NAPOLI - Nemmeno ai tempi di Wild Bill Hickok si uccideva così, bensì gli anni fossero quelli del 1800, del Far West. A Napoli invece lo si fa tutt'oggi, e pure alle spalle, a tradimento. Il video che gira in questi giorni su internet è da brivido, perché quelle poche sequenze registrate da due telecamere diverse e che risalgono all'11 maggio scorso, riprendono gli ultimi istanti di vita di un uomo, tale Mariano Bacioterraccino, 54 anni, freddato in pieno giorno davanti all'ingresso di un bar nel rione Sanità. Camicia bianca, l'uomo sembra non sospettare la fine imminente, fermo sul marciapiede ad osservare il via vai della gente. Un giovane, cappello in testa, lo sfiora entrando nel locale. E' lui l'assassino, che prima di entrare in azione -ripreso questa volta dalla telecamera interna- fa un giro ispettivo nel locale, ritornando immediatamente e a passi sicuri verso l'uscita. Una volta sulla porta, estrae una pistola dalla tasca e spara un primo colpo alle spalle della vittima. Mariano Bacioterrazzano cade in ginocchio sul marciapiede mentre l'assassino, puntandogli questa volta la canna dell'arma a un palmo dalla nuca, (foto) preme di nuovo il grilletto. Senza nessuna fretta, a questo punto il killer si allontana dalla zona, tra l'indifferenza della gente. Un "lavoro pulito" come si dice in gergo, un "delitto di camorra", come sosterranno gli inquirenti. Ma "orrore nell'orrore", è l'indifferenza della gente che si trova sul posto dell'esecuzione: il venditore abusivo di sigarette che ritira con calma il suo banchetto, gente che non si gira neppure al deflagrare dei due colpi e infine, una donna che addirittura scavalca il morto in una pozza di sangue continuando la sua strada. E proprio su questo macabro e vigliacco particolare, Roberto Saviano, autore di "Gomorra", mette in risalto "l'assoluta serenità dell'esecuzione e delle persone che si trovavano intorno", sintomo ormai di un abitudine radicata al sangue della popolazione napoletana, che per scudo alla propria incolumità, osserva il tutto con "tranquilla indifferenza". Non siamo a Tombstone, cittadina di frontiera ricordata per la famosa "Sfida all'OK Corral", ma nella Napoli del Terzo millennio, ancora da stabilire però se "prima o dopo Cristo"...
venerdì 30 ottobre 2009
NAPOLI: LA MORTE IN DIRETTA
NAPOLI - Nemmeno ai tempi di Wild Bill Hickok si uccideva così, bensì gli anni fossero quelli del 1800, del Far West. A Napoli invece lo si fa tutt'oggi, e pure alle spalle, a tradimento. Il video che gira in questi giorni su internet è da brivido, perché quelle poche sequenze registrate da due telecamere diverse e che risalgono all'11 maggio scorso, riprendono gli ultimi istanti di vita di un uomo, tale Mariano Bacioterraccino, 54 anni, freddato in pieno giorno davanti all'ingresso di un bar nel rione Sanità. Camicia bianca, l'uomo sembra non sospettare la fine imminente, fermo sul marciapiede ad osservare il via vai della gente. Un giovane, cappello in testa, lo sfiora entrando nel locale. E' lui l'assassino, che prima di entrare in azione -ripreso questa volta dalla telecamera interna- fa un giro ispettivo nel locale, ritornando immediatamente e a passi sicuri verso l'uscita. Una volta sulla porta, estrae una pistola dalla tasca e spara un primo colpo alle spalle della vittima. Mariano Bacioterrazzano cade in ginocchio sul marciapiede mentre l'assassino, puntandogli questa volta la canna dell'arma a un palmo dalla nuca, (foto) preme di nuovo il grilletto. Senza nessuna fretta, a questo punto il killer si allontana dalla zona, tra l'indifferenza della gente. Un "lavoro pulito" come si dice in gergo, un "delitto di camorra", come sosterranno gli inquirenti. Ma "orrore nell'orrore", è l'indifferenza della gente che si trova sul posto dell'esecuzione: il venditore abusivo di sigarette che ritira con calma il suo banchetto, gente che non si gira neppure al deflagrare dei due colpi e infine, una donna che addirittura scavalca il morto in una pozza di sangue continuando la sua strada. E proprio su questo macabro e vigliacco particolare, Roberto Saviano, autore di "Gomorra", mette in risalto "l'assoluta serenità dell'esecuzione e delle persone che si trovavano intorno", sintomo ormai di un abitudine radicata al sangue della popolazione napoletana, che per scudo alla propria incolumità, osserva il tutto con "tranquilla indifferenza". Non siamo a Tombstone, cittadina di frontiera ricordata per la famosa "Sfida all'OK Corral", ma nella Napoli del Terzo millennio, ancora da stabilire però se "prima o dopo Cristo"...
giovedì 29 ottobre 2009
VALLE d'AOSTA: CERCASI VALDOSTANO!
