sabato 27 febbraio 2010

Mamma! Mi si è ristretto il pene!

Potrà sembrare un test assurdo e anche un po' imbarazzante, ma la ricerca non si può fermare. Da un recente studio compiuto dall'Università di Padova infatti, per l'uomo si prospettano giorni difficili: la lunghezza del pene in riposo è diminuita di un centimetro nel corso di 60 anni! Si, avete capito bene: il... "pistolino" si sta restringendo. Ma con quali misure ci siamo confrontati? Con quelle rese note dal rapporto Kinsey del 1948, quando si... misurarono le ... "virtù a riposo" di oltre 2.700 maschi americani, il cui risultato diede una media di 9,7 centimetri, mentre oggi la misura media rilevata dall'equipe del patologo Carlo Foresta su oltre 2000 diciottenni veneti è di 8,9. Al di là della facile battuta, si dice che il problema è serio e la motivazione ancora di più: inquinamento ambientale che crea danni all'apparato riproduttivo nel nascituro quando questi è ancora nell'utero materno. E il dottor Foresta punta il dito contro "diossine, pesticidi, metalli pesanti, additivi di plastiche, vernici e detergenti", tutti elementi che possono "ridurre l'attività degli ormoni maschili androgeni o mimando l'attività degli estrogeni femminili". Ma non finisce qui, poiché un alterato equilibrio ormonale oltre a diminuire dunque la misura del pene, porta anche a "modificazioni morfologiche del corpo maschile, armonia e proporzioni, tutte prerogative infatti degli ormoni". Ma dato che siamo in argomento, il rapporto Kinsey porta altre "verità" che tutto sommato sfateranno alcuni miti: "i neri hanno il pene più lungo dei bianchi quando questo è flaccido, ma i bianchi ce l'hanno più lungo quando è eretto". Anche il detto della circoncisione che rende il pene più lungo non è assolutamente vero, perché sempre nel rapporto Kinsey si dice che "non c'è nessuna differenza significativa di lunghezza in erezione fra individui circoncisi e non circoncisi". Ma ritornando al problema iniziale, lo studio dell'Università di Padova non lascia intravedere un grande futuro per l'Umanità, poiché ammette che "i ragazzi di oggi stanno assumendo una struttura fisica molto diversa da quella che avevano un secolo fa, e che li fa assomigliare sempre più alle donne". Il futuro è della donna dunque. Uomo addio?

Nessun commento: