sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale e Felice Anno Nuovo!!!!


Merry Christmas & Happy New Year (Inglese)
Joyeux Noel (Francese)
Bon Tzalende e Trèinadan (Patoise Valdostano)
Guetz Nus Yoar. (Tich)
Frohliche Weihnachten und ein gluckliches Neus Jahr
(Tedesco)
Hyvaa Joulua (Finlandese)
God Jul (Norvegese)
Boas Festas e Feliz Ano Novo (Brasiliano)
Feliz Natal (Portoghese)
Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva is Novim Godom
(Russo)
Feliz Navidad (Spagnolo)
God Jull ett Gott Nyatt Ar (Svedese)
Bon Nadal i un Bon Any Nou (Catalano)
Glaedeling Jul og Godt Nytar (Danese)
Kala Christouyenna Kiefthismenos O Kenourios Chronos
(Greco)
Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar (Olandese)
Kung His Hsin Nien bin Chu Shen Tan (Cinese Mandarino)
Gun Tso Sun Tan'Gu8ng Haw Sun (Cantonese)
Sung Tan Chuk Ha (Coreano)
Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo (Eschimese)
Shinnen Omodeto Kurisumasu Omedeto (Giapponese)
Mele Kalikimaka & Hauoli Makahiki Hou (Hawaaiano)
Meri Kirihimete (Maori)
Merry Keshmish (Navajo)
La Maunia Le Kilisimasi Ma Le Tausaga Fou (Samoa)
Chung Mung Giang Sinh (Vietnamita)
Geseende Kersfees en 'n gelukkige Nuwe Jaar (Afrikaans)
Zorionak eta Urte Berri on (Basco)
Buon Natale e Bon Capu d'Annu (Corso)
Maligayang Pasko (Filippino)
Melkam Yelidet Beaal (Amarico)
Edo Bri'cho o rish d'shato Brich'to (Aramaico)
Hag ha Molad sameah Silvester tov (Ebraico)
Bikpela Hamamas Blong (Papua Nuova Guinea)

venerdì 23 dicembre 2011

Marco Albarello: Io la penso così...

Bisogna essere "politicamente corretti". A tutti i costi, altrimenti sei fuori dal contesto sociale. Pensarla tutti nella stessa maniera dunque, il perfetto contrario della democrazia, dove si dice "lotterò fino all'ultimo affinché tu sia in grado di esprimere il tuo pensiero". Perché questo preambolo? Per una notizia apparsa sulla Stampa nelle pagine dedicate alla Valle d'Aosta: "Albarello sul web manda un Vaffa agli immigrati". L'autore di questo "Vaffa" altro non è che il campione del mondo e olimpionico di sci nordico, il valdostano Marco Albarello, (foto ©) il quale secondo un suo concetto -che va rispettato-, esprime il suo disappunto su certe disparità di trattamento, scrivendo: "Vergogna, rispetto agli italiani, gli extracomunitari sono più privilegiati". E giù il finimondo di commenti di biasimo nei suoi confronti dai "benpensanti del politicamente corretto", come se esprimere una propria opinione fosse un reato. A fianco dell'articolo, una lettera -tempestività sospetta...- nella quale si scrive "che cattivo esempio da un campione", arrivando al punto di consigliare le sue dimissioni -è un militare facente parte del Centro Sportivo dell'Esercito- dal corpo, o in alternativa, una doverosa ammenda con pronta smentita di quanto sostenuto. Dunque: perché uno deve essere additato come xenofobo, razzista, se esprime un pensiero negativo rivolto all'invasione straniera? Albarello su questo punto porta le sue motivazioni: "In Italia non c'è più rispetto per nulla, né per la Chiesa, né per la scuola o la famiglia. E parliamo di equità? Gli stranieri hanno più diritti degli italiani e questo è un segno che qualcosa non funziona, poiché il valdostano, il veneto, il calabrese, insomma qualsiasi italiano in difficoltà non ha gli stessi diritti degli extracomunitari". Apriti cielo! A questo punto anche la Cgil -ma non ha cose più importanti da seguire visto i tempi?!- si fa avanti, dichiarando che porterà la situazione nientedimeno che al cospetto del Capo dello Stato Giorgio Napolitano chiedendogli se "è giusto che Albarello -insignito Commendatore nel 2000 proprio dal Presidente della Repubblica- possa esprimere dichiarazioni e giudizi così oltranzisti", chiedendo poi alle autorità valdostane una presa di posizione contro questo personaggio pubblico "che proferisce parole che potrebbero alimentare un clima d'intolleranza". Si è scatenato un maremoto in un bicchier d'acqua dunque per parole "che molti pensano ma che non dicono perché troppo scomode". Ma quel pensiero di Voltaire tanto caro alla sinistra, ovvero "Non condivido la tua idea, ma combatterò affinché tu la possa sempre esprimere", non è più attuale? Bisogna essere omologati anche nel pensiero? Io sono per la libertà totale d'espressione, quindi "mi schiero dalla parte di Marco Albarello"...

lunedì 12 dicembre 2011

L'Italia delle Sanguisughe...

In questa Italia da operetta riusciamo a convivere situazioni nella maniera più sfacciata: l'onesto lavoratore che fatica ad arrivare a fine mese e il pensionato che proprio non ce la fa. Ieri, in un supermarket di Padova per esempio, hanno arrestato un pensionato 77enne che aveva nascosto sotto la giacca due confezioni di carne: "Avevo fame" ha detto in lacrime agli agenti, "e con 500 euro al mese di pensione proprio non riesco ad andare avanti". Ma se questa è una delle situazioni, ecco l'altra con la quale conviviamo: Mauro Sentinelli, dirigente Telecom classe 1947, è il pensionato più ricco d'Italia, con un assegno versato dall'INPS di 90.000 euro e spiccioli al mese. Avete letto bene: NOVANTAMILA EURO AL MESE, ovvero 1.173.203 euro all'anno, che fanno la bellezza di 3.214 euro al giorno! Ma questo "Paperon de Paperoni" nostrano non è il solo nella cuccagna retributiva, poiché dietro a lui c'è un certo Mauro Gambaro del mondo della finanza, che mensilmente riceve un assegno pensionistico di 51.160 euro (665.000 euro all'anno!), seguito da tale Alberto de Petris (settore telefonia), con 50.274 euro al mese (653.000 euro all'anno!) e infine, con due briciole -si fa per dire-, c'è il signor Vito Gamberale, settore telefonico pure lui, con una misera pensione mensile di 44.162 euro, ovvero una miseria di 574.000 euro all'anno. E la lista dei super-pensionati è ancora lunga, ma ci sono altre figure che con l'INPS non se la passano male, e uno di questi è Luca Boneschi, al quale è bastato solo un giorno di incarico parlamentare -ripeto: solo un giorno!- per andarsene in pensione con 3.108 euro mensili. Ma la ciliegina arriva con "il moralista" Oscar Luigi Scalfaro, che oltre al non modesto vitalizio da presidente della repubblica, incassa oltre 4.700 euro al mese come ex magistrato, pur avendo svolto questa attività per soli tre anni. E cosa dire poi di quella bidella andata in pensione nel 1983 all'età di 32 anni e che fino ad oggi si è beccata dallo Stato 280.000 euro, cioè 261.000 in più di quelli che ha versato in tutta la sua carriera. Dunque, poniamoci a questo punto alcune domande: pur avendo questi signori versato dei soldi all'INPS, con vitalizi simili, quanto riceveranno in più di quello che hanno dato? Chi pagherà dunque tutti questi soldi in uscita nel corso degli anni? La risposta è una sola: il cittadino comune, quello a cui vengono richiesti sacrifici nonostante sia già in bolletta, poiché sulle sue spalle gravano "baby pensioni", "pensioni doppie o triple" e così via. Ma per risanare i conti dello Stato, non bastava togliere il 70% dalle pensioni sopracitate? E ancora: se oggi l'INPS è in bancarotta, non lo si deve attribuire a questo stato di cose, a questo andazzo spudorato al limite della vergogna? Per comprendere meglio questa casta di furbi, -che io chiamerei affossatori dell'economia nazionale-, consiglio il libro di Mario Giordano -edito da Mondadori- dal titolo "Sanguisughe". Unico avvertimento per il lettore? Uno stomaco forte...
(foto: donna con sanguisughe)

martedì 6 dicembre 2011

Chi ha ucciso Chiara Poggi?