(foto:"Dossier Statistico Immigrazione 2009". Edizioni Idos)
martedì 27 ottobre 2009
ESCORT E TRANSit, L'AUTO DEL MOMENTO...
venerdì 23 ottobre 2009
300.000 PAGINE LETTE!
giovedì 22 ottobre 2009
ITALIA, IL PAESE DELLE BANANE
Certo ce n'è di stupidità in giro tra le nostre contrade. Se prima si poteva supporre, ora con internet tutta l'idiozia umana, la beceraggine da "bar sport" viene a galla. Ma la cosiddetta "democrazia", avrà dei limiti oltre i quali la nostra libertà non è più un diritto ma reato da codice penale? Senza voler minimamente innescare una diatriba politica, mi riferisco al gruppo nato su Facebook a nome "Uccidiamo Berlusconi", nel quale, fino a ieri, circa 14.000 iscritti inneggiavano alla sua morte violenta. Uccidere dunque, eliminare una persona, sia questa un pincopallino qualsiasi che un presidente del Consiglio. Chissà, forse quest'ondata di stupidità parte dal discutibile film di un certo Bernardo Carboni, autore e regista di "Shooting Silvio" e ora pentito -secondo ciò che si legge sulla stampa nazionale- di averlo fatto, ma dal momento che la "madre degli stupidi è sempre in cinta", ecco spuntare tale Matteo Mezzadri, coordinatore di un circolo del Partito Democratico di Vignola, il quale, volendo meravigliare il pubblico dei naviganti della rete, aumenta la dose, scrivendo sempre su Facebook: "Santo cielo, ma è possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi"? Da qui a creare un nuovo gruppo il passo è stato breve, e Facebook ha così partorito altri seguaci "dell'eliminazione diretta". "Per 500 mila euro io sono pronto a farlo" scrive un aspirante sicario, mentre un altro 'eroe', forse abituato al clima sudamericano, suggerisce "un anonimo autocarro alle 4 di mattina , il prelievo, e poi, nulla". La Procura di Roma ha aperto un inchiesta per scovare gli "eroi della rete", eroi che però, dopo l'annuncio di un inchiesta della magistratura in corso, hanno cominciato ad abbandonare la pagina di Facebook, mentre i più "ostinati e spavaldi" ora stanno modificando il tiro: "uccidere è inteso solo in senso lato e non fisico", anche se ormai la frittata è fatta. Italia, paese delle banane dunque, dove ognuno urla e pretende la sua ragione, vantando diritti ma non doveri. Come quello appunto di poter scrivere e incitare ad uccidere chi non la pensa come te...
domenica 18 ottobre 2009
NUOVO PROGRAMMA SCOLASTICO...
