venerdì 30 ottobre 2009
NAPOLI: LA MORTE IN DIRETTA
NAPOLI - Nemmeno ai tempi di Wild Bill Hickok si uccideva così, bensì gli anni fossero quelli del 1800, del Far West. A Napoli invece lo si fa tutt'oggi, e pure alle spalle, a tradimento. Il video che gira in questi giorni su internet è da brivido, perché quelle poche sequenze registrate da due telecamere diverse e che risalgono all'11 maggio scorso, riprendono gli ultimi istanti di vita di un uomo, tale Mariano Bacioterraccino, 54 anni, freddato in pieno giorno davanti all'ingresso di un bar nel rione Sanità. Camicia bianca, l'uomo sembra non sospettare la fine imminente, fermo sul marciapiede ad osservare il via vai della gente. Un giovane, cappello in testa, lo sfiora entrando nel locale. E' lui l'assassino, che prima di entrare in azione -ripreso questa volta dalla telecamera interna- fa un giro ispettivo nel locale, ritornando immediatamente e a passi sicuri verso l'uscita. Una volta sulla porta, estrae una pistola dalla tasca e spara un primo colpo alle spalle della vittima. Mariano Bacioterrazzano cade in ginocchio sul marciapiede mentre l'assassino, puntandogli questa volta la canna dell'arma a un palmo dalla nuca, (foto) preme di nuovo il grilletto. Senza nessuna fretta, a questo punto il killer si allontana dalla zona, tra l'indifferenza della gente. Un "lavoro pulito" come si dice in gergo, un "delitto di camorra", come sosterranno gli inquirenti. Ma "orrore nell'orrore", è l'indifferenza della gente che si trova sul posto dell'esecuzione: il venditore abusivo di sigarette che ritira con calma il suo banchetto, gente che non si gira neppure al deflagrare dei due colpi e infine, una donna che addirittura scavalca il morto in una pozza di sangue continuando la sua strada. E proprio su questo macabro e vigliacco particolare, Roberto Saviano, autore di "Gomorra", mette in risalto "l'assoluta serenità dell'esecuzione e delle persone che si trovavano intorno", sintomo ormai di un abitudine radicata al sangue della popolazione napoletana, che per scudo alla propria incolumità, osserva il tutto con "tranquilla indifferenza". Non siamo a Tombstone, cittadina di frontiera ricordata per la famosa "Sfida all'OK Corral", ma nella Napoli del Terzo millennio, ancora da stabilire però se "prima o dopo Cristo"...
giovedì 29 ottobre 2009
VALLE d'AOSTA: CERCASI VALDOSTANO!
AOSTA - I toni sono trionfalistici: "In Valle d'Aosta, quadruplicati gli stranieri". Ma se la Caritas, portando a conoscenza questi dati sul Dossier statistico 2009 esulta, ben differente continua ad essere la reazione della gente: "Sono troppi." E allora diamo uno sguardo a questa nuova realtà: su una popolazione di italiani, gli stranieri -tra comunitari ed extra- sono 7.509, ovvero il "200 per cento in più di quelli che erano presenti sul territorio nel 2000". Solo nel 2008, -rispetto all'anno precedente- l'incremento poi è stato del 13,4 per cento. L'età media degli immigrati è di 30,9 anni (contro i 43,4 degli italiani) e sul totale, le donne straniere sono il 53,5 per cento, un dato questo che supera quello nazionale (50,8%), con una fecondità pari a 2,29 figli per donna contro l'1,45 delle valdostane, un dato che porta a intuire che l'aumento demografico in Valle d'Aosta sarà sempre più di provenienza straniera. Considerazione quest'ultima, supportata infatti già dai primi dati, i quali specificano che il tasso di natalità nella nostra regione è il più alto d'Italia con il 10,2%, mentre quello nazionale è del 9,6%. Andando avanti poi in questa statistica, l'anno scolastico 2008/09 segnala 1.276 alunni stranieri, pari al 7,3% del totale. Ma se i numeri proiettano la nostra regione tra le prime -in percentuale- in fatto di arrivi stranieri, sul settore lavoro invece brilliamo in negativo: la componente straniera occupata infatti è solo del 13%, un dato più basso rispetto al resto d'Italia e del Nord-Ovest. E chi sarebbero dunque i "nuovi valdostani"? Sugli oltre 7.500 stranieri presenti, la percentuale più alta è quella di provenienza marocchina (27,5%), romena (21,1%), albanese (11%), tunisina (7%), e a seguire francesi (3,5), moldavi e dominicani (2,5). Seguono poi polacchi e cinesi (153), ucraini (135) e infine egiziani, tedeschi, e russi, con i macedoni come fanalino di coda. Ma se questi sono i dati "dell'Alleluia", per fare un quadro completo sull'immigrazione non possiamo dimenticare anche quelli rilasciati recentemente (21 settembre 2009) dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Nelle nostre 206 carceri italiane, su un totale di 64.609 detenuti, ben 23.951 sono stranieri, mentre in Valle d'Aosta, su 247, 81 sono gli italiani e 166 gli stranieri. Alleluia dunque!
