lunedì 28 settembre 2009

ROMAN POLANSKI: RITORNO AL PASSATO

Si, d'accordo. Roman Polanski (foto) è un grande regista. Di lui si celebrano films come "Rosemary's Baby", "Il pianista" -Palma D'Oro a Cannes-, "Tess" -due nomination all'Oscar- ,"China Town", "Per favore non mordermi sul collo", "Oliver Twist" e poi di lui si ricorda la moglie, la bellissima attrice Sharon Tate, uccisa il 9 agosto del '69 a Beverly Hills assieme ad altri quattro amici dalla setta di Charles Manson. Nel suo passato che ritorna però, Roman Liebling, -alias Polanski- nato a Parigi il 18 agosto 1933, è ricordato anche nei verbali della polizia di Los Angeles, e non per meriti artistici, tutt'altro: per violenza sessuale nei confronti di una tredicenne. Era infatti il 1977 quando l'allora 44enne regista di origine polacca partecipò ad una festa nella villa dell'amico Jack Nicholson. Wiskey a gogò e -a sentire ciò che mise a verbale la ragazzina- anche qualcos'altro. Il fatto si sviluppò nella piscina della villa, dove prima con semplici avances e poi con maggior insistenza, il maturo regista violentò la 13enne Samantha Geimer. La denuncia arrivò subito dopo da parte dei genitori della ragazzina, e davanti al procuratore, Polanski patteggiò per l'accusa di stupro, venendo però condannato dal tribunale di Los Angeles per sesso con una minorenne. Prima che le manette gli scattassero ai polsi però, Roman Polanski abbandonò in tutta fretta gli Stati Uniti senza mai più farvi ritorno. Trovò accoglienza nell'ospitale Francia, diventandone in seguito cittadino. Per oltre 30 anni un mandato d'arresto internazionale lo ha seguito costantemente in ogni suo spostamento, un mandato però mai eseguito da nessun Paese. E' stata la polizia svizzera ad arrestarlo sabato 26 settembre appena Polanski ha messo piede a Zurigo, lì per ricevere una targa in onore alla carriera. I promotori della manifestazione lo hanno atteso invano, e solo qualche ora dopo sono venuti a conoscenza che "l'ospite d'onore" era stato tratto in arresto e rinchiuso in una cella dell'aeroporto. La vittima dello stupro, oggi una matura signora di 45 anni, dopo vari tentativi di far archiviare il caso una volta per tutte, ha detto "L'ho perdonato, ho una vita felice e mi auguro lo stesso per lui". Troppo poco per la legge americana, ora in attesa di vederselo recapitare a casa. Ma se questo è il fatto, di per sé già insolito per lunghezza dei tempi, lasciano perplesse invece le reazioni dello "star system" mondiale, schieratosi immediatamente a favore dell'artista, dimenticando di fatto però l'uomo. Se Roman Polanski verrà estradato in Usa, un nuovo procedimento verrà aperto nei suoi confronti, perché in America, checché se ne dica, "La legge è uguale per tutti". Anche per artisti del calibro di Roman Polanski, "Palma d'Oro" a Cannes e Premio Oscar per la regia.
(foto tratta da Corriere Online)

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