sabato 5 settembre 2009

JOSHUA BERNARD, AGONIA IN DIRETTA...

Un albero con la chioma verde, in lontananza una catena di montagne e due militari chini su un commilitone. E' il 15 agosto e l'immagine registra gli ultimi istanti di vita di un giovane marine americano, il caporale Joshua Bernard, 21 anni, (foto) di New Portland in Maine. Un immagine cruda e violenta di quelle che scuotono le coscienze e aprono una finestra sulla realtà della guerra. Una granata, esplosa in un boschetto di melograni su di un campo di battaglia afgano nei pressi del villaggio di Dahaneh ha fatto scempio del corpo del giovane. La crudeltà del rapporto stillato dai medici sulle ferite riportate dal militare è sconvolgente: una gamba strappata di netto dall'esplosione, e l'altra appesa a un brandello di carne. Lo scatto è della fotografa Julie Jacobson, fatto da lontano, col teleobbiettivo e sotto il fuoco talebano. Nel dramma di questa vita che si spegne, una domanda: era proprio necessario pubblicare l'agonia di un giovane? Anche il Pentagono ha manifestato il suo sdegno inviando una nota di protesta all'agenzia Ap -Associated Press- , rea di aver mandato in circuito la foto, definendo l'iniziativa "una raccapricciante violazione del buon senso e del rispetto verso le persone". Come risposta, Santiago Lyon, capo del servizio fotografico incriminato porta le sue ragioni: "Ogni giorno i nostri giornalisti documentano gli avvenimenti mondiali, e l'Afghanistan non fa eccezione". L'unica "gentilezza" concessa dall'agenzia, infatti, è aver aspettato che i funerali del giovane marine fossero stati celebrati. Ma come è stata la reazione in America tra la gente comune, in relazione al 19° soldato americano morto in agosto in Afghanistan -su un totale di 51appartenenti a esercito, marines e marinai caduti nello stesso mese- e relativa pubblicazione della sua agonia sui media internazionali? Sintomatico è il pensiero lasciato in rete da uno che si firma "lordjin": "We are a tv-watching, movie-watching, buttered popcorn and large fountain drink culture. We, more than anyone else, need to see that our precious freedoms were won by countless limbs being blown off countless bodies, and that our convenient sidewalks that lead us to our convenient movie-theaters and video store are paved whit human blood". In poche parole, un pensiero e una lode al caporale Joshua Bernard, poiché partendo dal presupposto che oggi viviamo in questa società fatta di cine-tv- e grandi bevute, noi, più di altri, dovremmo saperlo che le nostre preziose libertà sono state ottenute col sacrificio di tanta gente senza nome, e che quindi i nostri sicuri e comodi marciapiedi che ci portano nei nostri sicuri cinema-teatro sono pavimentati da sempre di sangue umano...

Nessun commento: