sabato 5 dicembre 2009

PERUGIA: LA VERITA' LONTANA...

PERUGIA - "In nome del popolo italiano si condanna Knox Amanda e Sollecito Raffaele alla pena di anni 26 e 25 di reclusione, ritenuti colpevoli di...". Un processo che ancora non convince. Troppe lacune, troppe risposte non date, troppi silenzi e troppi "non ricordo". Unica cosa certa, per il momento, una vittima, la povera Meredith Kercher, uccisa barbaramente il 2 novembre del 2007. Quattordici ore di camera di consiglio per un verdetto. Tante, troppe, che fanno capire senza ombra di dubbio le divergenze di opinione all'interno del pool giudicante. Non c'è esultanza quindi alla lettura del verdetto, perché vada come vada, nessuno riporterà in vita 'Mez', ma oltre a questo, c'è anche tristezza per i due giovani che oggi sono stati ritenuti colpevoli dell'omicidio -oltre al terzo, l'ivoriano Rudi Guedé già condannato a 30 anni- poiché anche le loro vite saranno per sempre segnate. "Lascia l'amaro in bocca vedere due ragazzi condannati a una pena così lunga" dice il pubblico ministero Manuela Comodi, "ma il pensiero va anche alla vittima". La vittima, appunto, l'unica cosa certa. Ma è lo svolgimento dell'omicidio che non ha trovato ancora una giusta dimensione. Per l'accusa, Rudi compie la violenza sessuale, Sollecito tiene ferma Meredith e Amanda che sferra il colpo mortale. Perché questa sua ferocia? "Vendicarsi di quella smorfiosa troppo seria e morigerata per i suoi gusti" è la risposta. Un po' troppo secondo me, per quest'Arancia meccanica che neppure Stanley Kubrik avrebbe immaginato. Perché poi si insiste nel voler formare questo trio satanico, quando dai riscontri è risultato che Sollecito e Rudi non si conoscevano affatto? E poi, perché questa violenza sessuale, se Raffaele e Amanda vivevano la loro vita di coppia più tra le lenzuola che non sui banchi dell'Università? E perché ancora, se loro fossero i colpevoli, invece di fuggire dopo aver commesso il fatto, chiamano -e attendono- la polizia presupponendo che all'interno della casa sia successo qualcosa di grave? E il testimone albanese che diceva di averli visti quella notte tragica e poi, miseramente smentito dai riscontri? Tre giovani mostri in azione per una notte di sesso... no, non mi convince, almeno che non fossero sotto effetto di cocaina, cosa che non sembra avessero assunto i tre. Quindi? La logica porta a pensare al delitto commesso da una sola persona, una serata di sesso andata storta o forse non gradita dalla donna, il rischio di una denuncia, la rabbia dell'uomo, un coltello che spunta di tasca, un colpo magari senza l'intenzione di uccidere... o forse si. Una brutta storia e un processo che non soddisfa, con una requisitoria che definisce Amanda "il diavolo" e che fa indignare i giornali americani, come il New York Times, che scrive "di fronte ad una demonizzazione dell'imputata che evoca il ricordo di Giovanna d'Arco, c'è da chiedersi in quale secolo ci troviamo". Il PM ha già detto che non presenterà ricorso, mentre gli avvocati di Raffaele e Amanda sono già all'opera per portare nuove argomentazioni e prove da sottoporre ai giudici d'Appello. "Restituitemi la mia vita" ha mormorato Amanda Knox nel suo ultimo intervento prima del giudizio, "io non ho ucciso nessuno" ha poi aggiunto Raffaele Sollecito. Dove sta la verità?

Nessun commento: