sabato 23 gennaio 2010

La calata degli Unni

Si arriva in Italia per cambiare vita, ma soprattutto, per cambiare la situazione economica. Se il lavoro c'è, bene, altrimenti ogni mezzo è lecito per raggiungere lo scopo. E' un po' questo lo spirito con cui certi stranieri affrontano la vita in casa nostra, divisi tra un lavoro precario oggi e un espediente domani, sempre sull'orlo di una china senza fondo. Ed è proprio uno di questi che due giorni fa è salito "agli onori" della cronaca nera per un omicidio avvenuto a Taranto, e dove vittima innocente è un'altra diseredata, una clochard italiana di 42 anni, derubata, stuprata e uccisa per 5 euro. Originaria di Bari, Filomena Rotolo -questo è il nome della vittima-, era una senzatetto che per dimora aveva scelto un capannone abbandonato nei pressi della stazione ferroviaria di Taranto. Sporcizia in giro e desolazione, ma in un angolo di questa enorme e fatiscente struttura, Filomena aveva ricavato una nicchia tutta per se, contornata da cartoni e sacchi di plastica dentro ai quali teneva le sue povere cose. Viveva di elemosine e piccoli espedienti Filomena, però mai era incappata nelle maglie della polizia. Domenica scorsa 17 gennaio, col primo buio e con il termometro che crollava sullo zero, Filomena si è ritirata nel suo angolo, un panino, un sorso d'acqua, una sigaretta trovata chissà dove e poi, per ripararsi dal freddo, si è sdraiata su quel materasso di cartoni sovrapposti e si addormentata, coperta da fogli di giornale e stracci consunti. Nella notte, qualcuno le si è avvicinato, l'ha colpita violentemente con una ferocia animalesca e l'ha violentata. Una volta soddisfatti i propri turpi desideri, la belva ha arraffato il telefono cellulare della donna e i pochi spiccioli che questa aveva in tasca: 5 euro. A questo punto, il suo carnefice si eclissato nella notte. Solo la mattina seguente qualcuno ha dato l'allarme e un ambulanza arrivata velocemente sul posto ha portato Filomena al più vicino ospedale. La donna presentava una gravissima anemizzazione per il sangue perso sia dalla bocca che dalle parti intime, e inoltre aveva un trauma addominale e toracico, infrazioni costali e contusioni su più parti del corpo. L'ultimo fiato, Filomena lo ha speso per dire ciò che le era successo e per dare indicazioni sul suo aggressore, poi è spirata. Per la polizia, subito messa sulle tracce dell'assassino non è stato difficile acciuffarlo. Si tratta di un bulgaro di 31 anni, irregolare in Italia e già destinatario di un decreto di espulsione. A cosa serve ora chiedersi perché questo delinquente sia stato lasciato gironzolare in Italia invece di essere spedito a casa sua, perché se così fosse stato, Filomena Rotolo, 42 anni, italiana, pur nella sua miseria oggi sarebbe ancora viva. Un nuovo tributo di sangue dunque, lungo la strada di questa integrazione senza senso e firmata dall'ennesimo "irregolare con decreto d'espulsione". Quante Rosarno ci vorranno ancora prima di arrivare ad un integrazione ragionata?

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