(foto:"Dossier Statistico Immigrazione 2009". Edizioni Idos)
(foto:"Dossier Statistico Immigrazione 2009". Edizioni Idos)
martedì 27 ottobre 2009
ESCORT E TRANSit, L'AUTO DEL MOMENTO...
Mai come in questi tempi, il marchio Ford è al centro dell'interesse, e i suoi veicoli, sempre più ricercati. E parliamo del modello "Escort" (foto) e "Transit". Strani disegni del destino, se pensiamo che nella loro epoca, ovvero nel '68, queste vetture erano molto sottovalutate dagli automobilisti, e dai politici poi nemmeno prese in considerazione. Ora invece, è proprio quest'ultima categoria, voglio dire quella dei politici, che sempre più spesso si "butta" su questi modelli. Un esempio? Il governatore della regione Lazio, Piero Marrazzo, addirittura spende 5.000,00 euro per "fare un giro" su di un Transit, un Transit tra l'altro neppure originale "made in England" poiché "costruito" in Brasile, che sarebbe come dire comprare una Ferrari fatta in Cina. Una "vettura" quindi che piace soprattutto ad un certo schieramento politico, poiché già in passato, e non molto remoto, un altro esponente politico, tale Silvio Sircana, fu ritratto mentre di sera -a Roma le autorivendite sono sempre aperte!- "trattava l'acquisto appunto di un Transit". Se vogliamo fare una classifica però, tra i due tipi di vetture la stragrande maggioranza di noi uomini preferisce il modello "Escort", poiché anche se "datato", ha sempre tutte le caratteristiche originali che noi apprezziamo: veloce, non è rumorosa e poi, cosa importantissima, non ti pianta mai in asso. Tra gli estimatori della Escort, modello 1970 o più recente, tipo 1989, c'è poi anche il nostro presidente Silvio Berlusconi, il più invidiato dagli italiani. Motivo di tanta invidia? Poter scegliere il modello che vuole...
venerdì 23 ottobre 2009
300.000 PAGINE LETTE!
AOSTA - E siamo arrivati a 300.000 pagine lette di Gericus! Un bel risultato, se penso agli inizi, quando in un giorno, se andava bene, erano solo una quindicina i lettori approdati a questo sito. Oggi, gli amici affezionati di Gericus sono aumentati un bel po', (quasi 90.000 visite!) arrivando ad una media di oltre 180 al giorno, -con punte di 2000!- e con circa 250/300 pagine lette quotidianamente. Un "Gericus" visitato anche da tanti amici stranieri con maggioranza statunitensi, mentre l'Europa trova in testa inglesi, francesi, svizzeri e tedeschi, senza dimenticare poi Israele, Messico, Argentina, e quei moltissimi lettori provenienti da Paesi -come scrive Shiny Stat- "non identificati". Un incoraggiante risposta dunque che premia il mio impegno, un impegno che il più delle volte ruba ore al sonno e alla famiglia. Grazie dunque a tutti voi, con l'intento naturalmente di continuare e migliorare su questa strada, quella di un sincero approccio alla notizia, a volte al gossip e altre ancora, al mio pensiero. Thank you! Merci! Gracias! Danke! Kitos! Takk! Obrigado! Spasiva! Dank! Tack! Karistò!
giovedì 22 ottobre 2009
ITALIA, IL PAESE DELLE BANANE
Certo ce n'è di stupidità in giro tra le nostre contrade. Se prima si poteva supporre, ora con internet tutta l'idiozia umana, la beceraggine da "bar sport" viene a galla. Ma la cosiddetta "democrazia", avrà dei limiti oltre i quali la nostra libertà non è più un diritto ma reato da codice penale? Senza voler minimamente innescare una diatriba politica, mi riferisco al gruppo nato su Facebook a nome "Uccidiamo Berlusconi", nel quale, fino a ieri, circa 14.000 iscritti inneggiavano alla sua morte violenta. Uccidere dunque, eliminare una persona, sia questa un pincopallino qualsiasi che un presidente del Consiglio. Chissà, forse quest'ondata di stupidità parte dal discutibile film di un certo Bernardo Carboni, autore e regista di "Shooting Silvio" e ora pentito -secondo ciò che si legge sulla stampa nazionale- di averlo fatto, ma dal momento che la "madre degli stupidi è sempre in cinta", ecco spuntare tale Matteo Mezzadri, coordinatore di un circolo del Partito Democratico di Vignola, il quale, volendo meravigliare il pubblico dei naviganti della rete, aumenta la dose, scrivendo sempre su Facebook: "Santo cielo, ma è possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi"? Da qui a creare un nuovo gruppo il passo è stato breve, e Facebook ha così partorito altri seguaci "dell'eliminazione diretta". "Per 500 mila euro io sono pronto a farlo" scrive un aspirante sicario, mentre un altro 'eroe', forse abituato al clima sudamericano, suggerisce "un anonimo autocarro alle 4 di mattina , il prelievo, e poi, nulla". La Procura di Roma ha aperto un inchiesta per scovare gli "eroi della rete", eroi che però, dopo l'annuncio di un inchiesta della magistratura in corso, hanno cominciato ad abbandonare la pagina di Facebook, mentre i più "ostinati e spavaldi" ora stanno modificando il tiro: "uccidere è inteso solo in senso lato e non fisico", anche se ormai la frittata è fatta. Italia, paese delle banane dunque, dove ognuno urla e pretende la sua ragione, vantando diritti ma non doveri. Come quello appunto di poter scrivere e incitare ad uccidere chi non la pensa come te...
domenica 18 ottobre 2009
NUOVO PROGRAMMA SCOLASTICO...
Orario di classe: Lunedì: h.8,30 Cristianesimo/. h.9,30 Ebraismo/. h.10,30 Induismo/. h.11,30 Islam/. h.12,30 Baha'ì. Pomeriggio: ripasso di Shintoismo, Neopaganesismo, Celtismo, Taoismo, Rastafarianesismo e Buddhismo. Martedì: Inglese: "There is only one religion, though there are a hundred versions of it" diceva il buon George Bernard Shaw, ovvero "C'è solo una religione, benché ne esistano un centinaio di versioni". A quanto pare, tutto ciò non devono saperlo Fini e D'Alema, -attenti a quei due!- i quali -dal tema "è sempre meglio fare il politico che lavorare"!- sono usciti con un idea alquanto bizzarra: "Ora d'Islam nelle scuole italiane". Dunque, volendo fare i "democratici" fino in fondo per apparire "anime candide" sul tema dell'immigrazione, i "nostri due strani alleati" sono passati dal volere uno Stato laico ad uno che invece ne professa addirittura due di religioni, il tutto, con il beneplacito del Vaticano, guida spirituale di un chiesa ormai senza più una bussola. Ma se l'Islam ha diritto ad entrare nelle nostre scuole con l'ora di insegnamento, perché non fare lo stesso per le altre religioni? E poi: chi saranno gli insegnanti? I sedicenti imam di via Jenner a Milano che professano la decapitazione degli infedeli? Se i dati statistici parlano di 1 miliardo e 500 milioni di persone nel mondo che professano il cristianesimo, 800 milioni l'islamismo, 650 milioni l'induismo, 295 milioni il buddhismo e 18 milioni l'ebraismo -oltre ad altre correnti religiose minoritarie-, perché dunque, -in un epoca ormai di globalizzazione forzata e subita- se vogliamo essere "anime belle" fino in fondo, si deve escludere questi altri credenti a solo vantaggio di "coloro che numericamente sono maggioritari sul nostro territorio, e che più degli altri fanno la voce grossa"? Da togliere la religione dalle scuole dunque, a introdurne un altra? E infine, se proprio vogliamo che ciò avvenga, perché in prima istanza non chiedere ai Paesi di religione islamica -Iran, Iraq, Egitto, Emirati, Pakistan ecc ecc- di rispettare la reciprocità? Voce nel deserto... Là, le proprie usanze non si svendono come da noi in un giorno, ma si combatte per mantenerle. Le "mezzeseghe", dunque, sono purtroppo una prerogativa tutta italiana, e guarda un po', vanno tutte a finire nel Governo... (foto: Gianfranco Fini e Massimo D'Alema)
venerdì 16 ottobre 2009
"CIUPAR", VOCE DEL VERBO SUCCHIARE...
