lunedì 22 marzo 2010

Medea ha ucciso di nuovo...

La leonessa combatte fino alla morte per salvare il proprio cucciolo. Katerina Mathas, 26 anni, il suo cucciolo di 8 mesi, Alessandro, (foto) se non lo ha ucciso lei stessa, non lo ha neppure protetto dalle grinfie del compagno Giovanni Antonio Rasero, 29 anni. Il piccolo infatti, è stato massacrato di botte fino alla morte e adesso i due si accusano a vicenda dell'orrendo crimine, compiuto a quanto pare sotto effetto di hashish e cocaina. Una brutta morte ed un atroce agonia del piccolo, giunto ormai cadavere in ospedale e ricoperto di ecchimosi, dopo essere stato sbattuto come un pupazzo per diverse volte contro una parete rigida. Un altro delitto contro natura, la conferma di quei dati agghiaccianti rilasciati dal Ministero dell'Interno secondo cui le madri assassine in Italia sono aumentate del 41% negli ultimi 10 anni, tanto che ogni anno, 30 sono le mamme che uccidono il proprio figlio. L'ultima piccola e innocente vittima è Alessandro, nato da un padre che mai l'ha riconosciuto e da una madre che mai l'ha voluto. Chissà se nella sua breve vita, Alessandro abbia mai assaporato la dolcezza di un gesto d'amore, un caldo e rassicurante abbraccio sul seno materno, e un sonno tranquillo arrivato al canto soave di una dolce ninnananna. Lo sappiamo: insigni avvocati ora scomoderanno teorie astruse come "Sindrome di Medea" o depressione "post partum", cercheranno attenuanti per questa "povera mamma" -ma non chiamiamola così- che ora, in galera, invoca il figlio, e poi sottigliezze legali che ridurranno pena e dolore. Ma esiste ancora il cosiddetto "spirito materno"? Per molti psicologi non è mai esistito, poiché -come sostengono- "difficilmente le donne lo ammettono, ma non sempre quell'alieno sanguinolento e urlante che esce da loro con grandi sforzi e non poco dolore è oggetto di istantaneo amore". Katerina Mathas è una di queste? Non ha saputo salvaguardare il piccolo dalle grinfie del suo compagno? Basta con la pietà assurda, ipocrita e cialtrona, basta. Chiudiamo la cella e buttiamo via la chiave. Medea o il compare 'Orco' devono pagare...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

M che buttiamo via la chiave,vanno messi al muro tutti e 2 e se l'avvocato o avvocati li difendono al muro pure loro

Priscilla ha detto...

Non dimentichiamo che il bambino è stato strapazzato a morte perchè piangeva dalla FAME. Beh, disturbava...
Questi due schifosi erano sotto l'effetto di stupefacenti vari: vedrete che diventerà un'attenuante in sede processuale.
Tutti 'sti drogati di merda devono essere messi ai lavori forzati: sai come ti passa la fantasia della droga quando hai la schiena a pezzi e le mani che ti sanguinano a furia di spaccare pietre! Nessuna pietà!

Anonimo ha detto...

Questa volta condivido pienamente con Priscilla, non c'e' niente di umano in queste 2 persone, ributtiamolo in culo alla droga, dove certamente gli avvocati si aggrapperanno per la difesa, niente avvocati in aula niente attenuanti niente di niente.
Gericus non ti sento da tanto tempo ti sei astenuto dal rispondere?

Luciano ha detto...

Chissà se nella sua breve vita, Alessandro abbia mai assaporato la dolcezza di un gesto

ALESSANDRO HA RICEVUTO TANTO AMORE DA PERSONE MOLTO VICINE ALLA FAMIGLIA. OLTRE AL GRANDE DOLORE PER LA PERDITA DEL PICCOLO ALESSANDRO, SI SONO VISTE VESSARE DA GIORNALISTI ALL'ASSALTO DELLA NOTIZIA E DA CONOSCENTI/CLIENTI PER ALCUNE FALSE NOTIZIE SCRITTE E COMUNICATE DAI MEDIA. MI RIVOLGO AGLI ADDETTI AI LAVORI. PENSATE ALLE CONSENGUENZE PRIMA DI AGIRE RIMANGONO SOLO DELLE PAROLE E TANTO AMARO IN BOCCA CHE COMUNQUE NON CI RENDERANNO IL PICCOLO DOLCISSIMO ALESSANDRO

Anonimo ha detto...

I giornalisti dovrebberro impiccarli tutti