No, Alberto Stasi non è il colpevole dell'omicidio dell'ex fidanzata Chiara Poggi, (foto) trovata uccisa nella sua casa di Garlasco il 13 agosto del 2007. Lo aveva sancito anche la sentenza di primo grado. Un delitto che si avvia quindi a diventare "perfetto", ovvero, senza colpevoli. Ma esistono "delitti perfetti"? La risposta è no, "esistono processi sbagliati". Da un po' di tempo in Italia molti delitti finiscono "senza un colpevole", anche se le prove portate al vaglio della magistratura sono molte, nitide, chiare. Esami su esami, prove e controprove, psichiatri, periti di parte, Scientifica, Gis, tracce biologiche, Dna, cani molecolari ...ognuno dice la sua in una babele di supposizioni, teorie, motivazioni, rendendo tutto più difficile. Oggi poi va a malapena in galera chi è trovato con la pistola fumante in mano, figuriamoci se ci va uno invischiato in un processo indiziario, pur se "al di là di ogni ragionevole dubbio" non può essere che lui l'omicida poiché è l'unico venuto a contatto con la vittima il giorno della morte. Per ritornare a bomba, Alberto Stasi ha vinto il "secondo round", e nonostante ciò Rita Poggi, la mamma di Chiara, afferma che "ho ancora fiducia nella giustizia, quindi resto in attesa di sapere chi ha ucciso mia figlia". Ora ci sarà sicuramente la Cassazione, l'ultimo appuntamento con la giustizia, che il più delle volte però conferma i due precedenti gradi di giudizio. Negare, negare, negare. Sembra questa la formula per sfuggire al carcere quando non ci sono testimoni che ti puntino il dito contro.
Chi ha ucciso dunque Chiara Poggi?

lunedì 5 dicembre 2011

Erika e Omar: chi ha avuto ha avuto...

Anche Erika De Nardo è libera. Dieci anni fa -era il 21 febbraio 2001- uccise a coltellate con l'aiuto del fidanzato Omar Favaro, sua madre Susy Cassini, 41 anni, e il fratellino Gianluca di undici. Dieci anni di reclusione per due orrendi delitti, dieci anni trascorsi tra permessi premio -in cella era una brava ragazza...- e sconti su sconti. Il compare di sangue Omar è già fuori da un anno, e anche lui come Erika, pronto a rifarsi una vita. Non è voglia di persecuzione né sete di vendetta. Solo una riflessione: vale così poco la vita di una persona? A conti fatti trucidare due persone costa all'autore 5 anni a vittima, tanti quanti si applicano -anche se poi non si scontano- ad un evasore fiscale..., che pur essendo un "sanguisuga", il sangue che succhia è pur sempre metaforico. E' tutto questo che stride e che lascia sconcertata la gente, perché se è vero che lo scopo primario del carcere è quello di redimere, è pur vero che il percorso deve essere equilibrato in forma e sostanza, quindi commisurato all'espiazione di una colpa. Non avrà possibilità di vedere crescere suo figlio Susy Cassini, e Gianluca non avrà quella di diventare un uomo. Di loro non si parla più sui giornali, ma dei loro carnefici si, uno dei quali, Omar, è già passato come ospite televisivo in una trasmissione di punta come "Porta a Porta". Possono bastare dieci anni dunque per togliere da mani e coscienze il sangue di due vittime?

giovedì 1 dicembre 2011

Bevi Cynar, e tutto ti passa...

Il buon Ernesto Calindri in una vecchia pubblicità diceva "Contro il logorio di una vita moderna, bevi Cynar", e giù tutto d'un fiato l'amaro che scacciava lo stress. Ma erano gli anni del "post-boom", quindi, tutto sommato, pur con poco gli italiani stavano bene, e le "cambiali" erano il viatico per comprare la Fiat 600, una lavatrice per la casa o una Vespa per la libertà di muoversi agilmente "nel traffico", che al confronto di oggi, traffico non era. Perché tutto questo "ritorno al passato"? Perché lo stress di oggi ormai fa parte della nostra vita, della nostra quotidianità, e la situazione del momento lo centuplica che neanche il messaggio di Calindri riuscirebbe ad attenuare. Un esempio di come siamo messi lo si comprende solo dai titoli di un quotidiano, in questo caso la Stampa di oggi, giovedì primo dicembre 2011: "Cominciano i dieci giorni decisivi per il futuro dell'euro"; "La Merkel ci porta verso la catastrofe" dice il presidente francese Nicolas Sarkozy; "Monti:agire con rapidità o si rischia"; "Se il premier fallisce l'euro collassa" denuncia Marchionne; "Il metodo in vigore da oggi ruba il futuro ai giovani" afferma il politico esperto di previdenza Giuliano Cazzola; "Si a Monti, ma i leader tremano", a proposito dei durissimi provvedimenti che i partiti voteranno. La nostra società è come un Titanic in rotta di collisione con l'iceberg dunque, e come i topi che si buttano a mare per non rimanere intrappolati sulla nave che affonda, i politici corrono ai ripari. Leggiamo: ""Tagli ai vitalizi dei politici " (che passano dai 2500 euro di pensione che si prendevano dopo solo una legislatura ai 900). "Comincino anche Fini e Schifani a ridursi la pensione" " denuncia l'economista Francesco Boccia. Tutti corrono ai ripari dunque, anche la Rai: "Sforbiciate per 85 milioni", e lo sport: "Il Coni taglia le poltrone, risparmi per 30 milioni". Ma se questo catafascio economico non bastasse a far salire la pressione a livelli esplosivi, arriva la cronaca, ovvero lo specchio della nostra società: "Nella retata anti cosche, toghe, politici e Finanza", e tra gli arrestati (9), un consigliere regionale calabrese, un magistrato, un avvocato, un maresciallo della Guardia di Finanza, parenti e mafiosi vari; "E il giudice si vantò: Dovevo fare il mafioso" gigioneggia un magistrato intercettato dalla polizia. Fermiamoci qui vai, ho un leggero fischio nelle orecchie, sintomo di pressione che sale. Caro vecchio e rassicurante Ernesto Calindri, a te bastava un bicchierino del tuo amaro per restare calmo e tranquillo in mezzo al traffico di Milano che poi, traffico non era... Noi oggi al traffico -purtroppo!- ci siamo abituati, e il nostro agitarsi arriva da ben altro... dall'economia che collassa e ci lascia ignudi, da questa società senza valori né dignità, da catastrofi, malattie... Cosa dire, beato te se ai tuoi tempi tutto passava con quell'alzata di gomito, perché oggi, per far nascere "almeno un sorriso", non ci basterebbe nemmeno una flebo da dieci litri di quel tuo Cynar che bevevi in mezzo al traffico nell'ora di Carosello...

martedì 29 novembre 2011

George Harrison: "All things must pass"...

