sabato 27 febbraio 2010
Mamma! Mi si è ristretto il pene!
lunedì 22 febbraio 2010
La ballata di Erika e Omar...
Era il 21 febbraio 2001 quando nella loro casa di Novi Ligure vennero ritrovati i corpi devastati di Susi Cassini 41 anni e del figlioletto Gianluca di soli 12. I periti contarono 97 coltellate su entrambi i corpi, 56 sul figlio e 43 sulla madre, un vero scempio. Autori di quella carneficina, la figlia della vittima, Erika De Nardo, all'epoca 14 anni, e il fidanzatino Omar Favaro, 17. Un amore folle tra i due giovinastri aveva portato a questa strage, che come diranno in seguito, comprendeva anche il padre Francesco che invece sfuggì alla morte. Motivo? Le 'rampogne' della madre verso la figlia legatasi sentimentalmente troppo presto. "Sono stati degli albanesi!" diranno agli inquirenti i due assassini, un accusa che ben presto verrà smontata dai riscontri degli investigatori, poi, la confessione dell'orrendo crimine. Al processo che si celebrò a dicembre del 2001, il tribunale dei Minori condannò Omar Favaro a 14 anni di reclusione mentre Erika, personaggio principale in tutta la vicenda fu condannata a 16 anni, pene confermate poi in Apello e in Cassazione. Pene virtuali però, perché per un assurdo conteggio, buona condotta e sconti di pena, Omar Favaro è già fuori dalle mura del carcere in semilibertà e affidato ad una cooperativa che si occupa di giardinaggio, e dal marzo prossimo sarà libero completamente. Erika, che nel carcere si è laureata con 110 e lode, ha già assaporato la semilibertà dal 2006, e presto sarà libera definitivamente anche lei. Il carcere, si dice, deve riabilitare chi ha commesso un crimine e sicuramente è giusto che sia così. Ma per "riabilitarsi" dopo aver massacrato due persone, "bastano" 9 anni o piuttosto, "sono un insulto a chi è stato ucciso"?(foto: Gianluca De Nardo e la mamma Susi Cassini)
venerdì 19 febbraio 2010
Italia: Santi, Poeti, Naviganti, e Mariuoli...
mercoledì 17 febbraio 2010
Sanremo: Un'altra sconfitta per la canzone.
domenica 14 febbraio 2010
E' questa l'integrazione?
Eccola qui la nostra integrazione! Ha lo sguardo impaurito degli italiani e il colore rosso del sangue sul marciapiede. Ha l'immagine di vetrine infrante e auto rovesciate, (foto) lampeggianti di polizia e sirene di ambulanze. Milano come una contrada irachena, tra guerra etnica e odio galoppante, triste preludio di un domani senza legge e senza regole. La Francia l'ha già subita sulla sua pelle questa esplosione di violenza, con periferie in fiamme e coprifuoco al calar del sole. "Non si può più vivere" dice un residente di via Padova, la lunga via dove una volta vi abitava la media borghesia e che adesso è un crogiolo di etnie senza patria e pronte a scannarsi alla prima occasione. In questo caso, la scintilla che ha causato lo scontro è stata una rissa tra un gruppo di arabi e uno peruviano nel quale c'è scappato il morto, un giovane egiziano di 19 anni, colpito da una coltellata alla gola. Da qui la resa dei conti con pestaggi, grida di vendetta e cori "italiani di merda vi faremo tutti fuori". E la guerriglia urbana si è scatenata, pur con l'arrivo in massa di forze dell'ordine in tenuta anti sommossa. "Ho sentito sulla strada grida" dice un altro residente, "mi sono affacciato e ho visto un gruppo di stranieri che stava rovesciando la mia macchina". Guerriglia urbana dunque, rabbia scesa in piazza già a Castel Volturno, ancora a Milano scatenata dai cinesi, e a Rosarno in Calabria, con reazione dei locali e cacciata in massa degli stranieri. La legge sull'espulsione dunque dei clandestini non ha portato ancora a niente per la lentezza burocratica e per il quieto "lascia vivere", mentre ora la gente si aspetta dal governo un giro di vite: "Espulsione casa per casa" invoca la Lega, mentre da sinistra Filippo Pennati si chiede "com'è possibile che una parte della città di Milano sia in questo momento fuori dal controllo delle autorità". La miccia del fuoco delle banlieue parigine è stata innescata anche a Milano. Per le fiamme, è solo una questione di tempo.
giovedì 11 febbraio 2010
La bufala del "Global Warming"...
La direzione è sbagliata. Per i fautori del riscaldamento del nostro pianeta, la situazione climatica di quest'inverno rappresenta una debacle. Più che andare verso la desertificazione con stagioni torride e distruzioni in massa, se andiamo di questo passo ritengo che la popolazione mondiale scomparirà a causa del congelamento del pianeta. Basta dunque con gli allarmismi infondati di un sole che polverizzerà la Terra, poiché i sintomi di una ben altra fine per l'umanità sono lì fuori dalla finestra. Basta aprirla, e poi dare uno sguardo a quello che capita sia in casa nostra che nel mondo, leggendo i titoli delle notizie climatiche che appaiono sui quotidiani di oggi:L'Italia è travolta da una depressione artica, con condizioni meteo in rapido peggioramento ovunque.
