiedono i valdostani, che riunitisi in un Comitato hanno portato la loro protesta ai vertici dell'Amministrazione regionale. Una protesta, che a vedere i risultati venuti fuori ha dato i suoi frutti: "Il progetto dell'aereoporto sarà ridimensionato" annuncia il presidente della Regione Augusto Rollandin. Ma quali sono i punti, oltre all'inutilità della struttura ampliata -come sostiene il Comitato- che hanno indotto molti a boicottare questa iniziativa? In primo luogo la sicurezza. La pista del Corrado Gex infatti, nella sua estensione ad ovest, punta dritta sulla città di Aosta, cento metri e siamo sopra le case del capoluogo. Un corridoio troppo stretto poi obbligherebbe gli aerei a sorvolare i tetti della città, con il frastuono che ne consegue oltre ad altri fattori di ben maggior importanza. Un decollo "abortito" infatti sarebbe fatale, pertanto, serve un ripensamento. "La nuova aerostazione (costo 30 milioni di euro) che sia costruita solo al momento in cui il traffico dei passeggeri lo richiederà" chiede il Comitato -come si legge su La Vallée Notizie di oggi-, mentre il presidente Rollandin, senza replicare alle considerazioni espresse, afferma che nei giorni scorsi "abbiamo dato indicazioni ai progettisti (Gae Aulenti n.d.r.) di ridimensionare l'aerostazione rispeto alle ipotesi prospettate in un primo tempo. Ora anche noi siamo in attesa delle loro soluzioni". Sarà svelato presto dunque il rebus dell'uova e la gallina?... (Gericus)
martedì 10 marzo 2009
SANGUE A TORINO SULLA VIA DI CASA...
TORINO - Quanti disastri e quanti lutti ha provocato questa nostra assurda società. Quanta ipocrisia e quanta rabbia in quello che è successo ieri a Torino, dove uno "squilibrato" ha ucciso un giovane padre e ferito gravemente la di lui figlia. Come al solito, è la società "buonista" che ha aperto le porte dei manicomi, poiché secondo certe filosofie, anche uno "squilibrato" "è pur sempre un essere umano", quindi, via quegli ospedali "sempre più simili a lager" e riportiamo tra noi i folli. Ma per il "politicamente corretto" quindi, e in base a nuove denominazioni molto "radical chic", dove uno spazzino è un "operatore ecologico", un cieco è un "non vedente", uno zoppo o un monco è un "diversamente abile", che cos'è un folle omicida? E va bene, la definizione la coniugo per la prima volta io: "diversamente affidabile". Ed era proprio uno di questi, tale Antonio Olivieri, 43 anni, che ieri alle 12,45 incrocia Lorenzo Bollati 46 anni, e sua figlia Giorgia, 16 anni, studentessa liceale. Padre e figlia sono seduti a bordo della loro vettura, ferma in seconda fila, quando il "diversamente affidabile" apre lo sportello del passeggero: "Scendi, voglio la macchina" cominciando a menar fendenti. Il padre, capito la gravità della situazione, balza fuori dall'auto in difesa della figlia, già colpita in più parti , ma poco potrà fare. Colpito con un tremendo fendente alla giugulare, si accascia a terra in un lago di sangue. Il folle, pardon, il "diversamente affidabile" fugge ma viene agguantato da una pattuglia della Polizia locale. Per Lorenzo Bollati purtroppo non c'è più niente da fare, mentre per la figlia, ricoverata urgentemente in ospedale con terribili coltellate all'addome, la prognosi è riservata. Ma se questo è il "dopo", c'è anche un "prima" alla vicenda. Il folle, pardon, il "diversamente affidabile" un attimo prima di compiere il massacro, si era recato in caserma dai carabinieri in uno stato di alterazione psichica da mettere in allarme anche il più devoto "francescano" in vena di assoluzione. Dalle sue tasche, spuntava anche il manico di un coltello con lama di 12 centimetri, notato e sequestrato dagli uomini dell'Arma, che a quel punto telefonavano al 118 per un ricovero ospedaliero, come se la persona davanti ai loro occhi fosse una partoriente da spedire in maternità e non un potenziale assassino da scortare in manette alla Neuro, pertanto, nessuno in quell'occasione lo perquisirà a fondo. Se ciò fosse avvenuto invece, -e mi chiedo come è possibile che non sia stato fatto!- sarebbe saltato fuori un altro coltello, quello che infatti, pochi minuti dopo verrà usato dal folle per sgozzare Lorenzo Bollati e ridurre in fin di vita la figlia. Finisce qui questa brutta storia, una storia dove nessuno vuol prendersi delle responsabilità, e i matti, pardon, i "diversamente affidabili" possono girare indisturbati tra la gente invece che essere al sicuro in un manicomio. Il tutto, dove il menefreghismo più assoluto impera grazie a quell'assurda "legge Bisaglia" che forse salva la faccia ad una società decadente come la nostra, ma non la vita a chi, per uno strano disegno del Destino, ha la sventura di incrociare un pazzo sanguinario, o se meglio credete, un "diversamente affidabile"... (Gericus)
lunedì 9 marzo 2009
IL MEDIOEVO DEL XXIesimo SECOLO
(foto: Ameneh col dottor Ramòn Medel che l'ha in cura a Barcellona)