Era il Beatles più tranquillo, più semplice, serio e discreto. George Harrison (foto) se ne è andato esattamente dieci anni fa, in quel 29 novembre 2001, e a portalo via a 58 anni, un cancro al cervello. Ma non bisogna pensare che sia stato marginale al successo dei "Fab Four", poiché la sua chitarra era uno dei punti di forza del quartetto di Liverpool, poiché George -lead guitar-, era sicuramente più completo in tecnica di John Lennon, rilegato in questo caso nel ruolo di "rhythm guitar". Di sicuro non era facile trovare spazio accanto al duo Lennon-McCartney, e lui che non era certo un "protagonista a tutti i costi", se ne stava tranquillo in terza posizione con Ringo Starr in quarta. Ma il successo stratosferico dei Beatles lo si deve certamente anche a lui e a delle perle che ci ha regalato, la prima delle quali è "Something", subito affiancata dalla struggente "While my guitar gently weeps", senza dimenticare "Here comes the sun", per arrivare poi alla spiritosa "Taxman" dei primi tempi. "Essere il front-man non è mai stato il mio forte, perché è da dietro che vedi la realtà" ebbe a dire una volta alla domanda "com'è che si vive all'ombra di Paul & John". E intanto scriveva e metteva da parte, poiché lo sapeva -come disse in un intervista- che "i Beatles prima o poi si scioglieranno, e da lì in poi avrò la possibilità di cimentarmi con i miei pezzi". Il successo strepitoso come autore e solista arrivò nel '70 con "My Sweet Lord", un pezzo con uno strascico legale dovuto ad un caso di plagio della canzone "He's so fine" delle "Chiffons", seppure la versione di Harrison era di gran lunga una meraviglia rispetto alla prima. Ma di tempo per cantare sue canzoni George Harrison ne ebbe poco, colpito appunto da quella forma inoperabile di cancro al cervello, secondo "Scarafaggio" ad andarsene dopo John Lennon. Anche la morte lo trovò sereno, in pace con se stesso: "Nell'insieme non avrebbe proprio importanza se non avessimo mai fatto dischi o cantato una canzone. Non è importante quello. Quando muori avrai bisogno di una guida spirituale e di una conoscenza interiore che vada oltre i confini del mondo fisico. Con queste premesse direi che non ha molto importanza se sei il re di un paese, il sultano del Brunei o uno dei favolosi Beatles; conta quello che hai dentro. Alcune delle migliori canzoni che conosco sono quelle che non ho ancora scritto, e non ha neppure importanza se non le scriverò mai, perché sono un niente se paragonate al grande quadro". Parole di George Harrison, l'anima pulita dei "Fab Four".

Doina Matei santa subito...

Se c'è un paese privo di memoria, pronto a porgere l'altra guancia, questo è l'Italia. Almeno in questo siamo primi nel mondo intero. Dei più turpi e assurdi delitti, per esempio, la nostra memoria è corta, e per di più, arriviamo persino a confondere la vittima col carnefice. In certi casi poi, come si suol dire "a morto caldo", ecco spuntare il "perdono", come se aver tolto la vita ad un essere umano fosse quasi come il pentimento di una frase di troppo. Tutto questo per entrare nel merito di ciò che si legge oggi sulle pagine di alcuni quotidiani a proposito dell'uccisione di Vanessa Russo, 23 anni, (foto) avvenuta il 26 aprile del 2007 nella metropolitana di Roma per mano della rumena Doina Matei. Un banale litigio che finì con la punta di un ombrello infilzato in un occhio dell'italiana, che morirà il giorno dopo per le gravi ferite riportate. Rintracciata dopo la fuga, la rumena in sede processuale venne condannata in via definitiva a 16 anni di carcere, pena che tuttora sta scontando nel penitenziario di Perugia. Questo il fatto, il triste fatto, poi, siccome siamo italiani, c'è anche un seguito. Un premio -avete letto bene: un premio letterario- a Doina Matei offerto dalla provincia di Livorno e dal Salone del Libro a proposito di un suo manoscritto nell'ambito di "Racconti dal carcere", dove la ragazza esterna tutto il suo pentimento, l'amarezza per "i miei progetti andati in fumo", alludendo a quella casa da comprare in Romania con i soldi racimolati facendo la prostituta per le vie di Roma. E poi scrive: "Ha senso fare ancora dei progetti dopo che la vita ti ha sbattuto in faccia che i sogni non si avvereranno"? Un pentimento non tanto per quella vita che ha spento, ma per i suoi progetti che non troveranno sbocco, per i suoi due figli che non avranno una casa, per una vita agiata dunque. Chissà se tutto ciò sarà stato valutato dai "baroni letterari" che hanno voluto premiare questa nuova Grazia Deledda, il Silvio Pellico delle "Mie Prigioni" o il Thomas Mann del "Decadenza di una Famiglia", chissà, ma siccome come dicevo all'inizio, in Italia tutto finisce a "tarallucci e vino", ecco che si premia il carnefice e si dimentica la vittima. Al cimitero di Prima Porta a Roma una lapide è sempre ricoperta di fiori bianchi. Sono quelli portati dai genitori di Vanessa, una ragazza che di sogni ne aveva davvero tanti, un marito, dei figli e un lavoro onesto. Se non fosse per quell'incontro con Doina nella stazione della metropolitana il 26 aprile di quattro anni fa...

domenica 20 novembre 2011

Italia, ritorno al Far West.

Nel Vicentino un benzinaio è ucciso a coltellate perché difende la cassa dall'assalto di un delinquente e a Novara una commerciante è ridotta in fin di vita dentro il suo negozio da un rapinatore. Ma non è tutto: un anziano pensionato ucciso a Cremona da un energumeno dopo le proteste a causa del parcheggio della moglie disabile occupato dal Suv di quest'ultimo, che al culmine della prepotenza lo investe e lo uccide con la sua auto e a Napoli, una 76enne uccisa in casa perché si rifiuta di svelare all'intruso dove tiene i suoi soldi. Il tutto nello spazio di 24 ore. Cosa sta succedendo alla nostra società? Città come una giungla e giustizia impotente, e quando arriva, briciole di pene che non scoraggiano il criminale e di certo non placano il dolore degli offesi. Ci vuole un Wyatt Earp e un Doc Holliday per ristabilire l'ordine e ridare valore alla vita umana? Bisogna ritornare dunque al 1881, quando la differenza tra la vita e la morte dipendeva dalla velocità nell'estrarre un arma dalla fondina? Una società non garantita dalla legge si autoprotegge, e in molti casi è già successo, dove la pronta reazione dell'offeso ha sovvertito i nefasti risultati. Prendi una Colt dunque, che almeno il duello per la vita sia ad armi pari...

venerdì 11 novembre 2011

11 - 11 - 11 - La dozzina del Diavolo...

Embeh, questa mattina mi sono svegliato un po' preoccupato: esisto ancora? Quale catastrofe mi aspetta in questo malefico 11- 11- 11-? Non c'è da stare allegri, perché girala come ti pare, oggi, 11 novembre 2011 è una data misteriosa. Perché? Perché è considerata "la dozzina del Diavolo", e col Diavolo, mica c'è da scherzare tanto, poiché le date cosiddette palindrome hanno sempre portato grosse novità, sia nel bene che nel male. Occhio dunque. Un amico mio mi ha detto che oggi resterà tutto il giorno a letto. Per precauzione, mentre un altro amico ha detto che oggi "non toccherò la macchina". La sindrome da "dozzina del Diavolo" ha colpito un po' tutti, ma ora quello di cui bisogna stare attenti, è ciò che faremo stasera, perché il maleficio della data si dilata in sestina, sestuplicando il pericolo. Cosa farai stasera, 11.11.11. alle ore 11. 11 minuti e 11 secondi? Il mio amico a letto mi ha detto che se la spasserà con una bionda -buona novità dunque- e l'altro, quello che non ha toccato la macchina mi ha detto che inizierà a lavorare alle 11 precise e dovrà andare in macchina perché a quell'ora non ci sono mezzi pubblici -situazione nefasta-. Io? Beh, io non ci credo a queste idiozie perciò... sarò davanti al computer. Non si sa mai...

sabato 5 novembre 2011

Alleluia! Siamo in sette miliardi!

C'è una grande disputa: la baby 7 miliardi è indiana o filippina? I giornali hanno fatto grossi titoli su questo rompicapo, come se l'una o l'altra nazionalità dovesse accaparrarsi il premio Nobel "per la fertilità". Insomma, mi sembra di capire dai toni una grande euforia ma si sa, davanti al minaccioso ignoto che avanza, da sempre l'umanità ha dato risposte negative. Con l'euforia del "sette miliardesimo" essere umano che è venuto al mondo ci siamo dimenticati di una cosa: riusciremo a sfamare sette miliardi di bocche? Cerchiamo dunque di capire come stanno le cose: Nei paesi più poveri del mondo c'è un morto per fame ogni 3,6 secondi, circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correlate, e tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d'età. (fonte: Progetto contro la Fame del Mondo, Nazioni Unite). La maggior parte dei decessi per fame sono causati da malnutrizione cronica, e questo è dovuto all'estrema povertà. (fonte: stituto per la promozione dello sviluppo e dell'alimentazione). Si calcola che circa 800 milioni di persone nel mondo soffrano per fame e malnutrizione, circa 100 volte il numero di persone che effettivamente ne muoiono ogni anno. (fonte: organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura FAO). E sempre secondo la FAO, i dati fanno paura: le persone che soffrono per fame sono aumentate del 9% nell'anno in corso (2009), arrivando alla vetta di 1,02 miliardi. A questo punto, se non cambiamo le regole del gioco, c'è da gioire se è nata la "baby sette miliardi"?

lunedì 31 ottobre 2011

Let me see IF I understand all this...

