venerdì 10 febbraio 2012

Squali intorno alla Concordia...

C'è un giovane che in ogni programma televisivo parla dei suoi traumi. Era un passeggero della Costa Concordia, la superba nave miseramente naufragata all'Isola del Giglio: "La notte non dormo più, ho gli incubi...e di giorno, in mezzo alla gente, quando vedo delle persone anziane mi viene da piangere". C'è un'altra passeggera, questa volta una signora, che dice da quel maledetto giorno soffre di claustrofobia, "non posso più entrare in luoghi chiusi e stretti perché mi manca l'aria e poi, ho incubi ricorrenti". Una coppia scampata e anche lei presente in molti talk show, avverte che "siamo vivi per miracolo, e da quel maledetto giorno -già sentito-, la nostra vita è cambiata". Scene da una crociera finita sugli scogli, dal cocktail col capitano al cappotto prestato dall'isolano per ripararsi dal freddo, dato che nel momento del disastro tutti erano in sala pranzo, al bar o in teatro, quindi abiti da sera o pseudo tali. Finito il dramma, ora si passa all'incasso. Un risarcimento per le vittime è più che sacrosanto, e sacrosanto ancora è il risarcimento per i sopravvissuti. Con due distinguo però. Un pool di avvocati americani ha fatto sapere che per ogni vittima chiederà al colosso USA, Carvival Corporation -proprietaria di Costa Crociere-, un risarcimento di due milioni di dollari, circa 1milione e mezzo di euro. La vita non ha prezzo, quindi, due, quattro o cento non restituiranno la vita ai defunti, ma faranno certamente la felicità dei parenti. Diverso è l'altro discorso, quello dei superstiti, e anche qui gli avvocati americani l'hanno sparata grossa: per sei passeggeri in vita, per esempio, hanno richiesto a Costa Crociere ben 450 milioni di dollari, ovvero oltre 70 milioni a testa. Ebbene, se 14.000 euro offerti dalla Società sono effettivamente pochi, 70 milioni a testa sono una sproporzione immane. Quattrocento persone -si presume tra italiani e no- già si sono affidate agli avvocati americani per una "class action", senza però tenere conto che tra le clausole incluse sui biglietti acquistati e sul contratto firmato prima del viaggio, infatti, c'è un punto riguardante la scelta del Foro competente in caso di controversie, che nel caso specifico, è quello di Genova. Qualsiasi iniziativa legale intrapresa in America dunque potrebbe essere invalidata, con una forte penale da pagare da parte dei passeggeri allo studio legale statunitense. Una crociera come un bingo al Superenalotto? Mah, ho i miei dubbi. Una cosa però è chiara: intorno al relitto della Costa Concordia, nel mare dell'Isola del Giglio, sono arrivati gli squali...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma fanno benissimo gli Avvocati Americani chiedendo cifre del genere. Se una compagnia a questo livello mette nelle mani di un CRETINO EGOISTA LE VITE DI PIU' DI
DUEMILA PERSONE scusami sai Gericus non credo che poi chiedano cosi' tanto,tu che ne pensi?