"Quando il gioco si fa duro... i pirla vanno fuori di testa". Sguardo strafatto e espressione da resa dei conti, nella conferenza stampa dopo l'1 a 0 sull'Uruguay a favore dell'Argentina, Diego Armando Maradona, c.t. della nazionale, come si suol dir "ha pisciato fuori dal vaso" scagliandosi contro i giornalisti, rei di averlo duramente criticato visto i deludenti risultati della squadra: "A chi non credeva in noi -chiedo scusa alle donne-, dico... che vadano a succhiarlo, e continuino a succhiarlo. Io sono bianco o nero, grigio non voglio esserlo nella vita. Mi avete trattato come mi avete trattato. Adesso continuate a succhiare". Praticamente una 'tesi universitaria' sulla 'fellatio' rivolta ai giornalisti. Altro 'mister' caduto nel ridicolo, -chissà, forse c'è un epidemia nel settore visto la simultaneità- è il nostro Marcello Lippi, (foto) sonoramente fischiato dopo la recente vittoria -rosicata!- contro Cipro, dove gli spettatori hanno espresso il loro disappunto al grido di "Vergognatevi! Andate a lavorare!". Per il nostro Lippi, tutto ciò deve essere stato vissuto come un atto di "lesa maestà", tanto che questi, come nemmeno Lino Banfi avrebbe fatto nel film "L'Allenatore nel Pallone", inviperito come una jena ha ribattuto ai contestatori, -due mani portate alla bocca a mo' di imbuto-: "Andateci voi a lavorare!", come per dire "io posso permettermi di guadagnare, e tanto, senza lavorare, ma voi no!" In televisione, il 'buon' Marcello -da toscano a toscano lo ammetto: mi è antipatico!- ha esordito così: "Alle prime difficoltà che ha questa squadra, a questi ragazzi gli si dice 'andate a lavorare?'". Caspita! E chi sono 'questi ragazzi'? E poi: perché non potremmo? "Due allenatori nel pallone" dunque, supponenti e convinti di essere i padroni del gioco. Hanno fatto il loro tempo, tutti e due. Maradona, -per chi non ha la memoria corta- doveva essere messo fuori dal baraccone del calcio già da diversi anni, mentre Lippi, arroganza a parte, deve restituire la Nazionale all'Italia. Sul caso Maradona infine, il presidente della Fifa, Joseph Blatter, per riportare un po' di dignità nel calcio, ha annunciando l'apertura di un inchiesta con pesanti sanzioni, mentre per l'umiliante sceneggiata di Lippi, Giancarlo Abete, presidente Figc annuncia provvedimenti. Due intoccabili giunti dunque al capolinea?
mercoledì 14 ottobre 2009
GAD LERNER, VELINE E SHARE...
Mi ricordo il Gad Lerner delle prime ore, occhio 'viperino' e capello 'arruffato' stile anni '68. Faceva una televisione cosiddetta "impegnata". Erano gli anni '90 e col suo "Profondo Nord" trasmesso su Rai3, elencava i mali dell'Italia, quasi un "Annozero" ante litteram. Di aspetto non certamente "disinvolto", aveva quasi l'aria di un segretario di partito, tutto a discapito dunque del dio "auditel", pertanto, ascolti così e così e soprattutto, di parte. La sua carriera di giornalista presentatore è stata un susseguirsi di nomine, apparizioni e conduzioni: dal '93/'96 vice direttore de La Stampa di Torino, nel 2000, per pochi mesi è direttore del Tg1, poi, nel 2001 passa a La7, dove tuttora conduce "L'Infedele". E siamo arrivati al dunque. Siccome anche qui l'ascolto è considerato "di nicchia" -che in parole povere significa 2 gatti-, ecco che il nostro Gad trova la chiave di volta per fare audience. Come? Attaccando "le Veline". Si, avete capito bene: le Veline -le due ragazzotte scosciate che la sera ballano sulla scrivania di Striscia la Notizia-, e con loro, naturalmente, Antonio Ricci, padre della trasmissione cult e regina degli ascolti. "Ricci -dice Gad Lerner-, si fa scudo della parodia per riprodurre da un quarto di secolo sempre uguale, l'immagine della donna-oca, seminuda in mezzo a uomini vestiti, zitta e sculettante. Proprio come piace a Papi, che ogni tanto ne premia una magari portandola con sé in politica". La risposta -sia da Ricci che dalle dirette interessate, oltre che da Ezio Greggio e Enzo Iacchetti- non si è fatta attendere e la querelle è iniziata. Ma, sorpresa, il "serafico" Lerner si accorge che parlare di donne -e mostrarle scollacciate in video soprattutto- aumenta vistosamente lo share, quindi, capito l'antifona- cosa fa? Abbandona argomenti "impegnati e pesanti" -trasmissioni sulla Palstina, genetica, macroeconomia, Hegel, morte, con in studio cattedrati, filosofi, economisti e professori- per passare a cose molto più... goderecce: cosce e tette in libertà, il tutto, camuffato da impegno 'socio-culturale'. Dal 28 settembre quindi, a "L'Infedele", donne a volontà e argomenti 'gossipari', dove preso di mira è il mondo di Corona, Lele Mora, Gregoraci e naturalmente, di "star e starlette". Da un misero 2,5% di share del 2008, Lerner così è passato ad un 3,5% nel gennaio 2009, arrivando, grazie proprio a ciò che lui ha sempre combattuto, all'attuale 5,3%. Al diavolo quindi argomenti impegnati come "la fame nel mondo", il "terrorismo nel mondo", "l'Iran e la sua bomba atomica", "il disastro ambientale" e la "crisi economica". Per un punto di share in più, tutto è permesso. Anche perdere la faccia, come Gad Lerner docet...