IF you cross the North Korean border illegally,
you get 12 YEARS HARD LABOUR.
IF you cross the Iranian border illegally,
you're DETAINED INDEFINITELY.
IF you cross the Saudi Arabian border illegally,
you WILL BE JAILED.
IF you cross the Chinese border illegally,
you MAY NEVER BE HEARD FROM AGAIN.
IF you cross the Venezuelan border illegally,
you will be branded a spy,
AND YOUR FATE WILL BE SEALED.
IF you cross the Cuban border illegally,
you will thrown INTO POLITICAL PRISON ROT.

BUT IF you cross the U.K. border illegally,
you GET A JOB; a DRIVERS LICENZE;

NATIONAL INSURANCE CARD;

SOCIAL SECURITY BENEFITS; FAMILY CREDIT;


CREDIT CARDS;

SUBSIDISED RENT OR A LOAN
TO BUY A HOUSE;

FREE EDUCATION;


FREE HEALTH CARE;


A RAPRESENTATIVE IN PARLIAMENT;


YOU CAN VOTE, YOU CAN EVEN RUN AS AN MP
OR START YOUR OWN POLITICAL PARTY!

Last but not least,
YOU CAN DEMOSTRATE IN THE STREET AND BURN THE FLAG,
and IF we stop you,
WE'RE CLASSED AS RACIST...

martedì 25 ottobre 2011

Louis Durnwalder: Ich liebe Italien!

Louis Durnwalder presidente della Provincia di Bolzano é il "paperone" tra i politici italiani. Il suo stipendio infatti è di 27.282 euro mensili (fonte adnkronos), ovvero 327.384 euro all'anno, che in valore del vecchio conio fa la bellezza di quasi 634 milioni di lire! Epperbacco si dirà! Ma chi è, Obama? Obama? E' ancor di più del presidente degli Stati Uniti, e pure del nostro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, poiché il primo, a capo della maggior potenza mondiale e con una popolazione da amministrare di circa 300 milioni di abitanti (contro i poco più di 500 mila della Provincia di Bolzano) si porta a casa uno stipendio annuale di 400.000 euro, mentre Napolitano ne prende 239.000. Il "caro" -in tutti i sensi- Durnwalder, recentemente ha avuto una grossa critica per il suo stipendio "sproporzionato" da parte del ministro Roberto Calderoli, ma il "nostro" Louis ha prontamente ribattuto che "è perfettamente inutile che il ministro se la prenda con me, perché c'è una legge che stabilisce quanto guadagno, e se il Consiglio regionale decide di cambiarla, a me va bene". E' già, prova a toccare il suo stipendio in Consiglio regionale, quando per tutti piove manna dal cielo: 14.359 euro mensili se li prendono i Consiglieri mentre il Presidente del Consiglio "se ne pappa" ben 21.585 al mese, per tutti naturalmente con la tredicesima mensilità da aggiungere. Ma per chiarire il perché di questi super stipendi, il presidente Durnwalder ha la sua pronta risposta: "è tutta gelosia verso le regioni a statuto speciale, perché vedono che qui le cose funzionano bene". Non dice però della divisione interna tra residenti di lingua tedesca e quelli di lingua italiana, un disagio che riporta anche il sito web "Alto Adige", dove testualmente si scrive: " Uno sguardo nei due quotidiani della regione, "Dolomiten (quotidiano tedesco) e "Alto Adige" (quotidiano italiano), conferma questa impressione: le tensioni politiche tra le due etnie non sono affatto sparite. Sono le persone che vivono lì che sentono di più il disagio del "problema etnico". Insomma, sentirsi tedesco per tutto il mese ad eccezione del giorno dello stipendio. Mi vien da ridere, e sono certo che anche "Herr Louis" nel momento in cui ritira il suo lauto stipendio riderà sotto i baffi: "Io tetesko? Ma stiamo skerzando? Ich liebe Italien!". E ci credo. In Germania prenderebbe le briciole, se pensiamo che il cancelliere tedesco Angela Merkel arriva a malapena a 19.000 euro mensili...


domenica 23 ottobre 2011

Marco Simoncelli 1987-2011



"Sono qui in Malesia, e ho tanta voglia di scendere in pista..."
Ultime parole di Marco Simoncelli nell'intervista fatta poco prima della gara, dove al secondo giro e in quarta posizione avrebbe perso la vita.

Sono nato a Cattolica il 20/01/1987. I miei genitori avevano una gelateria, e mio babbo una grande passione per le moto e per le corse. Così la mia infanzia l'ho passata tra gelati e motori! A 4 anni per Natale i miei mi hanno regalato la mia prima motorina, una Suzuki 50 minicross. E così ho iniziato a sgasare nei campi intorno a casa. Con le minimoto sono andato le prime volte quando avevo più o... meno 7 anni e a 9 ho corso la mia prima gara ufficiale di Campionato regionale.
Fino a 13 anni ho girato con le minimoto costruite dal babbo di Mattia Pasini vincendo 2 Campionati Italiani, nel 1999 e nel 2000.
Sempre nel 2000 ho provato per la prima volta una 125 da Gran Premio e l'anno seguente ho disputato il Trofeo Honda 125GP e il Campionato 125GP con il team di Massimo Matteoni in sella ad una Honda. Fu una stagione ricca di cadute nella prima parte, ma di ottimi risultati nella seconda. In classifica terminai 9° sia nel Trofeo che nell'Italiano.
Nel 2002 a 15 anni ho disputato il Campionato Europeo 125 sempre nel team Matteoni, ma questa volta con una Aprilia. Vinsi il Campionato debuttando allo stesso tempo nel Campionato del Mondo (Gran Premio dellaRepubblica Ceca), per sostituire il pilota Jaroslav Hules nelle ultime 5 gare.
Nel 2003 ho partecipato alla mia prima stagione iridata completa, solito Team Matteoni e solita Aprilia 125. Terminai la stagione al 21° posto ed il miglior risultato fu un 4° nell'ultimo Gran Premio della stagione.
Nel 2004 cambiai team, passando al team di Fiorenzo Caponera, e proprio in quell'anno feci la mia prima Pole Position vincendo la mia Prima Gara di campionato del Mondo. Eravamo a Jerez sotto un diluvio universale e per la prima volta l'inno italiano suonava per me. In quell'anno ci furono diversi alti e bassi e persi le ultime 2 gare per un infortunio. Finii 11° in classifica generale.
Il 2005 è stato il mio ultimo anno in 125 e anche il migliore. In quell'anno vinsi una gara, terminai 6 volte sul podio e arrivai 5° in Classifica.
Nel 2006 ci fu il passaggio in 250 con il Team Metis Gilera e con una moto ufficiale, fu una stagione difficile, piena di incomprensioni con il team ed il mio capotecnico. Chiusi la stagione 10° in generale con un sesto posto come miglior risultato.
Per questo nel 2007 la Gilera mi tolse la moto ufficiale e mi assegnò una LE (una moto del 2005), i risultati non cambiarono molto dall'anno precedente ma la stagione fu nel complesso molto più positiva. Inanzitutto iniziai a lavorare con Aligi Deganello e alcuni dei ragazzi che ancora oggi dopo 5 anni fanno parte della mia squadra, oggi ho con loro un bellissimo rapporto. L'altra cosa buona fu che finalmente capimmo di avere un grande potenziale.
Nel 2008 la Gilera mi riassegnò una LE (questa volta un po' più aggionata) anzichè la RSA ufficiale. La stagione partì di merda, con 2 zeri nelle prime 2 gare, ma nel gran Premio del Portogallo conquistai la mia prima Pole ed il mio primo podio ed al Mugello nel GP di casa la mia prima vittoria nella quarto di litro.
A metà stagione poichè ero in testa al Campionato la Gilera mi diede finalmente la RSA ufficiale e da lì le cose si misero molto bene. Conquistai in totale 7 Pole, 6 Vittorie e 12 podi e il Campionato del Mondo con una gara di anticipo.
L'anno seguente decisi di restare nella classe intermedia per bissare il successo del 2008. Le premesse c'erano tutte, ma una settimana prima dell'inizio del Campionato mi ruppì lo scafoide mentre mi allenavo con la moto da cross.
Oltre a non prendere parte al primo Gran Premio, quell'anno lì ne succedevano di ogni e tutte le volte che sembrava fossi tornato in corsa per il Campionato o cadevo o qualche guaio tecnico mi impediva di portare a termine la gara. Ciò nonostante arrivai a giocarmi il titolo all'ultima corsa... Valencia. Per vincere io dovevo fare primo e H.Aoyama 13°. Ci sarebbe voluto un miracolo, ma i giochi non erano ancora chiusi.
Il risultato fu che lui arrivò 7° e io caddì mentre ero in testa.
Perciò fine dei canditi! Morale della favola arrivai addirittura 3° in classifica, nonostante 6 vittoie e 10 podi.
Ah... nel 2009 ho anche partecipato al round italiano della superbike a Imola, per sostiure Nakano in sella all'Aprilia Superbike. Fu una grande giornata, cocnlusa con una caduta nella prima manche e un podio nella seconda. Quel giorno la gente sulle colline del circuito fece un gran tifo per me...lo ricordo ancora oggi fantastico!!! Il 2010 è stato l'anno del grande salto in MotoGp. Dopo tanti anni con il Gruppo Piaggio sono passato alla Honda nel team di Fausto Gresini. E' stato un anno molto impegnativo e difficile, perchè il livello della MotoGp è veramente alto. In più all'inizio io e la mia squadra (che mi ha seguito dalla 250) non avevamo esperienza e questo complicava ulteriormente le cose. Ma restando uniti e dando sempre il massimo siamo riusciti a fare una seconda perte di stagione sempre in crescendo e arrivando a ridosso dei migliori. Alla fine sono arrivato 8° in generale ed ho ottenuto un 4° posto come miglior risultato (3° posto perso sul traguardo). Il 2011 per il momento è un anno molto positivo, perchè sono costantemente veloce come i migliori, anzi a volte anche di più! Però purtroppo non sono ancora riuscito a concretizzare questa mia velocità con un podio.
State tranquilli..... io continuo a mettercela tutta!!!