Orario di classe: Lunedì: h.8,30 Cristianesimo/. h.9,30 Ebraismo/. h.10,30 Induismo/. h.11,30 Islam/. h.12,30 Baha'ì. Pomeriggio: ripasso di Shintoismo, Neopaganesismo, Celtismo, Taoismo, Rastafarianesismo e Buddhismo. Martedì: Inglese: "There is only one religion, though there are a hundred versions of it" diceva il buon George Bernard Shaw, ovvero "C'è solo una religione, benché ne esistano un centinaio di versioni". A quanto pare, tutto ciò non devono saperlo Fini e D'Alema, -attenti a quei due!- i quali -dal tema "è sempre meglio fare il politico che lavorare"!- sono usciti con un idea alquanto bizzarra: "Ora d'Islam nelle scuole italiane". Dunque, volendo fare i "democratici" fino in fondo per apparire "anime candide" sul tema dell'immigrazione, i "nostri due strani alleati" sono passati dal volere uno Stato laico ad uno che invece ne professa addirittura due di religioni, il tutto, con il beneplacito del Vaticano, guida spirituale di un chiesa ormai senza più una bussola. Ma se l'Islam ha diritto ad entrare nelle nostre scuole con l'ora di insegnamento, perché non fare lo stesso per le altre religioni? E poi: chi saranno gli insegnanti? I sedicenti imam di via Jenner a Milano che professano la decapitazione degli infedeli? Se i dati statistici parlano di 1 miliardo e 500 milioni di persone nel mondo che professano il cristianesimo, 800 milioni l'islamismo, 650 milioni l'induismo, 295 milioni il buddhismo e 18 milioni l'ebraismo -oltre ad altre correnti religiose minoritarie-, perché dunque, -in un epoca ormai di globalizzazione forzata e subita- se vogliamo essere "anime belle" fino in fondo, si deve escludere questi altri credenti a solo vantaggio di "coloro che numericamente sono maggioritari sul nostro territorio, e che più degli altri fanno la voce grossa"? Da togliere la religione dalle scuole dunque, a introdurne un altra? E infine, se proprio vogliamo che ciò avvenga, perché in prima istanza non chiedere ai Paesi di religione islamica -Iran, Iraq, Egitto, Emirati, Pakistan ecc ecc- di rispettare la reciprocità? Voce nel deserto... Là, le proprie usanze non si svendono come da noi in un giorno, ma si combatte per mantenerle. Le "mezzeseghe", dunque, sono purtroppo una prerogativa tutta italiana, e guarda un po', vanno tutte a finire nel Governo... (foto: Gianfranco Fini e Massimo D'Alema)
venerdì 16 ottobre 2009
"CIUPAR", VOCE DEL VERBO SUCCHIARE...
"Quando il gioco si fa duro... i pirla vanno fuori di testa". Sguardo strafatto e espressione da resa dei conti, nella conferenza stampa dopo l'1 a 0 sull'Uruguay a favore dell'Argentina, Diego Armando Maradona, c.t. della nazionale, come si suol dir "ha pisciato fuori dal vaso" scagliandosi contro i giornalisti, rei di averlo duramente criticato visto i deludenti risultati della squadra: "A chi non credeva in noi -chiedo scusa alle donne-, dico... che vadano a succhiarlo, e continuino a succhiarlo. Io sono bianco o nero, grigio non voglio esserlo nella vita. Mi avete trattato come mi avete trattato. Adesso continuate a succhiare". Praticamente una 'tesi universitaria' sulla 'fellatio' rivolta ai giornalisti. Altro 'mister' caduto nel ridicolo, -chissà, forse c'è un epidemia nel settore visto la simultaneità- è il nostro Marcello Lippi, (foto) sonoramente fischiato dopo la recente vittoria -rosicata!- contro Cipro, dove gli spettatori hanno espresso il loro disappunto al grido di "Vergognatevi! Andate a lavorare!". Per il nostro Lippi, tutto ciò deve essere stato vissuto come un atto di "lesa maestà", tanto che questi, come nemmeno Lino Banfi avrebbe fatto nel film "L'Allenatore nel Pallone", inviperito come una jena ha ribattuto ai contestatori, -due mani portate alla bocca a mo' di imbuto-: "Andateci voi a lavorare!", come per dire "io posso permettermi di guadagnare, e tanto, senza lavorare, ma voi no!" In televisione, il 'buon' Marcello -da toscano a toscano lo ammetto: mi è antipatico!- ha esordito così: "Alle prime difficoltà che ha questa squadra, a questi ragazzi gli si dice 'andate a lavorare?'". Caspita! E chi sono 'questi ragazzi'? E poi: perché non potremmo? "Due allenatori nel pallone" dunque, supponenti e convinti di essere i padroni del gioco. Hanno fatto il loro tempo, tutti e due. Maradona, -per chi non ha la memoria corta- doveva essere messo fuori dal baraccone del calcio già da diversi anni, mentre Lippi, arroganza a parte, deve restituire la Nazionale all'Italia. Sul caso Maradona infine, il presidente della Fifa, Joseph Blatter, per riportare un po' di dignità nel calcio, ha annunciando l'apertura di un inchiesta con pesanti sanzioni, mentre per l'umiliante sceneggiata di Lippi, Giancarlo Abete, presidente Figc annuncia provvedimenti. Due intoccabili giunti dunque al capolinea?
mercoledì 14 ottobre 2009
GAD LERNER, VELINE E SHARE...
(foto tratta da Libero: Federica Nargi e Costanza Caracciolo)
martedì 13 ottobre 2009
MILANO COME KABUL
MILANO - Doveva succedere. Segnali premonitori -purtroppo sottovalutati- già si erano verificati. Che dire della moschea di viale Jenner, di quelle "cellule dormienti" del terrorismo islamico che periodicamente sono state intercettate dalla polizia. E cosa pensare se proprio in quella moschea andava regolarmente a pregare anche il kamikaze Mohamed Game, 35 anni, il libico fattosi esplodere ieri mattina, lunedì 12 ottobre, sul cancello d'ingresso della caserma "Santa Barbara" di piazzale Perrucchetti di Milano? Brutti segnali arrivano, in un crescendo quotidiano da far presagire scenari violenti, visioni di stragi, nuovi anni di sangue. Poteva essere così anche ieri mattina, se solo il caso non avesse volto a nostro favore, facendo brillare solo metà della carica esplosiva che il kamikaze libico portava con se in una rudimentale valigetta. Il caso dunque, ma anche il coraggio e l'intuizione del giovane soldato di guardia all'ingresso della caserma, il caporale Guido La Veneziana, 20 anni di Brindisi, che puntando il suo fucile mitragliatore contro l'energumeno libico, ha fatto sì che questi non varcasse l'ingresso della struttura. Visto andare in fumo il suo proposito, a quel punto il terrorista dopo la farneticante frase "Allah akbar" ha azionato il detonatore. Una bomba stile Kabul alle 7,45 di mattina dunque, una strage evitata, se pensiamo che poco distante, c'era il via vai di alunni che entravano a scuola, una stazione del bus e persone che vanno a lavoro. Ora si dice che il libico è "un terrorista fai da te", anche se la Digos ha arrestato nel giro di poche ore anche due fiancheggiatori, un egiziano e un altro libico, grazie ad intercettazioni nelle quali, appunto, si parlava di far saltare in aria qualcosa che rappresentasse un nemico da abbattere. E proprio lì, nella caserma Santa Barbara infatti, c'è la sede del primo Reggimento trasmissioni impiegato in Afghanistan. Per questa volta a rimetterci le penne è stato il terrorista -ha perso una mano e la vista da tutti e due gli occhi-, mentre per il valoroso soldato che lo ha bloccato, solo ferite lievi. Ma da ora in poi, potremo stare tranquilli? (foto: "Europa la pagherai. Il tuo 9 settembre sta arrivando")
lunedì 12 ottobre 2009
RITORNARE VERGINI? UN GIOCO DA 15 DOLLARI...
Certo questi cinesi ne hanno di immaginazione! Si, perché questo loro ultimo ritrovato, è diventato subito un successo commerciale che spopola in tutto il mondo. Di cosa si tratta? Presto detto, di un "imene artificiale per la verginità". Si, avete capito bene, e lo stupore deve subito rientrare perché a sentire gli inventori, si tratta di una cosa seria, anzi, serissima, poiché salva situazioni estreme e ormai compromesse. Una verginità "nuova di pacca" per chi l'avesse persa anzitempo dunque, ora la si ordina "online", e in men che si dica, il postino ce la porta addirittura a casa sotto forma di un kit al prezzo di lancio di soli 15 dollari (poco più di 10 euro). E' un ritrovato -così dicono gli ideatori- "per simulare la verginità e aggirare di fatto i vincoli delle società e religioni più conservatrici". E le istruzioni, scritte in multilingue, spiegano come usare il marchingegno: "Inserito nella vagina, se stimolato rilascia un liquido rossastro che assomiglia alla perdita di sangue provocata dalla rottura dell'imene nella deflorazione". Un successo mondiale dunque, anche se in molti Paesi del Medioriente le richieste sono maggiori, poiché -come fanno sapere gli inventori- "permette alle donne di sembrare vergini nella prima notte di nozze, sconfiggendo così il tabù del sesso fatto prima del matrimonio". Una situazione che però non è passata inosservata ad un religioso egiziano, tale Abdul Mouti Bayoumi, che come ci fa sapere la Bbc, "ha chiesto la pena di morte per gli importatori oltre alle donne che metteranno in pratica questo marchingegno". La convinzione di questo religioso, guida spirituale e studioso dell'Università al Azhar infatti, è che "utilizzare questo prodotto diffonde il vizio nella società, è un deterrente morale alla fornicazione, quindi è un crimine, uno dei peccati capitali dell'Islam". Con la verginità dunque, "non si scherza" a certe latitudini, mentre per le donne che invece "vogliono scherzare", l'indirizzo per ricevere a casa la "vagina artificiale" -talmente sicura che ci cascherebbe anche un Rocco Siffredi!- è "emporio online di giochi per adulti Gigimo". E buon divertimento...
domenica 11 ottobre 2009
IL CONTO ALLA ROVESCIA DI CARLO
TORRE DEL GRECO (Napoli)- Non si sa da quale numero sia partito il conto alla rovescia che Carlo lasciava quotidianamente su Facebook. Sappiamo solo che quel numero scendeva sempre più, poi, ieri, con l'ultimo giorno anche un messaggio: "meno 1, sto arrivando all'aldilà", poi il silenzio. E' il padre che lo ha trovato, impiccato nella sua cameretta. Carlo D'Urzo(foto tratta da Facebook) aveva 15 anni e frequentava con profitto l'Istituto Nautico "Cristoforo Colombo". Amava il mare e la Turris, la sua squadra del cuore. Un "conto a scalare" con la vita dunque, gettato nell'oceano di Internet, tra naviganti distratti e che male hanno interpretato quel messaggio, quasi un appello. Perché Carlo si è lasciato andare se niente lasciava presagire un gesto simile? Carlo aveva l'amore dei genitori, usciva felicemente con gli amici ed aveva una vita del tutto normale. Il "mal di vivere", se c'era, era ben nascosto, e poi Carlo non era un ragazzo "chiuso" né aveva comportamenti problematici. Quindi? Dicono che era molto sensibile, e questo in un epoca "bruciata" può creare disagio. Carlo, capelli biondi e occhi chiari. Così lo ricordano oggi gli amici che su Facebook lo hanno ribattezzato "angelo azzurro". Sul letto della sua cameretta, un ultimo messaggio: "Mamma, papà, amici: non è stata colpa vostra". Dal "virtuale" al "reale", e la vita è volata con un "click"...
martedì 6 ottobre 2009
MINORENNE DA ERGASTOLO
(foto tratta da Il Giornale)
lunedì 5 ottobre 2009
INTEGRAZIONE? A SENSO UNICO...
AOSTA - Anche in una piccola regione come la Valle d'Aosta -poco più di 125.000 abitanti-, il fuoco brucia sotto la cenere dell'integrazione. Se nel quieto tran-tran della vita locale non ci sono episodi di razzismo strisciante, segnali inquietanti invece arrivano proprio da un extracomunitario marocchino, il quale, attualmente detenuto nella casa circondariale di Brissogne (Aosta), lancia il suo grido: "Aiuto! Vogliono uccidermi". Ma non è una minaccia che arriva da autoctoni nei suoi confronti, bensì da suoi connazionali, e il motivo è di estremismo religioso. Il marocchino in questione, Mohamed Echamali, 29 anni, nato a Khouriba, si è infatti convertito al cristianesimo, da qui la "fatwa" lanciata nei suoi confronti. In una lunga lettera inviata ad un quotidiano locale, Mohamed con toni disperati porta a conoscenza il suo caso che qui sintetizziamo: "Sono passato al cristianesimo dopo aver conosciuto una ragazza italiana con la quale ho avuto una relazione. I miei genitori, appena venuti a conoscenza del mio cambio di religione, mi hanno subito minacciato di morte, perché è la loro unica maniere per ottenere il perdono di Allah. in quanto sono loro che hanno allevato un traditore. Ora vivo nel terrore di incontrare qualche fanatico religioso che possa uccidermi o farmi del male". Un grido d'allarme comunque tutto da verificare, anche se alla luce di fatti tragici recentemente accaduti in Italia -assassinio di Hina Saleem, la pakistana che voleva vivere all'italiana e quello di Sanaa Dafani, 'colpevole' di amare un italiano- non va sottovalutato. Integrazione dunque a "senso unico"? E ancora: integrazione o imposizione di usi e costumi a noi estranei? E' accettabile -una volta appurata la veridicità di quanto scritto- che una persona non sia libera di professare spontaneamente il proprio credo religioso, senza correre il rischio di essere uccisa? Un certo disagio -come si percepisce ormai nel resto d'Italia- germoglia dunque anche in Valle d'Aosta, una regione dove gli stranieri residenti sono 7.500, i clandestini circa un centinaio, e su un totale di 250 detenuti, ben 183 vengono da fuori... (foto: le traduzioni dei cartelli le lascio a voi...)
sabato 3 ottobre 2009
THE LATE SHOW WITH DAVID LETTERMAN!
Lo ha detto in diretta televisiva con la solita aria sorniona, col solito sorriso beffardo: "Si, ho fatto sesso con donne che lavorano in questo show. Sarebbe stato imbarazzante se fosse divenuto pubblico? Quello però che non voglio -ha continuato- è un tizio che minaccia di raccontare tutto se non gli do due milioni di dollari". E allora "From New York, the greatest city in the world, it's the Late Show with David Letterman!" La conferma che in America tutto è spettacolo ci arriva dunque in differita televisiva dal 'talk show' di David Letterman, 62 anni, (foto) uno tra i più popolari intrattenitori della televisione americana. In Italia sarebbe impensabile che un Costanzo qualsiasi mescolasse vita privata e spettacolo, ma più ancora, che ammettesse davanti a milioni di spettatori le sue "nefandezze", come le ha chiamate giusto Letterman alludendo alle sue scappatelle extraconiugali. Dunque, un ricatto vero e proprio a suon di milioni di dollari sventato sul nascere proprio per voce del ricattato, e ordito dal produttore televisivo Robert Joel Halderman, uno che a quanto pare aveva materiale "esplosivo" tra le mani, praticamente un poker da piatto ricco che però non ha potuto "vedere". Ma non poteva finire diversamente in quel programma dove personaggi politici, della finanza, dello spettacolo e dello sport vengono messi duramente e quotidianamente alla berlina -l'ex presidente George W. Bush, l'ex candidata repubblicana alla Casa Bianca Sarah Palin, il magnate Donald Trump sono presi di mira costantemente-, con l'improbabile "uomo degli spot" dai capelli rosso rame Alan Kalter e i lazzi di Letterman, il tutto condito dalla musica di "Paul Shaffer e la sua CBS Orchestra". Strano che tutto questo, Robert Joel Halderman non l'abbia capito, finendo in manette e con il rischio di passare in galera fino a 15 anni. Questa è l'America dunque, dove "The show must go on", e dove si applaude chi ha il coraggio di denunciare davanti alla platea televisiva un ricatto, anche se questo comporta ammettere situazioni imbarazzanti, compromettenti, non solo professionali, ma familiari.
venerdì 2 ottobre 2009
POOH, L'ULTIMO CONCERTO
I numeri parlano chiaro: 43 anni di carriera e un qualcosa come 3.500 concerti. Passati indenni attraverso gli anni "neri" del beat, ovvero il 1970, ecatombe dei gruppi, i Pooh (foto) hanno suonato ieri ad Assago il loro "ultimo concerto". La fine di questa lunghissima carriera l'ha decretata Stefano D'Orazio, il batterista, stanco ormai di salire e scendere sui palchi di mezzo mondo: "A 61 anni non ho più l'entusiasmo di una volta, ma ho una famiglia, alla quale voglio dedicare il resto dei miei anni" ha detto onestamente. Questa sua intenzione di abbandonare il campo l'aveva però annunciata già da tempo ai suoi amici d'avventura, tanto che Dodi Battaglia, 58 anni, Red Canzian, 57, e Roby Facchinetti, 65, non si sono opposti. E ieri, nel Forum di Assago, grande folla come sempre ai loro concerti e tanta commozione, poi, 46 canzoni che hanno segnato la loro carriera e la nostra gioventù, perché anche se non sono stati i Beatles, i Pooh hanno fatto sognare intere generazioni partendo da "Piccola Katy" (1968) fino al loro ultimo album "Ancora una notte insieme", (2009), un antologia dei loro successi. In mezzo a queste due date però, "Tanta voglia di lei", "Pensiero" e l'album "Opera Prima" tutti usciti nel '71, l'anno successivo "Noi due nel mondo e nell'anima", poi, nel 1973 l'album "Parsifal", disco considerato storico. Ma c'è tempo ancora per "Pierre" ('82) e la stupenda "Uomini Soli" del 1990, e poi tournee mondiali e nazionali con il ripetitivo "sold out", che significa stadi gremiti e biglietti esauriti, impresa impossibile per altri gruppi nostrani. "Grazie a tutti, qui lascio il cuore" ha affermato a fine concerto Stefano D'Orazio davanti ad una distesa di facce più emozionate da queste parole che non dalla musica appena ascoltata. "Pooh, per sempre nel mio cuore e nell'anima" si leggeva in uno striscione, mentre in un altro, "Con voi finisce un epoca". Chissà che sia proprio così...
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