(foto tratta da Libero: Federica Nargi e Costanza Caracciolo)
(foto tratta da Libero: Federica Nargi e Costanza Caracciolo)
martedì 13 ottobre 2009
MILANO COME KABUL
MILANO - Doveva succedere. Segnali premonitori -purtroppo sottovalutati- già si erano verificati. Che dire della moschea di viale Jenner, di quelle "cellule dormienti" del terrorismo islamico che periodicamente sono state intercettate dalla polizia. E cosa pensare se proprio in quella moschea andava regolarmente a pregare anche il kamikaze Mohamed Game, 35 anni, il libico fattosi esplodere ieri mattina, lunedì 12 ottobre, sul cancello d'ingresso della caserma "Santa Barbara" di piazzale Perrucchetti di Milano? Brutti segnali arrivano, in un crescendo quotidiano da far presagire scenari violenti, visioni di stragi, nuovi anni di sangue. Poteva essere così anche ieri mattina, se solo il caso non avesse volto a nostro favore, facendo brillare solo metà della carica esplosiva che il kamikaze libico portava con se in una rudimentale valigetta. Il caso dunque, ma anche il coraggio e l'intuizione del giovane soldato di guardia all'ingresso della caserma, il caporale Guido La Veneziana, 20 anni di Brindisi, che puntando il suo fucile mitragliatore contro l'energumeno libico, ha fatto sì che questi non varcasse l'ingresso della struttura. Visto andare in fumo il suo proposito, a quel punto il terrorista dopo la farneticante frase "Allah akbar" ha azionato il detonatore. Una bomba stile Kabul alle 7,45 di mattina dunque, una strage evitata, se pensiamo che poco distante, c'era il via vai di alunni che entravano a scuola, una stazione del bus e persone che vanno a lavoro. Ora si dice che il libico è "un terrorista fai da te", anche se la Digos ha arrestato nel giro di poche ore anche due fiancheggiatori, un egiziano e un altro libico, grazie ad intercettazioni nelle quali, appunto, si parlava di far saltare in aria qualcosa che rappresentasse un nemico da abbattere. E proprio lì, nella caserma Santa Barbara infatti, c'è la sede del primo Reggimento trasmissioni impiegato in Afghanistan. Per questa volta a rimetterci le penne è stato il terrorista -ha perso una mano e la vista da tutti e due gli occhi-, mentre per il valoroso soldato che lo ha bloccato, solo ferite lievi. Ma da ora in poi, potremo stare tranquilli?
(foto: "Europa la pagherai. Il tuo 9 settembre sta arrivando")
(foto: "Europa la pagherai. Il tuo 9 settembre sta arrivando")
lunedì 12 ottobre 2009
RITORNARE VERGINI? UN GIOCO DA 15 DOLLARI...