P.S. Rileggendo mi sono accorto di "avere una relazione complicata" con i tempi verbali... però non avevo voglia di riscrivere tutto!!! Accontentavi!! :)

Premi

1999 minibike Italian Champion
2000 minibike Italian Champion
2002 125cc European Champion
2008 250cc World Champion
2009 3rd place 250cc World Championship.


(Dalla sua "Official Fanpage" su Facebook.)


sabato 22 ottobre 2011

Gheddafi: Sic transit gloria mundi...

Urla, ressa, spintoni, sangue. Muammar Gheddafi lo sa che il suo cammino è giunto al termine, in mezzo a quella folla di invasati. E' ormai ridotto ad una maschera di sangue, e il suo tempo sta per scadere. Sembra impossibile collegare quell'immagine a quella impettita nella divisa da colonnello vista poco tempo fa durante la sua ultima visita in Italia. Allora, intorno a lui c'erano discrete distanze, tappeti rossi squilli di tromba e inchini rispettosi, oltre a protettive "Amazzoni" che davano sicurezza. Non era certamente uno stinco di santo Muammar Gheddafi e questo lo dimostrò immediatamente pochi giorni dopo la sua presa del potere ottenuto con un colpo di stato il 26 agosto 1969, e la prima mossa dell'appena nata "Grande Jamahiriya socialista popolare araba libica" fu il 21 luglio del 1970, con la confisca di ogni avere e la cacciata dal suolo libico di migliaia di italiani là residenti. Di seguito, fu un susseguirsi di nefasti segreti sulla sua persona: Ustica, Lockerbie e sanguinose repressioni nel suo Paese. Ora eccolo lì, implorante, ricoperto di sangue e circondato dalla sua folla, una folla non più adorante ma assetata di vendetta. E' la storia che si ripete, e Misurata sembra una replica di Piazzale Loreto a Milano, con tutti i suoi orrori e macabri messaggi. Mohammed, il ventenne che si dice abbia sparato il colpo fatale al rais troneggia sulle foto di questi giorni, ha in mano la pistola d'oro presa a Gheddafi e urla al cielo "Allah è grande, la Libia è liberata!" Sic transit gloria mundi dunque, mentre la cosiddetta "primavera araba" comincia con le tinte fosche del sangue...

martedì 18 ottobre 2011

Er Pelliccia, "eroe de noantri"...

Eccolo qui "l'eroe metropolitano", il "Che Guevara de noantri", il "Don Chisciotte di borgata". Eccolo qui Fabrizio Filippi detto "er pelliccia", 24 anni, originario di Bassano Romano (Viterbo), davanti a tutti mentre avanza baldanzoso "sprezzante della morte contro il nemico" per le vie di Roma, mentre come ultimo gesto estremo, in piazza San Giovanni lancia un estintore verso le forze dell'ordine. La Digos, cioè "il nemico", lo ha arrestato dopo solo due giorni, e come l'ultimo dei vigliacchi non ha "mostrato il petto", ma ha semplicemente balbettato la più ridicola delle scuse agli uomini che gli stringevano le manette ai polsi: "si, quello della foto sono io, ma l'estintore mi serviva per spegnere l'incendio". No... non può cadere così un un eroe, il mito di una masnada di adoranti seguaci che tra un assalto distruttivo ad un negozio, l'incendio all'auto di un povero Cristo e una razzia in un supermarket, ammiravano quella figura che a torso nudo, pantaloni smutandati, benda sul volto e capelli al vento sfidava la sorte avversa. Ma come!? Proprio nel momento "solenne" non grida "Viva B.B." (che non sta per Brigitte Bardot ma black bloc...) seguendo il suo destino infame nel carcere dello Spielberg, ma cerca una scappatoia alle sue malfatte? In 13 di questi soggetti sono caduti nelle mani della giustizia, tutti riconosciuti come il "nostro eroe" attraverso foto e filmati girati per le vie della Capitale nel giorno di follia. Tra di loro, sei minorenni e due donne, e tutti già conosciuti dalla Digos per altre "campagne" in giro per le città da mettere a ferro e fuoco. Passata la tempesta, a Roma in questi giorni si stanno facendo due conti, e a sentire il sindaco Gianni Alemanno -che col Comune si costituirà parte civile-, tra cassonetti, vetrine, automobili, blindati della polizia e arredo urbano, i danni sfiorerebbero i 5 milioni di euro. Sul web i commenti su questo "sabato folle" si accavallano, ma tutti sono concordi su una cosa: dopo la galera -e che galera ci sia!-, questi balordi si sobbarchino le spese "fino all'ultimo centesimo" pagandole di tasca propria, e per chi non ha i mezzi, servizio sociale fino ad esaurimento del debito. Che ingrati... Per gli "eroi" del 2000 a quanto pare non c'è nessuno sconto...

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs 1955-2011


"Essere l'uomo più ricco del cimitero non mi interessa... Andare a letto la sera dicendosi che si è fatto qualcosa di meraviglioso... questo è quello che conta per me".

martedì 4 ottobre 2011

Amanda Knox e Raffaele Sollecito: non sono gli assassini di Meredith Kercher

Pochi minuti prima delle 22 di ieri, lunedì 3 ottobre, per Amanda Knox e Raffaele Sollecito (foto) si è aperta una nuova vita. Non sono loro ad aver ucciso in maniera brutale Meredith Kercher la sera del sei novembre 2007, ed è questo ciò che ha letto il presidente della Corte d'assise d'Appello di Perugia Claudio Pratillo Hellman: "In nome del popolo italiano, si assolve entrambi gli imputati dai reati contestati ai capi A (omicidio ndr), B (porto di coltello), C (violenza sessuale), e D (furto) perché il fatto non sussiste, e ordina l'immediata liberazione di Knox Amanda e Sollecito Raffaele se non detenuti per altra causa". I pensieri di una vita dietro le sbarre -26 anni per Amanda e 25 per Sollecito, sentenza della Corte d'Assise del 5 dicembre 2009- sono volati via in un attimo, cancellati dalle parole del presidente. Ma se da una parte dell'aula si festeggiava il verdetto, da un'altra parte, quella dove si trovava la famiglia della vittima, lo sconcerto era alle stelle. "Noi non vogliamo dei colpevoli a tutti i costi -hanno detto pacatamente- ma vogliamo il responsabile della morte di Meredith". Per la Corte questi non sono Amanda e Raffaele, e l'unico adesso è l'ivoriano Rudy Guede, condannato a 30 di carcere -diventati 16 in Appello- il 28 novembre del 2008, colui che praticamente coinvolse l'americana e Raffaele Sollecito. Ma dal momento che Guedè fu condannato "per concorso in omicidio e violenza sessuale", oggi la gente si chiede: ma chi sono allora questi soggetti ignoti? Un processo da riaprire dunque, per questo delitto "internazionale" con vittima inglese, presunti assassini un italiano e un'americana, un ivoriano -Rudy Hermann Guede- già condannato, un congolese -Patrick Lumumba- tirato in ballo e scagionato, e un albanese -Hekuran Kokomani- testimone della prima ora. Tra le tante "zoomate" televisive e pagine di gossip, -la bella Amanda, Venere in pelliccia, Volto d'angelo, Sexy Foxy- , quello che è stato dimenticato è il destino della giovane studentessa 21enne Meredith Kercher, uccisa "in quell'Italia che amava". "Voglio rivedere il mio mare" ha detto a caldo Raffaele Sollecito, mentre il desiderio di Amanda Knox è stato quello di "sdraiarmi nel prato verde di casa mia". Due giovani che si riappropriano della loro vita dunque, e cosa importa se chi gliel'ha restituita è il presidente della Corte Claudio Pratillo Hellman, che per ironia della sorte ha un cognome che in italiano significa "uomo dell'inferno"...

lunedì 26 settembre 2011

Lampedusa: tranquillità dopo la tempesta

La risacca bacia la spiaggia dell'Isola dei Conigli. L'immagine di Lampedusa è un Paradiso in terra mentre il sole sorge ad Oriente e i primi gabbiani planano sul mare dalla Costa Alta. Difficile pensare a ciò che questo splendido "scoglio" ha vissuto recentemente, allo sfregio che ha dovuto subire. In 1500, coloro che hanno saputo che di lì a poco sarebbero stati rimpatriati l'hanno messa a ferro e fuoco, ultimo lembo d'Italia abbandonata a se stesso. Da "sogno turistico" a terra bruciata, pattumiera di una madre matrigna che non sa difendere i suoi figli. Ma quando "i pirati venuti dal mare" hanno acceso la miccia, anche gli abitanti di Lampedusa sono scesi in strada a difendere la loro terra, le loro case, le loro famiglie. Accoglienza, buonismo, integrazione...belle parole per chi vive lontano da qui, ma oggi questi bei concetti a Lampedusa sono "aria fritta" di fronte alle fiamme appiccate per l'ennesima volta al Centro accoglienza, di fronte ai clandestini che minacciano con bombole di gas in mano di far saltare in aria l'unico distributore di benzina, di fronte a una masnada di delinquenti che hanno in mano l'isola e che sciamano per il paese armati di bastoni e pietre. Il sindaco Bernardino De Rubeis lo ha detto chiaro e tondo in televisione: "Ormai lavoro con una mazza da baseball appoggiata alla scrivania del mio ufficio". Parole che la dicono lunga sull'aria che tira, anche se la gente è ancora più esplicita: "Basta, non ne possiamo più. Qui devono darci un mitra a testa per mettere a posto le cose". Da una settimana, Lampedusa è stata dichiarata "porto non sicuro", e i delinquenti in massa sono stati trasferiti a Palermo su navi che restano in rada. Ma il problema è solo spostato, non risolto. In troppi lucrano su questa situazione e il business dei clandestini fa gola a troppe associazioni: ditte di catering e di trasporto in primo luogo, senza contare poi l'assistenza in loco. Oltre 60 mila bocche da sfamare e da vestire sono transitate a Lampedusa dall'inizio dell'anno, e i conti presto tornano. A Lampedusa oggi è tornata la calma e i pochi turisti ancora affezionati godono la bellezza aspra dell'isola mentre l'afa è smorzata da un leggero vento che profuma di spezie, con i residenti che li ripagano di sorrisi, ma soprattutto con silenzio e tranquillità. (foto: Cala Pulcino)

lunedì 19 settembre 2011

Arcore: Il letto racconta...

Prima si supponeva, ora c'è la conferma: nel mondo dorato della tivù -come del cinema- si entra solo passando attraverso una camera da letto. Pensiero comune, dove però una volta toccato l'argomento, la starletta di turno, ma soprattutto l'attrice affermata diceva subito "io non sono mai scesa a compromessi". Alla faccia! Grazie "all'accanimento terapeutico" della magistratura nei confronti di Berlusconi e grazie alla fuga dei manoscritti delle intercettazioni telefoniche, -degne di giornaletti porno tipo Jacula- oggi anche noi abbiamo la nostra "Wikileaks", la notte di San Lorenzo, quella della caduta delle stelle. E non si tratta di "corpi celesti", ma più verosimilmente di "corpi da letto", con punte di "11ragazze davanti ad una camera da letto" in trepida attesa per ore di fuoco con il potente di turno. Attricette sputtanate in seguito a intercettazioni telefoniche, carne da macello in nome dell'arte -quella però con la a minuscola, molto minuscola-, ma anche dive affermate e sulla bocca di tutti. Dalle notizie apparse recentemente è spuntato fuori anche il nome di Manuela Arcuri, (foto) che diventata eroina della sinistra -in una sua intervista disse di aver sdegnosamente rifiutato "l'invito galante" del presidente-, nel giro di 24 ore si è cambiato registro su di lei, poiché grazie a nuove intercettazioni a proposito di un "menage a tre" -lei, lui e Francesca Lana- l'Arcuri avrebbe acconsentito, a patto che "se dovessimo fare una cosa del genere, minimo ci deve già avere il contratto davanti firmato". In ballo c'era la conduzione del Festival di Sanremo -un traguardo da Oscar!- oltre a qualche filmetto di seconda o terza categoria. Ma al Festival quell'anno ci andò Belen Rodriguez, -guarda un po'-, ed anche di lei si parla infatti come possibile partecipante ai "bunga bunga" presidenziali, grazie anche qui a nuove intercettazioni: "Se un giorno tu avessi la voglia di passare una cena con me o di vedermi io sono a tua disposizione" dice il premier rivolto alla soubrette. L'argentina Belen di fatto partecipò al Festival, anche se in una recente intercettazione il presidente ha affermato "passò una notte con me, ma niente sesso". Nel mondo dorato dell'arte -ancora con la a minuscola!- si dice che negli studi televisivi sia di Mediaset che della Rai, molte "starlette" siano in fibrillazione. Su quel letto in tante ci sono passate, e gli investigatori del Ris -si sussurra- stanno facendo incetta di peli da analizzare ritrovati tra quelle lenzuola di seta... E sembra che ne abbiano raccolti così tanti da riempire un cuscino....oltre a confezioni vuote di Viagra da lasciar basito anche un Rocco Siffredi...


