mercoledì 23 giugno 2010

Caso Cogne in tivu: ancora?

AOSTA - Una trasmissione di cui non si sentiva assolutamente la mancanza è quella andata in onda lunedì 7 giugno alle ore 21 sul canale satellitare 407 di Sky e ripetuta nelle serate successive. Già il titolo, "Delitti" dava la sensazione del mistero, quel mistero che però il "caso Cogne" -almeno in Valle d'Aosta- non ha sortito nessun effetto, avendolo i valdostani vissuto in prima persona. Qual'è dunque il motivo dei riflettori di nuovo accesi sul delitto del piccolo Samuele Lorenzi? Nessuno, caso ormai chiuso, poiché la madre colpevole dell'omicidio, Annamaria Franzoni è da tempo rinchiusa in carcere per scontare i suoi 16 anni di reclusione, Cogne è finalmente consapevole che il "mostro" non è in giro per la vallata, e i "cognein" liberi una volta per tutte dagli occhi indiscreti di telecamere e taccuini di mezzo mondo. Nella prerogativa degli autori del programma forse c'era l'ambizione di rinverdirne i fasti, dato che ai tempi dell'inchiesta e con la Franzoni che saltava da una rete all'altra l'audience saliva alle stelle. Immaginiamo però che l'altra sera non sia andata così: filmati visti e rivisti fino alla nausea, lacrime dell'Annamaria viste e giudicate ai suoi tempi, e schizzi di sangue in quella villetta "sul monte" ormai sbiaditi dal tempo. E per dare spessore "al già visto e già sentito", illustri ospiti, come l'ex sindaco di Cogne Osvaldo Ruffier, colui che più di tutti si era battuto affinché l'ombra nefasta di questo delitto non scardinasse turismo e usanze, e poi l'ex procuratore di Aosta, dottoressa Maria Del Savio Bonaudo, che ha ricordato il duro scontro -finito poi con una denuncia per diffamazione- con l'avvocato Carlo Taormina, il quale nella trasmissione ha ricordato "quell'aria forcaiola che si respirava ad Aosta in quei giorni contro la Franzoni", adducendo al fatto che sempre più gente si radunava davanti al tribunale gridando "assassina" alla sua assistita ad ogni apparizione. Ma in questa rievocazione non potevano mancare molti altri personaggi della vicenda, la dottoressa Ada Satragni, colei che per prima giunse al cospetto del corpo martoriato del piccolo Samuele e ancora, l'ex comandante dei Ris colonnello Luciano Garofano, che grazie alle sue investigazioni scientifiche ha dato un nome al colpevole del delitto. Non poteva mancare poi in questo caso il primo avvocato della difesa Carlo Federico Grosso, che annunciò "lascerò l'incarico il giorno che dovessi scoprire che la Franzoni non è innocente" e che invece se ne andò per non condividere il patrocinio con Carlo Taormina, voluto dalla famiglia di Annamaria poiché ritenuto "più incisivo" di Grosso. Voce narrante del programma il giornalista Meo Ponte, poi ritagli di interviste televisive, in una delle quali Annamaria Franzoni sussurrava in lacrime "chiedo giustizia per mio figlio". E giustizia è stata fatta: 30 anni in prima battuta ridotti poi a 16, che con il condono scendono a 13. Una domanda in chiusura: nessun cronista valdostano è apparso nella trasmissione. Una dimenticanza, disistima per la stampa locale o paura degli autori del programma per verità scomode che sarebbero potute venire fuori? Chissà, forse è proprio questo l'unico e vero mistero di tutto il programma...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma la finirà 'sta telenovela?