mercoledì 11 gennaio 2012
Prostituzione: Scontrino o ricevuta fiscale?
Parte da Bologna il censimento e la tassazione delle prostitute. E' successo in questi giorni, e la conta delle lucciole è stata fatta dai Carabinieri che hanno detto: "Le segnaleremo al Fisco". Lo Stato dunque per far fronte alla crisi che attanaglia il "Bel Paese" ha trovato una ricca fonte di introiti in tasse, ed è andato a pescare dove il business conta grossi numeri. Ed infatti gli uomini dell'Arma hanno "scandagliato" l'attività con domande precise: orario di lavoro, numero delle prestazioni quotidiane, incasso medio quotidiano, tariffa della prestazione, se sono sfruttate, quanto pagano l'affitto di casa e dove. Colpire dunque dove "non c'è crisi" e l'attività rende. Secondo il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio infatti, in Italia sono oltre 9 milioni i clienti delle prostitute, stimate queste in 70mila -oltre metà delle quali straniere- e con un giro d'affari di circa 90 milioni di euro al mese, un qualcosa come un miliardo e 100milioni annui. L'iniziativa, senz'altro indovinata, è partita alla fine della scorsa estate e l'idea è quella di tracciare i guadagni delle lucciole e sottoporli a tassazione, vale a dire "tu lavori? e allora paga le tasse come tutti". Ma l'assurdo di questa faccenda è che anche le prostitute hanno un associazione, che appena saputo dell'iniziativa ha tuonato che "la schedatura è vietata dalla legge Merlin del '58", cercando dunque di mettere i profitti al riparo. Pretese che non stanno né in cielo né in terra, se pensiamo che sempre nello stesso disegno si legge si specifica che "sono punite con l'arresto fino a otto giorni e con ammenda le persone dell'uno e dell'altro sesso che in luogo pubblico o aperto al pubblico, invitano al libertinaggio in modo scandaloso o modesto". Cambiano tempi e moralità dunque, perché un emendamento dei relatori della legge Merlin sottolineava che "bisogna togliere le prostitute dalle strade perché pericolose per la sicurezza e la pubblica moralità", soggetti -come si legge ancora- "che possono essere diffidati dal questore e allontanati col foglio di via obbligatorio e inibiti a ritornare per un periodo massimo di tre anni, con carcere che scatta per i disobbedienti". Anche chi sta al di fuori della legge dunque, oggi vanta diritti associandosi pure. Il risultato in questo caso è città e periferie invase da "dispensatrici di felicità" - è più politicamente corretto chiamarle così...-, ignorate dalla legge stessa ma prese di mira dal Fisco. E' l'abdicazione dello Stato di fronte al fenomeno oggi riconosciuto come attività lecita e di conseguenza, a tassazione? In tempi di crisi "la volpe mangia anche un grillo" si dice in Toscana, anche se mi resta difficile vedere sulla strada una lucciola che rilascia una ricevuta fiscale...
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3 commenti:
Praticamante caro Gericus,lo Stato
prende le redini di Sfuttatore Autorizzato, ma cosa aspettano l'Italiani a fare una Rivoluzione come ai tempi Francesi se no' peggio..........
secondo me non sarebbe male una legge per legalizzare la prostituzione. E' un lavoro come gli altri ed è giusto che vengano tassate
Quindi una prostituta guadagnerebbe circa 12.000€ al mese? magari!!! 1 su 1000 forse e solo se accetta pratiche sessuali pericolose ( l'uomo italiano non ama il profilattico )...
Nonostante questa premessa è vero che guadagnamo più di un operaio... in media arriviamo a 2500/3000€.. però è altrettanto vero che l'affitto x noi è quasi il doppio.. non possiamo comprare una macchina a rate.. non possiamo barattare l'affitto con un mutuo.. per cui se volessero regolarizzare la prostituzione senza specularci xkè no? ovvio che se guadagnando 3000€ me ne contestano 12000 non posso e nn voglio diventare contribuente...
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