lunedì 5 ottobre 2009

INTEGRAZIONE? A SENSO UNICO...

AOSTA - Anche in una piccola regione come la Valle d'Aosta -poco più di 125.000 abitanti-, il fuoco brucia sotto la cenere dell'integrazione. Se nel quieto tran-tran della vita locale non ci sono episodi di razzismo strisciante, segnali inquietanti invece arrivano proprio da un extracomunitario marocchino, il quale, attualmente detenuto nella casa circondariale di Brissogne (Aosta), lancia il suo grido: "Aiuto! Vogliono uccidermi". Ma non è una minaccia che arriva da autoctoni nei suoi confronti, bensì da suoi connazionali, e il motivo è di estremismo religioso. Il marocchino in questione, Mohamed Echamali, 29 anni, nato a Khouriba, si è infatti convertito al cristianesimo, da qui la "fatwa" lanciata nei suoi confronti. In una lunga lettera inviata ad un quotidiano locale, Mohamed con toni disperati porta a conoscenza il suo caso che qui sintetizziamo: "Sono passato al cristianesimo dopo aver conosciuto una ragazza italiana con la quale ho avuto una relazione. I miei genitori, appena venuti a conoscenza del mio cambio di religione, mi hanno subito minacciato di morte, perché è la loro unica maniere per ottenere il perdono di Allah. in quanto sono loro che hanno allevato un traditore. Ora vivo nel terrore di incontrare qualche fanatico religioso che possa uccidermi o farmi del male". Un grido d'allarme comunque tutto da verificare, anche se alla luce di fatti tragici recentemente accaduti in Italia -assassinio di Hina Saleem, la pakistana che voleva vivere all'italiana e quello di Sanaa Dafani, 'colpevole' di amare un italiano- non va sottovalutato. Integrazione dunque a "senso unico"? E ancora: integrazione o imposizione di usi e costumi a noi estranei? E' accettabile -una volta appurata la veridicità di quanto scritto- che una persona non sia libera di professare spontaneamente il proprio credo religioso, senza correre il rischio di essere uccisa? Un certo disagio -come si percepisce ormai nel resto d'Italia- germoglia dunque anche in Valle d'Aosta, una regione dove gli stranieri residenti sono 7.500, i clandestini circa un centinaio, e su un totale di 250 detenuti, ben 183 vengono da fuori... (foto: le traduzioni dei cartelli le lascio a voi...)

3 commenti:

silla ha detto...

Trovo sempre molto interessanti i suoi interventi Gericus, anche e in particolar modo, sulla storia passata della Valle d'Aosta.
Riguardo al tema in qestione io un'idea me la sono fatta nei primi anni 80 in Parigi, dove soggiornavo per motivi di studio post laurea. Già alloro prevedevo impossibile la loro assimilazione. Fui minacciato dai fratelli di una ragazza algerina con cui avevo simpatizzato all'Università.
E' incontestabile che contro questa gente, da Poitier in avanti, abbiamo sempre e solo combattuto guerre difensive (anche le Crociate lo erano). Adesso li abbiamo in casa e, tra qualche anno, anche se mettiamo la testa sotto la sabbia, l'Europa diverrà una Bosnia al cubo.
In bocca al lupo ai nostri figli che dovranno vivere 1.000 notti di S. Bartolomeo, ma, questa volta, può essere che vincano gli ugonotti.

Anonimo ha detto...

• sicuramente la libera circolazione degli essere umani è un diritto per tutti gli uomini soprattutto se sono dei lavoratori,ma questo fenomeno ha bisogno di regole precise in modo ke questi flussi migratori nn diventino un problema per i paesi ospitanti
http://www.loccidentale.it/articolo/immigrazione%3A+il+nodo+da+sciogliere+non+%C3%A8+la+cittadinanza+ma+pi%C3%B9+mobilit%C3%A0.0079062

Gericus ha detto...

Grazie Silla e Anonimo che avete lasciato il vostro pensiero sul problema dell'immigrazione. Sono pienamente d'accordo con voi, pertanto spero che qualcosa cambi, affinché i nostri figli non debbano pagare la sventatezza di questa politica della "testa sotto la sabbia". L'Eurabia è dietro l'angolo... Gericus