lunedì 31 agosto 2009

JAYCEE LEE DUGARD, LA BAMBINA TORNATA DAL PASSATO...

L'ultima immagine di Jaycee Lee Dugard (foto) è quella di una ragazzina undicenne, capelli biondi come il grano e occhi azzurri. Era il 10 giugno del 1991, quando alla fermata dello scuolabus di Meyer, un sobborgo di South Lake Tahoe -California, Usa- la piccola Jaycee venne abbordata da un auto e rapita da due persone, un uomo e una donna. Da allora, sua madre Terry Proybin e il patrigno Carl -cui per un certo periodo fu sospettato di essere coinvolto nel rapimento- la ricordarono così, giorno dopo giorno per 18 lunghissimi anni. Poi, una telefonata dell'F.B.I. alla madre della bambina: "Abbiamo ritrovato sua figlia". Gioia, lacrime di felicità, pensieri che come in una pellicola si srotolano all'indietro e poi, lacrime, questa volta per l'orrore di ciò che è stato, di ciò che ha dovuto subire la piccola. Tre anni dopo il rapimento, all'età di 14 anni quindi, Jayce dava alla luce una figlia, seguita da un altra quattro anni dopo. Il rapitore, tale Phillip Garrido, allora 40enne -oggi 58- se ne era servito come divertimento sessuale segregando la piccola in un riparo tirato su dietro casa, fatto di legno e teli all'insaputa di tutti, tranne di sua moglie Nancy, 37 anni al momento del fatto. "E' come se avessi vinto la lotteria" ha esultato il patrigno alla notizia del ritrovamento, salvo poi inorridire ascoltando il racconto della prigionia snocciolato dalla ragazza. Un fatto che ricorda quello -non ancora del tutto chiarito...- della ragazza austriaca Natascha Kampusch sequestrata per otto anni, o quello, se vogliamo ancor più ripugnante di Elisabeth Fritz, sequestrata per 23 anni dal padre e resa madre di sette figli. Vite cancellate di giovani ragazze che mai potranno riprendersi, e mostri in libertà che avrebbero dovuto essere sbattuti precedentemente in galera per impedire di nuocere. Come il depravato Phillip infatti, che negli anni '70 era stato inserito nella lista dei maniaci sessuali per aver rapito e stuprato una donna di 25 anni, che nonostante la condanna, era stato inspiegabilmente messo in libertà vigilata. Quella libertà che gli ha permesso di rovinare vite innocenti e forse, come adesso indaga la polizia, di aver stuprato e ucciso una decina di prostitute, tutte scomparse, guarda caso, nelle vicinanze di Antioch, suo paese di residenza.

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