Certo questi cinesi ne hanno di immaginazione! Si, perché questo loro ultimo ritrovato, è diventato subito un successo commerciale che spopola in tutto il mondo. Di cosa si tratta? Presto detto, di un "imene artificiale per la verginità". Si, avete capito bene, e lo stupore deve subito rientrare perché a sentire gli inventori, si tratta di una cosa seria, anzi, serissima, poiché salva situazioni estreme e ormai compromesse. Una verginità "nuova di pacca" per chi l'avesse persa anzitempo dunque, ora la si ordina "online", e in men che si dica, il postino ce la porta addirittura a casa sotto forma di un kit al prezzo di lancio di soli 15 dollari (poco più di 10 euro). E' un ritrovato -così dicono gli ideatori- "per simulare la verginità e aggirare di fatto i vincoli delle società e religioni più conservatrici". E le istruzioni, scritte in multilingue, spiegano come usare il marchingegno: "Inserito nella vagina, se stimolato rilascia un liquido rossastro che assomiglia alla perdita di sangue provocata dalla rottura dell'imene nella deflorazione". Un successo mondiale dunque, anche se in molti Paesi del Medioriente le richieste sono maggiori, poiché -come fanno sapere gli inventori- "permette alle donne di sembrare vergini nella prima notte di nozze, sconfiggendo così il tabù del sesso fatto prima del matrimonio". Una situazione che però non è passata inosservata ad un religioso egiziano, tale Abdul Mouti Bayoumi, che come ci fa sapere la Bbc, "ha chiesto la pena di morte per gli importatori oltre alle donne che metteranno in pratica questo marchingegno". La convinzione di questo religioso, guida spirituale e studioso dell'Università al Azhar infatti, è che "utilizzare questo prodotto diffonde il vizio nella società, è un deterrente morale alla fornicazione, quindi è un crimine, uno dei peccati capitali dell'Islam". Con la verginità dunque, "non si scherza" a certe latitudini, mentre per le donne che invece "vogliono scherzare", l'indirizzo per ricevere a casa la "vagina artificiale" -talmente sicura che ci cascherebbe anche un Rocco Siffredi!- è "emporio online di giochi per adulti Gigimo". E buon divertimento...
domenica 11 ottobre 2009
IL CONTO ALLA ROVESCIA DI CARLO
TORRE DEL GRECO (Napoli)- Non si sa da quale numero sia partito il conto alla rovescia che Carlo lasciava quotidianamente su Facebook. Sappiamo solo che quel numero scendeva sempre più, poi, ieri, con l'ultimo giorno anche un messaggio: "meno 1, sto arrivando all'aldilà", poi il silenzio. E' il padre che lo ha trovato, impiccato nella sua cameretta. Carlo D'Urzo
(foto tratta da Facebook) aveva 15 anni e frequentava con profitto l'Istituto Nautico "Cristoforo Colombo". Amava il mare e la Turris, la sua squadra del cuore. Un "conto a scalare" con la vita dunque, gettato nell'oceano di Internet, tra naviganti distratti e che male hanno interpretato quel messaggio, quasi un appello. Perché Carlo si è lasciato andare se niente lasciava presagire un gesto simile? Carlo aveva l'amore dei genitori, usciva felicemente con gli amici ed aveva una vita del tutto normale. Il "mal di vivere", se c'era, era ben nascosto, e poi Carlo non era un ragazzo "chiuso" né aveva comportamenti problematici. Quindi? Dicono che era molto sensibile, e questo in un epoca "bruciata" può creare disagio. Carlo, capelli biondi e occhi chiari. Così lo ricordano oggi gli amici che su Facebook lo hanno ribattezzato "angelo azzurro". Sul letto della sua cameretta, un ultimo messaggio: "Mamma, papà, amici: non è stata colpa vostra". Dal "virtuale" al "reale", e la vita è volata con un "click"...
(foto tratta da Facebook) aveva 15 anni e frequentava con profitto l'Istituto Nautico "Cristoforo Colombo". Amava il mare e la Turris, la sua squadra del cuore. Un "conto a scalare" con la vita dunque, gettato nell'oceano di Internet, tra naviganti distratti e che male hanno interpretato quel messaggio, quasi un appello. Perché Carlo si è lasciato andare se niente lasciava presagire un gesto simile? Carlo aveva l'amore dei genitori, usciva felicemente con gli amici ed aveva una vita del tutto normale. Il "mal di vivere", se c'era, era ben nascosto, e poi Carlo non era un ragazzo "chiuso" né aveva comportamenti problematici. Quindi? Dicono che era molto sensibile, e questo in un epoca "bruciata" può creare disagio. Carlo, capelli biondi e occhi chiari. Così lo ricordano oggi gli amici che su Facebook lo hanno ribattezzato "angelo azzurro". Sul letto della sua cameretta, un ultimo messaggio: "Mamma, papà, amici: non è stata colpa vostra". Dal "virtuale" al "reale", e la vita è volata con un "click"...
