martedì 16 dicembre 2008

MEDIOEVO 2000

TEHERAN - Il mondo non va avanti ad una velocità. In certe latitudini, il tempo è come se fosse rimasto al Medioevo o giù di lì, e ciò che è accaduto recentemente ad Ameneh Barami, (foto) una 31enne iraniana, pur tragico nella sua brutalità gratuita, ne dimostra ampiamente la realtà. Ma andiamo per ordine. Ameneh Barami, cinque anni fa, frequentava con profitto l'università di Teheran, quando un programma studentesco, lanciò l'iniziativa umanitaria di raccogliere indumenti usati per poi donarli ai meno abietti, e lei si offrì di contribuire alla consegna. Fu proprio in quest'occasione che incontrò tale Majid Movahedi, un disagiato, colui che in seguito sarebbe diventato il suo aguzzino. Il tipo in questione infatti si invaghì -non ricambiato di certo- della giovane Ameneh, la tempestò di attenzioni fino ad implorare la famiglia della giovane, a concedergli la mano. Una passione devastante "a senso unico", perché Ameneh rifiutò la richiesta, e per lei, quella fu la sua condanna. Il rifiuto ad un uomo, in certe parti di questo mondo a troppe velocità, è un affronto, un umiliazione, poiché è mentalità condivisa che la donna "debba sempre dire si", e Ameneh ebbe il coraggio invece di dire un netto e chiaro no. Il risultato a tale affronto è una spruzzata di acido sul volto della giovane compiuto dallo spasimante rifiutato, il gesto più squallido, sordido che un uomo possa dare come reazione ad un amore non corrisposto. Volto devastato e occhi che si spengono. Per Ameneh c'è la cecità. Ma se il Medioevo è già dimostrato, anche il prosieguo non è da meno. Se all'inizio lo Stato partecipava economicamente nelle cure ospedaliere sostenute dalla ragazza, con l'avvento al potere di Mahmoud Ahmadinejad le cose precipitarono. Via gli aiuti, poiché venne ritenuto che "quei fondi dello Stato a favore di una donna erano ingiustificati." Lasciato l'ospedale di Barcellona (Spagna) dove si era stabilita per le cure del caso, Ameneh è ritornata quindi a Teheran, cercando -più che giustizia- la vendetta, cioè quel "occhio per occhio dente per dente" che le corti coraniche garantiscono. Sarà lei dunque stavolta -e legalmente-, ad accecare il suo aguzzino, e lo potrà mutilare solo ad un occhio, ma pagando, anche dell'altro. E così, trascinando avanti una storia a noi indecifrabile sia per dramma e incomprensibile per risposta, Ameneh Barami sta ora raccogliendo l'equivalente di ventimila euro da offrire alla famiglia (!?) del suo carnefice per accecarlo totalmente. Glielo permette la legge, in questa arretratezza culturale e spirituale che neppure Nicolas Eymerich, il più spietato inquisitore vissuto nel 1300 saprebbe comprendere... (Gericus)

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