domenica 8 marzo 2009
8 MARZO? CHE LA FESTA CONTINUI...
La festa dell'8 marzo, quella dedicata alla donna, al gentil sesso russo proprio non va giù: "E' una festa ipocrita" sostengono, "perché solo in quel giorno i nostri uomini sono gentili con noi, non bevono, ci aiutano in casa e ci regalano pure dei fiori. Passata la festa però, ritorniamo ad essere le schiave di sempre". Quindi? "L'8 marzo si tradisce". Ecco fatto. E non è una boutade, perché hanno fondato pure un club, "L'8 marzo di Mosca", dove con tanto di codici "morali", si spiega che in questa data "si può scegliere l'uomo che vogliamo attraverso una lunga lista, che però non potrà essere scelto più di una volta nella ricorrenza". Ed allora eccole lì, gaudenti cinquantenni con seni e glutei rifatti o quarantenni scalpitanti, che dopo aver accettato il mazzo di mimose dal partner, sciamano per le vie di Mosca per farsi fare "la festa" dal fustaccio di turno, così come prevede "il regolamento del club". E sembra che sia anche un buon metodo per non far naufragare il matrimonio, come racconta una certa Veruska, 45 anni, sposata e madre di due figli: "L'anno scorso, mio marito decise per l'8 marzo di andare assieme a far visita a sua madre. Un idea che non accettai per niente, tanto che ci fu una grossa litigata. Mio marito così partì da solo e io, ancora furiosa, me ne restai a casa. Una mia amica poco dopo telefonò per dirmi che c'era un suo collega 'solo soletto' per una visita in città, chiedendomi se ero disponibile ad incontrarlo. Accettai per ripicca, e devo dire che fui molto contenta di quel pomeriggio passato assieme a far sesso, e alla sera, quando tornai a casa, tutto mi era passato e verso mio marito non provavo più rancore. Penso di aver salvato il mio matrimonio grazie a quella scappatella". Motivazione accettata e dignità ritrovata. Ma cosa credevamo noi 'maschietti'? Di mettere tutto a posto con un 'abdicazione giornaliera' del nostro maschilismo? Ecco il risultato. Rendere 'pan per focaccia', altro che mimose! A questo punto, in molte hanno capito che un bel paio di "corna" sono la giusta medicina ad un matrimonio che traballa e ad un marito che si ricorda della moglie solo una volta all'anno, tanto che il "Club 8 marzo" continua ad avere sempre più iscritte. Per concludere? Ma che diamine! Che festa sia... (Gericus)
sabato 7 marzo 2009
STATALE 26: LA DOLCE VITA ...
venerdì 6 marzo 2009
CAFFARELLA: CALMA E SANGUE FREDDO
martedì 3 marzo 2009
ELUANA E IVAN: I DUE VOLTI DELLO STESSO DOLORE
"Abbiamo sempre saputo che Ivan non sarebbe vissuto per sempre, ma non ci aspettavamo di perderlo così giovane e così all'improvviso. Lascia un vuoto nella nostra vita così grande che le parole non riescono a descriverlo. L'ora di andare a letto, l'ora di fare il bagno, l'ora di mangiare, niente sarà più uguale a prima. Ci consoliamo sapendo che non soffrirà più, che la sua fine è stata veloce, e che è in un posto migliore. Ma, semplicemente, manca a noi tutti disperatamente. Quando ci fu detto per la prima volta quanto fosse grave la disabilità di Ivan, pensai che avremmo sofferto dovendoci prendere cura di lui ma almeno lui avrebbe tratto benificio dalle nostre cure. Ora che mi guardo indietro, vedo che è stato tutto il contrario. E' stato sempre e solo lui a soffrire davvero e siamo stati noi -Sam, Nancy ed Elwen- (moglie e gli altri due figli n.d.r.) a ricevere più di quanto io abbia mai creduto fosse possibile ricevere dall'amore per un ragazzo così meravigliosamente speciale e bellissimo". Parole dolci e sofferte di David Cameron dedicate al figlio scomparso che devono far riflettere sul valore della vita... (Gericus)
(foto:un tenero gesto d'amore tra papà e figlio)
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