martedì 6 ottobre 2009
MINORENNE DA ERGASTOLO
TORINO - Si può morire così, per un rimbrotto dato bonariamente ad un giovane, davanti ad un nugolo di vigliacchi che non muove un dito per aiutarti. E' capitato a Ercole Ferrero, 76 anni di Torino, un "nonno" malmenato da un delinquente con sembianze da minorenne e morto poche ore dopo all'ospedale. L'uomo, un ex tranviere, stava ritornando a casa a bordo del bus numero 75, quando ad una fermata, un giovane -si dice sui 15 anni- ha cercato di salire portando con sé una bicicletta. Un fatto insolito e proibito, tanto che l'autista, una donna, ha detto al ragazzo che senza un autorizzazione dalla centrale non lo avrebbe accettato. Tanto basta per scatenare l'ira del delinquente: offese triviali alla donna e minacce di botte. L'unico a intervenire in difesa della donna è Ercole Ferrero, che a dispetto del nome è un uomo mite e paterno: "Non ti agitare" dice rivolgendosi al tipo, "chiede solo l'autorizzazione e ripartiamo". La risposta è di quelle che lasciano allibiti: "Che cazzo vuoi, vecchio di merda!", e subito due pugni in pieno volto. Ercole cade, mentre il sangue scorre copioso dal naso. A quel punto, il giovane delinquente salta giù dal bus e scompare tra la gente nella via. "Non è niente" ha la forza di dire in piemontese Ercole Ferrero ai paramedici del 118 che lo accompagnano in ospedale, dopo aver raccontato alla polizia, subito intervenuta, ciò che è accaduto. Non sembra niente di grave, ma la tragedia è dietro l'angolo. Dopo il ricovero, un emorragia cerebrale spegne l'ultimo respiro dell'uomo. Quei due pugni in pieno volto proprio non se li aspettava "nonno" Ercole, e lo stress dell'aggressione lo ha minato.
(foto tratta da Il Giornale)
(foto tratta da Il Giornale)
lunedì 5 ottobre 2009
INTEGRAZIONE? A SENSO UNICO...
AOSTA - Anche in una piccola regione come la Valle d'Aosta -poco più di 125.000 abitanti-, il fuoco brucia sotto la cenere dell'integrazione. Se nel quieto tran-tran della vita locale non ci sono episodi di razzismo strisciante, segnali inquietanti invece arrivano proprio da un extracomunitario marocchino, il quale, attualmente detenuto nella casa circondariale di Brissogne (Aosta), lancia il suo grido: "Aiuto! Vogliono uccidermi". Ma non è una minaccia che arriva da autoctoni nei suoi confronti, bensì da suoi connazionali, e il motivo è di estremismo religioso. Il marocchino in questione, Mohamed Echamali, 29 anni, nato a Khouriba, si è infatti convertito al cristianesimo, da qui la "fatwa" lanciata nei suoi confronti. In una lunga lettera inviata ad un quotidiano locale, Mohamed con toni disperati porta a conoscenza il suo caso che qui sintetizziamo: "Sono passato al cristianesimo dopo aver conosciuto una ragazza italiana con la quale ho avuto una relazione. I miei genitori, appena venuti a conoscenza del mio cambio di religione, mi hanno subito minacciato di morte, perché è la loro unica maniere per ottenere il perdono di Allah. in quanto sono loro che hanno allevato un traditore. Ora vivo nel terrore di incontrare qualche fanatico religioso che possa uccidermi o farmi del male". Un grido d'allarme comunque tutto da verificare, anche se alla luce di fatti tragici recentemente accaduti in Italia -assassinio di Hina Saleem, la pakistana che voleva vivere all'italiana e quello di Sanaa Dafani, 'colpevole' di amare un italiano- non va sottovalutato. Integrazione dunque a "senso unico"? E ancora: integrazione o imposizione di usi e costumi a noi estranei? E' accettabile -una volta appurata la veridicità di quanto scritto- che una persona non sia libera di professare spontaneamente il proprio credo religioso, senza correre il rischio di essere uccisa? Un certo disagio -come si percepisce ormai nel resto d'Italia- germoglia dunque anche in Valle d'Aosta, una regione dove gli stranieri residenti sono 7.500, i clandestini circa un centinaio, e su un totale di 250 detenuti, ben 183 vengono da fuori... (foto: le traduzioni dei cartelli le lascio a voi...)
sabato 3 ottobre 2009
THE LATE SHOW WITH DAVID LETTERMAN!