lunedì 12 settembre 2011

Gli Amanti di Valdaro

Due corpi abbracciati, uno di fronte all'altro, sepolti nella stessa fossa e nello stesso momento. E' l'immagine di un amore che arriva dal neolitico in un abbraccio lungo seimila anni (foto). E' questa infatti la "foto" dei due scheletri usciti dalle nebbie del passato e ritrovati per caso durante una campagna di scavi archeologici effettuata nella piana di Mantova. Di certo si sa che quello di sinistra è di sesso maschile, femminile quello di destra e che siano ambedue giovani non ci sono dubbi, grazie alla loro dentatura sana e completa. Quale mistero si cela dunque dietro a questo ritrovamento inusuale? Che siano morti entrambi nello stesso momento o invece, morto uno dei due, l'altro si sia suicidato per seguire il partner anche nell'aldilà? Ma alcuni reperti, come una punta di freccia in selce ritrovata a livello delle vertebre cervicali dell'uomo apre scenari violenti, come pure quella lunga lama di selce rinvenuta dove c'erano coscia e fianco della compagna. Due amanti colti sul fatto e finiti in un dramma della gelosia? Ma se così fosse, perché li avrebbero comunque sepolti insieme e per di più abbracciati? No, io preferisco pensare ad un Romeo e Giulietta del neolitico, ad un amore limpido e bellissimo, con uno dei due che segue contemporaneamente il partner per continuare la storia d'amore in eterno. Elena Menotti, Sovrintendente all'Archeologia della Lombardia domande non se ne pone, ma di una cosa è certa: "Recupereremo i due scheletri senza separarli e li collocheremo nel Museo archeologico nazionale che sarà pronto tra due anni". Resteranno uniti nella loro intimità violata dunque, lui con il suo braccio che cinge dolcemente la testa della compagna e lei che teneramente lo abbraccia sui fianchi, in quell'amore che ha sfidato il tempo e sconfitto la morte.

domenica 11 settembre 2011

11 Settembre 2001


NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET
NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET
NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET
NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET
NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET
NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET
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NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET
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NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET
NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET
NEVER FORGET NEVER FORGET NEVER FORGET

domenica 4 settembre 2011

Italian Spoon River: 11 settembre 2001

Andrew Abate 37 anni - Vincent Abate 40
Paul Acquaviva 29 - Daniele Afflitto 29
Joseph Agnello 35 - Gary Albero 39
Edward Allegretto 51 - Angelo Amaranto 60
James Amato 43 - Joseph Amatuccio 41
Joseph Angelini Jr. 38 - Joseph Angelini Sr. 63
Doreen Agrisani 44 - Frank Thomas Aquilino 26
B.
John J. Badagliacca 35 - Paul J. Battaglia 22
Paul F. Beatini (?) - Paul Benedetti 32
Denise L. Benedetto 40 - John Bocchi 38
Michele Bocchino 45 - Susan Bocchino 36
Yvonne Bonomo 30 - Ronald Bucca 48
C.
Steven Cafiero 31 - Salvatore B. Calabro 38
Domenico Calia 40 - Luigi Calvi 34
Michele Cammarata 22 -Stephen J. Cangialosi 40
Brian Cannizzaro 30 - Jonathan Cappello 23
Riccardo Caproni 34 - Davide Carlone 64
Joyce Carpeneto 41 - Tommaso A. Casoria 29
Cristofer Ciaffardini 30 -Alex Ciccone 38
Elaine Cillo 40 - Cristofer Colasanti 33
Giuseppe Coppo 47 - Gerado Coppola 46
Lucy Crifasi 51 - John Crisci 48
Robert Curatolo 31 -Paul Curioli 51
D.
John D'Allara 38 - Jack D'Ambrosi 45
Eddie D'Atri 38 - Michael D'Esposito 32
Roberto J. De Angelis 47 - Vito Di Leo 43
Christian De Simone 23 -Joseph L. Di Pilato 47
John Di Fatto 38 - Carl A. Di Franco 43
Donald J. Di Franco 43 - Deboran Di Martino 36
Davide Di Meglio 22 - Marisa Di Nardo 41
Antony Dionisio Jr. 38 - Giorgio Di Pasquale 33
Douglas Di Stefano 33 - Donald Di Tullio 49
Antonietta F. Dugar 44 -
E.
Michele Esposito 38 - William Esposito 52
F.
Thomas Farino 37 Shannon Fava 30
Bernardo Favuzza 52 - Stephen J. Fiorelli 43
Paul Fiori 31 - John Fiorito 40
Salvatore Fiumefreddo 45
G.
Deanne A. Galante 32 - Cono Giallo 30
Vincenzo Gallucci 36 - Giovanna Gambale 27
Peter J. Ganci 55 - Frank Garfi 28
Palmina Delli Gatti 33 - Terrence Gazzini 24
Steven G. Genovese 37 - Giuseppe Giaccone 43
Vincenzo F. Giammona 39 - Donna M. Giordano 44
Jeffrey Giordano 47 -Martin Giovinazzo 34
Salvatore Gitto 44 - John Grazioso 41
Timothy Grazioso 42
I.
Giuseppe Iannelli 28 - Antonio Infante 47
Christopher Ingrassia 35
L.
Joseph La Falce 54 - Michael La Forte 39
Franco La Lama 54 - Stefano Lauria 39
Lichael Lepore 39 - Ralph Licciardi 30
Graig Lilore 31 - Robert Linnane 33
Diane Lipari 42 - Vincenzo Litto 52
Caterina L. Logiudice 30 - Giuseppe Lovero 60
Charles Lucania 34 - Antonio Luparello 63
Linda Luzzicone 33
M.
Jennian Maffeo 40 - Joseph Maffeo 30
Laura M. Giglio 36 - Nicola Massa 65
Michael Massaroli 38 - Rudolph Mastrocinque 43
Charles J. Mauro 38 - Edward Mazzella 62
Rocco Medaglia 49 - Peter T. Milano 43
William Minardi 46 - Luigi J. Minervino 54
Joseph D. Mistrulli 47 - Richard Miuccio 55
Justin J. Molisani 42 - Laura L. Morabito 34
Marc A. Murolo 28
N.
Frank J. Naples 29 - John P. Napolitano 33
Caterin A. Nardella 40 - Mario Nardone 32
Daniela Notaro 25 -
P.
Edward J. Papa 47 - Salvatore T. Papasso 34
Marie Pappalardo 53 - Thomas E. Pedicini 30
Todd D. Pelino 34 - Antonio Peluso 46
Salvatore S. Pepe 45 - Domenico Pezzullo 36
Bernardo Pietronico 37 - Steve Pollicino 48
Robert Pugliese 47
R.
Christopher Racaniello 30 - Michael P. Ragusa 29
Paul V. Rizza 34 - Giuseppe Romagnolo 37
Daniel Rossetti 32 - Michael Russo 44
Wayne Alan Russo 37
S.
Giuseppe Sacerdote 48 - John Salerno 31
Richard Salinardi 32 - Paul Savio 27
John Santore 49 - Adriane Scibetta 31
Arturo A. Sereno 29 - Donald Spampinato 39
John Spataro 32 - Franco Spinelli 44
Michele Stabile 50
T.
Dennis Taormina 36 - Kenneth Tarantino 39
Lisa Trerotola 36 - Joseph Trombino 68
V.
Christopher Vialonga 30 - John Vigiano 36
Joseph Vigiano 34 - Frank Vignola 44
Joseph Visciano 22 - Maria Percoco Vola 36
Z.
Joseph Zacconi 39 - Michael Zinzi Jr. 36
Salvatore Zisa 45.

venerdì 2 settembre 2011

Libia: la resa dei conti

Gheddafi, topo ormai in trappola, dal suo rifugio segreto lancia un drammatico appello ai suoi seguaci: "Bruciate il Paese!", mentre 50.000 sono già i morti secondo fonti NATO. Siamo bel lontani dal pensare dunque che il conflitto interno sia all'epilogo, con i vincitori trionfanti e gli sconfitti ormai arresi, perché come si sussurra da più parti, "ci prepariamo a un altra guerra", come dice Ibrahim, 26 anni, kalashinikov in spalla e 1200 uomini al suo comando, una delle più importanti colonne delle truppe che hanno conquistato la capitale. Il motivo di tali parole è presto detto: ogni quartiere di Tripoli ha la sua milizia, la sua appartenenza, il suo credo politico e soprattutto religioso. Una dichiarazione di guerra dunque, con al centro la nomina del generale Abdel Belhadi a comandante militare della piazza di Tripoli, proveniente da uno dei più importanti centri di ispirazione del fondamentalismo islamico. "Non ci piace lui né il suo trascorso, quindi o se ne va o lo cacciamo noi" ammette senza esitazione ancora Ibrahim, e non sono parole buttate lì per creare effetto: "O ci ascolta o ascolterà le nostre armi. Abbiamo liberato Tripoli una prima volta e la libereremo di nuovo". Poteri che si scontrano dunque e una città -e una nazione- che ricorda il Libano, composta da mille milizie senza pace. Fondamentalismo islamico che mette dunque le radici per una Libia in stile iraniano? Chi comanda dunque in questo momento? Il CNT (Comitato Nazionale di Transizione) ha l'appoggio del popolo libico? Più che di "primavera araba" mi sembra "un incerto autunno" dai colori rosso sangue. Mentre l'Occidente esulta e si prepara -troppo presto- all'incasso...

Tasse: voce del verbo "fregare"

Si frega su tutto, frega tu che frego anch'io, e quando non si tratta di tasse, si frega di nuovo allo Stato, tanto "chi voi che se ne freghi". Un accozzaglia di gente, ecco quel che siamo. Vuoi mettere la serietà e la dignità di appartenenza di uno svedese? Di un tedesco? Ma anche di un francese, bensì quest'ultimo sia a noi vicinissimo come mentalità. In Italia il vizio del fregare è atavico, nasce ancor prima che nascessero gli italiani. Siamo o non siamo la patria dell'ingegno? Ecco, appunto, ci ingegniamo anche nell'affossare il Paese: ciechi che per decine di anni hanno fregato l'Inps per essere un giorno pizzicati dalla Guardia di Finanza al volante di una vettura, nullatenenti con yacht e Ferrari, liberi professionisti "se vuole la fattura le costerà di più perché c'è l'Iva", giocatori miliardari che scioperano "perché non è giusto che si paghi la tassa di solidarietà", attività imprenditoriali fantasma scoperte dopo anni, scontrini fiscali "cosa sono"? E' una corsa forsennata all'accaparramento di soldi e potere. Un esempio? Apriamo le pagine dei giornali di questi ultimi giorni e diamo uno sguardo ai titoli: "Ricatto. Arrestato Tarantini. Chiedeva 500 milioni al Premier"; "Manager di banca complice del giro di tangenti a Sesto"; "Il circo del calcio a 5 era solo un falso per evadere 50 milioni"; "Interessi personali o di clan condizionano la politica". Beh, fermiamoci qui senza prendere in considerazione "Fisco e Vip", con Diego Armando Maradona -il piede di Dio e la mano di Giuda- che deve tuttora all'Erario 31 milioni di euro, Alberto Tomba che con patteggiamento sborsò 5 miliardi di lire, così come Valentino Rossi che per chiudere il contenzioso pagò 35 milioni di euro e Sophia Loren che addirittura fu arrestata nel 1982 per evasione fiscale. Ora si corre ai ripari con un tintinnar di manette: "Sopra i 3 milioni evasi carcere senza condizionale" si sta per legiferare. Prepariamoci dunque ad ampliare -e di molto- le nostre patrie galere...

lunedì 15 agosto 2011

Assassinati sulla strada: Omicidio Stradale

Indignarsi. Un sentimento che provo davanti alle quattro giovani vittime falciate da un auto in contromano sull'autostrada all'altezza di Ovada. Ma la mia indignazione, la mia repulsione va anche contro quella magistratura che non imprigiona il responsabile del massacro, in questo caso l'albanese Ilir Beti, che ubriaco come una spugna guidava da 30 chilometri nel senso inverso di marcia prima di provocare una strage. Julien Raymond aveva 26 anni, Vincent Lorin 27, Audrey Reynard 24, e Elsa Desliens 22. Unico superstite Laurent Boette, 26 anni, militare della Marina francese e che era alla guida, ricoverato però in rianimazione all'ospedale di Novi Ligure. Era una vacanza attesa da anni quella dei cinque francesi, e la loro meta era la Slovenia, quindi il nostro Paese era solo una zona di passaggio. E' con questa sensazione di gioia che verso le cinque del mattino il quintetto ha imboccato l'autostrada A26 Genova/Aosta, e poco prima la stessa cosa l'ha fatta anche l'albanese a bordo di un Suv (nella foto ciò che resta). Quest'ultimo era reduce da una serata di bagordi in una discoteca dell'Alessandrino e in corpo aveva una quantità di alcool pari a 1,51 microgrammi al litro, una dose superiore di tre volte a quella consentita. Ad un certo punto, l'inversione di marcia per un telefonino -come dirà lui in seguito- dimenticato in discoteca. Trenta chilometri sfiorando vetture poi l'impatto con l'Opel Astra dei cinque francesi che si porta via quattro vite. Per il pm Sara Pozzetti "non ci sono le condizioni per l'arresto del responsabile della strage", quindi lo lascia libero. Quattro giovani uccisi non creano dunque condizioni per l'arresto del colpevole! Lo schifo della nostra giustizia -ma vale ancora chiamarla così?!- sta nelle 11 parole del pm, parole che offendono la dignità -e la memoria- di chi soffre la perdita di un parente per mano di un delinquente al volante. Il Ministro Roberto Maroni, subito dopo il rilascio dell'albanese ha deciso di inasprire le pene introducendo il reato di "omicidio stradale", una legge che sarà discussa urgentemente nel prossimo Consiglio dei Ministri. Leggi che arrivano sempre troppo tardi, quando le stragi hanno ormai tinto di rosso le strade, quando fiumi di lacrime sono state versate, quando troppi delinquenti hanno ucciso impunemente. Che le giovani quattro vite siano le ultime di questa giungla senza leggi, e che Ilir Beti -come pure tutti gli altri responsabili di incidenti simili- sia il primo che si fa 20 anni di galera senza sconti né condizionale.

giovedì 11 agosto 2011

Fumo di Londra...

Vedere Londra data alle fiamme ha qualcosa di sinistro, di impossibile, di inimmaginabile. E' un brutto sintomo e non solo per gli inglesi, ma per la società globale. La Londra che conosco io non ha la violenza distruttrice dei suoi quartieri, delle fiamme che divorano edifici di epoca vittoriana, di scontri etnici e razzie incontrollate. La Londra che conosco io infatti è quella di abitanti gentili e educati, quelli che se li incontri per la strada pur non conoscendoli ti dicono "Happy new year" se è l'ultimo dell'anno o "Merry Christmas" se è Natale. Gli inglesi che conosco io sono in fila ordinatissimi alla fermata del bus o al botteghino del cinema, sono quelli che se entri in un ufficio pubblico l'impiegato ti dice subito "good morning, may I help you?" e il Bobby, così affettuosamente chiamato il poliziotto cittadino, disarmato e sempre disponibile, è quello che in un giorno di pioggia a catinelle, accanto al finestrino della mia vettura mi spiegò per filo e per segno la strada per raggiungere Old Brompton road, incurante della pioggia, inzuppandosi d'acqua. Tempi che cambiano, civiltà che mutano, ed è questo che fa male, perché se la cosiddetta "flemma inglese" va in cortocircuito, significa che la corsa all'irreparabile è iniziata. Etnie al collasso e nuove delinquenze incrociano i loro destini. E' già successo nella Francia "Sarkosiana", con Parigi messa a ferro e fuoco, ma nessuno avrebbe mai pensato all'Inghilterra del "God Save the Queen", quella della formalità di antica discendenza, e poi, se vogliamo, quella dell'integrazione ormai acquisita da anni di colonialismo. Turchi erano in maggior parte i dipendenti della catena di ristorazione veloce "Wimpy", pachistani la quasi totalità dei venditori al "Kensington Market" situato lungo High street Kensington, come pure i proprietari di molti "bed & breakfast" nella zona di Earl's Court. E poi arabi i gestori di negozi di cianfrusaglie in Piccadilly, Soho e Leicester square e africani autisti dei caratteristici bus rossi "double-deckers", quelli a due piani, e così pure quelli della metropolitana, la cosiddetta "underground" o "tube". Una società che viveva in perfetta simbiosi, unita dallo scorrere del tempo scandito dal suono della "Big ben", la campana del grande orologio di Westminster sulla "Clock Tower". Oggi non c'è più la tranquillità e l'armonia nei paesaggi inglesi che dipingeva Henry Moore nel 18esimo secolo. La nuova Londra ha i bagliori del fuoco che divorano una società...