venerdì 8 gennaio 2010

MINA: QUANDO LA CULTURA E' SNOB.

Anche i miti, a volte, ruzzolano giù dall'Olimpo, e in questo caso mi riferisco a Mina, ammiratissima come cantante ma poco come editorialista. Si, perché ho sempre pensato che la cultura, intesa come arte scritta o pittorica, sia patrimonio mondiale, e non appartenga ad una ristretta cerchia di snob con la puzza sotto al naso. Pietra "dello scandalo" in questo caso è la partecipazione di Dustin Hoffman (foto) allo spot realizzato dalla regione Marche, dove slogan finale è una voce fuori campo che dice "Le Marche le scoprirai all'infinito". E quell'Infinito altro non è che una delle più belle poesie di Giacomo Leopardi, con quel suo "Sempre caro mi fu quest'ermo colle". Certo in lingua italiana, Hoffman non potrà mai competere con un Albertazzi o con un fu e sempre amato Vittorio Gassman, poiché nello spot la poesia è narrata con accento angloamericano, oltre a pause e ripetizioni come voluto da copione. Ed è qui che entra in campo la nostra grande -come cantante- Mina, la quale nella sua domenicale rubrica sulla Stampa, afferma -irrispettosa tra l'altro nei confronti del grande attore americano vincitore di Oscar- che al suo posto "sarebbe andato benissimo anche Oliver Hardy, al quale, paradossalmente, in questa demoralizzante 'performance', mi sembra che assomigli. Non so come l'avrebbe fatta Ollio, non peggio, credo". Per Mina dunque, "L'Infinito" di Giacomo Leopardi "è cosa nostra", e guai a chi osa cimentarsi delle sue sublimi rime, perché se la cadenza non è giusta e l'incedere è incerto, è oltraggio di lesa maestà, che in questo caso se ne fa paladina la nostra ex urlatrice. Come se ad un nostro attore fosse precluso la possibilità di cimentarsi nel più classico Shakespeare, ovvero quel "To be, or not to be: that is the question, Whether 'tis nobler in the mind to suffer, The slings and arrows of otrageous fortune, Or to take arms against a sea of troubles..." C'è poi, forse, anche un po' di acredine nelle parole di Mina, poiché bolla il tutto con "gli avranno dato una paccata di soldi , quindi, perché dire no"? come se a lei, Tassoni o Barilla non l'avessero foraggiata ben bene nei momenti di gloria, aggiungendo infine che "il mondo della pubblicità è un mondo di matti". Snobismo puro, protezionismo lezioso di una poesia "patrimonio del mondo" e non solo di Mina , per cui "Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare". L'avrò scritta bene?.....

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