Lo ha detto in diretta televisiva con la solita aria sorniona, col solito sorriso beffardo: "Si, ho fatto sesso con donne che lavorano in questo show. Sarebbe stato imbarazzante se fosse divenuto pubblico? Quello però che non voglio -ha continuato- è un tizio che minaccia di raccontare tutto se non gli do due milioni di dollari". E allora "From New York, the greatest city in the world, it's the Late Show with David Letterman!" La conferma che in America tutto è spettacolo ci arriva dunque in differita televisiva dal 'talk show' di David Letterman, 62 anni, (foto) uno tra i più popolari intrattenitori della televisione americana. In Italia sarebbe impensabile che un Costanzo qualsiasi mescolasse vita privata e spettacolo, ma più ancora, che ammettesse davanti a milioni di spettatori le sue "nefandezze", come le ha chiamate giusto Letterman alludendo alle sue scappatelle extraconiugali. Dunque, un ricatto vero e proprio a suon di milioni di dollari sventato sul nascere proprio per voce del ricattato, e ordito dal produttore televisivo Robert Joel Halderman, uno che a quanto pare aveva materiale "esplosivo" tra le mani, praticamente un poker da piatto ricco che però non ha potuto "vedere". Ma non poteva finire diversamente in quel programma dove personaggi politici, della finanza, dello spettacolo e dello sport vengono messi duramente e quotidianamente alla berlina -l'ex presidente George W. Bush, l'ex candidata repubblicana alla Casa Bianca Sarah Palin, il magnate Donald Trump sono presi di mira costantemente-, con l'improbabile "uomo degli spot" dai capelli rosso rame Alan Kalter e i lazzi di Letterman, il tutto condito dalla musica di "Paul Shaffer e la sua CBS Orchestra". Strano che tutto questo, Robert Joel Halderman non l'abbia capito, finendo in manette e con il rischio di passare in galera fino a 15 anni. Questa è l'America dunque, dove "The show must go on", e dove si applaude chi ha il coraggio di denunciare davanti alla platea televisiva un ricatto, anche se questo comporta ammettere situazioni imbarazzanti, compromettenti, non solo professionali, ma familiari.
venerdì 2 ottobre 2009
POOH, L'ULTIMO CONCERTO
I numeri parlano chiaro: 43 anni di carriera e un qualcosa come 3.500 concerti. Passati indenni attraverso gli anni "neri" del beat, ovvero il 1970, ecatombe dei gruppi, i Pooh (foto) hanno suonato ieri ad Assago il loro "ultimo concerto". La fine di questa lunghissima carriera l'ha decretata Stefano D'Orazio, il batterista, stanco ormai di salire e scendere sui palchi di mezzo mondo: "A 61 anni non ho più l'entusiasmo di una volta, ma ho una famiglia, alla quale voglio dedicare il resto dei miei anni" ha detto onestamente. Questa sua intenzione di abbandonare il campo l'aveva però annunciata già da tempo ai suoi amici d'avventura, tanto che Dodi Battaglia, 58 anni, Red Canzian, 57, e Roby Facchinetti, 65, non si sono opposti. E ieri, nel Forum di Assago, grande folla come sempre ai loro concerti e tanta commozione, poi, 46 canzoni che hanno segnato la loro carriera e la nostra gioventù, perché anche se non sono stati i Beatles, i Pooh hanno fatto sognare intere generazioni partendo da "Piccola Katy" (1968) fino al loro ultimo album "Ancora una notte insieme", (2009), un antologia dei loro successi. In mezzo a queste due date però, "Tanta voglia di lei", "Pensiero" e l'album "Opera Prima" tutti usciti nel '71, l'anno successivo "Noi due nel mondo e nell'anima", poi, nel 1973 l'album "Parsifal", disco considerato storico. Ma c'è tempo ancora per "Pierre" ('82) e la stupenda "Uomini Soli" del 1990, e poi tournee mondiali e nazionali con il ripetitivo "sold out", che significa stadi gremiti e biglietti esauriti, impresa impossibile per altri gruppi nostrani. "Grazie a tutti, qui lascio il cuore" ha affermato a fine concerto Stefano D'Orazio davanti ad una distesa di facce più emozionate da queste parole che non dalla musica appena ascoltata. "Pooh, per sempre nel mio cuore e nell'anima" si leggeva in uno striscione, mentre in un altro, "Con voi finisce un epoca". Chissà che sia proprio così...
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