Sugli Appennini solo con catene.
Muoiono le sardine nell'Adriatico a causa del mare troppo freddo.
Roma: violenta grandinata sui quartieri Nord e stato di attenzione per rischio neve.
Precipitazioni nevose da Nord a Sud dell'Italia.
Piano di agibilità per Fiumicino.
Bergamo sotto la neve.
Trieste: vento a 130 chilometri l'ora e bufere di neve in Carnia e nel Tarvisiano.
Strade chiuse dalla neve in Calabria.
Brividi in Sardegna con temperature scese sotto lo zero.
E' emergenza maltempo in tutta la provincia di Cosenza.
Ancona, decretato lo stato di allerta.
Record del freddo in Trentino con 47 gradi sotto zero.
Ma guardiamo anche all'estero:
43 morti per il freddo in Romania e 9 in Messico.
A Washington, nuova possente tempesta di neve.
Stati Uniti nella morsa del gelo: -17 gradi a Pierre (South Dakota); -16 a Saint Paul (Montana) e -15 a Madison (Wisconsin). Ironia della sorte, la tempesta di neve che ha paralizzato la capitale ha fatto saltare una riunione al Senato dove era in programma una audizione sul riscaldamento del pianeta.
A New York le attività delle Nazioni Uniti sono state cancellate e il palazzo di vetro è stato chiuso, come tutte le scuole, chiuse per la terza volta nel giro di sei anni.
La nuova tempesta di neve -"The Big Storm"-, ha portato il totale per l'inverno a 160 centimetri, battendo il vecchio primato di un metro e trenta stabilito nell'inverno 1996/96.
A Chicago sono caduti 30 cm di neve in un sol giorno, cosa che non si verificava dal 1908.
Un inverno anomalo con ondate di freddo che non daranno tregua fino al 20 febbraio.
Può bastare tutto questo a smentire i terroristi del "Global Warming"? Beh, allora aggiungiamo che abbondanti nevicate stanno paralizzando la Francia, mentre in Belgio, le nevicate di questi giorni hanno mandato in tilt trasporti locali e aeroporti. Per concludere? Che ben venga un po' di quel caldo torrido che tanto spaventa gli ambientalisti...
mercoledì 10 febbraio 2010
Foibe: Una Vergogna Dimenticata
Norma Cossetto era una bella ragazza di 24 anni di San Domenico di Visinada. Studentessa modello, stava per laurearsi in lettere e filosofia all'Università di Padova, e per preparare la sua tesi, girava l'Istria pedalando su una vecchia bicicletta. Il 25 settembre 1943, un gruppo di partigiani slavi irruppe in casa sua, razziando ogni cosa. Non se lo sarebbe mai aspettata, perché a pensarci bene, la sua non era una famiglia da considerarsi ricca, e poi, in tempi simili... Il peggio però doveva ancora arrivare, e questo lo capì il giorno successivo, quando la stessa banda di slavi ritornò, portandola via. Primo luogo della sua detenzione fu la caserma dei carabinieri di Visignano, dove in tutte le maniera, cercarono di convincerla a collaborare con loro. Al suo netto rifiuto, la donna fu condotta e rinchiusa a quel punto della ex caserma della Guardia di finanza a Parenzo, assieme ad altra gente del posto. Dopo un paio di giorni, Norma e tutti gli altri prigionieri furono di nuovo spostati, condotti con camion questa volta nella scuola di Antignana ,ed è lì, che per lei, iniziò un vero e proprio martirio. Condotta da sola in una stanza, qui fu spogliata e legata ad un tavolo, poi, a turno, ripetutamente violentata dai suoi 17 aguzzini. Una donna, residente in una casa vicina testimoniò: "Sentii urla e lamenti per tutto il pomeriggio provenire da quella casa, poi, verso sera, osai avvicinarmi alle finestre che avevano le imposte socchiuse per dare un occhiata. E la vidi, ancora legata nuda ad un tavolo che chiedeva acqua e pietà...". La notte stessa, Norma Cossetto, ancora in vita, fu portata in una Foiba delle vicinanze e gettata nel baratro. Due settimane dopo, il 13 ottobre 1943, a San Domenico ritornarono i tedeschi. Fu Lucia, la sorella di Norma, a denunciare il fatto ai militari, i quali, in breve tempo, riuscirono a catturare sei dei diciassette vili stupratori. Nello stesso tempo, il corpo di Norma fu recuperato dalla foiba e composto nella piccola cappella mortuaria del cimitero di Castellerier. I sei partigiani slavi arrestati, furono obbligati a passare l'ultima notte della loro vita a vegliare quella salma da loro stessi brutalizzata più di due mesi prima. Restarono soli tutta la notte con la loro vittima sotto gli occhi. Tre di essi impazzirono, e all'alba, senza nessuna compassione, caddero con gli altri fucilati a colpi di mitra.Una sola storia a ricordo degli italiani trucidati sul confine orientale, martiri cui mai è stata resa giustizia a causa di Governi pavidi e ragioni politiche. Quanti? La "conta" parte da 15.000 per arrivare, secondo alcuni studi, a 50.000. Basti pensare che nella sola foiba di Basovizza, situata sul ciglione carsico a 9 chilometri da Trieste e meglio conosciuto come "il pozzo della miniera", ad una profondità di 200 metri fu trovato uno spessore pari a 500 metri cubi di salme infoibate.
Il 10 novembre 1975, nella cittadina marchigiana di Osimo, il ministro degli Esteri italiano Mariano Rumor, e quello jugoslavo Milos Minic, firmarono un trattato meritevole di entrare nel Guinness dei primati. Uno dei due contraenti, il governo di Roma, pagò una serie di prezzi non da poco: la rinuncia alla sovranità italiana della zona B, la concessione di una zona franca italo-jugoslava a cavallo del confine di Trieste che apre a Belgrado una porta verso il Mercato Comune, più altri vantaggi materiali. L'altro contraente, la Jugoslavia, non dà contropartita di alcun genere, ma si limita ad incassare i lauti benefici.
lunedì 8 febbraio 2010
Jogging: la rivincita dei pigri
Jogger avvisato, cane salvato...
giovedì 4 febbraio 2010
Morgan: quando il diavolo fa pentole e coperchi...
"Io fumo crack tutti i giorni". Oddio! Ma chi lo ha detto così "tout court"? E' Morgan, (foto) si, lui, quello con i capelli luciferini e il pizzetto alla D'Artagnan. E subito è scoppiata una bomba a livello nazionale, e dato che il suddetto Morgan doveva partecipare al prossimo Festival di Sanremo, per lui sono suonate le campane del giudizio: "Fuori dalla kermesse canora"! E allora giornali e televisione, con dirette in argomento, hanno riempito pagine e trasmissioni. Il ministro Carlo Giovanardi: "Morgan si è fatto promotore dell'uso della droga!". Luigi Bersani, segretario Pd è più accomodante: "Merita un'altra possibilità". A questo punto la Rai cavalca l'onda: "Una petizione tra i cantanti di Sanremo. E voi come la pensate"? Sul Quotidiano Net, Marco Mangiarotti arriva in soccorso del nostro: "Morgan deve essere aiutato e non criminalizzato". Il teatrino dunque va avanti, ma c'è chi sostiene che in fin dei conti, Morgan abbia rappresentato al meglio tutti i malanni di chi fa uso di sostanze stupefacenti, quindi, si dice, bisogna ringraziarlo. Nel breve spazio di un intervista e di una veloce smentita infatti, questi ha concentrato tutte le conseguenze di un uso regolare di droghe: euforia; megalomania; disforia; istrionismo; mesto ritorno alla saggezza". Cosa succederà in breve? Come in tutti i casi nostrani, non sempre -soprattutto il male!- vien per nuocere. Morgan, dopo questo "purgatorio" mediatico sarà riammesso al Festival e l'applauso più grosso sarà per lui. E' il figliol prodigo che torna all'ovile, capo chino e cenere sul capo. Il "mea culpa" in questa Italia da operetta ha sempre avuto estimatori, e magari, nel teatro dell'Ariston, tra fiori e donne in décolleté, spunterà anche qualche lacrimuccia. Diavolo di un Morgan! Uno spot pubblicitario come questo, chi mai lo avrebbe mai escogitato...
lunedì 1 febbraio 2010
Sangue per una sigaretta negata
TORINO - Lo hanno scannato come un agnello, lì, nel prato sotto casa: "Mi dai una sigaretta"? Alla risposta negativa "Non ne ho", non c'hanno pensato due volte. Una lama tagliente che sbuca da una tasca e zac, un colpo secco alla gola, sangue che schizza dappertutto e la vita che vola via, senza un motivo, senza un perché. E' morto così George Munteanu,15 anni, uno studente romeno in Italia con la famiglia dal 1996. Se ne stava andando di passo svelto alla festa dell'oratorio della chiesa di Nostra Signora della Salute, quando due delinquenti -e non chiamiamoli bulli, perché quelli sono una altra cosa-, due fratelli romeni, lo hanno incrociato. George sapeva chi erano quei due soggetti, perché questi da tempo spadroneggiavano nel quartiere a suon di botte e coltelli, appoggiati in questo ruolo di piccoli boss da una banda di altri minorenni sciagurati. Già un marocchino, tempo addietro aveva assaggiato sul suo corpo i loro fendenti, tanto da dove ricorrere alle cure dei sanitari e nonostante questo, nessuno era intervenuto per paura di ritorsioni. Ora, dicono che i due delinquenti abbiano le ore contate, anche se in molti sperano di arrivarci prima per farsi giustizia con le proprie mani. Tutto questo avviene in un quartiere della periferia Nord di Torino, un accozzaglia di lingue e volti disperati in cerca di un domani e dove in molti casi, per far prima, vige la legge del più forte e non quella del rispetto. Anche questa è l'Italia del degrado nell'Anno Domini 2010...
Iscriviti a:
Commenti (Atom)